Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è finalmente arrivata su Prime Video, con i primi due episodi, dopo una campagna di comunicazione volta ad esaltare gli elementi più spettacolari e cinematografici di questa nuova produzione ideata da Patrick McKay e J.D. Payne. Mentre il mondo di Tolkien ritorna in modo scintillante sui nostri schermi, raccontando una storia che si perde nei meandri della Seconda Era di Arda, il fuoco e le fiamme dei Targaryen stanno conquistando il pubblico dal 21 agosto, andando ad espandere il già vasto universo de Il Trono di Spade. Un settembre televisivo dominato da due prodotti fantasy che monopolizzano l'attenzione di critica e spettatori, ma c'è veramente rivalità tra i titoli? È necessario metterli a paragone o si tratta di opere che possono coesistere pacificamente senza dover per forza scontrarsi? Confrontando Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere e House of the Dragon, andiamo a dimostrare che un dialogo tra le serie è possibile e auspicabile.
Due forme del fantasy
Il fantasy, come tanti generi usati in letteratura, al cinema e sul piccolo schermo, ha diverse declinazioni, altrimenti è evidente che ogni opera di questo tipo avrebbe le medesime caratteristiche. Partendo da Gli Anelli del Potere, che ricordiamo essere un adattamento degli scritti di J. R. R. Tolkien - in particolare delle corpose e dettagliate appendici che si trovano ne Il signore degli anelli - siamo in presenza di un fantasy di stampo classico, dove è centrale la costruzione di un mondo ricco e dettagliato, popolato da razze particolari e costellato di città, boschi, porti, caverne e montagne. Una chiave, se vogliamo, descrittiva ed epica che proprio da Tolkien riprende quel senso di esplorazione e meraviglia. House of the Dragon , al contrario, per quanto abbia delle buone basi di background, è un dramma politico e dinastico sottile, dove brutalità e violenza regnano sovrane. Perfettamente in linea con Il Trono di Spade, questo spin-off si concentra più sull'azione e gli intrighi che sulla mitologia alla base.
Le fonti: canone e sperimentazione
Un'altra differenza si può inoltre riscontrare nel rapporto che queste due realizzazioni hanno con le fonti di partenza: come già anticipato, Gli Anelli del Potere, per una mancanza di diritti, non è una trasposizione fedele del Silmarillion, ma una reinvenzione del vasto e complesso universo di Arda, prendendo come spunto Il Signore degli Anelli e le appendici finali, utili a tratteggiare genericamente la Seconda Era. Chiaramente la realizzazione trova dei riscontri nel materiale originale, ma nella maggior parte dei casi ci imbattiamo in avvenimenti e personaggi totalmente inventati che però sono stati plasmati cercando di replicare il più possibile i temi e la filosofia contenuti negli scritti di Tolkien. House of the Dragon, invece, non è sperimentazione, ma canone: il prodotto, infatti, si rifà apertamente al volume Fuoco e Sangue di George R. R. Martin (che figura tra gli ideatori della serie) di conseguenza non solo stiamo parlando di un adattamento vero e proprio, ma anche di un progetto che è perfettamente collegato al Trono di Spade (anche se secoli prima).
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Diversi punti di vista
Come se non bastasse, anche la tipologia del racconto varia da una serie all'altra. Gli Anelli del Potere è un'avventura corale che è alimentata da diversi punti di vista: quello di Galadriel, la protagonista; dei Pelopiedi antenati degli Hobbit più familiari che conosciamo; di Arondil e gli uomini; di Elrond e i suoi incontri nella Terra di Mezzo. Questa narrazione a più voci è ovviamente la conseguenza naturale e immediata alla massiccia imponenza della storia che essendo ricca di personaggi e ambientazioni, ha bisogno necessariamente di variare il registro dando la possibilità alle varie razze di Arda di narrare la loro visione del mondo. House of the Dragon, in modo del tutto opposto, in questi primi due episodi ci ha illustrato le cronache della dinastia dei Targaryen attraverso i suoi protagonisti, ovvero la Principessa Rhaenyra, il Re Viserys e il Principe Daemon . Tenendo conto della strada collaterale che questo prodotto ha intrapreso rispetto al titolo madre, è normale che il punto di vista scelto sia così limitato.
Questione di prospettiva
La diatriba tra questi due prodotti non può esserci anche perché stiamo parlando di prospettive completamente dissimili. Difficile mettere a confronto un universo gigantesco in continua crescita che già dal primo episodio si sta formando progressivamente con un'avventura che fa anch'essa parte di un mondo dettagliato e complesso, ma che non ha lo scopo ultimo di approfondirlo in ogni minimo dettaglio. Gli Anelli del Potere, fin dall'inizio, ha un'eco leggendario e mitico, un'esigenza intrinseca di far vivere agli spettatori un viaggio in una landa sconfinata e ricca di opposizioni, dove il pubblico è solamente una briciola rispetto ad una creazione gigantesca e imponente. House of the Dragon è invece una piccola e affascinante storia, ha un respiro più intimo rispetto a Il Trono di Spade e proprio per questo motivo non vuole e non deve ricondursi ad una prospettiva più grande, perché è costruita in virtù della sua indipendenza rispetto alla macrostruttura dei Sette Regni e funziona perfettamente così, senza scomodare il background che la circonda.
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Il periodo di lancio è la chiave
Dopo aver analizzato tutti questi punti discriminanti tra gli Anelli del Potere e House of the Dragon, è chiaro che è difficilmente rintracciabile un motivo lecito che porta a una rivalità o a uno scontro diretto tra questi due fantasy seriali. Probabilmente tale idea deriva da un elemento esterno e non intrinseco delle opere ovvero il suo periodo di lancio: sappiamo bene come gli show di Amazon e HBO siano usciti praticamente nella stessa finestra temporale, dando tra l'altro poco respiro all'utenza che forse avrebbe preferito godersi questi titoli in modo più sereno e riflessivo, senza questa urgenza di recuperare storie così importanti e significative in contemporanea. È proprio questa fretta che probabilmente ha portato ad un confronto che si può certo fare, ma che ha senso solamente in chiave ludica e non critica: eventualmente si possono raffrontare gli sforzi produttivi, ma cercare un conflitto tra le anime di questi due prodotti è pericoloso.
Un paragone deleterio
Un paragone che è deleterio perché rischia in primis di spostare l'attenzione su elementi secondari e non importanti ai sensi della visione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere e di House of the Dragon, ma che è anche problematico perché costringe il pubblico a cercare obbligatoriamente una lotta che spesso, nel mondo dell'intrattenimento, esiste solamente per gli addetti del settore, non per gli appassionati. I fan e gli spettatori dovrebbero invece ricercare la meraviglia e le emozioni, trovare concordia e conciliazione perché sì, entrambe le serie possono coesistere dando la possibilità di affrontare avventure diverse e non sovrapponibili. Probabilmente, se le opere fossero uscite a distanza di mesi l'una dall'altra, non avremmo mai e poi mai percepito questa rivalità, ma purtroppo i tempi televisivi ci hanno condotto inevitabilmente a questa spinosa situazione. L'unica soluzione, in questi casi, è semplicemente lasciarsi andare, vivere gli show serenamente ed intraprendere questi viaggi catartici e immaginifici ai quali il fantasy ci ha abituato nel corso del tempo.
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