Da Cannes a Cannes, dal 2015 al 2024, da Fury Road_a Furiosa: A Mad Max Saga. Tutto torna, sulla Croisette e non solo, con George Miller che ci riporta nel mondo che aveva creato nel 1979 e rilanciato 9 anni fa. Se _Fury Road era stato una rivelazione, e considerato un capolavoro quasi unanimemente, con il nuovo titolo Miller non cerca di ripetere quell'esperienza, ma fare qualcosa di diverso, più complesso, meno essenziale ma anche meno folgorante, per raccontarci il passato del personaggio che dà il titolo al film, la Furiosa che Charlize Theron aveva caratterizzato in modo così dirompente, affidandosi all'intensità di una giovane attrice come Anya Taylor-Joy.
Si tratta comunque di un grande evento, di un film attesissimo a Cannes e non solo in questa fine primavera, che apre al periodo di massima visibilità del cinema americano, all'estate e i suoi grandi Blockbuster. Per questo abbiamo raccolto anche per questa occasione le opinioni dei nostri redattori, iniziando da quelli presenti al festival francese per poi integrare anche gli altri man mano che tutti avranno modo di vederlo. Un articolo da aggiornare, da parte nostra, e tornare a leggere, per voi che ci seguite, per verificare le sfumature che ognuno di noi ha saputo vedere nel nuovo film della saga di Mad Max.
La recensione di Antonio Cuomo
Sono passati nove anni da Fury Road, quasi un decennio da quella folgorante sorpresa che aveva travolto Cannes nel 2015. È quindi naturale, scontato, forse doveroso che il nuovo capitolo del franchise di George Miller riparta dalla qui, dalla Croisette, per un evento fuori concorso tra i più attesi di Cannes 2024. Con Furiosa: A Mad Max Saga si torna nel mondo lanciato nel 1979 con Interceptor e riportato alla ribalta da Fury Road, per fare un passo indietro rispetto al capitolo precedente e raccontarci le origini del personaggio che Charlize Theron aveva reso da subito iconico. Onore ed onere di riprendere il personaggio e riportarlo su schermo è toccato ad Anya Taylor-Joy, una delle attrici più carismatiche e riconoscibili di questa generazione. Sarà bastato a non sfigurare e rendere giustizia al ruolo? [...]
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Le opinioni degli altri redattori
Una valutazione, quella che avete appena letto, condivisa per lo più da tutti i nostri redattori che fin qui hanno visto il film e che seguono queste righe, con qualche punta di entusiasmo in più in alcuni casi, ma evidentemente d'accordo su un aspetto: Furiosa è un film di grande impatto visivo che appassiona e intrattiene. Non è Fury Road, su questo siamo d'accordo tutti, ma non è nemmeno chiamato a esserlo.
Furiosa, ancora una volta, non ci lascia indietro
Insieme a John Wick, Mad Max: Fury Road è la cosa migliore e più bella accaduta al cinema d'azione negli ultimi dieci anni. Il film di George Miller, presentato al Festival di Cannes nel 2015, è un vero capolavoro: ogni singolo fotogramma è assolutamente perfetto e difficilmente abbiamo visto una pellicola dal ritmo così esaltante. Era quindi davvero difficile riuscire anche soltanto a pareggiare la maestosità di Fury Road e, quando è stato annunciato il prequel, dedicato alla giovinezza di Furiosa, è normale aver avuto dei dubbi. Miller però è andato dritto per la sua strada, scegliendo Anya Taylor-Joy come versione in divenire del personaggio già interpretato da Charlize Theron. Ci ha visto lungo, dato che, nel frattempo, l'attrice è diventata una star.
Più parlato e convenzionale, Furiosa: A Mad Max Saga non è pura adrenalina come Fury Road, ma ne mantiene lo spirito e la spettacolarità, espedendo l'universo di una saga che continua ad avere molto da dire. La protagonista non ha ancora il carisma di Theron, ma è convincente nel ruolo: è attraverso i suoi grandissimi occhi che seguiamo la storia e con lei impariamo che la rabbia non per forza deve essere accompagnata soltanto da furia distruttiva. Furiosa ha infatti la sua forza nella volontà di non lasciare mai indietro nessuno, perfino a costo della propria vita.Meno riuscito invece il villain Dementus (nome poco lusinghiero) di Chris Hemsworth: sembra quasi di vedere il Jack Sparrow di Johnny Depp e non sempre funziona. Nonostante non sia un film da storia del cinema come il suo predecessore, Furiosa è comunque una visione esaltante, da godere sullo schermo più grande possibile. Valentina Ariete
Voto: ☆☆☆ ½
Furiosa e la gabbia della vendetta (e della narrazione)
In quanto prequel di Mad Max: Fury Road, Furiosa rappresenta ed esalta l'immanente paradosso di un progetto che racconta il "prima" arrivando però "dopo", soprattutto dal punto di vista puramente narrativo. È un revenge movie che incontra un western post-apocalittico e che fa della sceneggiatura elemento fondamentale del racconto cinematografico, per testo e per immagini. L'ideale milleriano delle wasteland viene rispettato ed esteso, e anzi l'autore riesce a riflettere (in modo non diverso dal recente Fallout, per dire) sulla ciclicità della storia e dei conflitti, dall'inizio delle vite-piene alla fine delle emi-vite. Lo fa sfruttando le origini di un'eroina che è di fatto una sopravvissuta, lasciando trasparire dall'incendiario e feroce sguardo di Anya Taylor-Joy la rabbia di una fiera amazzone delle terre desolate estirpata dal suo verde e rigoglioso paradiso e gettata sua malgrado nel torrido e sabbioso inferno del deserto e della follia umana.
È una storia di crescita e formazione, Furiosa, che attraverso le varie fasi della vita della protagonista espande il già meraviglioso worldbuilding della saga, nobilitandone definitivamente l'essenza artistica. Furiosa completa Fury Road, permettendo al capolavoro di George Miller di assurgere a concreto e indiscusso apice della sua filmografia e a vertice di genere, valorizzato da un'immacolata e ipercinetica visione anarchica e virtuosa. Al contempo è anche Fury Road a completare Furiosa, che va oltre la libertà (d'altronde la vendetta è una gabbia, una catena, una prigione) e percorre dei binari narrativi dal tracciato più lineare in senso cinematico e cinematografico, regalando nel farlo momenti esaltanti e di grande spessore visivo e strutturale ma comunque derivati dal capitolo madre, che integra e da cui viene integrato in un moto concettuale senza soluzioni di continuità. Furiosa è La Parola di Miller sulle Wasteland, Fury Road è L'Azione: si spalleggiano e si perfezionano raciprocamente, regalando grande, grandissimo, immenso cinema. Luca Ceccotti
Voto: ☆☆☆☆
L'insostenibile bellezza dell'imperfezione
Furiosa - A Mad Max saga meriterebbe un'analisi da almeno tre punti di partenza diversi. Come film in sé, ovviamente. Ma anche come parte di un dittico e, a sua volta, parte di una saga giunta ormai al quinto capitolo. E infine come ennesima, inconsapevole vittima di un'insensata guerra tra chi vorrebbe godersi e analizzare un film in santa pace, e chi lo bolla come parte di un gigantesco complotto gender/#metoo/altre idiozie a caso semplicemente perché (orrore!) la protagonista è una donna. Proviamoci. Furiosa è un film imperfetto, che tocca momenti di altissimo spettacolo alternandoli a fasi in cui la narrazione è lenta, sfilacciata, persino confusa. La fortuna è che George Miller rimane un tostissimo combattente, e riesce comunque a tenere insieme il tutto con una determinazione e un intento feroci, andando avanti anche quando sembra che si perda pezzi per strada.
Furiosa è anche un capitolo a parte rispetto alla saga di "Max il pazzo", per molti versi più simile al primo, e ormai mitologico, Interceptor che al precedente Fury Road. Ma la carica anarchica, disperata e al tempo stesso nobile che anima i suoi protagonisti, quella resta invariata. E poi ci sono gli occhi alieni di Anya Taylor-Joy e i lineamenti deformati di Chris Hemsworth a darsi battaglia, in tutti i sensi.
Infine, Furiosa è un film fastidioso, sgradevole e scomodo. Un film che mette fieramente in mostra una ragazza dal fisico esile fin dal poster, che la lancia a velocità smodata contro un mondo di sopraffazione e gretta stupidità. Ferendola, mortificandola e sottovalutandola, fino a farla ergere al di sopra dei mostri che la circondano.
Furiosa (il film) è come Furiosa (il personaggio): sporca, lacerata e mutilata. Ma intensa, agguerrita e magnifica.
(Massimiliano Ciotola)
Voto: ☆☆☆☆
Miller ribalta la Fury Road
Nel deserto infernale esiste un eden dove la donna che coglie la mela non viene punita, in quanto peccatrice, ma anzi considerata un bene prezioso da chiunque si imbatta in lei. Siano essi i membri della sua comunità o dei briganti da strapazzo. Dal giardino incantato Eva viene rapita e non bandita. In Furiosa: A Mad Max Saga, Miller torna al volante del franchise più importante del cinema australiano con un quinto capitolo prequel al suo capolavoro di 9 anni fa e, nel farlo, decide di lavorare per ribaltamenti, pur mantenendo una coerenza con l'universo creato. Ribalta il suo immaginario, ribalta il senso cinematografico di Fury Road e, di conseguenza, anche le aspettative degli spettatori.
Questo è un film di world building, che copre vent'anni e punta su un'impalcatura narrativa solida, piuttosto che su un'innovazione linguistica o un volo d'autore. Il rapporto stesso tra velocità e tempo narrativo viene rovesciato rispetto al passato per creare ancora un film con il cuore dentro un'azione istantanea e vertiginosa, ma inserito all'interno di una storia dall'ampia dilatazione. Una corsa dentro uno scenario fermo. Western e coming of age ripassati in CGI, in cui le prove fisiche vengono meno e si lavora per caratterizzazioni, quella di Chris Hemsworth in primis e quella di Anya Taylor-Joy molto dopo, soprattutto a causa di quel vezzo milleriano secondo il quale il protagonista deve evocare e non spiegare. Star perse nel deserto delle Terre Desolate, punti interrogativi di un film purtroppo più di suggestioni che di certezze. (Jacopo Fioretti)
Voto: ☆☆☆ ½
2 Mad 2 Furious
George Miller riesce in una sfida quanto mai ardua. Replicare l'estasi di quello che probabilmente è il suo film più amato e blasonato era molto rischioso, a maggior ragione se ci si cimenta nel medesimo universo narrativo. Eppure questo prequel di Mad Max: Fury Road funziona proprio perché prende intelligentemente le distanze da quel lavoro, provando a concentrarsi più sulla creazione del mito e del suo immaginario invece che riciclare le pur sempre spettacolari sequenze d'azione. Così, in Furiosa tutto si fa più cupo, cinico, doloroso e tragico che mai, il tutto per restituire sullo schermo le emozioni di una protagonista tanto silente quanto caparbia nel non volere restare a bocca chiusa. (Simone Soranna)
Voto: ☆☆☆ ½
Accendete i motori e cercatevi una buona sala
Non sembra vero ma sono già passati nove anni da quel fenomeno travolgente che è stato Mad Max: Fury Road. Abbiamo aspettato e sperato ed ora finalmente è il momento di Furiosa: A Mad Max Saga, il capitolo interamente dedicato ad uno dei personaggi più amati del lungometraggio del 2015, un'eroina che ha letteralmente infiammato lo schermo e gli animi degli spettatori. Ad interpretarla ora è Anya Taylor Joy, piuttosto distante, anche per quanto riguarda la recitazione, da Charlize Theron ma comunque convincente nell'interpretare una Furiosa giovane e ossessionata dalla vendetta. Bravissima anche Lyla Browne, che veste i panni della protagonista da bambina. Spicca un po' meno l'interpretazione di Chris Hemsworth, eccessivamente carica e sopra le righe, difetto comunque trascurabile in un lungometraggio che, anche se più narrativo del precedente, fa dell'azione il suo vero scopo con Miller che non delude nel dirigere scene ad altissimo tasso di adrenalina accompagnate dalla colonna sonora di Junkie XL, che aveva lavorato anche sul precedente film e che anche qui regala momenti per i quali è consigliabile una sala con un buon impianto audio. (Erika Sciamanna)
Voto: ☆☆☆☆
L'origin story secondo George Miller
Furiosa è un prequel quasi anticlimatico rispetto a Mad Max: Fury Road che faceva della sua messa in scena anarchica il proprio punto di forza. Qui viaggiamo su tempi e binari diversi, più lineari e compassati, senza però dimenticare la spettacolarità che ha sempre contraddistinto George Miller nei suoi lavori.
Un'origin story che avrebbe potuto sfruttare molto più l'origine dei personaggi, non solo quello della Furiosa di Anya Taylor-Joy ma anche di Immortan Joe e altri, mostrati già quasi come li vediamo nel film del 2015. Anche sul villain inedito di Chris Hemsworth si poteva lavorare in modo diverso sfruttando maggiormente il suo potenziale (tragi)comico già dimostrato in altri frangenti.
Sicuramente il lungo prologo iniziale e la durata complessiva del film (inutilmente allungata) e l'utilizzare Anya Taylor-Joy a film già molto avviato sorprende e fa cortocircuito, ma allo stesso tempo è evidente che Miller volesse fare qualcosa di diverso essendo un prequel.
(Federico Vascotto)
Voto: ☆☆☆ ½