TITOLO ALTERNATIVO: Galline in Fuga 2, David Sproxton: "L'animazione è una diretta derivazione del cinema muto"
I registi d'animazione sono degli artisti davvero amabili con cui è sempre un piacere scambiare due chiacchiere, anche a distanza. Ce lo ha confermato David Sproxton, co-fondatore insieme a Peter Lord dello studio Aardman Animations, dietro successi come Galline in fuga, Wallace & Gromit: La maledizione del coniglio mannaro e Il figlio di Babbo Natale. Direttore della fotografia del film War Story, nominato ai BAFTA Award, e del cortometraggio Adam, nominato agli Oscar, ha prodotto il film Creature Comforts diretto da Nick Park, vincitore dell'Oscar. Tra gli ospiti delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, lo abbiamo raggiunto telefonicamente dicendogli che pochi mesi fa abbiamo intervistato dal vivo l'altro co-fondatore, e quindi in un certo senso ora abbiamo la possibilità di chiudere il cerchio.
L'animazione ritorna
L'animazione è un linguaggio estremamente potente nel panorama cinematografico e i registi continuano a tornarci, addirittura con tecniche particolari e uniche come la stop-motion e la claymotion (che è quella utilizzata principalmente dallo studio Aardman): "È vero, c'è questa tendenza che deriva anche dalla CGI impiegata nei live action e la voglia di tornare a qualcosa di più artigianale. Con qualsiasi film puoi creare mondi fantastici e meravigliosi ma vuoi avere il maggior controllo possibile su di essi e sul processo creativo pel realizzarne uno. Dobbiamo tutto agli anni '50 e '60 e a Ray Harryhausen in fondo. Vogliamo tornare a qualcosa che sappiamo è fatto a mano, realizzato ad arte, in cui sono stati messi tanto amore e dedizione".
Continua poi: "Ad esempio Pinocchio di Guillermo Del Toro è il perfetto esempio di questo. Penso che i registi vogliano continuare ad utilizzare queste tecniche perché possono letteralmente immergersi in quei mondi. Ti ritrovi a lavorare con grandi artisti, designer, realizzatori di modelli e oggetti di scena, artigiani in tutto e per tutto. Entri a far parte di un lavoro collettivo a differenza del lavoro nei live action. Molti si spostano sul live action dall'animazione perché possono vedere il film realizzato nelle varie fasi, per così dire, negli storyboard. Sarà interessante vedere se tra vent'anni continueranno su questa linea".
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Dal cinema muto all'animazione
David Sproxton è stato ospite alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone. Che l'animazione sia in un certo senso la diretta evoluzione della cinematografia dell'epoca muta? "In fondo l'animazione c'è sempre stata nel cinema, fin dagli albori, coi primi corti e la fantascienza. Nella 'comicità silenziosa' di Wallace & Gromit, di Adam e in particolar modo Shaun, vita da pecora, c'è una diretta evoluzione dalla comicità degli esponenti comici del cinema muto degli inizi del XX secolo. Penso ad esempio alle gag di Buster Keaton, Stanlio & Olio oppure Harold Lloyds, grazie ai quali lo storytelling avveniva tramite le espressioni facciali piuttosto che attraverso le parole".
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Animazione in mostra
Nel maggio 2006, Sproxton e Lord si recarono al Museo Ghibli dove incontrarono Hayao Miyazaki, grande fan del loro lavoro che allestì la Mostra Aardman Animations. A Pordenone invece c'è stata un'altra mostra a loro dedicata. "Penso che la più grande mostra che abbiamo messo in piedi sia stata quella nel 2015 a Parigi che poi si è spostata a Melbourne e in altri luoghi. L'obiettivo di queste mostre è quello di diffondere il lavoro che facciamo e il suo dietro le quinte, far vedere il processo di come viene realizzato effettivamente, e magari ispirare persone e artisti a seguire la stessa strada. Il pubblico vede solamente il prodotto finito e spesso non si rende conto della quantità di lavoro che c'è dietro ad un progetto animato. Ci sono varie fasi e vari gruppi di lavoro, siamo una squadra enorme, dai disegni allo storyboard agli storyreels".
Continua il regista e produttore: "È quasi come le prove a teatro prima di uno spettacolo, in cui si ridefiniscono i dettagli. Vogliamo celebrare l'artigianalità di tutto ciò che va (e non va) nel prodotto finito, sia in 2D che in 3D come i modellini e i pupazzi. È un modo anche per raccontare alle persone un po' di storia dello Studio, che nacque come hobby di due compagni di scuola. Un modo per dire 'Anche voi potete iniziare un po' per gioco, un po' per passione, e potreste diventare una grande azienda!'. Alla fine è soprattutto un modo per celebrare l'arte e le capacità di tutte le persone del team. Nei crediti appaiono il mio nome, quello di Peter Lord o Nick Park ma dietro di noi c'è un intera squadra di persone che va ricordata".
Nel 2006 Sproxton e Lord hanno quindi avuto l'opportunità di visitare il Museo Ghibli, lo Studio e confrontarsi con uno dei massimi esponenti del settore: "Hayao Miyazaki? È praticamente santificato in Giappone! Lo Studio Ghibli è davvero meraviglioso da visitare. Lui è sicuramente un Maestro e un'istituzione nell'animazione, uno storyteller estremamente talentuoso, dall'animo molto gentile. Ora c'è grande attesa per Il ragazzo e l'airone. È interessante perché se si va a qualche festival dedicato all'animazione è come andare in terapia, si realizza quanto i registi di questo linguaggio non siano per nulla competitivi, anzi nutrano un profondo rispetto e ammirazione per il lavoro degli altri, credo perché si tratta di arte a tutti gli effetti. In altri casi, soprattutto nei live action, si tratta spesso solo di trovare il budget.
Galline in Fuga: il sequel
Ora c'è grande attesa anche per Galline in fuga: L'alba dei nugget, sequel del cult del 2000, ci sentiamo di aggiungere. Peter Lord l'ha descritto come un Mission Impossible con le galline. Come lo descriverebbe Sproxton? "Effettivamente Peter ha ragione (ride) se il primo era La grande fuga con le galline e dovevano riuscire a fuggire, questa volta devono riuscire ad entrare. Ci nuovi personaggi accanto a quelli già amati e conosciuti nel primo capitolo, ci avviciniamo a tempi più moderni, e per moderni intendo il 1960 non il 2023 e la contemporaneità (ride). Una pellicola molto più action, se vogliamo. Abbiamo rinnovato anche il cast vocale, perché alcuni dei doppiatori originali erano troppo invecchiati oppure deceduti, e il marketing vuole sempre nomi conosciuti in questi casi, quindi abbiamo cercato di mescolare vecchi e nuovi doppiatori. Il processo però non è cambiato negli anni grossomodo".
A proposito di modernità, l'intelligenza artificiale è un pericolo o un'opportunità per l'animazione? Scherza Sproxton: "Puoi chiedermelo tra una ventina d'anni?" e poi continua: "Si era fatto lo stesso tipo di discorso quando arrivò la CGI: c'è sempre un possibile uso positivo e uno negativo dei nuovi strumenti nel cinema, animazione compresa. Penso che l'A.I. non potrà mai sostituire le idee originali delle persone poiché i suoi dati derivano dal mettere insieme qualcosa di pre-esistente e già inserito nel sistema. È qualcosa di estremamente derivativo insomma. Ne ho visto un esempio di riciclo di idee in Saving Mr. Banks con Emma Thompson, anche se quello era un live action".
L'animazione può salvare la crisi della sala cinematografica?
L'animazione e sala cinematografica
Concludiamo la nostra intervista a David Sproxton con la domanda che oramai facciamo a tutti quelli che si occupano di animazione in vari ruoli, quindi non potevamo non chiederlo al co-fondatore di uno degli studi più importanti degli ultimi anni nel settore. L'animazione può essere uno dei linguaggi e degli strumenti che aiuti la crisi della sala cinematografica? "È interessante perché se facessimo tornare indietro il tempo a 20-25 anni fa quando si stabilì la DreamWorks mentre Disney e Warner dopo vari intoppi si stavano buttando nell'animazione in CGI, scopriremmo come si creò un periodo molto florido e stimolante per lo storytelling con prodotti mai visti prima. Ora che ci sono tanti servizi streaming e la maggior parte di noi ha un televisore bello grande a casa, come si convincono le persone a tornare in sala? C'è ancora voglia da parte del pubblico di assistere a storie raccontate attraverso uno schermo, quella non se ne andrà mai, e specialmente a film per famiglie com'è l'animazione, ed è su questi che le sale dovrebbero concentrarsi insieme ai film per ragazzi (come a volte è l'animazione). Purtroppo andare al cinema non costa poco, compresi i popcorn, ma magari ci sarà un revival per la sala cinematografica in tutto il mondo. Gli streamer d'altro canto stanno commissionando lavori molto validi. Confido però nella commedia perché condividere le risate in una sala non è lo stesso che farlo a casa, anche se in compagnia della propria famiglia".