Barba e chioma fluente, giacca sportiva e sorriso smagliante: nonostante le fratture multiple al piede, causate da un incidente stradale, Gerard Butler non si è risparmiato, promuovendo Geostorm, nelle sale italiane dal primo novembre, in tutto il mondo senza sosta. Il press tour ha toccato anche l'Italia, precisamente Roma, dove abbiamo incontrato l'attore scozzese ormai sempre più americano.
Nel disaster movie diretto da Dean Devlin Butler è Jake Lawson, geniale ingegnere spaziale con problemi di disciplina, diventato un eroe mondiale per aver progettato il Dutch Boy, un complesso sistema di satelliti in grado di intervenire immediatamente contro i disastri ambientali. Scampato il pericolo e salvata la Terra, Jake viene licenziato perché allergico all'autorità, congedato proprio da suo fratello minore, Max (Jim Sturgess), consigliere della Casa Bianca molto più diplomatico. Quando però il Dutch Boy comincia a dare segni di errore, congelando un intero villaggio in Afghanistan, Max è costretto a richiamare Jake, che cerca di salvare di nuovo la Terra tornando nello spazio.
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Forcine e codici segreti
Ormai il Bruce Willis della sua generazione, con Butler abbiamo scherzato sul fatto che la sua arma segreta sia la folta chioma: "A essere onesto credo che Bruce Willis sia un action hero migliore di me, ma posso dire di aver usato le forcine" ci ha detto scherzando, così come quando gli abbiamo chiesto se sognava di essere un astronauta da piccolo: "Sì, volevo essere un astronauta, un pilota militare e un attore. Ho sempre voluto fare l'attore, ma prima volevo essere un attore che interpreta un astronauta. Ora posso ritirarmi. Ho finito. Ho raggiunto l'apice della mia carriera!".
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Quando gli abbiamo domandato se, guardando la Terra dall'alto, ha fatto chiarezza su se stesso, l'umanità e il mondo in generale, come accade spesso nei film ambientati nello spazio, ci ha detto invece serio: "Verso la fine delle riprese, quando, grazie agli effetti speciali, ho potuto vedere il pianeta Terra, dal punto di vista dei satelliti e dello shuttle, allora ho cominciato ad avere quel senso dell'umanità: tutto ciò che è accaduto contenuto in un guscio, unito al desiderio di salvarlo. È quasi troppo grande da comprendere". È tornato quindi a sorridere quando gli abbiamo proposto di interpretare un eroe che si rifiuta di salvare l'umanità: "Credo che sarebbe interessante vedere un film in cui il protagonista dice: no. Perché? Ce la siamo cercata, dobbiamo pagarne il prezzo. Sarebbe forse una storia più originale, ma sono gli Studios a fare questi film: se cercassi di dire a uno Studio che voglio fare un personaggio che alla fine dice no e tutti muoiono mi direbbero: non faremo quel film! Se vuole investire 140 milioni di dollari in una pellicola del genere lo faccia lei! Ma sarebbe davvero coraggioso". Infine, visto che in Geostorm il suo personaggio usa un codice per parlare con il fratello senza farsi capire dal Governo, lo abbiamo messo alla prova: che cosa vorrà dire per Gerard Butler la frase di guzzantiana memoria: "The cat is on the table, the dog is eating it" (il gatto è sul tavolo, il cane lo sta mangiando)?