La notizia che tutto il Fringedom aspettava è arrivata: la serie co-creata da J.J. Abrams avrà una quarta stagione. E' una decisione che la Fox ha preso nonostante gli ascolti, forse coinvolta dallo stesso entusiamo che la critica ha avuto per tutta la nuova stagione, meritevole di uno sviluppo più che soddisfacente sin da settembre fino agli ultimi episodi, che hanno introdotto un paio di elementi rischiosi, che speriamo gli autori sappiano come gestire nel miglior modo possibile. Ma ci arriveremo, intanto va sottolineato come gli ascolti della serie si stiano mantenendo in linea con l'ultimo calo subito a febbraio, risultando sì bassini, ma pur sempre tra i migliori del venerdì sera, quindi è probabile che il network abbia intenzione di mantenere Fringe nella sua nuova collocazione anche per il prossimo anno, preferendo affidare il giorno peggiore della settimana ad una serie che dimostra di non risentirne, mantenendo i suoi fedelissimi in una serata in cui tante altre sono crollate definitivamente.
L'ultima novità in termini di sviluppo della continuity orizzontale della stagione è introdotta in Os e riguarda un personaggio la cui importanza in termini di mitologia della serie è stata introdotta e sottolineata sin dall'inizio della serie: William Bell. Il ritiro dalle scene di Leonard Nimoy aveva spinto gli autori ad uccidere il personaggio al temine della scorsa stagione, ma il tema di base di Fringe non rendeva certamente impossibile il suo ritorno... in un modo o nell'altro.
E se in più di un'occasione negli ultimi episodi Walter Bishop aveva rimpianto l'amico e collega, senza il quale si sentiva incapace di fermare il disastro incombente sul suo mondo, diventava naturale immaginare il suo ritorno al fianco dello scienziato interpretato da John Noble. Così è stato, grazie ad una ricerca su dei soul magnets portata avanti in passato dai due ed applicata da Bell stesso, usando come attivatore della procedura la campana lasciata in eredità a Nina Sharp e come corpo ospite per la sua anima quello della Dunham.Il trasferimento è il bizzarro e spettrale epilogo dell'episodio, incentrato però su dei furti realizzati da uomini apparentemente capaci di sconfiggere la gravità e animato dalla presenza di Alan Ruck come guest star, ma soprattutto di Jorge Garcia (l'Hurley di Lost) in un cameo iniziale. Si tratta di un discreto episodio, diretto con sicurezza da Brad Anderson, che però trova la sua principale ragion d'essere proprio in quel finale.
Il successivo Stowaway vede J.H. Wyman, Jeff Pinkner ed Akiva Goldsman scendere in campo per la stesura del soggetto, sviluppato poi da Danielle Dispaltro. E' un episodio che ha momenti molto intensi nel raccontare di una donna, interpretata da Paula Malcomson, che non può morire, e dei suoi tentativi di raggiungere i suoi cari uccisi.
La curiosità della parte di episodio che segue le indagini sulla donna riguarda la comparsa anche in questo universo di Seth Gabel ed il suo Lincoln Lee, qui agente FBI incaricato del caso e non membro della Fringe Division come nel mondo parallelo, in cui lo abbiamo conosciuto. Ma il caso offre anche spunti per una fugace riflessione teologica tra Bell e Peter. Sì, Bell, perchè lo scienziato è parte integrante dell'episodio accanto a Walter, con le sembianze della Dunham.E' la parte che lascia qualche perplessità, non tanto per la bravura di Anna Torv, impegnata ad interpretare il suo terzo ruolo in questa stagione, ma per l'effetto straniante che la sua recitazione/imitazione provoca inevitabilmente. Si tratterebbe di una situazione transitoria, in attesa di trovare una destinazione stabile per l'anima dello scienziato, ma un momento del finale, in cui la coscienza della donna riprende momentaneamente il sopravvento, fa capire che il percorso sarà tutt'altro che facile.
Non mancano i momenti degni di nota, tra i quali l'ironica discussione tra Bishop e Bell incentrata proprio sul trovare la destinazione migliore per il secondo, che non esclude la possibilità di usare la mucca presente nel laboratorio di Walter fin dalla prima stagione.
In Bloodline si torna nel mondo di Bolivia e si riprende l'altro elemento ancora in via di valutazione introdotto di recente: la gravidanza della donna. L'episodio si preoccupa sì di svilupparla, ma allo stesso tempo anche di liberarsene, perchè l'agente viene rapita e sottoposta a dei test/esperimenti che hanno come risultato di portarla al parto in tempi rapidi, salvando di fatto sia lei che il bambino, che altrimenti sarebbe morto per lo stesso virus che aveva provocato, in quell'universo, la morte della sorella e di sua figlia.
Piacevole il ritorno di Andre Royo nei panni del tassista che aveva portato in salvo l'agente Dunham al momento della sua fuga, qui a contatto con Lincoln e Charlie e responsabile di aprire gli occhi ai due su cosa sia realmente accaduto, facendo capire loro dello scambio effettuato, poi confermato all'agente Lee dallo stesso Walternate, ed instillando loro sospetti sulla morte di Broyles e sulla gestione della situazione da parte del Bishop alternativo.L'episodio non convince del tutto, ma serve a posizionare le pedine in vista del finale di stagione che prenderà il via al ritorno della serie sugli schermi americani, dal 15 Aprile, per gli ultimi quattro episodi. Non convince per una sensazione di fretta che si percepisce e che forse era effettivamente presente al momento della scrittura, avvenuta ovviamente prima del rinnovo e probabilmente guidata dalla voglia di chiudere alcune parti della storia prima di una season finale che sarebbe potuta essere anche la conclusione di Fringe.
Lo scontro tra i due universi si avvicina e ci attendono quattro episodi carichi di sorprese e qualche ritorno, come il titolo del penultimo episodio The Last Sam Weiss lascia intuire.