Un biopic "geniale". Gara di bravura tra le star britanniche Colin Firth e Jude Law che si fronteggiano in Genius, opera prima di Michael Grandage, esordiente 54enne con una lunga carriera teatrale alle spalle. Per il suo esordio sul grande schermo, Grandage fa rivivere l'epoca d'oro della grande letteratura americana raccontando la storia di Max Perkins, celebre editore newyorkese della Scribner che pubblicò i romanzi di F. Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway e Thomas Wolfe.
A interpretare Perkins è un compassato Colin Firth che si presenta a Berlino con lo stesso look del suo personaggio di Kingsman: Secret Service. A Jude Law è stato affidato il ruolo dell'esuberante Tom Wolfe, fulminante talento letterario scomparso a soli 38 anni. Con loro alla Berlinale, per accompagnare il film presentato in competizione, Laura Linney, Guy Pearce, che appare brevemente nei panni di F. Scott Fitzgerald, e lo sceneggiatore John Logan.
Grandage e Logan raccontano la genesi del film spiegandosi di essere stati affascinati dalla biografia di Max Perkins, personaggio che, lavorando dietro le quinte, ha avuto il merito di scoprire e guidare alcuni dei più grandi talenti letterari di sempre. John Logan spiega: "Mi hanno inviato questa storia 16 anni fa e l'ho subito sentita molto vicina a me perché parla di cosa significhi essere uno scrittore e un artista. Fare il film è stata una sfida, ma il fascino di questa impresa era riuscire a mostrare Wolfe e Perkins che creano insieme qualcosa di mervaiglioso". Michael Grandage, pluripremiato regista teatrale, appare emozionato al suo primo confronto con la stampa mentre spiega di aver voluto "trovare un modo per raccontare in immagini il processo editoriale cercando di difendere l'unicità della voce di Tom Wolfe e le caratteristiche dell'epoca".
Colin Firth è più affascinante quando è... represso
Occhialoni con montatura nera, maglia a collo alto, giacca marrone, Colin Firth si trova a suo agio nello spiegare come ha dato vita all'ennesimo gentleman compassato dal grande cuore. "Non è la prima volta che interpreto personaggi estremi vestiti in completi eleganti. Durante le prove abbiamo lavorato sulla compassatezza di Max, mentre Jude saltava fuori dalle pareti. Abbiamo cercato di stabilire subito la giusta dinamica tra i nostri personaggi". Parlando della sua propensione per un certo tipo di ruoli, l'attore aggiunge scherzosamente: "Trovo la repressione estremamente affascinante in tutte le sue forme. Il non espresso è più intrigante dell'espresso. La comunicazione è più interessante quando è ostacolata. Da attore, il mio ego viene appagato quando posso indossare bei vestiti mentre sorseggio un Martini. Ma resterete stupiti da quante variazioni si possono trovare in un completo".
A un Colin Firth elegante e misurato, risponde un Jude Law eccitato e sopra le righe. Il suo Thomas Wolfe è uno scrittore tanto dotato quanto privo di equilibrio nel privato. Molte sono le scene in cui l'attore viene chiamato a eccedere per restituire in tutta la sua imprevedibilità l'umorale Wolfe. Ad aiutarlo nella performance sono stati "il ritmo e la musica contenuti nello script che hanno stimolato le mie abilità. La maggior parte del lavoro di Wolfe era autobiografico e questo per me non è stato positivo perché mi sono dovuto leggere un sacco di materiale. Ciò che mi ha impressionato di più è il suo disperato tentativo di trovare una nuova voce. Wolfe era uno scrittore incredibile e ha sempre lottato per trovare l'onestà ad ogni costo".
La responsabilità della biografia
L'approccio al biopic richiede non solo massima cura nei dettagli della ricostruzione di un'epoca, ma anche un surplus di responsabilità per restituire dignità a personaggi realmente esistiti. Da interprete coscienzioso quale è, Colin Firth ammette di aver affrontato un imponente lavoro di documentazione per accostarsi alla figura di Max Perkins. "Il materiale è immenso, ma il lavoro mi ha permesso di riscoprire la bellezza di F. Scott Fitzgerald. Era molto che non lo rileggevo e ho compreso come, dopo l'iniziale successo, la sua figura di scrittore è stata sottovalutata. Uno dei motivo per cui l'ho amato è l'interpretazione di Guy Pearce. Sulla difficoltà di interpretare Fitzgerald, Guy Pearce commenta: "L'idea di trovare la propria libertà nell'interpretare una persona esistita crea una strana energia sul set. Personalmente, non mi approccio in modo diverso a un personaggio reale rispetto a uno di finzione. In realtà dipende dalla sceneggiatura, se è ben strutturata non c'è libertà perché le indicazioni da seguire sono chiare".
Riflettendo sul suo personaggio, Colin Firth sottolinea il contributo che la figura di Perkins può fornire nella schizofrenia della modernità. L'attore, con aplomb tutto british, chiosa: "Max aveva una capacità di giudizio e un'integrità uniche. Ha fatto un lavoro enorme rimanendo dietro le quinte e il suo esempio è importante soprattutto oggi che viviamo nell'epoca dell'esposizione e dei social media. Oggi c'è una sorta di frenesia di mettersi in piazza, mentre Perkins ha lavorato tutta la vita per il successo di altri. Come si dice nel film, il suo scopo era mettere nei mani dei lettori buoni libri".