Nascita e caduta di Gamera: le origini del rivale di Godzilla

Gamera è l'unico kaiju che abbia tenuto testa a Godzilla nel cuore dei fan. Ecco la storia della sua nascita e della sua parabola tra genio, trash e fallimenti.

Nascita e caduta di Gamera: le origini del rivale di Godzilla

Netflix ha recentemente rilasciato la miniserie animata Gamera -Rebirth- (qui la nostra recensione), che ha riportato l'iconico kaiju alla ribalta dopo ben 17 anni dalla sua ultima apparizione.
La tartarugona sputafuoco è un caso cinematografico molto interessante, con una storia produttiva fatta di alti e bassi (molto bassi) e vissuta quasi completamente all'ombra del rivale di sempre, il mastodontico Re dei mostri Godzilla. Proprio la presenza di Gamera -Rebirth- su Netflix, piattaforma dove Godzilla è presente in modo massiccio con la trilogia di Godzilla - Planet of Monsters e la serie Godzilla - Punto di singolarità (per tacere dell'universo condiviso Monsterverse di Skull Island), ha riacceso la rivalità tra i due kaiju che, più di tutti gli altri, sono entrati nell'immaginario collettivo degli appassionati del genere.

Poteva essere un topo

Gamera Giant Monster 2
Gamera

L'anno è il 1965. In un Giappone in piena rincorsa per riprendersi dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale, nei cinema ha avuto un enorme successo una serie di film il cui protagonista è un mostro gigante radioattivo, un rettile grottesco e spaventoso che incarna alla perfezione la furia distruttiva della natura. Gojira è il prodotto di punta della casa di produzione Toho e sta facendo faville ai botteghini.
Ovvio che qualcuno, prima o poi, voglia cavalcare la stessa onda. A provarci è un rinomato studio cinematografico, la Daiei, che vanta tra le sue fila gente del calibro di Akira Kurosawa.
Il progetto iniziale, battezzato Nezuka, è però molto diverso da quello che diventerà dopo: seguendo l'ispirazione de Gli uccelli, di Alfred Hitchcock, il film si concentra su un'invasione di topi giganti che devastano Tokyo. Purtroppo la produzione si rivela un incubo (tra le altre cose, i ratti utilizzati per le riprese provocarono un'infestazione di pulci sul set...), e il film venne cancellato.
Leggenda vuole che il presidente della Daiei, Masaichi Nagata, che non aveva nessuna intenzione di rinunciare al progetto di un film sui mostri, ebbe l'intuizione giusta mentre rientrava in aereo da un festival all'estero, ispirato dalla vista di una nuvola a forma di tartaruga (ma sappiate che, in proposito, ci sono molte varianti a questa versione, inclusa una che vuole che l'idea di una tartaruga che vola ruotando nel cielo sia stata rubata a un regista in erba, o che sia venuta a una... spogliarellista).

Gamera Giant Monster
Gamera

Al posto dei topi viene quindi scelto uno dei quattro animali sacri della mitologia cinese, proprio la tartaruga, essere semidivino protettore del Nord. Bisogna solo trovargli un nome.
In giapponese la tartaruga è "kame", mentre "ra" è un suffisso per indicare qualcosa di enorme. Solo che "Kamera" è un nome abbastanza... fuorviante, per così dire, così si decise di modificarlo in "Gamera", e il gioco è fatto. Come una bestia divina guardiana del Nord che si rispetti, sarà proprio da un ghiacciaio dell'Artico che Gamera si risveglierà nel suo primo film: Gamera, The Giant Monster.
Il soggetto viene tirato giù in un paio d'ore e per la sceneggiatura completa ci vorrà poco di più, solo che non si riesce a trovare nessuno disposto a dirigere un film che sembra già destinato all'oblio, visto che il budget a disposizione è ridotto all'osso, la disorganizzazione è totale e le similitudini con Gojira sono talmente evidenti da rasentare il plagio. Viene quindi chiamato Noriyaki Yuasa, un semi-esordiente che non aveva nulla da perdere, e le riprese possono finalmente iniziare. Il mostro primordiale Gamera viene risvegliato da un'esplosione atomica, qui provocata da uno scontro tra americani e russi, e questa incontrollabile forza della natura, che si ciba di fiamme e provoca disastri, prosegue la sua marcia distruttiva fino a che, grazie a una ingegnosa quanto ridicola trappola, Gamera non viene rinchiuso in una capsula e sparato con un razzo su Marte (sic).
In tutto ciò, fra i protagonisti del film spicca anche un bambino, Toshio, convinto - per motivi ignoti, ma che hanno probabilmente a che fare con un basso QI e una sociopatia latente - che Gamera sia la sua tartarughina smarrita, cresciuta a dismisura.
La cosa stupefacente è che, in una scena emblematica, Gamera salva Toshio prima che questo precipiti e muoia. E, da quel momento, la storia cambia.

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Gamera vola!

Gamera Barugon 1
Gamera

Sorprendentemente e contro tutte le previsioni, Gamera the Giant Monster fu un successo al botteghino. La combinazione di trovate narrative ed estetiche per compensare gli scarsi mezzi a disposizione, e il design particolarmente azzeccato di Gamera, proiettarono questo piccolo film nell'olimpo dei cult, anche grazie alla versione americana, come da prassi pesantemente rimaneggiata, Gammera the Invincible (sì, con due "m"). La Daiei si ritrovò così tra le mani una gallina, o meglio una tartaruga, dalle uova d'oro, e divenne l'unica casa di produzione in grado di rivaleggiare con la Toho nel settore dei kaiju.
Quindi Gamera fu promosso a progetto di prima importanza per la Daiei, che si impegnò nella realizzazione di una serie di lungometraggi da distribuire anche all'estero (inclusa l'Italia, dove Gamera è stato anche ribattezzato, per nessuna ragione valida, Il Grande King).
Un primo sequel viene messo in cantiere praticamente subito, con un budget molto più alto rispetto ai miseri 40 milioni di Yen del primo e un nome di rilievo, l'esperto di kolossal Shigeo Tanaka, alla regia. Al "povero" Yuasa, che pure era riuscito a fare un piccolo miracolo, vennero affidati solo gli effetti speciali, per cui Yuasa richiederà l'aiuto di Eiji Tsubaraya, pioniere del genere e creatore, tra gli altri, di Ultraman.

Gamera Jiger
Gamera

Tornato fortunosamente sulla Terra, Gamera si ritrova a combattere contro Baragon, un mostro capace di lanciare raggi congelanti (e arcobaleni esplosivi dal dorso...), mentre gli umani sono costretti ad assistere impotenti allo scontro tra i due colossi.
Purtroppo Gamera vs. Baragon, uscito nelle sale solo pochi mesi dopo il primo film, fu un mezzo passo falso, principalmente per la volontà di Nagata di dare al film un tono più cupo e adulto rispetto al precedente. Evidentemente l'intuizione giusta rimaneva quella di Yuasa, osteggiato e sottovalutato dalla sua stessa casa di produzione: rendere Gamera un eroe dei bambini, abbassando il target di riferimento dei film ma mantenendo comunque un'impostazione più realistica (e sanguinolenta) negli scontri.
Tornato quindi sulla sedia da regista, Yuasa si prese la sua piccola rivincita nel 1967 con Gamera Vs. Gyaos, terzo film della serie, che definirà gli elementi fondamentali del mito di Gamera, oltre a introdurre uno dei villain più iconici dell'intera saga, il mostro volante e vampirico Gyaos.

Gamera Gyaos 1
Gamera

Abbandonata del tutto l'ambiguità morale dei primi due film, Gamera diventa a tutti gli effetti una figura eroica, l'unico baluardo contro i mostri malvagi, e stringerà un legame con il piccolo protagonista Eiichi che, in una delle scene più iconiche del franchise, a un certo punto addirittura "salirà a bordo" di Gamera, per l'entusiasmo dei piccoli spettatori. Non solo: Eiichi (per la verità abbastanza odioso) diventerà una sorta di ambasciatore del valoroso kaiju presso gli umani, e suo strenuo alleato contro l'ottusità degli adulti che, al contrario di lui, non comprendono al volo il modo di ragionare e le caratteristiche dei mostri giganti.
Il franchise inizia a riscuotere sempre più successo ma, paradossalmente, è a questo punto che inizia la fase discendente della vita cinematografica di Gamera, almeno in questa sua sua prima incarnazione.

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Gamera cade!

Gamera Guiron 2
Gamera

Per cominciare, il panorama sociale e culturale giapponese sta mutando. Siamo quasi negli anni Settanta, nel pieno della rivoluzione culturale: la televisione sta prendendo sempre più piede, le storie con i mostri giganti non riescono a evolvere oltre tematiche banali e passerelle di costumi in gommapiuma, sempre più ridicoli; a questo si aggiunge una politica finanziaria e gestionale della Daiei non proprio esemplare e, dulcis in fundo, l'intervento consistente degli americani della American International Pictures come coproduttori, che richiederanno dei compromessi anche sulle scelte narrative, ad esempio affiancando al bambino giapponese protagonista un altro ragazzino, questa volta americano, nel nuovo film della serie: Gamera vs. Viras, del 1968.

Gamera Viras 4
Gamera

I vertici della Daiei sono convinti che il genere kaiju sia già avviato alla sua conclusione, e iniziano a ridurre progressivamente il budget dei film, iniziando proprio con Gamera Vs. Viras, girato in soli 25 giorni e riutilizzando diversi spezzoni dei film precedenti (il che, considerato che il film dura appena un'ora e 15 minuti, può dare un'idea della scarsa qualità del tutto). Un gruppo di alieni decide di invadere la Terra, ma prima devono sbarazzarsi di Gamera, sfruttando proprio il legame tra il kaiju e i bambini. Rapiscono così due boy-scout, un giapponese e un americano, e tentano di asservire Gamera tramite un dispositivo di controllo mentale. Quando Gamera, grazie all'aiuto dei suoi piccoli amici umani, riuscirà a liberarsi dovrà vedersela con il mostro spaziale Viras, una sorta di gigantesco calamaro spaziale, la vera forma degli invasori.

Gamera Viras 3
Gamera

Anche in questo caso si ripete il solito copione: alla scarsità dei mezzi, alla sceneggiatura inesistente, alle interpretazioni ridicole e all'incapacità della Daiei - con tanto di operazioni truffaldine come indire un concorso per far scegliere il nome del mostro al pubblico, salvo averlo già deciso mesi prima -, Yuasa contrappone un gran cuore, senso dello spettacolo, un paio di scene iconiche, un tema musicale orecchiabile, la mitica "Marcia di Gamera", cantata da un coro di bambini... presi a caso, e un bel po' di autoironia, tanto che il film, pur con tutti i suoi limiti, è il preferito del regista.
Il film incassa molto bene, ma è iniziato un lento e irrefrenabile declino. Diversi attori storici della serie decidono di defilarsi, e lo stesso Yuasa è ormai stanco.
Quel che è peggio, la Daiei è praticamente sull'orlo del fallimento, causato dalle pratiche fraudolente dei dirigenti e da diversi scandali che l'hanno travolta.
Il trittico di film successivi, in cui Gamera si confronta rispettivamente contro Guiron (1969), Jiger (1970) e Zigra (1971), sono uno peggio dell'altro, tanto che l'ultimo viene addirittura considerato indegno della distribuzione americana dalla American International Pictures. A poco servono alcuni elementi interessanti, come le colonne sonore firmate da Shunsuke Kikuchi, ovvero il compositore della soundtrack di Dragon Ball, alcuni monster design particolarmente ispirati e perfino trovate interessanti come Jiger, per esempio, che infetta Gamera con dei parassiti e i piccoli amici del kaiju costretti a entrare nel corpo di Gamera per salvarlo, sullo stile di Viaggio allucinante, ma con i kaiju.

Gamera Zigra 2
Gamera

E neanche il fatto che i film continuino - incredibilmente - a incassare bene serve a qualcosa: la Daiei è praticamente fallita e ormai il danno è irreparabile. L'ultimo film programmato di Gamera, Gamera Vs. Garasharp, non vedrà mai la luce.
Dopo meno di dieci anni e appena 7 film, sembra che il mito di Gamera sia arrivato al capolinea, ma non prima di un ultimo, letale chiodo sulla metaforica bara.
Nel 1974 quel che resta della Daiei viene rilevato dalla Tokuma-Shoten, che inizia a progettare il ritorno di Gamera, ancora uno dei brand più conosciuti e amati in Giappone, approfittando anche del fatto che, intanto, la Toho non sta producendo nuovi film di Godzilla. Facendo valere un obbligo contrattuale a produrre un ultimo film viene richiamato alla regia Yuasa, ormai votato alla regia televisiva, e viene realizzata una storia in cui un bambino, grazie alla guida di tre aliene dotate di superpoteri (e costumi ridicoli), si prende cura di una tartaruga che, una volta cresciuta, diventerà Gamera e sconfiggerà, uno dopo l'altro, tutti i kaiju visti nei film precedenti.

Gamera Super Monster
Gamera

Gamera: Super Monster, uscito nel 1980, è un completo disastro, a voler essere gentili. Il film è praticamente un'accozzaglia insensata di spezzoni dei vecchi film di Gamera, alcuni vecchi di più di dieci anni, tenuti insieme da un pretesto ridicolo e interpretazioni imbarazzanti (non aiuta che a interpretare la leader delle aliene sia stata chiamata una pro-wrestler, Mach Fumiake, e non certo per le sue doti attoriali), con tanto di inserimenti forzati di sequenze animate riprese da Galaxy Express 999 e Space Battleship Yamato_, per nessun'altra ragione se non il fatto che la Tokuma-Shoten possedeva anche quei titoli. Alla fine del film, Gamera si sacrifica schiantandosi contro l'astronave dei cattivi (curiosamente simile a uno Star Destroyer di Guerre stellari, ma sarà stata sicuramente una coincidenza), lasciando il suo (ben poco) afflitto amichetto umano a svolazzare assieme alle tre aliene nei cieli di Tokyo.
Dopo quest'ultimo affronto, Gamera sembrava definitivamente morto.
Ma i veri eroi non muoiono mai.