Ma voi ce l'avete presente Samuel L. Jackson? Avete presente quando vi guarda con occhi infuocati e cita Ezechiele in Pulp Fiction prima di spararvi? O, per restare in tema del film di cui stiamo per parlare, quando in Unbreakable confessa di aver architettato una serie di disastri allo scopo di trovare il suo opposto, cioè un eroe? Ecco: nessuno di noi vorrebbe farlo arrabbiare. Glass, il nuovo film di M. Night Shyamalan in uscita il 17 gennaio, è arrivato a chiudere la trilogia a ben diciotto anni dal suo inizio e, soprattutto, dopo un secondo capitolo, Split, che non era stato annunciato come tale.
E per questi diciotto anni la trilogia di Unbreakable per Samuel L. Jackson, che interpreta appunto Mr. Glass, alias L'uomo di vetro, alias Elijah Price, è stata una vera ossessione, come vi spiegheremo in seguito in questo approfondimento dedicato alle curiosità sul film. Il film del 2000 doveva essere, nelle intenzioni del regista, il primo di una trilogia su un nuovo supereroe, ma poi il progetto rimase nel cassetto. Oggi che la trilogia si è compiuta con il terzo e ultimo film - di cui abbiamo parlato nella nostra Recensione di Glass - Jackson ha candidamente confessato di essere stato, per 16 anni, una sorta di stalker. A ogni occasione di incontro con M. Night Shyamalan, le sue prime parole erano: "Hey motherfucker, ma Unbreakable non doveva essere una trilogia?". Una volta, addirittura, Jackson ha apostrofato così il regista mentre le loro auto erano una di fianco all'altra a un semaforo. Ve lo immaginate mentre pronuncia questa frase con i suoi occhi spiritati?
Un invito (con sorpresa) alla proiezione di Split
E poi, un bel giorno, Samuel L. Jackson riceve da M. Night Shyamalan un invito a vedere il suo nuovo film. Si chiama Split, parla di un ragazzo con una personalità multiple che sequestra delle ragazze. È un thriller psicologico, che sembra non aver nulla a che vedere con quella trilogia di Unbreakable tanto richiesta, se non per quella scena alla fine. Pare che alla conclusione della proiezione, con grande naturalezza, il regista abbia detto all'attore che il sequel, alla fine, lo aveva fatto. La sorpresa è stata grande: fino a quel momento Jackson di questo seguito non sapeva nulla, lui non aveva nemmeno una parte, se non il nome del suo personaggio nominato in Zona Cesarini, all'ultimo secondo del film. Una presa in giro? In quel momento forse poteva sembrare questo. Ma poi è arrivata la notizia che sarebbe stato girato Glass, il terzo capitolo della trilogia, e che il personaggio di Jackson avrebbe dato il nome al film. Quell'inseguimento durato 16 anni era terminato. Meglio di così...
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La prima volta insieme di Disney e Universal
Glass è un evento non solo perché porta a compimento il discorso iniziato diciotto anni fa con Unbreakable. Il nuovo film di M. Night Shyamalan è anche la prima, storica collaborazione tra la Walt Disney e la Universal, compagnie rivali nel mondo del cinema ma anche in quello dei parchi a tema. I diritti di Unbreakable, infatti, sono in mano alla Touchstone Pictures, società della Disney. Quelli di Split, invece, appartengono alla Universal. "Non credo che accadrà mai più" ha raccontato il regista al Comic-Con di San Diego. "Ho chiesto agli studios: possiamo fare un sequel di entrambi i film, e potreste condividerlo? E hanno detto: sì".
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United Colors Of Glass
Leggete attentamente, e poi guardate Glass con altri occhi. Che il colore fosse un aspetto importante di questa trilogia lo si capiva già bene dal primo film, Unbreakable - Il predestinato (meno dal secondo, Split, a dire il vero). E, vivendo in un universo che è quello dei fumetti, non poteva essere altrimenti. Per Glass, Shyamalan ha scelto di lavorare sul colore associando delle palette di colori diverse a ciascun personaggio. David Dunn (Bruce Willis) è legato ai toni del verde, perché è il colore della vita, e Dunn è colui che salva le vite. Il personaggio de La Bestia, o l'Orda (James McAvoy), è dipinto sui toni dell'ocra e del senape, perché sono i colori associati ad alcune cerimonie religiose di carattere indù o buddista. "Vedo la Bestia come un evangelista" ha dichiarato Shyamalan. Per Mr. Glass è stato scelto il viola, perché è un colore di solito legato alla regalità. "Elijah vede se stesso come qualcuno di importante" ha detto il regista, "il personaggio principale di un fumetto". Ma il regista de Il sesto senso gioca con i colori anche per un altro aspetto: nei momenti in cui i personaggi credono nel mondo dei fumetti, e nel loro essere supereroi, i colori primari diventano dominanti. Quando smettono di crederci ricadono in un mondo che tende al grigio. "La stanza dove fanno la terapia è rosa" ha spiegato il regista. "È un rosso che sfuma verso il bianco, perché è lì che smettono di credere".
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Essere (o non essere) in un fumetto
Essere o non essere il personaggio di un fumetto, questo è il dilemma. Per riuscire a girare un film in cui i personaggi principali sono divisi tra l'essere delle persone normali o dei supereroi servono gli attori giusti. E, trilogia a parte, gli attori di Glass non sono affatto nuovi al mondo dei comics. Bruce Willis, oltre che nell'universo di Unbreakable, è vissuto anche in quello di Frank Miller, in Sin City (2005) e Sin City: Una donna per cui uccidere (2014). Spencer Treat Clark, che era il figlio di David Dunn in Unbreakable e riprende il suo ruolo anche in Glass, era in Agents Of S.H.I.E.L.D. James McAvoy ha fatto parte della franchise degli X-Men, a partire da X-Men: l'inizio, nella parte del giovane Professor Xavier, e Samuel L. Jackson è stato l'amatissimo Nick Fury nel Marvel Cinematic Universe. Ma anche Octopus in The Spirit, altra creatura legata a Frank Miller, che ha curato la regia di un fumetto di Will Eisner: in quel film c'era anche Sarah Paulson, che è uno dei personaggi chiave di Glass, la dottoressa Ellie Staple.
Kevin Crumb, villain annunciato
Nella prima stesura dello script di Unbreakable, storia della nascita di un supereroe, era presente un villain, un cattivo contro il quale David Dunn avrebbe dovuto battersi. Ma sarebbe diventata una storia troppo lunga per essere compressa nell'ambito di un singolo film. Così, Kevin Crumb ha trovato comunque vita propria nel film Split, e poi in Glass, che ha finito per essere il coronamento di quell'idea originale. A proposito dei personaggi e dei loro nomi, quelli della trilogia seguono le regole dei fumetti, nelle quali i nomi e cognomi sono spesso delle allitterazioni: Peter Parker, Bruce Banner, Clark Kent e così via. David Dunn e Kevin Crumb non sfuggono a questa regola.
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Nel nome de Il Cavaliere Oscuro
Quando Elijah Price, ormai ospedalizzato, sedato, in stato quasi comatoso, intravede David Dunn, che è il suo rivale e la sua nemesi storica, nel suo stesso ospedale, esce per un attimo dal suo stato catatonico con un minaccioso ghigno. È una scena molto simile a quella de Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller, in cui il Joker, anche lui incarcerato e quasi catatonico, apprende che Batman è tornato a Gotham City, e fa un mezzo sorriso sinistro. In entrambi i casi è il ritorno del proprio nemico, ciò che definisce un villain, che diventa il segnale, che fa capire loro che è il momento di tornare al lavoro.