Non c'è pace per Fringe ed i suoi estimatori: dopo il soffio di speranza dato dai primi ascolti di gennaio nel nuovo timeslot del venerdì, arriva un febbraio nero che, complice il ritorno delle serie del venerdì della CW, fa calare di un milione circa il totale di spettatori dello show, mettendo di nuovo a rischio la sua sopravvivenza per il prossimo anno. E non possiamo confermare quanto questo sia un peccato, perchè il cammino della terza stagione procede sicuro su una trama orizzontale avvincente ed intrigante, che dimostra come sia chiara nella mente degli autori il percorso su cui si stanno muovendo, verso un finale che, si spera, non debba essere quello della serie.
Quattro episodi, in onda in USA nel mese di febbraio 2011, che proseguono nella riuscita mistura di trama orizzontale e verticale che si sta utilizzando da un anno a questa parte e che tornano ad alternare i due universi che fanno da ambientazione per questa stagione, oltre a fare un nuovo tuffo nel passato di Walter e Peter Bishop dopo il riuscito Peter della stagione 2.
Il subplot romantico resta quindi presente ed importante nello sviluppo della storia e prosegue sia in Immortality, ambientato nel mondo parallelo e quindi concentrato su Fauxlivia (ormai ufficialmente rinominato così anche negli script della serie) che nel successivo 6B: con la regia di Brad Anderson Immortality vive di momenti di tensione legati alla minaccia di insetti capaci di riprodursi all'interno del corpo umano, ma soprattutto ci mostra l'Olivia alternativa a contatto con il suo amante Frank, fino alla sorprendente rivelazione degli ultimi minuti che pone fine alla storia tra i due e rilancia la donna nei confronti di Peter, che nel corso della sua missione nel nostro mondo ha dovuto ingannare, finendo per legarsi a lui. 6B è invece il numero dell'appartamento di un edificio in cui accadono cose bizzarre e pericolose, un luogo in cui il tessuto della realtà si assottiglia al punto da rendere possibile, e dannatamente pericoloso, il contatto tra i due universi. Anche in questo caso è un espediente legato allo sviluppo del caso relativo agli insetti a permettere il twist degli ultimi minuti, fungendo da nuova conferma della riuscita fusione tra gli elementi relativi ai singoli casi con quelli che fanno parte dei plot della stagione e dello sviluppo dei personaggi e dei rapporti tra loro.
Ma l'episodio diretto da Thomas Yatsko sa anche emozionare nel mostrare la sofferenza di Alice (Phyllis Somerville) e Derek (Ken Pogue), gli inquilini dell'appartamento 6B nelle due versioni alternative dell'edificio, ognuno vedovo dell'altro nel proprio mondo ed ancora animati da un amore così forte da rendere sottile ed oltrepassabile il confine tra le realtà parallele.
Con Subject 13 si torna a tuffarsi nel passato, riprendendo quanto già introdotto nell'episodio Peter della stagione precedente. Di nuovo impostazione anni '80 per la serie, a partire dalla fotografia fino alla sigla di testa con grafica e suoni d'epoca, per un episodio che riprende la storia del rapimento di Peter da parte di Walter e del periodo successivo ad esso e mette in scena i dubbi e la sofferenza del ragazzo, consapevole di non trovarsi a casa, insospettito dai tanti piccoli dettagli contrastanti rispetto alla realtà in cui stava crescendo.
Subject 13, però, usa i viaggi estemporanei ed involontari di Olivia per mostrarci anche come sia proprio grazie a questi che Walternate (altro nome adottato ufficialmente nella stesura degli script per il Bishop alternativo) sia arrivato a capire la provenienza della minaccia lanciata al suo mondo dal nostro, avviando le contromisure che tutti conosciamo, che lo stessa sua controparte nostrana sta iniziando a prendere in considerazione, e che potrebbero portare di qui alla fine della stagione alla pericolosa guerra tra i due universi.