They touch, they break, they steal. No one here is free. Here they come, they come for three. Unless you stop the melody.
From è sempre stata fin dall'inizio, un po' come Lost, la serie delle domande più che quella delle risposte. Arrivati al finale della stagione 2, ora disponibile su Paramount+, siamo rimasti sconvolti (come immaginiamo anche voi) dal colpo di scena che ha chiuso questo secondo ciclo di episodi e, in attesa del terzo entrato in produzione ma che sicuramente subirà ritardi dovuti allo sciopero degli sceneggiatori e degli attori, possiamo dire che questa sua caratteristica principale si conferma come la sua forza - e forse, per alcuni spettatori poco pazienti e poco avvezzi a questo tipo di serialità fortemente orizzontale che richiede tempo e pazienza, anche la sua debolezza. Cerchiamo quindi di fare il punto sul significato del finale e di capire come ancora una volta lo show abbia saputo agganciarsi in modo nuovo a qualcosa di già visto nella serialità del passato.
Rotolando verso From
Molti nodi sono venuti al pettine nel finale della stagione 2 di From ma altrettanti si sono aggiunti o sono rimasti irrisolti. Julie e i nuovi arrivati Marielle e Randall sono tutti e tre in una sorta di coma catatonico urlante a quanto pare causato dagli spiriti della foresta che Boyd ha inconsapevolmente portato con sé quando è tornato - che si rivelano essere non tanto e non solo i peggiori incubi delle persone, ma la loro speranza, che va eliminata sul nascere, lo dice lo spirito della moglie morta Abby ad un incredulo sceriffo Boyd. In tanti si attivano su sentieri diversi per provare a venirne a capo e salvare il trio così come tutta la popolazione della cittadina in cui si può entrare ma da cui non si può più uscire. Sara dice a Boyd e Kenny che, come recita la filastrocca all'inizio di questo articolo, l'unico modo per spezzare la maledizione è distruggere il carillon la cui musica sta entrando pian piano nei sogni (o forse dovremmo dire incubi) di tutti gli abitanti, avendo conseguenze anche nella realtà come la morte di Paula e rendendo impossibile per chiunque poter dormire sonni tranquilli. Il Male nella cittadina protagonista non viene più solo dall'esterno, dalla foresta, di notte ma anche dall'interno delle menti dei suoi abitanti nella fase REM. Il carillon purtroppo non si trova, al suo posto solo le rovine della grotta dove Boyd dice di essere stato con Martin che gli aveva passato i vermi che hanno ucciso i mostri notturni della città.
From, la recensione: quella cittadina nel bosco
Domande, domande, domande
"Io pensavo ci fosse un senso in tutto questo" dirà una quasi disperata Kristi a Kenny parlando dell'arrivo della fidanzata Marielle dal mondo esterno alla cittadina maledetta. Eppure le domande continuano ad aggiungersi l'una sull'altra e, come dice Jade, non solo non hanno tutti i pezzi del puzzle per poter uscire (sempre se sia possibile) ma quei pochi che hanno non sono nemmeno pezzi utili, come gli angoli o i laterali, per poter avere un minimo di visione del quadro generale. Mentre Ellis e Fatima provano a guardare al lato positivo della loro impossibile situazione festeggiando con un finto matrimonio (Padre Katri è stato ucciso e non può quindi officiare ufficialmente) la loro unione e la gravidanza di lei. Jade, invece, decide di avventurarsi nei tunnel dove erano passati Victor e Tabitha, che ora trova misteriosamente senza creature e dove ha una visione dei bambini tutti distesi in cerchio in una specie di rituale che pronunciano la parola magica che continuavano a dire alla donna. Su un'apertura del soffitto corrispondente ai bambini, appare il simbolo che continua a perseguitare l'uomo.
Lontano da From
Le promesse durante il finto matrimonio di Ellis e Fatima danno un'ispirazione a Boyd sul cercare la luce nelle tenebre: da quella grotta amena lui ha riportato solamente una fiaccola e, provando ad accenderla nel luogo delle rovine, lo sceriffo si ritrova in quella stessa grotta, con Julie, Marielle e Randall incatenati alle pareti al posto di Martin. Nonostante la visione di Abby lo induca a lasciar perdere perché altrimenti l'entità continuerà a tormentare tutti senza fine, riesce a trovare e distruggere il carillon e spezzare la maledizione, facendo risvegliare i tre. A questo punto è tutto nelle mani di Tabitha, che aveva preso un sentiero a propria volta seguendo l'istinto per provare a capire come tornare a casa.
La madre di Victor gli aveva parlato di una torre in cui salvare i bambini, unico modo per fare ritorno nel mondo là fuori. Forse gli stessi bambini e la stessa torre che ha visto la donna nelle sue visioni? La madre di Julie e Ethan si fa portare all'albero delle bottiglie - un albero incantato, si sa dove si entra ma non dove si esce - che dovrebbe portarla alla costruzione in pietra. Mentre per quanto ne sa, Julie è ancora in quello stato catatonico, la donna trova la torre e sale le scale, arrivando in una sorta di meccanismo ad ingranaggi che sta facendo andare avanti qualcosa (l'intera città?) quando, arrivata sul tetto, il Bambino in Bianco, che sembra essere stato una guida per molti dei protagonisti nelle loro visioni, la spinge giù dalla torre dicendole "Mi dispiace, ma è l'unico modo". A quel punto la donna si risveglia in ospedale, totalmente incredula e disperata nell'essere uscita miracolosamente dalla cittadina, con una dottoressa che le dice che è stata trovata da due escursionisti nel bosco prima di sensi qualche giorno prima: "Si ricorda dove stava andando?" è la fatidica domanda del medico.
From 2, la recensione: torna l'incubo a occhi aperti tra Stephen King e Lost
Lost Mon Amour
La domanda è proprio quella che sembra essere al centro di tutta questa storia e valere per tutti i personaggi, sia letteralmente che metaforicamente. Ancora una volta, questo mystery drama creato da John Griffin pesca a piene mani dalle atmosfere di Stephen King (che infatti guarda caso si è detto sui propri profili social innamorato dello show) ed è estremamente derivativo ma allo stesso tempo originale, e quest'ultimo colpo di scena lo conferma. From sembra seguire le orme di Lost, con cui non dimentichiamo ha in comune anche uno degli attori protagonisti, Harold Perrineau, mentre con la serie nata dagli stessi autori C'era una volta (proprio come si intitola questo finale di stagione) ha in comune invece Eion Bailey.
Se all'inizio di questa seconda stagione (che è riuscita a fare anche meglio della prima) facevamo la conoscenza delle persone sul pullman come corrispettivo ideale degli Altri, e se l'isola poteva essere un sogno, un purgatorio o altro dove si rifugiavano persone colpite dal dolore e dalla perdita, proprio come la cittadina al centro di questo nuovo racconto seriale, ora questo plot twist ci dice che forse Tabitha farà di tutto per tornare indietro e salvare la propria famiglia. Non vi ricorda un certo "We have to go back" detto da Jack a Kate nel clamoroso finale della terza stagione del cult ABC? Ma soprattutto tutto ciò cosa significa per From? Che è ufficialmente possibile uscire dalla città ma non tornarvi, dato che la madre di Victor non si è mai più rivista in tutto questo tempo? Sarà riuscita a fuggire senza saperlo e senza poter più fare ritorno anche lei?