Ogni anno i network americani preparano diverse serie da mandare in onda in autunno, con l'inizio della nuova stagione televisiva, ed ogni anno ce ne sono alcune che risaltano rispetto alle altre e che creano un'attesa maggiore delle concorrenti presso il pubblico.
Quest'anno l'onore e l'onere di questo ruolo spetta a due veterani del mondo delle serie TV quali J.J. Abrams e Joss Whedon, i cui attesi ritorni televisivi rispondono rispettivamente ai titoli di Fringe e Dollhouse.
Se per quest'ultimo dobbiamo aspettare la seconda parte della stagione, e quindi l'inizio del 2009, Fringe arriverà sugli schermi americani già il 9 Settembre e fino ad allora siamo sicuri che Abrams sfrutterà la sua innata abilità nel marketing e nella promozione dei suoi prodotti per creare un hype notevole che molto probabilmente si tradurrà in un ottimo ascolto al debutto. Onore ed onere, dicevamo, perchè questa attesa rischia di creare delle aspettative che è poi difficile mantenere con conseguente delusione del pubblico e parziale insuccesso dello show. Un rovescio della medaglia che non preoccupa Abrams, considerando l'attenzione che l'autore rivolge proprio alla costruzione dell'hype per i suoi prodotti, con mirate operazioni di marketing che sono in programma anche per Fringe.
Il pilot della serie, scritto dallo stesso Abrams, da Alex Kurtzman e da Roberto Orci, è un doppio episodio diretto da Alex Graves, regista di collaudata esperienza televisiva in serie come The Practice, West Wing, The Nine e Journeyman, che subito mette in tavola gli ingredienti che forniranno la base di una serie che promette di essere ben più complessa del mero clone di X-Files a cui le prime brevi descrizioni potevano far pensare.
Il dubbio che Abrams volesse sfruttare la scia della storica serie di Chris Carter era venuto un po' a tutti, d'altra parte siamo nell'anno del ritorno in sala degli agenti Mulder e Scully e da un uomo scaltro come l'autore di Lost ci si poteva aspettare una mossa simile; inoltre le prime descrizioni di Fringe parlavano di un'agente FBI che si occupava di casi misteriori ed inspiegabili. Una descrizione senz'altro vera, seppur incompleta ed estremamente riduttiva.
Il pilot della serie prende il via, così come Lost, da un aereo. Si tratta del volo 627 da Amburgo, a bordo del quale accade qualcosa di misterioso: uno dei passeggeri si inietta qualcosa e poi subisce dei rapidi quanto spaventosi danni ai tessuti molli del corpo. Infatti pelle, muscoli e carne sembrano dissolversi, lasciando solo lo scheletro del malcapitato e in breve tempo la stessa sorte capita a tutti gli altri passeggeri e membri dell'equipaggio.
L'agente Olivia Dunham, che nella serie ha il volto di Anna Torv, viene convocata all'aeroporto Logan di Boston dove l'aereo è stato fatto atterrare a distanza dalla torre di controllo e si rende conto che non sarà l'unica ad occuparsi del caso, gestito dalla Sicurezza Nazionale.
L'agente Dunham non si dà per vinta e riesce a trovare un collegamento tra questi strani fenomeni ed il lavoro di uno scienziato, il dottor Walter Bishop, attualmente rinchiuso in un istituto psichiatrico, dove può ricevere visite solo dai parenti stretti. L'agente Philip Broyles, a capo della indagini e dal volto noto ai fan di Lost per essere interpretato dall'attore che impersona l'ambiguo Matthew Abaddon, fa capire ad Olivia che non può molto per aiutarla, ma che è disposto ad appoggiarla se gli riuscirà a portare prove del collegamento tra lo scienziato ed il caso.
Un collegamento che evidentemente l'agente riesce a trovare, riuscendo a contattare il figlio dello scienziato, portando quest'ultimo fuori dall'Istituto in cui è stato rinchiuso per anni e rimettendo in piedi il suo laboratorio per permettergli di comprendere ed invertire il processo degenerativo di cui l'agente Scott è vittima.
Ma le indagini di Olivia la conducono anche in un'altra direzione, che siamo sicuri la serie percorrà con l'andare avanti: Bishop in passato ha condiviso il laboratorio con un certo William Bell, fondatore della Massive Dynamics, multinazionale che sembra occuparsi di molti campi della vita quotidiana, sperimentando ampiamente in quella che la serie chiama Fringe Science (scienza di confine), la stessa che lo stesso Bishop dà prova di padroneggiare. Qualcuno ha detto Dharma? Inevitabile che il pensiero corra alla figura equivalente dell'altra popolare serie dello stesso Abrams, così come è naturale che alcuni twist di sceneggiatura facciano pensare all'ambiguità che fa da sfondo ad Alias. A giudicare dai contenuti del pilot, infatti, sembra che Fringe voglia miscelare molti degli elementi di successo degli altri lavori dell'autore e regista e per ora il mix sembra ben riuscito. Il rischio è che una delle anime della serie prenda il sopravvento sulle altre, portando la storyline verso una deriva che può risultare eccessiva e particolarmente surreale o complessa da seguire.
Per ora siamo di fronte ad un prodotto tecnicamente valido, che nel corso dell'ora e mezza di durata tiene bene la tensione soprattutto grazie alla costruzione delle sequenze, al montaggio ed alla musica d'atmosfera che si dimostra un buon accompagnamento per lo show. Molto interessante e d'impatto la scelta stilistica usata per inserire le didascalie con il riferimento al luogo in cui si svolge la sequenza: con una tecnica che ricorda i titoli degli episodi di Heroes, le scritte sono inserite all'interno della scena, fondendosi con l'ambientazione.
Alcune sequenze non all'altezza delle aspettative, alcune battute troppo enfatiche ed alcune scelte non riuscitissime, non rovinano la visione e non distolgono l'attenzione da personaggi potenzialmente interessanti e ben interpretati soprattutti da quelli che dovrebbero essere i regular della serie, ovvero la Torv, Joshua Jackson e John Noble.
Da qui a settembre non mancheranno su web iniziative messe in piedi dalla Fox e dallo stesso Abrams per promuovere la serie e contribuire a crescere l'hype per la premiere del 9 settembre. Notizia delle ultime ore è infatti la scoperta di un link nascosto nel sito ufficiale che porta ad un video su youtube che mostra un uomo con sei dita.
Sarà un'estate al limite per chi aspetta la serie e per gli appassionati di Abrams, un po' come la scienza protagonista di Fringe.