La sfida maggiore per una storia d'amore si trova oltre l'happy ending, quando la routine cerca di soffocare gli occhi a cuoricino. Da questa premessa parte Paura di amare 2, di ritorno su Rai Uno in prima serata a partire da martedì 17 settembre per sei puntate. Ad anticiparci le novità di questo ciclo ci pensa il protagonista Giorgio Lupano, che riprende il personaggio di Stefano dopo qualche anno e con una consapevolezza maggiore.
Prodotta da Rai Fiction e realizzata da Ida Di Benedetto e Stefania Bifaro per TItania Produzioni, la serie continua, infatti, le vicende già note dal pubblico dal 2010 ma con un salto temporale che sembra cambiare ogni cosa...
Con quale sentimento aspetti la seconda stagione? Pressione o emozione?
C'è molto attesa per questa seconda stagione, dopo tre anni di aspettative. Quando vai in onda la prima volta non sai bene cosa aspettarti, ma quando invece è il pubblico a chiederti di tornare c'è un po' di preoccupazione. Non voglio deludere chi ha riposto la fiducia in questo progetto ma sono contento del risultato. Finora questo romanzo popolare è piaciuto e ora ritorna con tutti gli elementi in più capaci di mantenere vivo l'interesse.
Quale tematica ti ha colpito maggiormente?
Per la prima volta Carlotta, la figlia di Stefano, sperimenta l'innamoramento e il loro rapporto prende una piega nuova, ma totalmente verosimile e riconoscibile da molti spettatori. E poi c'è il ritorno della perfida Elide che tenta di distruggere sia la sua famiglia che le sue fabbriche. Le tinte forti non mancano di certo!
Da un punto di vista anagrafico potrei avere una figlia adolescente, anzi persino dell'età di Asia. Certo che mi fa impressione! Io non sono padre, ma ho lavorato di fantasia e per la prima volta mi ritrovo alle prese con il fidanzatino di una figlia per copione. Non è che fra un po' mi offriranno la parte del nonno?
Come sono andate le riprese in Tunisia?
Prima di ogni altra cosa consiglio di non distrarvi nel primo minuto di messa in onda, che offre il primo colpo di scena della seconda stagione. Detto questo, le due settimane di riprese in Tunisia sono state un'esperienza veloce ma particolare con atmosfere da sogno, con riprese nel deserto e sul mare, e con location mozzafiato. Il resto dei ciak, invece, si sono divisi tra Belgrado e Torino.
Per un attore è più difficile vivere i sentimenti alla luce del sole, vista la quantità di attenzione che si riceve?
La quantità di attenzione che si riceve è direttamente proporzionale alla tua volontà di riceverle. Chi ha deciso di stare sempre in vetrina vive in una continua esposizione. Fare l'attore è diverso da stare sulle riviste di gossip. Chi vuole mantenere il proprio privato lontano dai riflettori può farlo. Non è difficile vivere i sentimenti fuori dal contesto pubblico.
Ci sarà una terza stagione di Paura di amare? E se così fosse vi parteciperesti?
Questo lo decide il pubblico, ovviamente oltre alla RAI e ai dati d'ascolto. Noi attori ovviamente siamo contenti se una serie va bene e io sono affezionato a Stefano per il successo che ha generato anche in replica. Il mio lavoro non esisterebbe senza il gradimento del pubblico.
Sono grato alla rete per quest'opportunità e continuerei volentieri a partecipare alla fiction, ma bisogna capire come si sviluppa la storia. Quindi perché no?
Parteciperò a Il restauratore, di cui sono in corso le riprese. E da dicembre torno a teatro a partire dal Brancaccino a Roma con Maratona a New York di Edoardo Erba, che ho diretto e interpretato con Cristian Giammarini. Lo portiamo in giro dal 2009 e riguarda due amici che si allenano appunto per la maratona. Quindi in scena per un'ora non facciamo altro che correre e parlare. È fisicamente impegnativo ma ha un testo meraviglioso, tradotto in 11 lingue che ci dà tante soddisfazioni.
Pierfrancesco Favino è in sala con Rush, dopo World War Z, un'altra produzione americana di prim'ordine. Pensi mai a spiccare il volo oltreoceano?
Pierfrancesco Favino ha lavorato in tante produzioni straniere, ha avuto una carriera bellissima anche all'estero (in realtà è uno dei pochi italiani) collezionando ruoli stupendi. Ho visto Rush ed è stato molto bravo. Anch'io ho partecipato a varie coproduzioni e le considero un'esperienza molto valida che arricchisce.