La madeleine è un tipico dolce francese diventato famoso per Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust. Da quel libro, madeleine è diventato un termine che contraddistingue un oggetto, un profumo, un sapore che evoca in noi un ricordo del passato. Ghostbusters: Legacy, il film che ha aperto la diciannovesima edizione di Alice Nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, ed è finalmente in uscita al cinema il 18 novembre, è proprio questo: una colossale madeleine proustiana di due ore, o, se preferite, un continuo susseguirsi di madeleine racchiuse in un film. Sì, Ghostbusters: Legacy ci trasporta dritti indietro agli anni Ottanta, nell'atmosfera dei primi due Ghostbusters, ma è davvero un'eredità: Jason Reitman, il regista del film, è il figlio di quell'Ivan Reitman che diresse i primi due Ghostbusters. E anche la storia ha a che fare con un'eredità. Callie (Carrie Coon), madre single con due figli (Mckenna Grace e Finn Wolfhard), viene sfrattata dalla casa in cui vive e si trasferisce in una cittadina rurale dell'Oklahoma, nella casa che le ha lasciato il padre.
Jason Reitman: Vedevo i marshmallow che volavano in cielo
Era in qualche modo scritto nel destino che Jason Reitman dovesse confrontarsi con l'eredità paterna e girare il suo Ghostbusters. "Ero sul set del film originale, avevo tre anni, vedevo papà che dirigeva il film" ci ha raccontato Jason Reitman in collegamento video dagli Stati Uniti, in occasione della Festa del Cinema di Roma. "Vedevo i Ghostbusters correre, saltare, volare, i marshmallow che volavano in cielo. Negli anni mi avevano chiesto se avrei mai fatto un film come Ghostbusters. Ma volevano vedere lo zaino protonico, volevano che si potesse portare in vita tutto questo, non volevano vedere un mio film". Girare il film ha significato parlarne con il padre, il grande Ivan Reitman. "Ero molto nervoso quando gli ho raccontato l'idea" ci rivela Jason Reitman. "Avevo in mente l'immagine di una dodicenne con uno zaino protonico. Quando ho finito di raccontagli la storia lui ha pianto. Abbiamo mostrato il film a 3mila fan al Comicon: io e mio padre eravamo seduti vicini, e lui brillava di orgoglio".
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Mckenna Grace: una delle performance più belle
Quella dodicenne con uno zaino protonico che si è immaginato ha poi preso vita, ed è meravigliosa. Si chiama Phoebe, è un personaggio disegnato benissimo, una piccola nerd che ama la scienza, ha un'intelligenza brillante, e un senso tutto suo dell'ironia. A interpretarla è Mckenna Grace, che quest'anno abbiamo visto nella quarta stagione di The Handmaid's Tale. "Ho sempre amato raccontare storie di donne, Juno, Young Adult, Tully" riflette Jason Reitman. "Non so se sto raccontando questa storia per mia figlia o per me. Ma quella di Mckenna Grace è stata una delle performance più belle che abbia mai avuto in un mio film".
Gil Kenan: Ghostbusters, la mia prima esperienza al cinema
La dodicenne con lo zaino protonico è allora un omaggio alla figlia di Jason Reitman, ma anche l'idea di andare a raggiungere quel pubblico di ragazzi che adora una serie come Stranger Things. Se la Phoebe di Mckenna Grace sembra uscita dalla serie dei Duffer Brothers, il fratello, Trevor, arriva proprio da lì, visto che a interpretarlo è Finn Wolfhard, il Mike Wheeler di Stranger Things. E molte delle atmosfere sono mutuate da quella serie: è naturale che una storia degli anni Ottanta e una che recupera la magia di quel cinema a un certo punto si incontrino. "Abbiamo la stessa passione per Ghostbusters - Acchiappafantasmi che abbiamo provato quando il film è entrato nella nostra vita" ragiona lo sceneggiatore Gil Kenan. "Jason era in prima fila nell'esperienza del film. Per me è stata travolgente come spettatore, Ghostbusters è stata la mia prima esperienza sul grande schermo, la prima per un giovane appena trasferitosi a Los Angeles. Queste storie degli anni Ottanta erano adatte per andare a sfruttare questo tipo di potere: un giovane è più aperto alla magia, al potere traspositivo del cinema. Si trattava di incanalare questa esperienza pura, di riguardare i film dei Ghostbusters comunicandolo in modo completamente nuovo. A un pubblico nuovo".
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Gil Kenan: New York doveva fare un passo indietro
Con Stranger Things il nuovo Ghostbusters ha in comune l'ambientazione rurale, in un piccolo paesino dell'Oklahoma, che potrebbe essere un paesino dell'Indiana. La storia, allora, si è allontanata da New York. "Dovevamo ripatire con nuovi personaggi, ripulire l'aria" ricorda lo sceneggiatore. "Doveva essere un viaggio epocale, con lo zaino protonico, la trappola, dovevamo progettare veicoli per trasportate quei fantasmi. Quello che rende importante lo zaino protonico non è la città. Dal momento in cui potevamo riportarli in vita sapevamo che uno degli elementi che dovevamo eliminare era il teatro dove la storia si svolge. New York doveva fare un passo indietro".
Nel nome di Robert Zemeckis, Steven Spielberg, Ivan Reitman e Joe Dante
"Abbiamo fatto il tipo di film che le persone vorrebbero vedere andando al cinema, la stessa cosa che io e mio padre vorremo andare a vedere" ha spiegato Jason Reitman. "Volevamo fare un film che fosse nostalgico e riprendesse molte delle tecniche degli anni Ottanta. Abbiamo realizzato il film con l'animatronic che si usava all'epoca, con le macchine da presa di un tempo ma anche con la computer grafica. Quando è uscito, Ghosbusters aveva effetti speciali all'avanguardia". Quelle tecniche così vintage non sono un vezzo, ma nel film si vedono, lo rendono più "caldo". E il risultato è davvero un salto indietro nel tempo, alla ricerca del tempo perduto. Ghostbusters: Legacy non è solo un omaggio ai primi film della saga, ma una celebrazione di tutto quel cinema degli anni Ottanta che ci faceva sognare. "Quando Ghostbusters è uscito la prima volta in America avevo sette anni" racconta Jason Retiman. "Se eri un teenager era divertente, ma per un bambino di sette anni era un film horror, faceva paura e divertiva. Robert Zemeckis, Steven Spielberg, mio padre e Joe Dante facevano intrattenimento di grande qualità. C'erano film come quelli di Indiana Jones, come Ritorno al futuro. Io e Gil Kenan abbiamo due figlie della stessa età di Phoebe, e volevamo fare un film per i nostri figli". Missione compiuta. Ai vostri figli piacerà. E per voi sarà come andare alla ricerca del tempo perduto.