Dopo il riuscito Bad Dreams, con Midnight Fringe aveva la possibilità di sferrare un deciso uno-due allo spettatore, mettendo in fila una coppia di episodi di alto livello ed importanti ai fini della mitologia della serie. Se però non manca una rivelazione importante, seppur prevedibile per lo spettatore abituale dello show, non è del tutto riuscito l'episodio dal punto di vista strutturale e narrativo, con il caso della settimana poco approfondito ed usato solo per tornare a parlare del gruppo ZFT di cui Jones fa parte.
Alla regia questa settimana troviamo Bobby Roth, veterano di Prison Break al suo esordio dietro la macchina da preso di Fringe, ma già in contatto con il gruppo che fa capo a J.J. Abrams per aver diretto due episodi di Lost; anche alla sceneggiatura troviamo due esordienti per la serie: J.H. Wyman ed Andrew Kreisberg, che, a differenza di Akiva Goldsman della scorsa settimana, che ritroveremo anche per il prossimo episodio The Road not Taken, non sembrano essere entrati subito nelle dinamiche dello show.
L'apertura è dedicata al Monster of the Week, questa settimana impersonato da una bella donna che adesca uomini in un locale per poi nutrirsi del loro liquido spinale con il solito gusto dello show per il gore. Il motivo dell'insaziabile fame della donna, sia dal punto di vista erotico che puramente nutritivo, è un virus, un'evoluzione della sifilide, che le è stato iniettato dal gruppo ZFT per vendicarsi del marito Nicholas Boone, scienziato al loro servizio che ha cercato di tirarsi fuori una volta compresi i loro veri piani.
Giunti allo scienziato tramite la Lubov Pharmaceutical, Olivia e compagni riescono a strappare all'uomo la promessa di informazioni, di tutto quello che sa sul gruppo, una volta ritrovata e salvata la moglie. A questo scopo, lo scienziato si mette al lavoro con Bishop nel tentativo di produrre un antidoto, mentre Olivia e la squadra si mettono sulle tracce della donna. E' Astrid questa volta ad avere l'idea vincente per ritrovarla: sui corpi delle vittime è visibile al buio il marchio dello stesso locale, il territorio di caccia della donna.
Per un attimo Olivia sembrerebbe di nuovo ad un vicolo cieco, ma Boone, rendendosi conto delle sue condizioni, ha avuto la prontezza di registrare un messaggio per lei con la telecamera di Walter, rivelandole quello che sa del gruppo ZFT e quello che sa è un'informazione fondamentale, il nome del suo fondatore: William Bell.
Sì, proprio quel William Bell a cui fa capo la Massive Dynamics e che ha condiviso a lungo un laboratorio con Walter, quel William Bell che nel giro di due settimane vedremo fare il suo ingresso in Fringe con il volto di Leonard Nimoy. Purtroppo per la serie, si tratta di una rivelazione che molti degli spettatori affezionati avevano già intuito, quindi l'effetto sorpresa non è quello sperato dagli autori, ma aggiunge comunque un tassello importante alla mitologia della serie e prepara il finale di stagione, lontano ormai solo due episodi in quel There's More than One of Everything dal titolo tanto affascinante.
Intanto il collegamento tra Bell ed i terroristi del gruppo ZFT conferma l'idea che altri indizi aveva già fatto nascere, ovvero che anche Walter sia stato in qualche modo aggregato a loro e che forse lo è ancora, tricerato dietro la sua amnesia ribadita questa settimana a Boone, evidentemente consapevole di chi fosse Bishop.
In secondo luogo, non possiamo non notare la domanda che Boone rivolge a Bishop per convincerlo a prelevare ancora del liquido spinale dal suo corpo allo scopo di realizzare l'antidoto per la moglie: "fino a che punto andresti per qualcuno che ami?" Non ci sembra una frase gettata là per l'occasione, ma abbiamo l'impressione che sia la domanda chiave della vita di Walter: quanto ha fatto Bishop per Peter? Lui e l'Osservatore (anche questa settimana avvistato nel locale), hanno fatto un patto in passato per salvare la vita del ragazzo?