Mason Pettits è un ex membro delle forze speciali americane, congedato dal servizio dopo aver preso parte a una missione nello stato sudamericano di Paldonia, nella quale sono morti tutti i suoi compagni. Ora l'uomo conduce un'esistenza tranquilla insieme alla moglie e alla figlioletta, lavorando senza grande entusiasmo come avvocato. Un giorno riceve la visita di un suo ex commilitone, Sebastian, che ora è coinvolto nel settore della sicurezza privata e gli propone un nuovo incarico.
Il protagonista di Freelance, stanco da quella quotidianità per lui monotona e noiosa nonché in crisi con la compagna, decide di accettare anche perché la missione lo riporterà a fare i conti proprio con il suo traumatico passato. Ha infatti il compito di proteggere la giornalista Claire Wellington, pronta a recarsi proprio in Paldonia per realizzare un'intervista al dittatore Juan Venegas, che Mason considera responsabile della tragica sorte toccata alla sua squadra. Ma una volta giunti sul posto, un tentativo di colpo di stato cambia ulteriormente le carte in tavola...
Old school?
Ha un limite evidente che per alcuni può anche apparire come un pregio, ovvero il suo essere fuori tempo massimo, tanto che sembra un prodotto uscito fresco fresco dagli anni Ottanta. Una action comedy elementare senza grosse ambizioni di sorta se non quella di intrattenere il principale target di riferimento, permettendosi anche varie citazioni qua e là in un'ambientazione esotica che tanta fortuna ha dato in passato a titoli a tema. E quest'aura citazionista è ulteriormente rimarcata dall'interpretazione di un John Cena che sembra sempre più ricalcare la verve autoironica di Arnold Schwarzenegger, dove a quella fisicità scolpita e ingombrante da wrestler si unisce una vis comica sempre più preponderante, che lo rende "l'uomo giusto al posto giusto". Basti vedere il prologo, dove il voice-over accompagna la visuale in prima persona e in un brevissimo lasso di tempo ci introduce al background di questo ex soldato disilluso e costretto a una vita da civile.
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Più contro che pro
Certamente come detto Freelance non è un film memorabile e la stessa gestione di gag e battute, nonché di quel pizzico di retorica sentimentalista, lascia il tempo che trova, pur in un'atmosfera generale di contagiosa simpatia, data anche dalla caratterizzazione sui generis di un villain poi non così villain affidato all'attore colombiano Juan Pablo Raba. Meno in sintonia invece Alison Brie - la chimica tra lei e Cena è pressoché nulla - mentre piccolo ma gustoso il cameo di Christian Slater. Un cast che si muove in una narrazione alquanto telefonata, dove la situazione da tentato golpe è il palcoscenico ideale per gli scontati colpi di scena che sottolineano il mutevole legame tra i due antagonisti, costretti a unire le forze in una disperata lotta per la sopravvivenza dove non potranno fidarsi di niente e di nessuno, nemmeno di ciò in cui credevano.
Da Paldonia con amore
Freelance è un'operazione alquanto singolare nella carriera del regista francese Pierre Morel - sì, proprio quello di Io vi troverò (2008) e From Paris with Love (2010) - che opta qui per atmosfere più leggere senza una precisa idea, rischiando in più occasioni di far emergere il caos, a discapito di un intreccio e relativa messa in scena che avrebbero beneficiato di una maggior omogeneità. Colpa questa in parte condivisa con lo sceneggiatore Jacob Lentz, al suo primo lavoro per il grande schermo. Certo i quaranta milioni di budget non si comprende esattamente come siano stati spesi, visto che a parte qualche scena d'azione nella giungla sudamericana e la resa dei conti finale, Freelance offre uno spettacolo relativamente contenuto, cercando sempre di ibridare le due anime del racconto in un mix che non convince mai del tutto.
Conclusioni
Un ex soldato delle forze speciali che è stato congedato e conduce una tranquilla - pure troppo per lui - vita da padre di famiglia e avvocato in uno studio legale si ritrova a impugnare nuovamente le armi dopo essere stato contattato da un vecchio compagno. In missione come guardia del corpo di una giornalista, chiamata a intervistare il dittatore di un fittizio stato sudamericano, si ritrova a fare i conti con il suo passato. Freelance è un'action comedy ingenua, a tratti divertente ma poco coesa a livello di situazioni e di narrazione, che trova il suo principale punto di forza nell'autoironia di un John Cena che racchiude al meglio le due anime dell'operazione. Peccato che non si possa dire lo stesso del resto.
Perché ci piace
- Un John Cena sempre più autoironico.
- Un intrattenimento semplice semplice.
Cosa non va
- Sceneggiatura derivativa e improbabile che guarda a simili produzioni anni Ottanta.
- L'anima action che ne consegue.
- Alison Brie è una partner femminile poco ispirata.