I monti della Svizzera, un'estata assolata, i tempi lontani in cui, in una società chiusa governata dalla religione, non c'era spazio per i desideri di una ragazza. Nella recensione di Foudre (Thunder nella versione internazionale), il film di Carmen Jaquier presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma, vi parleremo di tutti gli ingredienti che rendono la pellicola un'opera intrigante. È un film rarefatto, ipnotico, lontano dai ritmi a cui siamo abituati oggi, ma che, se lo si attende, esplode in una vitale ed acerba sensualità: è un romanzo di formazione che ci parla dei desideri di una ragazza in un mondo dove non sono previsti. Con qualcosa che ci ricorda Sofia Coppola.
Svizzera, primi del Novecento
È estate. Siamo nel 1900, sui monti della Svizzera. Elisabeth (Lilith Grasmug), ha passato cinque anni in convento per il suo noviziato. Ma, proprio al momento di prendere i voti, si ritrova a casa. La sorella maggiore, infatti, è venuta a mancare. E ora Elisabeth deve aiutare la famiglia a lavorare la terra. Intorno alla morte della sorella c'è un mistero. Ma i ragazzi del paese cominciano a raccontare ad Elisabeth storie di sesso e di passione che coinvolgevano la sorella, e che ora turbano e incuriosiscono sempre di più la ragazza. Ma stridono con il mondo moralista e bigotto dove lei e i tre ragazzi si muovono.
Un diario per entrare in un'altra vita
Gli sguardi, le parole, i comportamenti di quei tre ragazzi, cominciano a instillare in Elisabeth l'idea che un altro mondo sia possibile. Un altro mondo lontano dal noviziato, dalla clausura, da una vita dedita alla religione. Ma a scatenare ancor di più le fantasie e la curiosità per la vita e per il sesso di Elisabeth è un diario. Quando la ragazza trova quel quaderno, attraverso le parole entra nella vita della sorella e, di fatto, si trova a vivere la sua vita, a sostituirla. Mentre diventa l'oggetto delle attenzioni dei ragazzi, entra in un nuovo mondo attraverso le parole, esplicite, forti, della sorella. È una sorta di passaggio di testimone che avviene attraverso le parole.
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Amare Dio e amare una persona
Ma la tensione ovviamente sta tutta nel rapporto tra le voglie e i bisogni della ragazza e il mondo in cui è cresciuta, un mondo religioso, chiuso, severo. Ed è interessante vedere come, prima la sorella e poi Elisabeth, cerchino di giustificare in qualche modo, di rendere compatibile la loro condotta con gli insegnamenti religiosi che hanno sempre seguito. È possibile amare Dio e allo stesso tempo amare una persona in senso fisico? La risposta, a quei tempi, era piuttosto scontata. E da qui nascerà il dramma all'interno della comunità.
Molti silenzi e poche parole
Foudre è uno di quei film rarefatti, con molti silenzi e poche parole. In tutta la prima parte Elisabeth è una spettatrice, vive in qualche modo nel ricordo di un'altra persona, la sorella. La sua presenza/assenza, come in Rebecca, la prima moglie di Hitchcock, è ovunque, nelle parole, negli oggetti, nelle persone che la frequentavano e parlano di lei. Ma, man mano, da spettatrice Elisabeth diventa protagonista, prende in mano la sua vita. È quella libertà di scelta che, ancora oggi, in molti luoghi, anche vicinissimi a noi, le ragazze dovrebbero avere e non hanno. E che, nella Svizzera del 1900, non era assolutamente prevista.
Lilith Grasmug, coraggiosa attrice protagonista
Gran parte del film è sostenuto dalla giovane e coraggiosa attrice protagonista, Lilith Grasmug, un volto fiero, puro, pulito. La regia indugia spesso su primi e primissimi piani, provando così a scrutarne non solo il viso ma anche l'anima, provando a sondare l'insondabile, quello che dentro lei si sta animando. Indugia molto anche sulle mani, sulle dita lunghe e affusolate. E, poi, con molto pudore, sul corpo nudo, acerbo, un corpo che dovrà finalmente vivere l'esperienza che Elisabeth anela. Delicato e sospeso come un film di Sofia Coppola, Foudre è un romanzo di formazione, la storia di una vergine non suicida, di una ragazza come tante che dovrà trovare il modo di passare dall'innocenza all'esperienza senza perdere se stessa.
Conclusioni
Nella recensione di Foudre vi abbiamo parlato di un film rarefatto, ipnotico, lontano dai ritmi a cui siamo abituati oggi, ma che, se lo si attende, esplode in una vitale ed acerba sensualità: è un romanzo di formazione che ci parla dei desideri di una ragazza in un mondo dove non sono previsti. Con qualcosa che ci ricorda Sofia Coppola.
Perché ci piace
- La tensione tra il mondo chiuso e bigotto dei primi del Novecento e i desideri di un'adolescente.
- La prova totale e magnetica della giovane Lilith Grasmug.
- La regia, che per tematiche e immagini, ci ricorda Sofia Coppola.
Cosa non va
- I ritmi sono lenti, e il film potrebbe non piacere a chi è abituato al linguaggio frenetico delle opere di oggi.