Torna in tv la commedia frizzante di Vittorio Sindoni, il regista di Non lasciamoci più e Il capitano, che ha riunito parte degli attori che aveva già diretto in passato nella serie Cugino e Cugino. Dopo un passaggio al RomaFictionFest2010 nella sezione Lavori in corso, la nuova serie in dodici episodi, prodotta dalla LDM per Rai Fiction, che partirà su Rai Uno domani sera con doppio appuntamento settimanale (martedì e giovedì), è stata presentata stamattina alla sede Rai.
Girata tra Roma e il carcere di Velletri Cugino e Cugino imparenta per il piccolo schermo gli attori Giulio Scarpati e Nino Frassica, che lavorano per la prima volta insieme e che, nella parte di due cugini in continuo disaccordo, si preannunciano la strana coppia della televisione italiana. Scarpati, che gli spettatori televisivi amano dai tempi di Un medico in famiglia, interpreta il buon Filippo Raimondi, padre ansioso del piccolo Marco e vedovo da cinque anni. Ad aiutarlo ci sono la tata Jasmina (Mary Asiride) e la cognata Vittoria (Monica Dugo), che arrivano in suo soccorso ogni volta che è in ritardo: in realtà Filippo fa da padre anche ai detenuti del carcere in cui lavora come educatore penitenziario. L'esilarante Nino Frassica invece è il cugino siciliano Carmelo Mancuso, cuoco giunto a Roma per lasciarsi alle spalle parecchi guai e mettere ancora di più a soqquadro la vita di Filippo.
Ambientata tra le mura domestiche e dietro le sbarre, la serie affianca ai due protagonisti tre presenze femminili già note al pubblico: Euridice Axen, che si cala nei panni della donna in carriera Monica, Edy Angelillo, che presta il suo volto all'imbranata Anna, ma stavolta non s'innamora di Scarpati, e Denny Mendez che interpreta invece Eleonora, madre separata di una compagna di scuola di Marco.
Tra uomini che sono privati della libertà e donne senza amore, le avventure quotidiane del duo Scarpati-Frassica si susseguono con ritmo e brio, intrecciandosi con tematiche come la rieducazione nelle carceri e l'immigrazione. Ma anche quando ci s'imbatte nella dura e amara realtà a vincere è la leggerezza: in questo modo Cugino e Cugino porta in prima serata la commedia, che ha per modello quella all'italiana e trova lo spazio per una parodia musicale dei Blues Brothers, e il dramma, di fronte al quale propone soluzioni talvolta idealistiche.
Ci hanno raccontato dei loro personaggi e dell'esperienza sul set i protagonisti Nino Frassica e Giulio Scarpati, le cosceneggiatrici Nora Venturini e Patrizia Carrano, autrici della sceneggiatura insieme a Bruno Garbuglia, al regista e agli attori Andrea Lolli e Claudio Pallottini.
Portare in tv una commedia in parte ambientata in carcere non dev'essere stata un'impresa facile. Come avete realizzato il vostro progetto?
Nora Venturini: Cugino e Cugino è una commedia sentimentale che vede per la prima volta insieme due mostri sacri dello spettacolo italiano diretti da un grande regista. Solo con un regista così spavaldo come Vittorio Sindoni e due attori come Scarpati e Frassica potevamo ispirarci alla strana coppia di Walter Matthau e Jack Lemmon e alla commedia all'italiana, che ci ha insegnato che si possono raccontare le peggiori amarezze con un occhio ironico. Alle loro storie si aggiungono infatti episodi verticali ambientati in carcere, un carcere non dipinto in maniera realistica ma raccontato idealmente, in cui lavorano persone con grande generosità.
Patrizia Carrano: Questa serie ha due caratteristiche importanti: più si stringono gli spazi più i confronti esplodono. Come succedeva nel film Goodbye amore mio!. Questo ha prodotto aria in questa serie e non abbiamo potuto eludere nessuno degli aspetti che uno scontro di personalità comporta.
Giulio e Nino, com'è stato lavorare a questa serie?
Giulio Scarpati: Per me è stata una bellissima esperienza perché questo ruolo era impegnativo. La commedia offre sempre lo spunto ai litigi in una coppia, come quella cinematografica di Matthau-Lemmon, ma anche Totò e Peppino. Il lavoro con gli educatori è stato interessante: era difficile raccontarla, ma ci siamo riusciti. In Cugino e Cugino sono un padre azzeccoso e possessivo ed è stato divertente per me giocare con questo aspetto. Con questo ruolo sono più incazzoso, aspro e dinamico. Non è una fiction clone e non siamo caduti nel solito cliché che vorrebbe che tutti i detenuti fossero buoni. Ringrazio la Rai perché ogni volta mi circonda di donne come queste e perché mi sono divertito anche nell'andare in moto.
Giulio sembri molto naturale nelle scene girate in carcere. Avevi già avuto esperienza con l'ambiente delle carceri?
Giulio Scarpati: Sì, avevo una conoscenza diretta di queste dinamiche per la mia esperienza teatrale: da giovane recitavo in una compagnia che frequentava carceri e detenuti e ho assistito anche a spettacoli di colleghi che facevano partecipare i detenuti.
A Sanremo ci hai tenuto a fare un appello alle produzioni affinché continuino a lavorare in Italia. Come mai hai ribadito la tua posizione in merito a questa situazione?
Giulio Scarpati: Per rilanciare il prodotto italiano. Secondo me bisogna pensare di più a produrre in Italia, a cercare delle coproduzioni e non rivolgersi all'estero. Credo che l'azienda italiana debba impegnarsi in questo senso per rilanciare l'investimento nel settore e per credere nel nostro futuro.
Nino Frassica: A me piacerebbe.
Giulio Scarpati: Ieri il mio compleanno l'ho passato con Nino, quindi siamo già coinvolti sentimentalmente!
A propositò di età, signor Frassica, lei ha compiuto 60 anni e questo è stato per lei un anno importante. L'abbiamo vista perfino al cinema con Angelina Jolie...
Nino Frassica: Sì, ho fatto delle comparsate che per essere nobilitate vengono chiamate "cammeo". Ho fatto anche il varietà, la fiction. Adesso mi fermerò per 14 anni per non inflazionarmi!
Le tre protagoniste femminili della serie sono donne single, vedove, separate... Ci descrivete questi ruoli?
Denny Mendez: Il mio personaggio è una mamma ed è la prima volta che mi calo nei panni di una donna che ha vissuto il fallimento del matrimonio, ma crede ancora nell'amore. Per il mio percorso professionale questo è un piccolo traguardo molto importante perché i successi facili fanno sempre una brutta fine.
Euridice Axen: Io interpreto un magistrato di sorveglianza, una donna in carriera, una donna moderna che all'inizio crede che le basti solo il lavoro. Ma con il tempo si addolcirà anche grazie a Giulio...
Edy Angelillo: Il mio personaggio è quello della dirimpettaia un po' surreale, naif e di un'ingenuità che rasenta spesso la stupidità. Mi sono divertita e ho ritrovato Giulio,col quale avevo lavorato in Un medico in famiglia. Ma qui c'è più feeling con Nino.
Edy Angelillo: Rappresentano comunque la realtà di oggi, il fatto che le donne non debbano più attaccarsi a tutti i costi agli uomini. Ma alla fine verrà fuori il bisogno di amore in tutte.
Ad affiancare i protagonisti non manca un folto archivio di personaggi. Quali sono i principali?
Toni Garrani: Io sono il direttore del carcere come non vorrei che fosse un direttore: l'antipatico è toccato a me. Vittorio mi ha permesso di giocare con il mio lavoro, di fare un cattivo che ha la faccia da buono.
Andrea Lolli: Io invece interpreto uno psicologo potenzialmente capace, ma che invece è un cialtrone nullafacente pronto ai talk show.
Giorgio Borghetti: Il mio ruolo è quello di Alex, un detenuto con la passione del sax e compagno di scuola di Scarpati. Anch'io ho ritrovato Sindoni, che in Non lasciamoci più mi affidò il primo ruolo importante.