Recensione Friends with Money (2006)

La sceneggiatura - senz'altro consapevolmente - rimane superficiale: la volontà di non andare a fondo dei problemi e delle personalità in ballo impedisce allo spettatore di affezionarsi ai personaggi e simpatizzare con loro.

Friends and the City

Quattro amiche s'incontrano a cena per festeggiare il compleanno di una di loro, in compagnia dei rispettivi coniugi. Tranne Olivia, naturalmente, che ha passato la trentina senza trovare marito, e per di più ha recentemente lasciato il suo posto d'insegnante, per accontentarsi di sbarcare il lunario facendo la donna delle pulizie. Le amiche sono ovviamente in pensiero, soprattutto Franny, coscienziosamente ricca e felicemente sposata, che le presenta il suo gretto, emotivamente ritardato personal trainer, ma rifiuta di prestarle i soldi per un corso preparatorio che le assicurerebbe un impiego più soddisfacente. Jane, stilista di successo, è troppo presa da sé stessa per occuparsi dell'amica: il compleanno di cui sopra era il suo, ormai è una quarantenne per davvero e si trova a fare i conti con una vita che non è quella che aveva sognato; così, non solo diventa terribilmente intollerante e irascibile, ma smette di lavarsi i capelli. Secondo Christine, la quarta amica del gruppo, la ragione dell'improvvisa instabilità di Jane è l'omosessualità latente del marito Aaron. Non che l'unione di Christine sia perfetta: il marito - che è anche il suo socio, scrivono insieme sceneggiature - si sta allontanando inesorabilmente, anche se lei, per il momento, ha deciso di non rendersene conto.

Friends with Money di Nicole Holofcener racconta queste losangeline nevrotiche e normalissime - non lontane dalle newyorkesi di Sex and the City, ma in versione più adulta e depressa - con intelligente, ma forse troppo plateale, distacco, in una sofisticata commedia d'ambiente che intrattiene piacevolmente soprattutto perché Frances McDormand, Catherine Keener, Joan Cusack e Jennifer Aniston riempiono lo schermo di fascino e talento. Il film è costituito da una serie di scene dialogiche per lo più a due, che coinvolgono le protagoniste, i loro uomini, e qualche raro personaggio aggiuntivo, incastonate tra due scene corali, la cena che apre il film e quella che lo chiude. Nel frattempo, i conflitti non saranno risolti e i personaggi non saranno cresciuti, né noi avremo imparato a conoscerli: Holofcener, sceneggiatrice oltre che regista, ci ha concesso solamente di osservarli. La sceneggiatura non manca, come detto, di intelligenza e humour, oltre che della capacità di porre sotto una luce insolita le più semplici e familiari relazioni tra esseri umani, ma è troppo - anche se senz'altro consapevolmente - superficiale, e la volontà di non andare a fondo dei problemi e delle personalità in ballo impedisce allo spettatore di affezionarsi ai personaggi e simpatizzare con loro.

Anche il tema più sottile toccato dalla storia - quello dell'importanza del denaro per la felicità, coniugale e non - è appena sfiorato, e la tesi della Holofcener, non certo confortante, non trova una piena e chiara esposizione: inevitabile che, chiudendosi, il film lasci un po' d'amaro in bocca, e non solo per le debolezze umane su cui punta il dito.

Movieplayer.it

3.0/5