Chiunque sia così stupido da farsi una famiglia in questo ambiente, sa che poi diventa parte del gioco
È tornato in grande spolvero Gangs of London, il gangster drama britannico di Gareth Evans e Matt Flannery vincitori di un BAFTA nel 2020. Arrivati al finale di stagione, il 16 novembre su Sky Atlantic e in streaming su NOW, vogliamo fare un bilancio sulla stagione e sulla puntata conclusiva, confidando nel rinnovo per un terzo ciclo di episodi. La serie è tornata mescolando nuovamente una tensione fatta di sguardi, inquadrature e ritmo apparentemente lento e compassato a colpi di scena importanti e scene cariche di tensione visiva e messa in scena quasi coreografica dei momenti d'azione. Al centro dei nuovi episodi però, ancor più del ciclo inaugurale, fino alla recensione del finale di Gangs of London 2, c'è la famiglia.
Onora il padre e la madre
Famiglia o potere. Non puoi averli entrambi
La stagione 2 di Gangs of London arriva dopo ben due anni a causa dei ritardi produttivi dovuti alla pandemia, ma non perde di qualità. Prende una virata da "intrighi di palazzo" che si iscrive maggiormente nell'ottica della recente House of the Dragon e del drama shakesperiano Succession, ovvero la successione di sangue al trono. In questo caso il "trono" è quello della criminalità organizzata londinese che vorrebbe controllare l'intera città. Se nella prima stagione il vuoto di potere si presentava dopo la morte del patriarca dei Wallace, Finn, in questo secondo ciclo è provocato dalla morte di Sean (Joe Cole), di cui tutti risentono ancora un anno dopo gli eventi del precedente finale. I primi due episodi della stagione, lenti e compassati, apparentemente slegati, servono invece a presentare proprio le conseguenze per tutti i personaggi di quella terribile dipartita e le nuove storyline pronte a dipanarsi di fronte agli occhi degli spettatori. Gli investitori vogliono trovare un nuovo sbocco per i propri affari in città, ora che i Wallace sono ancora più disuniti e i Dumani alienati. Le due famiglie al centro della storia continueranno ancora una volta a incrociare il proprio destino, anche in modo inaspettato, per capire chi è destinato a prendere il controllo di Londra. Gli equilibri sono completamente cambiati e oltre alle due famiglie dilaniate internamente e senza un leader al comando, c'è quella di Elliot (Sope Dirisu), l'ex poliziotto sotto copertura ora completamente in mano agli investitori, che vuole salvare il padre dal loro giogo.
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Coreografia action
Una pedina non potrà mai diventare re
È una vera e propria danza quella messa in scena nelle sequenze d'azione in Gangs of London 2, che propone forse meno scene crude nel complesso - basti pensare a quante erano presenti solamente nell'episodio pilota della prima stagione - ma regala comunque un'esecuzione di respiro cinematografico. E ancora una volta ci troviamo di fronte a delle vere e proprie coreografie, di una violenza senza quartiere, che spezzano la narrazione e richiamano l'attenzione dello spettatore, gestendo in modo davvero originale gli spazi e gli strumenti a disposizione sul set. Nella seconda stagione però non c'è più barlume di speranza, proprio come nel mondo raccontato da Gomorra - La Serie: il destino dei personaggi può essere uno e uno soltanto. Elliot è il primo ad essere oramai disilluso dal poter distruggere i Wallace e il traffico di droga dall'interno. Questo traspare dalla fotografia, che si fa sempre più scura e rarefatta, per raccontare una Londra che quasi viene inghiottita da se stessa e dal suo sottobosco criminale. Le Gangs del titolo è come se fossero le Casate del mondo di Martin, le famiglie Wallace e Dumani come i Targaryen e i Velaryon di House of the Dragon, i Wallace come i Roy di Succession. New entry in questa danza di sangue che sembra non avere fine sono alcune pedine posizionate tatticamente sulla scacchiera dello spaccio di droga: il terribile e psicotico Koba (Waleed Zuaiter) e la famiglia di Saba (la rapper francese Jasmine Armando, convincente nel suo primo ruolo in tv), composta da Faz (Fady El-Sayed), Basem (Salem Kali) e Hakim (Aymen Hamdouchi). Alleanze impensabili verranno strette e inimicizie inaspettate verranno alla luce e toccheranno nel cuore i nuclei familiari protagonisti.
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Leader femminili in Gangs of London 2
Non che nella prima fossero assenti, ma nei nuovi otto episodi i personaggi femminili hanno ancora più spazio e cercano di scrivere il proprio destino in un mondo dominato prevalentemente dagli uomini. La regina assoluta è Michelle Fairley, che offre un personaggio praticamente antitetico alla sua Catelyn Stark, indurita dagli anni e dalle perdite ma dal cuore grande, e più vicino alla Margaret Langstone di Resurrection: la sua Marian Wallace è una donna che non guarda in faccia a nessuno per riuscire a sopravvivere nell'universo raccontato dallo show, nemmeno al sangue del proprio sangue. Una donna cinica e senza scrupoli e solo apparentemente amorevole, che vuole provare a prendere le redini familiari ora che gli uomini Wallace se ne sono tutti andati. Accanto a lei la figlia dei Dunami, Shannon (Pippa Bennett-Warner) appena uscita di prigione e determinata a riprendersi tutto ciò che è suo (per citare il buon Pietro Savastano), compresa la relazione con Elliot. Dovrà scontrarsi ovviamente sia col fratello Alex (Paapa Essiedu) che col padre Ed (Lucian Msamati) in una sorta di lotta di classe che la avvicina al personaggio dell'ex poliziotto. La tematica della disparità sociale anche nel mondo criminale è ben presente in fondo nello show fin dal suo esordio. Come dirà Elliot parafrasando le parole del padre: "Una pedina potrà mai diventare re". O forse sì?
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Epilogo familiare
Il finale di Gangs of London 2 ribalta ancora una volta le carte in tavola, o meglio i pedoni sulla scacchiera, lasciandoci con un colpo di scena ben assestato che apre a nuovi inquietanti scenari in un'ipotetica terza stagione. Le pedine rimaste tra Wallace, Dimani, gli altri al tavolo sono pronti a sferrare un ulteriore colpo e provare a formare un'alleanza. Ci sono le famiglie di Billy (Brian Vernel) e Luan (Orli Shuka), provate da quanto accaduto con gli altri personaggi. E c'è un asso nella manica ben assestato da parte del barone dell'eroina Asif Afridi. A chi andrà il monopolio della droga? Chi siederà sul "trono"? Chi comanderà le Gangs of London?
Conclusioni
Arrivati alla fine della recensione del finale di Gangs of London 2, applaudiamo la coerenza e consistenza di Gareth Evans e Matt Flannery nell'imbastire i nuovi episodi, allentando le redini ma mantenendo alta la qualità dello show. Il lungo iter produttivo ha giovato al serial e non il contrario, come spesso accade, mettendo al centro delle nuove puntate la tematica familiare e quella della disparità sociale e alcune new entry interessanti a sconvolgere i già precari equilibri.
Perché ci piace
- La qualità e la coesione mantenute anche nella stagione 2 nonostante il salto temporale produttivo.
- Le tematiche della famiglia e della disparità sociale al centro dei nuovi episodi e del finale.
- La lotta di sangue e nel sangue per il controllo della malavita londinese.
- Menzione speciale a Michelle Fairley per un'interpretazione sorprendente.
Cosa non va
- Ci sono meno scene iperviolente rispetto al ciclo inaugurale, ma quando ci sono spaccano.
- Il cliffhanger finale ci fa desiderare che venga ordinata subito una terza stagione.