Giulietto Chiesa è intervenuto venerdì 25 maggio a Roma, presso il centro culturale "LOVE & DISSENT" (via Leonina, 85), per presentare il suo ultimo ambizioso progetto: Zero - Indagine sull'11 settembre, un film inchiesta che svela scottanti verità sui fatti dell'Undici settembre.
Il documentario, ideato e realizzato insieme a Franco Fracassi, è costituito da interviste a testimoni chiave, interventi di fisici nucleari italiani e stranieri che hanno studiato le ragioni scientifiche dell'inspiegabilmente crollo delle Torri, inedite dichiarazioni di addetti alla sicurezza nazionale, giornalisti, ricercatori, voci fuori dal coro per troppo tempo tenute a tacere, persone che- guarda caso- hanno perso il loro lavoro subito dopo i tragici eventi.
Zero, oltre che dai preziosi filmati d'archivio degli attentati, è arricchito da simulazioni riportate come prove scientifiche, ricostruzioni 3D e divertenti immagini d'animazione: spiegazioni dettagliate e puntuali che dichiarano la dimostrabile erroneità della versione ufficiale data dal governo degli Stati Uniti d'America.
Per il momento il film è ancora in fase di montaggio e alla ricerca di una distribuzione sia italiana che straniera, ma sono buone le possibilità di successo di questo progetto - tanto rischioso quanto importante- che si avvale di una forma di sostentamento innovativa, con più di centocinquanta persone che partecipano alla sua produzione.
Da cosa è nata l'idea di questo progetto? E qual è il vostro obiettivo?
Giulietto Chiesa: Non ci poteva essere location migliore di questa, "Love and Dissent" perché noi amiamo e dissentiamo. Amiamo la gente che muore... è anche per loro che lo abbiamo fatto, per le 3000 persone che sono morte. Lo abbiamo fatto perché la gente capisca"
È evidente che la verità è stata nascosta. Il nostro è stato un lavoro puntiglioso e accurato che palesa con prove certe che la versione data dal Governo americano è dimostrabilmente falsa. C'è una seconda verità da dire. Ci hanno detto una bugia.
Quali sono le ultime novità riguardo Zero?
Ci saranno tre voci, tre importanti artisti: Moni Ovadia, Lella Costa e Dario Fo. Quest'ultimo interverrà a modo suo, con una parte recitata perché, come ha detto lui stesso, "ci sono delle cose talmente stupide nella versione ufficiale dei fatti dell'undici settembre che non si possono narrare con serietà".
Come intendete distribuire il film?
Il nostro è un progetto internazionale, vogliamo raggiungere più gente possibile. Inoltre si tratterà di un'operazione multimediale: a fine agosto esce un libro-raccolta composto da quindici saggi; a settembre andiamo al Festival di Venezia. Se ci accettano, ci proponiamo fuori concorso, sennò andiamo lo stesso: affittiamo un cinema e invitiamo duemila giornalisti. Il nostro obiettivo non è di diffondere il film solo sul web, ma nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Ho già un accordo, per esempio, con la Russia e i paesi di lingua russa.
Le vostre prospettive, quindi, sono di ampio raggio, volete creare un eco internazionale?
Non si tratta solo di una ricerca della verità, la questione è che l'Undici settembre ha creato guerra, ha significato il simbolo dell'eventualità che la guerra possa colpire ovunque e possa raggiungere il cuore del potere. Vogliamo far sapere a qualche decina di migliaia di persone che la guerra si sta ingigantendo e presto interesserà milioni di persone.
Spesso hanno tentato di sviare la discussione sui dettagli, criticandoci per discutibili imperfezioni nella nostra indagine. Qualcuno vuole screditare il film, ma la discussione rimane. Per una semplice questione di dignità, noi dissentiamo e amiamo.
Nel film si ipotizza un complotto nell'organizzazione e pianificazione dell'attentato alle Torri Gemelle, ma secondo lei chi sapeva?
GIo presumo che nemmeno Bush sapesse, forse solo quattro o cinque persone. Nel film si cerca di rispondere a questa domanda.
La mattina dell'11/09 c'erano sei esercitazioni militari dell'aeronautica militare. Non è strano che proprio la mattina dell'attentato fossero tutti occupati? Come facevano i dirottator- ammesso che ci siano stati davvero dirottatori- ad avere questa informazione?
Una settimana prima del tragico giorno, fu fatta un'esercitazione con una dinamica molto simile all'attentato di Whashington, con un missile che perforava un'ala del Pentagono (come poi è davvero accaduto). C'è un referto dettagliato di tutta l'operazione. Anche questo è un caso? Queste esercitazioni fanno da modello agli attentati terroristici o, addirittura, possono trasformarsi in vere e proprie operazioni durante la loro esecuzione?.
Com'è possibile che tutto sia rimasto all'oscuro? Un evento che ha coinvolto migliaia di persone?
Probabilmente le Torri sono state minate in anticipo (come viene dimostrato dalle testimonianze nel film che testimoniano un'esplosione sotterranea qualche secondo prima dell'impatto con l'aereo. ndr). C'è la prova che una torre sia stata spenta per due giorni, probabilmente per istallare il dispositivo, ma i dossier sono spariti. Come? Come hanno fatto per il caso Moro in Italia: organizzato con l'uso delle Brigate Rosse, ma con a capo i servizi segreti. Per l'11/09 è stato operato allo stesso modo. Sono state messe le persone giuste al posto giusto, per bloccare le informazioni. Inoltre, molta gente fa fatica ad accettare che uno alla scrivania del suo ufficio possa decidere di uccidere 3000 persone. È più facile pensare che sia stato un matto, un terrorista estremista islamico.
Ma 3000 persone sono niente per un fine mondiale.