Mostri giganti che si picchiano, distruzione indiscriminata, morte, rovine e macerie. Abbiamo la vostra attenzione?
Deve esserci una qualche forma di fascinazione atavica nel vedere esseri giganteschi combattere tra loro: che si tratti di dinosauri o draghi o altre creature più o meno fantastiche, l'attrazione che questi titani esercitano sugli spettatori è innegabile.
A prescindere dalle possibili interpretazioni metaforiche, sicuramente valide, resta il fatto che assistere a un incontro di wrestling tra mostruosi mastodonti alti decine di metri, a colpi di artigli, morsi e vampe energetiche, sia una goduria per gli appassionati del genere.
Genere che vede un solo Re incontrastato: il mitico Gojira/Godzilla creato dallo studio Toho e riportato recentemente al successo internazionale grazie al progetto Monsterverse.
Ma nell'immaginario, non solo nipponico, c'è stato un altro mostro capace di raccogliere affetto ed entusiasmo quasi paragonabili a quelli dedicati al Re dei mostri: una tartaruga.
Una tartaruga alta decine di metri, capace di sputare palle di fuoco e di volare.
Stiamo parlando di Gamera, il Guardiano dell'universo amico dei bambini, indiscusso protagonista della nuova serie GAMERA -Rebirth- disponibile su Netflix.
Gamera il valoroso
La storia cinematografica di Gamera è complessa, a tratti buffa e commovente, fatta di successi, intuizioni geniali, cadute e perseveranza. Creato nel 1965 dallo studio Daiei per sfruttare il successo commerciale dei film di Gojira, Gamera è stato il protagonista di una dozzina di film che hanno seguito la parabola autodistruttiva dello studio, fallito e poi passato sotto il controllo della Kadokawa, una delle maggiori case di produzione nipponiche.
Nonostante molti di questi film siano di qualità scadente, con però almeno una trilogia, quella del periodo Heisei, considerata di ottimo livello, il kaiju corazzato è stato in grado di far breccia nel cuore degli spettatori, grazie ad alcune trovate effettivamente notevoli e di grande effetto, tanto da entrare nell'immaginario collettivo al fianco del più famoso lucertolone radioattivo, benché i due kaiju non sia siano mai, per forza di cose visto che sono stati prodotti da due studi concorrenti, "ufficialmente" incontrati.
Oltre alle caratteristiche fisiche che rendono Gamera un kaiju immediatamente riconoscibile, in primis il fatto che sia in grado di volare ritraendo gli arti e trasformandosi in una tartaruga-jet o, meglio ancora, in un disco volante, l'altro fattore che ha decretato il suo successo è che Gamera non è una cieca forza distruttiva come Godzilla, bensì un eroico protettore della natura e, soprattutto, dei bambini, con cui condivide un legame particolare.
La rinascita di Gamera
Siamo a Tokyo nel 1989, durante l'ultima estate che un affiatato terzetto di amici passerà insieme. Joe, Junichi e Hiroki, detto Boco, sono tre ragazzini che condividono un profondo legame nonostante siano molto diversi tra loro. Visto che presto Boco dovrà trasferirsi, stanno cercando di mettere da parte abbastanza soldi per comprare un radiotrasmettitore con cui poter rimanere in contatto, ma i loro sforzi saranno vanificati da un gruppo di bulli guidato da Brody, un ragazzo americano figlio di un Generale di stanza in Giappone.
Derubati da Brody e dalla sua cricca, Boco e i suoi amici decidono di opporsi ai bulli ma, proprio quando stanno per mettere in atto il loro piano di rivincita, la loro vita, e la vita di tutti gli abitanti della Terra, cambierà per sempre, perché Tokyo viene attaccata da uno stormo di esseri mostruosi che iniziano a mietere vittime su vittime. Anche l'esercito americano è impotente, e tutto sembra perduto quando, all'improvviso, compare dal cielo un nuovo mostro gigante, una sorta di titanica tartaruga che inizia a combattere contro le mostruosità alate.
Da quel momento i tre ragazzi, a cui si unirà il redento Brody, si troveranno loro malgrado coinvolti nel conflitto tra la tartaruga gigante, soprannominata Gamera, e una serie di altri kaiju che appariranno uno dopo l'altro. I ragazzi saranno presi in custodia da un negoziatore, Tazaki, e da una giovane scienziata, Emiko, per conto della Fondazione Eustace, che si occupa dello studio di queste strane e pericolose creature. A quanto pare c'è una sorta di legame tra Gamera e i ragazzini, un legame che si svelerà nel corso della serie e che getterà un'ombra inquietante sul vero obiettivo della fondazione.
Stand by me, coi kaiju
GAMERA -Rebirth- è stato annunciato nel 2022 dalla Kadokawa nell'ambito di un rilancio del brand ed è stato realizzato da ENGI, uno studio di animazione della stessa Kadokawa, con la regia di Hiroyuki Seshita, già co-responsabile della regia di Godzilla: Planet of the Monsters, e il monster design di Kan Takahama. Ora, per così dire, caviamoci subito il dente e inquadriamo immediatamente il punto debole di questa miniserie: il comparto tecnico.
Il problema non è neanche tanto la realizzazione in 3D CGI con cell shading, che è ormai, volenti o nolenti, diventato uno standard per questo genere di produzioni. Semmai, è proprio la realizzazione effettiva che spesso lascia a desiderare, con movimenti, soprattutto dei protagonisti umani, spaventosamente poco fluidi e innaturali. Ci sono un paio di flashback, realizzati volutamente in animazione 2D tradizionale, che fanno onestamente rimpiangere la scelta di aver realizzato, e malamente, l'anime in computer graphic.
Discorso a parte, per fortuna, meritano i kaiju, decisamente ben realizzati, e le scene di combattimento che, a parte alcuni momenti più "traballanti", rendono bene la dinamicità e la potenza degli scontri tra le creature.
Gamera Rebirth guadagna invece punti con la storia, che attinge a piene mani da tutta la filmografia precedente, per la felicità degli appassionati di vecchia data che si divertiranno a scovare tutte le innumerevoli citazioni ed easter egg, ma che soprattutto mette in scena un vero racconto di formazione, anche drammatico, intrecciando le storie personali dei giovani protagonisti con i mostri giganti in modo finalmente coerente e sensato.
Partendo dalla vita quotidiana di quattro ragazzi durante la loro ultima estate da bambini, assisteremo alla maturazione e alla crescita di ciascuno di loro, sia nei passaggi più scontati (la presa di coscienza di Brody) sia in quelli tematicamente più delicati (l'identità di Junichi) e per finire con quelli più complessi e drammatici (il rapporto tra Joe e Boco).
Per una volta gli umani non sono solo spettatori passivi, o il solito, inutile fastidio nel mezzo delle battaglie, ma sono, in positivo e in negativo, il motore principale degli eventi nonché le vittime, assolutamente non anonime, di forze in gioco complesse e incontrollabili.
Senza spoilerare nulla, la storia lascia inizialmente passare, con nonchalance, alcune apparenti ingenuità - come il fatto che quattro ragazzini diventino inspiegabilmente parte integrante del lavoro di una potentissima Fondazione che opera in ambito multinazionale e al di sopra degli stessi Governi- per poi prendere una svolta inaspettata e dalle conseguenze tragiche. Il tutto mentre, parallelamente, l'eroico Gamera affronta un combattimento dopo l'altro, esaurendo via via la propria forza, con danni fisici sempre più ingenti, in una escalation di violenza che non risparmia mutilazioni, smembramenti e atrocità varie, pur senza scadere mai nel gore o nel trash. Il risultato finale è quindi un prodotto assolutamente godibile, a tratti sorprendente per come riesce a portare avanti gli stereotipi del genere, aggiungendo complessità e cuore là dove necessario, e lasciando comunque tutto lo spazio utile al vero motivo per cui siamo qui: mostri giganti che si picchiano.
Conclusioni
Siamo contenti di concludere la recensione di Gamera -Rebirth- con un giudizio positivo, nonostante gli innegabili limiti tecnici che affliggono la miniserie. D'altra parte, però, finalmente abbiamo una storia che integra in maniera sensata ed efficace le vicende umane agli spettacolari scontri tra kaiju. Godzilla regna ancora incontrastato, è vero, ma Gamera è tornato, più battagliero che mai.
Perché ci piace
- Il plot twist, ben congegnato e coerente col tema.
- lo sviluppo dei quattro giovani protagonisti, per una volta lontani dall'inutilità fastidiosa dei loro corrispettivi filmici.
- Gamera.
Cosa non va
- Animazioni spesso sotto la soglia della tollerabilità.
- Alcuni passaggi sono stati sbrigati in modo un po' frettoloso.
- Non hanno ancora annunciato la seconda stagione.