Tutta la prima stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è costruita attorno al grande colpo di scena del finale: il valoroso Halbrand, di cui Galadriel (Morfydd Clark) si è tanto fidata, altri non è che Sauron. In Gli Anelli del Potere 2 Charlie Vickers, che continua a interpretarlo, cambia ancora una volta aspetto: questa volta si presenta come Annatar, il Signore dei Doni, per convincere Celebrimbor, che ha il volto di Charles Edwards, a forgiare gli anelli.
In streaming su Prime Video dal 29 agosto, la seconda stagione di Gli Anelli del Potere ruota tutta attorno al rapporto tra questi due personaggi fondamentali: collaborando, Sauron e Celebrimbor plasmano davvero gli Anelli del Potere. Peccato però che, ogni volta che il più grande fabbro degli Elfi ha qualche dubbio, Sauron/Annatar intervenga pesantemente sulla sua psiche, alterandone la percezione.
Anche perché, come sa bene proprio Galadriel, è molto facile farsi convincere dal Signore Oscuro: si presenta infatti come seducente, con delle proposte molto accattivanti e sensate. Insomma, come un perfetto venditore. O un politico. Ne abbiamo parlato nella nostra intervista proprio con i due attori, che nei nuovi episodi della serie Prime Video recitano sempre fianco a fianco.
Gli Anelli del Potere 2: intervista a Charlie Vickers e Charles Edwards
È successo nella prima stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere e sta succedendo di nuovo: perché le persone troppo gentili sono le più pericolose in questa serie? Charlie Vickers: "C'è della sincerità e onestà in lui e questo lo rende più spaventoso, no? Credo che sia uno dei trucchi di Sauron. È il grande ingannatore e l'inganno definitivo, a mio avviso, è quando si presenta come una persona molto gentile. Nel creare il personaggio, ho voluto che non si sentisse come un cattivo per tutto il tempo. So che questo è il suo ruolo nella storia, ma penso che una certa sincerità nel suo messaggio e in quello che sta cercando di ottenere sia quasi più inquietante nel lungo periodo. Quindi sì, non ci si può assolutamente fidare delle persone gentili".
D'accordo Charles Edward: "Sì, ma è anche quel tipo di persona che afferma di voler aiutare per migliorare la tua sorte. Questo è ciò che sa fare molto bene".
Sauron e Celebrimbor: un rapporto ambiguo
La cosa più insidiosa di Sauron è che le sue offerte e idee non sono poi così malvagie: vuole portare progresso e tecnologia. Peccato però che voglia usarli per sé, per ottenere il potere di controllare qualsiasi cosa. Praticamente è il politico perfetto. Come si fa ad affrontare una figura del genere?
Charlie Vickers: "Credo che questa sia una domanda molto difficile, se la si applica alla vita. Nel contesto della serie, penso che sia abbastanza inconfutabile che bisogna fidarsi di Sauron. Non dà a nessuno la possibilità di scegliere, in particolare a Celebrimbor. Voglio dire, l'ho quasi costretto a fidarsi di me, perché ho detto: guarda cosa posso fare! Devi fidarti di me o sei fregato. Per capirci, mi presento camminando tra le fiamme!".
Edwars conferma di nuovo: "Esattamente. Si presenta a Celebrimbor come un dio, come un messaggero dei Valar. E questo è ciò che ha detto Tolkien, ed è ciò che facciamo nella serie. È una figura soprannaturale, quasi religiosa, anzi, molto religiosa. Quindi è innegabile che si soccomba a questa influenza, come fa Celebrimbor".
Perché Celebrimbor forgia gli Anelli del Potere?
Ma perché Celebrimbor forgia gli Anelli del Potere? Va bene che Annatar è molto convincente, ma nei suoi occhi abbiamo visto anche una luce egoista, un po' come il Walter White di Breaking Bad. È così? Charles Edwards: "È alla ricerca di una gloria irraggiungibile, ma non riesce a formularla. Se glielo chiedessi non potrebbe parlarne, ma vuole raggiungere l'obiettivo. E vuole superarsi. Si tratta soprattutto di cercare di eclissare il lavoro del nonno. Vuole batterlo. Ha un grande rispetto per lui, ma vuole batterlo. Così si morde la coda ed è stato, credo, così per anni e anni. E questo potrebbe essere il momento in cui realizzerà il desiderio di una vita".