Ooops, Glee did it again. Altro che Britney Spears: dopo una parentesi spearsiana tanto chiacchierata quanto poco memorabile, lo show di Ryan Murphy torna ai fasti che ce l'hanno fatto amare grazie a un episodio che affronta argomenti estremamente seri e lo fa con toni tra l'ilare e l'impegnato, regalando eccellenti performance vocali e momenti di cristallina emozione. Al centro della narrazione c'è un evento tragico: il padre di Kurt, Burt Hummel, è colpito da un grave malore, un arresto cardiaco che lo lascia in coma. Il figlio, già orfano di madre da anni, è ovviamente devastato, e di fronte alle profferte di aiuto degli amici e di Mr. Schuester, contraddistinte da un sentimento religioso che lui, gay e ateo, non riesce ad accettare, si chiude in sé stesso. Questa situazione ispira a Will un weekly assignment dedicato alla spiritualità, che però, oltre ad essere inviso a Kurt, suscita anche le ire di Sue Sylvester che, di fronte al preside Figgins, protesta a viva voce sostenendo che non si tratta di argomenti consoni ad una scuola pubblica. Sue e Kurt la spuntano, ma ciò non basta a scoraggiare i Glee Clubbers più sinceramente devoti come Mercedes, Quinn e Rachel, che impongono all'amico il loro affetto e le loro preghiere.
Non solo i soli a vivere un momento mistico - e qui veniamo alla porzione più faceta del plot: un affamato Finn ricorre al famigerato George Foreman Grill per farsi un sandwich al formaggio, ma sbaglia a calcolare i tempi e il panino gli si bruciacchia disegnando un volto inconfondibile, quello di Gesù. Gli è apparso Grilled Cheesus (grilled cheese: formaggio grigliato). Riscopertosi pio nonostante abbia saltato il catechismo, Finn mangia solo metà sandwich per preservare l'apparizione e prega Grilled Cheesus di esaudire tre desideri neanche fosse il genio della lampada: una vittoria sul campo da football, una palpatina al seno di Rachel e la riconquista del suo ruolo di quarterback che, in occasione della sua breve esclusione dalla squadra, è passato alla matricola Sam. I desideri di Finn saranno esauditi, ma non certo per intervento divino, e con risultati ovviamente esilaranti. Cory Monteith alle prese con il Nazareno grigliato (detto rispettosamente) è una delle cose migliori di questo episodio: e dire che è passato solo un anno da quando, nei primi episodi dello show, il ragazzo appariva rigido, maldestro e inespressivo, oltre che non certo in possesso della migliore ugola della gang. In questo interludio comico-spirituale, Cory è assolutamente irresistibile, al punto di entusiasmarci anche quando, disilluso, intona il classico dei R.E.M. Losing My Religion. Ma l'eroe dell'episodio è Chris Colfer, un Kurt che all'inizio dell'episodio appare - del resto come in Britney/Brittany - un po' antipatico e primadonna, e che poi procede a farci sciogliere come mammolette. A Chris sono affidati, oltre a una emozionante versione della beatlesiana I Wanna Hold Your Hand, momenti di grande delicatezza che avrebbero messo in difficoltà attori consumati, e che lui gestisce con misura e franchezza.Ma il notevole repertorio musicale di questo episodio dà grande spazio anche a Mercedes (Amber Riley), che, in qualità di migliore amica di Kurt, usa la musica per superare le barriere che il ragazzo ha posto tra sé e gli altri Glee Clubbers, e lo fa intonando I Look to You, un successo di Whitney Houston, e Bridge over Troubled Water, nella versione della regina del soul Aretha Franklin. Per non essere da meno, Lea Michele invece rivisita il territorio che più le si confà, e non a caso si pesca nel musical-yiddish Yentl di Barbra Streisand: la performance di Papa, Can You Hear Me è da brividi, e si gioca il titolo di migliore rendition di Grilled Cheesus, assieme a I Wanna Hold Your Hand e al collettivo finale con One of Us di Joan Osborne, un bellissimo brano del '95 che è un piacere riascoltare.
Chi non ha bisogno della musica per colpire nel segno, manco a dirlo, è Jane Lynch, che continua a condurci alla