Prosegue l'impegno di Franco Nero nel cinema indipendente europeo, che nell'attore italiano ha trovato un prezioso interprete e produttore. Era già successo, tra gli altri, con gli ultimi due lavori di Louis Nero, che l'aveva voluto al suo fianco per Hans e La rabbia. Ora la collaborazione tra i due si rinnova per una co-produzione di Ungheria e Italia che L'Altrofilm, la società di distribuzione di Louis Nero, porterà sui nostri schermi a partire dal prossimo 28 novembre. Parliamo di Mario il mago, film tratto da una storia vera accaduta in un piccolo villaggio ungherese, che già aveva ispirato la novella omonima di Margit Halász, sulla quale si è poi basato Tamás Almási che del film è sceneggiatore e regista. "La storia è ambientata nel 1990, dopo la caduta del muro di Berlino - ci racconta Franco Nero durante la conferenza stampa romana per la presentazione del film tenutasi all'Accademia d'Ungheria di Roma - quando i paesi dell'Est sognavano la democrazia e si sono dovuti confrontare con l'arrivo del capitalismo. Imprenditori francesi, spagnoli e italiani andavano in quegli anni ad aprire in quei posti stabilimenti a basso costo per i quali si poteva contare sulla manodopera locale. Io interpreto Mario, un imprenditore italiano che apre un calzaturificio ad Abaujvar, un piccolo paese dell'Ungheria, generando un clima di cambiamenti e di libertà".
Mario il mago è però, innanzitutto, una "storia al femminile", come la definisce lo stesso Nero. Quando nel paese si diffonde infatti la notizia dell'apertura di una fabbrica di calzature, tutte le donne del posto fanno a gara per essere assunte. Tra queste c'è Veronica, una donna stanca del marito burbero che la mette in guardia dagli italiani. Lei però non si lascia scoraggiare e riesce ad ottenere il posto, facendo di Mario la sua più grande ossessione, tanto che sarà vittima di continue visioni che la porteranno a parlare con l'uomo anche in sua assenza.
Ad interpretare Veronica è Júlia Nyakó, considerata nel suo paese la Anna Magnani d'Ungheria. "Abbiamo girato il film in un posto molto bello, nel nord del mio paese - racconta l'attrice - Quando ci affacciavamo alla finestra la mattina vedevamo girasoli, cicogne e scoiattoli dappertutto. Ci siamo divertiti molto sul set grazie anche a quest'atmosfera ideale. Mi sono sentita molto onorata a lavorare con Franco Nero, anche se non avevamo molte scene insieme. Fortunatamente, fuori dal set mi ha insegnato a giocare a scopa e a briscola!".A dirigere Mario il mago è Tamás Almási, uno dei più conosciuti documentaristi ungheresi e vincitore nel 1999 del premio Pulitzer proprio grazie ai suoi importanti documentari sull'occupazione e sulla condizione della donna nel suo paese. Altro attore italiano impegnato nel progetto è Vittorio Marsiglia che in molti ricorderanno per la sua partecipazione al programma televisivo cult degli anni Ottanta, Il pranzo è servito, condotto dal compianto Corrado Mantoni.
"In Ungheria si mangia benissimo - rivela Marsiglia - e quando si mangia bene si recita bene! Nel film il mio personaggio ha l'incarico di intrattenere, per conto di Mario, contatti diretti con la popolazione e di assumere operai. E' una persona dotata di grande umanità, che punta molto sulla simpatia. La cosa più ostica per me è stato dover recitare in ungherese, la lingua più difficile del mondo". A volere Vittorio Marsiglia nel film è stato proprio Franco Nero che dopo aver letto la sceneggiatura ha subito deciso di imbarcarsi in questa nuova avventura, nella doppia veste di attore e produttore.Molto attivo fuori dai confini italiani, l'attore emiliano dà la colpa del suo scarso coinvolgimento nel nostro cinema ad un'involuzione nell'ambito del cinema che avrebbe coinvolto il paese. "Quando ero ragazzo esisteva un'industria cinematografica in Italia ed eravamo i primi al mondo - ci confida l'attore - Si realizzavano film di ogni genere, dal western al cinema politico, dalle opere di Fellini alle commedie. Con l'avvento della tv privata, dagli anni Ottanta in poi, il cinema è andato scemando. Le sale si sono ridotte dal 13.000 a 1900, con un calo del 90%. Poi negli anni c'è stata una parziale ripresa e attualmente esistono 3600 schermi. Oggi però in Italia fanno i film solo coloro che appartengono a quel filone di funzionari televisivi o ministri che contano, altrimenti sei tagliato fuori.
Gente come me è perciò costretta ad andare all'estero, L'80% dei film che giro vengono prodotti da paesi come Germania, Repubblica Ceca, Belgio e Inghilterra. Ho fatto nella mia carriera più di 170 film, e una trentina di questi non sono mai usciti in Italia, come The Legend of Valentino che avrebbe potuto essere un grande successo nel nostro paese, ma la Rai non l'ha voluto. Io comunque amo il cinema e smetterò di farlo solo quando perderò entusiasmo. Fino ad allora mi batterò per fare un cinema particolare e di qualità". Proprio in quest'ambito rientra Mario il mago che sarà presentato oggi in concorso al Festival del Cairo, mentre in Italia arriverà venerdì prossimo seguendo una distribuzione ragionata a causa del sovraffollamento delle uscite dei prossimi giorni. Inizialmente, infatti, il film sarà distribuito in poche città per poi vedere allargare nelle settimane successive il numero di copie, che arriveranno a un totale di trenta per l'inizio del prossimo anno.