In Giulia di Ciro De Caro, presentato alla 78esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Giornate degli Autori, si dice che "il cinema apre": è quello che cerca di fare anche Rosa Palasciano, sia sceneggiatrice che protagonista del film. È lei la Giulia del titolo.
In cerca di lavoro di un lavoro, una casa e qualcosa che la faccia sentire allo stesso libera e a casa, la ragazza incontra una serie di personaggi assurdi in una Roma quasi surreale. Nel cast anche Valerio Di Benetto e Fabrizio Ciavoni.
In sala dal 17 febbraio distribuito da Kock Media, abbiamo parlato di Giulia proprio insieme a Rosa Palasciano, incontrata al Lido di Venezia. Allora ci aveva detto che la sala, cinofila com'è, le mancava moltissimo. Ce l'ha fatta: il suo film è al cinema, esattamente dove doveva essere.
La video intervista a Rosa Palasciano
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Giulia e la capacità di reinventarsi
Come si fa a reinventarsi quando tutto va male? Giulia ci prova.
Sicuramente bisogna avere speranza e cercare delle soluzioni. Questo è il mio pensiero personale. La nostra protagonista, Giulia, a modo suo, a volta anche goffo, cerca di farlo. Anche se le strade che sceglie all'inizio non sono proprio le migliori. Sicuramente fa più danni rispetto alla situazione in cui si trovava. Però sì: secondo me bisogna avere speranza e provare in tutti i modi a stare meglio.
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Giulia è in sala dal 17 febbraio: era scritto
Questo è stato un periodo difficile anche per il cinema. Quanto ti è mancata la sala?
La sala mi è mancata tantissimo: sono una grande cinefila, sono completamente dipendente dalla sala cinematografica, proprio come luogo di incontro e come luogo sacro dove vedere i film. Mi sono emozionata per il successo del nostro film qui a Venezia: completamente inaspettato. Giulia è un film indipendente, l'abbiamo fatto con amore e in maniera artigianale. Quindi non avevo proprio pensato a quello che poteva succedere. Quindi grande sorpresa.
Giulia e l'importanza di aprirsi agli altri
Nel film il tuo personaggio incontra una serie di altre persone particolari. Sono due anni ormai che ci vediamo sempre più spesso du Zoom: secondo te abbiamo perso la dimestichezza con il contatto umano? Questo film mostra che può essere bello incontrare persone anche improbabili. Secondo te c'è bisogno di parlare con persone con cui magari prima non avremmo avuto a che fare?
Sono felice che mi fai questa domanda perché è proprio il percorso di Giulia. Un percorso che in qualche modo dovremmo e potremmo fare tutti: è bello aprirsi all'altro. Lei lo fa in una maniera estrema, ricerca in qualche modo un suo benessere, perché sta tanto male. È bellissima questa cosa di incontrare l'altro senza giudizio e di creare uno spazio tra te e l'altro, quindi costruire la propria identità anche attraverso le relazioni.