Fuga in Normandia, la recensione: tutta la classe di Michael Caine e Glenda Jackson

Fuga in Normandia di Oliver Parker con due grandi Michael Caine e Glenda Jackson si ispira ad un fatto reale per raccontare una storia d'amore toccante. Ricordandoci l'importanza della memoria. Al cinema.

Michael Caine e Glenda Jackson in Fuga In Normandia

Che onore che ha avuto Oliver Parker a poter dirigere due mostri sacri della recitazione alla loro ultima volta, tra l'altro voluta, annunciata e scelta, sul grande schermo. Il regista di Fuga in Normandia ha infatti lavorato con i Premi Oscar Michael Caine, ritiratosi dopo il film all'età di 91 anni, e Glenda Jackson, che è tornata dopo un ritiro lungo più di 30 anni ed è scomparsa poco dopo la fine delle riprese. Tra l'altro, è la seconda volta nella loro carriera che sono una coppia cinematografica, dopo Una romantica donna inglese del 1975.

Fuga In Normandia Un Immagine
Michael Caine e Glenda Jackson in Fuga in Normandia.

L'occasione era di quelle che non capitano spesso (soprattutto nel cinema britannico), ovvero poter adattare una storia vera in un film con protagonisti assoluti due "vecchi" attori, che per l'ennesima volta hanno dato prova al grande pubblico di essere dei giganti nonostante la senilità, membri di una golden generation che non è detto sarà replicata dagli interpreti oggi nel fiore dell'età.

Il loro ultimo giro sul set è una pellicola riflessiva ai limiti del contemplativo, che con calma, gentilezza e classe, smaschera la ricostruzione mediale di una storia che ha fatto rumore nel mondo dei tabloid inglesi così come la retorica sull'amore infinito e sulla gloria della vittoria della Seconda Guerra Mondiale che aleggia ai giorni nostri. Soprattutto, però, una pellicola che vive delle interpretazioni dei suoi due protagonisti, dei loro sguardi, delle loro movenze, delle loro espressioni e della loro straordinaria presenza.

La storia dietro la storia vera

Fuga In Normandia Una Foto
Michael Caine è Bernie Jordan in Fuga in Normandia.

"Fuga in Normandia" adatta quel fatto reale che nella cronaca britannica è noto come la storia del The Great Escaper (titolo originale del film), ovvero di un veterano della Royal Navy che in occasione del settantesimo anniversario del D-Day (il giorno dello sbarco in Normandia) decide di scappare dalla casa di riposo dove alloggia con la moglie per recarsi in Francia da solo. Una vicenda singolare che, ovviamente, viene fatta passare dai media come quella di un soldato che ha ancora dentro di sé quel fuoco sacro che non gli consente di sottrarsi alla chiamata alle armi.

Il soldato si chiama Bernard "Bernie" Jordan (Caine), ha 89 anni e sta con la moglie Irene "Rene" Jordan (Jackson) da più di 60. Nonostante la sua età è ancora piuttosto indipendente, infatti il loro soggiorno nel centro è dovuto allo stato di salute della donna piuttosto precario, motivo per il quale l'uomo aveva declinato l'offerta di partecipare all'iniziativa di gruppo organizzata dalla casa di riposo per la commemorazione. A far cambiare idea a Bernie (e a coprirlo nella fuga) ci pensa proprio Rene, che lo incoraggia a prendere l'ultimo battello utile per raggiungere la Francia.

Fuga In Normandia Una Sequenza
Due veterani in crociera.

L'uomo si imbarca, e durante il viaggio conosce un altro veterano, ma dell'aviazione, tale Arthur Howard-Johnson (interpretato da sir John Standing), con il quale scoprirà di condividere non solo il dolore e gli incubi di ciò che è stato, ma anche lo scopo che ha mosso i suoi passi verso quella maledetta spiaggia: fare pace con se stesso. Il viaggio in Normandia diventa infatti un viaggio nel passato sia per i due soldati che per Rene, rimasta nella sua stanza al centro, ancora in attesa di un ritorno. L'ultimo.

Direttori d'orchestra

Fuga In Normandia Una Foto Del Film
Il commiato di Michael Caine.

Un film con protagonisti due nomi in avanti con l'età diventa quasi automaticamente un film sull'importanza della memoria; ciò che rende Fuga in Normandia diverso dal "canone" sono le prove dei suoi attori e, in parte, il modo con cui si approccia a questo compito. Il film di Oliver Parker ricrea infatti un parallelismo straordinariamente funzionale con la condizione nella quale il soldato parte per la guerra, mentre la moglie lo aspetta a casa, solo che questa volta la guerra da risolvere è quella dentro di loro. Lui la affronta insieme a chi condivise con lui dolore e trauma, mentre lei la affronta da sola (cosa forse ancora peggiore), dicendo a se stessa che non avrebbe mai dovuto lasciar partire il suo amore.

Nel creare questo nuovo rapporto a distanza il regista prende quanto possibile dal melò e punta molto su di un'operazione di svelamento. Un altro dei meriti del film è infatti combattere la retorica del veterano tutto d'un pezzo, del lieto fine di una storia d'amore lunga e travagliata e dell'onore che scaturisce dalla vittoria di una Guerra, che invece è sempre un dramma (c'è una frase che lo dice esplicitamente). Il film vuole infatti abbattere facili mistificazioni, cercando di ridare dignità al passato e chi lo ha vissuto.

Fuga In Normandia Una Scena Tratta Dal Film
L'ultima volta sul grande schermo di Michael Caine e Glenda Jackson.

Obiettivo che Fuga in Normandia raggiunge attraverso le fantastiche prove di Michael Caine e Glenda Jackson, che hanno il merito di rendere tutto credibile ed appassionante nel tempo di un giretto per il molo e di saldare il loro legame con un semplice gesto o un singolo primo piano. Loro sono il cuore pulsante di una pellicola ordinata e metodica, direttori di un'orchestra che cerca la classe e il rispetto attraverso la fotografia con cui illumina il mare, il dramma dei flashback, le note del pianoforte e la sofferenza composta di chi deve ricordare per fare pace con ciò che lo aspetta.

Conclusioni

Nella recensione di Fuga in Normandia vi abbiamo parlato del nuovo film di Oliver Parker, tratto da una storia vera, con protagonisti i due Premi Oscar Michael Caine e Glenda Jackson, entrambi alla loro ultima apparizione sul grande schermo. Una pellicola che pesca dal melò, appoggiandosi alle prove fantastiche dei sui due tenori, per creare un impianto ordinato, contemplativo, elegante e composto con cui ridare dignità a chi ha vissuto un passato traumatico e che ancora gli impedisce di raggiungere la pace per serenamente incontro a ciò che lo aspetta.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • Le prove dei due protagonisti.
  • Fotografia, musica e montaggio dal tono accordato.
  • L'ambizione antiretorica.

Cosa non va

  • Pellicola dalla costruzione ordinaria.
  • Le ambizioni sono prevedibili.