Ascolti stabilizzati ed idee chiare sul futuro della serie, due elementi che hanno contribuito a far sì che la Fox confermasse la nuova creatura di J.J. Abrams per tutta la stagione, dando la possibilità agli autori di lavorare con tranquillità e sviluppare le tematiche alla base della mitologia di Fringe. Una mitologia che proprio dal quarto episodio, The Arrival (in italiano E' arrivato), inizia a venire allo scoperto e fornirci le prime domande su cui interrogarci nei prossimi mesi.
C'era qualcosa dietro le quinte degli eventi già visti negli scorsi episodi, qualcosa o qualcuno che ci viene presentato già nell'incipit di questa settimana: siamo in un diner, dove una cameriera prende l'ordinazione di un uomo alquanto bizzarro, calvo e senza sopracciglia, che non fa nulla per evitare di attirare l'attenzione su di sè, sia per l'ordinazione stessa a base di cibo molto piccante, sia per il modo in cui osserva con attenzione dei lavori in corso proprio di fronte al locale, prendendo appunti su un blocchetto in una lingua sconosciuta. E' chiaro che l'uomo aspetta qualcosa e questo evento si verifica poco dopo, nella forma di quello che sembra essere un terremoto. Terminato il disastro, l'uomo indossa cappello ed occhiali scuri, esce dal locale e telefona a qualcuno per comunicare "è arrivato".
Contrariamente agli episodi precedenti, la scena immediatamente successiva alla sigla si concentra su Peter e Walter Bishop: è notte a Boston e Peter cerca inutilmente di dormire mentre il padre continua a ripetere quella che sembra essere una formula chimica, ma che in realtà è la ricetta per preparare la root beer, bevanda che non ha modo di assaporare da diciassette anni. Troppo da sopportare per Peter, che trova rifugio nella vasca da bagno ma è deciso fermamente ad abbandonare il padre ed il giorno dopo non può far altro che andarne a parlare con Olivia nella sede dell'FBI: la sua presenza non è necessaria e si sente nient'altro che un babysitter per il padre, confermando quella che era stata anche l'impressione di tutti gli spettatori fino a questo momento. Olivia gli spiega che Walter è stato chiaro su un punto e cioè che senza la presenza di Peter non avrebbe collaborato, quindi per il momento è costretto a restare, ma "solo per un altro caso", come tiene a precisare.
Non sono molte le informazioni che Jacobson è in grado di fonire per far luce sulla natura dell'oggetto e spiega che all'epoca pensarono che fosse qualcosa caduto dallo spazio, come un pezzo di un satellite, e che ritennero che stesse comunicando qualcosa con la sua vibrazione; dopo 48 ore, con un'eplosione, sparì nel suolo. Jacobson consiglia di tenersi alla larga dall'oggetto e le consegna il file sulle indagini sostenute venti anni prima.
Al laboratorio, mentre il dottor Bishop spiega a Peter che in passato aveva lavorato al progetto Thor, che riguardava la creazione di un ordigno in grado di essere sparato verso qualunque bersaglio attraverso il centro della Terra, Olivia fa una scoperta notevole: nelle foto dell'incidente del giorno prima, così come in quelle ricavate dal file del 1987, appare lo stesso individuo immobile sullo sfondo, e guarda caso è lo stesso che abbiamo conosciuto ad inizio episodio. La reazione di Broyles quando l'agente Dunham gli comunica la scoperta è di estrema sorpresa e la conduce in una stanza tappezzata di foto in cui lo stesso soggetto è presente. Loro lo chiamano The Observer (l'Osservatore) e ne hanno riscontrato la presenza in occasione di centinaia di eventi riconducibili allo Schema; e Broyles è positivamente colpito: ad Olivia sono bastate solo tre settimane per individuarlo, mentre a loro è occorso un anno.
Chi è quest'uomo? Non lo sanno, non sono ancora riusciti ad identificarlo, ma sembra non fare niente più di quello che è evidente dalle immagini: osservare senza intervenire.
Qualcosa su di lui sembra però saperla Walter Bishop, che rimasto solo nel laboratorio con Astrid, ne approfitta per iniettarle un sedativo e sparire con l'oggetto misterioso. Ancora più sorprendente il fatto che la sua fuga lo porti proprio ad incontrare l'Osservatore in un ristorante, che i due sembrano conoscersi da tempo e che l'uomo dimostra gratitudine nei suoi confronti per aver nascosto l'oggetto.
La fuga, le sue motivazioni e l'incontro sono oggetto di discussione al quartier generale del Bureau una volta che Walter viene ritrovato, ma su questi argomenti lo scienziato non vuole, o non può, dire molto di più.
Proteggere l'oggetto sembra in effetti un'esigenza, perchè non c'è solo l'Osservatore sulle sue tracce, ma anche un altro uomo, che si presenta armato e deciso ad ottenere quello di cui ha bisogno sia sul luogo dell'incidente sia da Henry Jacobson, seguendo quindi le tracce delle loro indagini. E da quest'ultimo, tramite uno strumento di tortura, riesce ad ottenere informazioni sulla visita di Olivia; informazioni che lo conducono da Peter, che viene rapito e torturato con lo stesso metodo usato su Jacobson.
Il rapimento di Peter preoccupa il padre, non solo perchè è il figlio ad essere in pericolo, ma perchè Walter è convinto che il rapitore può essere in grado di ritrovare l'oggetto nascosto interrogando il ragazzo... nonostante questi non sappia niente del nascondiglio. Il motivo? Semplice: le idee, spiegherà Bishop in seguito, si trasmettono per osmosi e la macchina in possesso di questo individuo è in grado di estrapolarle dal cervello di Peter.
In perfetto orario, secondo le aspettative dell'Osservatore, che comunica l'evento a qualcuno telefonicamente per poi essere messo al tappeto da Peter. Il faccia a faccia tra i due è sconvolgente: l'uomo calvo parla all'unisono con il ragazzo, ripetendo le frasi pronunciate da lui come se sapesse in anticipo cosa sta per dire. Allo sguardo sbigottito di Peter, risponde sparandogli con un'arma simile a quella usata dal suo avversario.
L'evento non può non scuotere Peter, che rivediamo a colloquio con Olivia prima di tornare alla termporanea residenza Bishop, molto più sicuro del suo ruolo e della sua volontà di restare nel gruppo: cose molto strane stanno accadendo, cose complesse e collegate tra loro, cose incomprensibili che una mente come la sua non può ignorare. Deve sapere cosa c'è dietro e vuole dare una mano per indagare su questi fenomeni.
Inoltre al ritorno a casa, Walter gli racconta il primo incontro con l'Osservatore avvenuto molti anni prima e si tratta di un incidente che Peter già conosce, ma con dettagli diversi: era il giorno del ringraziamento, erano in auto con la fretta di ricongiungersi ai parenti, quando andarono fuori strada, finendo su un lago ghiacciato; il ghiaccio non resse più di due minuti e finirono nell'acqua gelata, ma non fu Walter e riuscire a portare in salvo sè stesso ed il figlio, come in passato aveva raccontato, ma un uomo che non aveva mai visto prima, un uomo calvo senza sopracciglia, l'Osservatore appunto.
Questo ci fa chiedere perchè in quel caso per l'uomo è stato possibile intervenire, contravvenendo al suo comportamento abituale di osservare senza interferire. Perchè Walter e Peter hanno un'importanza speciale per lui e coloro i quali collaborano con lui? E' un uomo solo o tanti cloni?
E' ancora vivo? Era lui a chiamare e, se sì, come? Ma soprattutto: cosa gli è accaduto e da che parte starà?
Tutte domande a cui speriamo di avere risposta prossimamente.