Four Knights of the Apocalypse, la recensione: un buon sequel di Seven Deadly Sins

La recensione di Four Knights of the Apocalypse, sequel dell'amatissima Seven Deadly Sins ancora una volta distribuita da Netflix: una nuova avventura in Britannia 16 anni dopo il finale della storia di Meliodas.

Four Knights of the Apocalypse, la recensione: un buon sequel di Seven Deadly Sins

A due anni di distanza dalla fine di The Seven Deadly Sins, torna su Netflix il mondo immaginario e fantastico di Nabaka Suzuki con quello che è il sequel diretto dell'opera, Four Knight of the Apocalypse. Il manga di questa nuova avventura ambientata nel magico universo di Britannia è ormai pubblicato da tre anni e ha raggiunto il suo quindicesimo volume, ma la trasposizione animata è arrivata in Giappone solo a ottobre 2023, con sedici episodi all'attivo.

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The Seven Deadly Sins: Four Knights of the Apocalypse - un'immagine

A detenere i diritti di distribuzione internazionale è sempre Netflix, che ha finalmente pubblicato in piattaforma quella che potremmo definire la prima parte della prima stagione di Four Knights of the Apocalypse, composta da 11 episodi. In attesa dell'arrivo della seconda metà, che prevediamo sbarcherà su Netflix con il finale di stagione giapponese, parliamo di questo primo e lungo assaggio della serie nella nostra recensione di Four Knights of the Apocalypse, che possiamo dire abbastanza soddisfacente.

Four Knights of the Apocalypse: lasciare il nido

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The Seven Deadly Sins: Four Knights of the Apocalypse - un'immagine

Il sequel di Seven Deadly Sins si svolge 16 anni dopo la fine dell'Ultima Guerra Santa tra i Sette Peccati Capitali guidati da Meliodas e i Dieci Comandamenti al servizio del Re dei Demoni. Se nell'opera prima di Suzuki il regno maggiormente interessato era quello di Liones, in Four Knights of the Apocalypse si passa a un'altra grande porzione di Britannia, spostando il focus sul Regno di Camelot. Cambia luogo - in parte - ma cambiano anche gli eroi protagonisti, che questa volta hanno come giovane, energico e sprovveduto leader il sedicenne Percival, che prima di cominciare la sua valorosa missione per sconfiggere il malvagio Re Artù di Camelot e i suoi Cavalieri Sacri vive in cima a un atollo che svetta fin sopra le nuvole insieme all'amatissimo nonno Varghese, ex-cavaliere sacro a suo volta.

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The Seven Deadly Sins: Four Knights of the Apocalypse - un'immagine

Quando un suo vecchio compagno, Ironside, lo rintraccia, quest'ultimo viene ucciso per scongiurare la Profezia dei Quattro Cavalieri dell'Apocalisse, che però spinge Percival a raggiungere la Britannia per sconfiggere Ironside. Qui scopre di essere uno di Quattro, il Cavaliere della Morte, anche se si tratta di un ragazzino simpatico, eroico e sensibile, e insieme a un manipolo di nuovi amici si ritrova invischiato in una battaglia tra bene e male per evitare la fine del mondo che lui stesso, a quanto pare, dovrebbe causare. Ma è davvero così?

Un more of the same con una marcia diversa

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The Seven Deadly Sins: Four Knights of the Apocalypse - un'immagine

Stesso autore, stesso universo, stesso stile, stessa epoca. Sarebbe stato impossibile chiedere a The Seven Deadly Sins: Four Knights of the Apocalypse di essere qualcosa di completamente differente e audace rispetto al predecessore, e infatti lo stesso Suzuki ha scelto di renderlo more of the same con una marcia narrativa diversa. L'obiettivo è quello di ricollegare le due storie ed esplorare con occhi più ingenui e curiosi la vasta Britannia, e in questo senso Percival è il fiore all'occhiello dell'opera: un protagonista adolescente che non conosce niente del mondo, che vive e sperimenta per la prima volta con tenero entusiasmo, dimostrando comunque nervi d'acciaio a una particolare affezione per il bene. Lo stile animato non discosta di un centimetro da quello di Seven Deadly Sins (già, è anche lo stesso studio), soffrendo di conseguenza delle identiche problematiche visive, soprattutto in termini d'azione, dove i cut e la fluidità risentono di un approccio non ancora sufficiente a dare carattere e nerbo a dei combattimenti molto più spettacolari e avvincenti su carta.

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The Seven Deadly Sins: Four Knights of the Apocalypse - un'immagine

Nel suo approccio shonen, comunque, Suzuki punta molto sui rapporti umani e le tematiche d'inclusione e convivenza inter-specie, dando ancora una volta risalto alla dicotomia umana e all'eterna lotta tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. La Britannia resta un universo vibrante e densamente popolato, motivo che permette alla serie di non essere mai realmente ridondante e incuriosire gli appassionati. Certo, Four Knights of the Apocalypse parla a un pubblico molto più variegato e meno esigente - dal punto di vista formale - di quello richiamato da Jujutsu Kaisen, Attacco dei Giganti o Demon Slayer, ma a suo modo sa essere godibile ed efficace, vuoi per la sua vena caricaturale, vuoi per una riscrittura immaginifica di alcuni personaggi del ciclo arturiano, vuoi per una scrittura che a volte, inaspettatamente, sa davvero colpire al cuore, emozionando con sincerità.

Conclusioni

In conclusione, questa prima metà della prima stagione di Four Knights of the Apocalypse ci catapulta nuovamente nel magico universo di Britannia, lasciandoci vivere un'avventura più giovane e ingenua (ma ugualmente intensa) in compagnia dell'irresistibile Percival e dei suoi amici, destinati a cambiare le sorti del mondo e incontrare chi prima di loro aveva già sventato la fine. Godibile e rivolta agli appassionati del lavoro di Nakaba Suzuki.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • Percival è un protagonista entusiasta, fortissimo e ingenuo. Irresistibile.
  • A volta la scrittura emotiva gioca davvero bene le sue carte.
  • la Britannia resta un vasto universo da esplorare.
  • Buone animazioni...

Cosa non va

  • ...senza guizzi né virtù.
  • È comunque un more of the same di Seven Deadly Sins, al netto di una marcia narrativa differente.
  • Combattimenti non sempre convincenti.