I primi tre episodi della finora promettente Gen V hanno preparato il terreno per il tessuto narrativo del primo spin-off di The Boys. Ideata da Evan Goldberg, Eric Kripke e Craig Rosenberg, la serie racconta la formazione universitaria dei futuri supereroi della Vought International, intrecciando le storie di un folto gruppo di protagonisti tra le mura della prestigiosa Godolkin University School for Crimefighting, abbreviata in God U. Abbiamo visto come i corridoi scolastici non cambino molto dalla Torre dei Sette: sesso, droga e lassismo dominano incontrastati anche tra i ventenni di oggi, futuri super corrotti da sete di potere, denaro e successo e infatti cullati direttamente dalla Vought, che se all'apparenza promette di accompagnare gli eroi di domani lungo la difficile strada della lotta al crimine, lontano da occhi indiscreti sperimenta sugli stessi per migliorare il Composto V. Al quarto episodio di Gen V, giro di boa della serie, i due piani "educativi" della God U cominciano a intersecarsi e le vicende dei personaggi a complicarsi, soprattutto a causa dell'arrivo di una presenza minacciosa nel campus: quella di Tek Night. [ATTENZIONE, SPOILER A SEGUIRE]
Una rilettura geniale
Nel fumetto di The Boys, Tek Knight a.k.a. Robert Vernon è uno dei pochissimi supereroi a non aver mai attirato l'attenzione dei ragazzacci, per lo meno non direttamente. Nell'opera di Ennis in effetti non incontra Billy Butcher e il suo gruppo ma è protagonista di un piccolo racconto a sé stante e dannatamente divertente e spietato. Ha dunque senso che il super non sia stato presentato all'interno della serie madre per essere invece spostato in Gen V. Il fatto che abbia anche un ridotto background originale ha permesso a showrunner e sceneggiatori di re-inventare in una certa misura il personaggio per adattarlo alla filosofia sociale e alla grammatica narrativa dello show, ed è forse questa la parte più dissacrante dell'intero quarto episodio.
Di base la trama procede in modo molto lineare: Sam ed Emma sono alle prese con gli agenti del Bosco mentre gli altri ragazzi continuano a fare i conti con le conseguenze della morte di Golden Boy e la classifica della God U. Un episodio che tira perfettamente le fila dei precedenti per forma e contenuto, se non fosse per la presenza di Tek Knight che lo innalza ulteriormente. In sostanza uno dei super senza poteri del mondo di The Boys viene declinato sotto forma di presentatore di un seguitissimo programma true crime intitolato The W-hole Truth, dove il nome vuole giocare con l'obiettivo dello show, cioè scavare il più a fondo possibile per arrivare alla verità dei casi affrontati. Il problema è che l'intero programma è solo una facciata per depistare l'attenzione pubblica dalle storie poco gradevoli legate ai supereroi. Tek Knight è inoltre un uomo arrogante e narcisista che ama trovare dei capri espiatori mediante le sue rinomate capacità di lettura del corpo e delle micro espressioni.
Una delle sue battute è: "Johnny Depp non sarà nulla in confronto", riferendosi ovviamente al processo contro Amber Heard. La ri-lettura si fa però geniale quando The W-Hole Truth incontra un particolare fetish di Tek Knight anche presente nei fumetti, rivelando in sostanza che il vero super potere del personaggio è in realtà quello di fo**ere la verità alla grande e fino in fondo. A inizio episodio viene inoltre introdotto un personaggio descritto come "una droga del sesso ambulante" che condivide con Marie Moreau una sequenza particolarmente splatter ed esilarante, diciamo anche vendicativa con gusto sanguinario contro ogni pervertito in circolazione. Fa comunque piacere notare che una firma di Gen V è proprio questo amore per l'esagerazione che riesce addirittura a bissare quello di The Boys.
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Profondità differenti
In qualche modo il quarto episodio di Gen V sonda profondità differenti, che siano quelle della verità o quelle dell'anima. Marie ha per esempio una crescita significativa in questa puntata, un'evoluzione importante per il prosieguo del suo tragitto narrativo. Con lei anche Jordan, Emma e Sam. Tendenzialmente scrittura e regia non subiscono cambiamenti radicali e non introducono scene particolarmente virtuose o scelte cinematograficamente sorprendenti, ma è nella generale tenuta del prodotto secondo precisi criteri concettuali e strutturali che si nota la vera qualità del prodotto, il suo reale quid. Andando oltre il divertimento (che è ancora molto presente) e la violenza (persino più attiva del divertimento), è il modo in cui la serie riflette ancora una volta sulla società contemporanea mediante i supereroi della generazione Z a dominare su tutto, a valorizzare concretamente il risultato. E arrivati già a metà stagione con un finale decisamente interessante, Gen V ha tutte le carte in regola per imitare il successo del genitore e riuscire persino a superarlo. C'è inventiva, cinismo, spasso e pensiero, tutti elementi (dis)funzionali che messi insieme la dicono lunga sugli obiettivi della serie e la sua natura profanatrice di genere.
Conclusioni
In conclusione, il quarto episodio di Gen V conferma tutte le buone impressioni registrata con il suo debutto su Prime Video, introducendo anche una brillante ed esilarante rilettura contemporanea del personaggio di Tek Knight, magnificamente gestito e interpretato. La puntata sonda anche profondità emotive e narrative differenti, dimostrandosi nuovamente intrigante riflessione sociale e morale. Al giro di boa possiamo dirci ancora soddisfatti.
Perché ci piace
- Tutto ciò che riguarda Tek Knight.
- La crescita di Marie.
- Una sequenza splatter davvero esilarante.
- Il finale con il suo interessante cliffhanger.
Cosa non va
- Si potrebbe osare qualcosa di più in regia.
- Non tutti i protagonisti sono gestiti con la stessa qualità narrativa.