"La vita è come a una scatola di cioccolatini. Non sai mai quello che ti capita". È forse la frase più famosa di Forrest Gump diretto da Robert Zemeckis con un Tom Hanks entrato nella storia del cinema. Strano ma vero, ma il film ha compiuto 30: usciva infatti in America il 23 giugno del 1994. Ma per citare quella battuta, potremmo dire anche "la vita è come un juke-box, non sai mai che canzone verrà suonata". Una parte della forza del film - perfetto in tutti gli aspetti, dalla scrittura alla regia, alle interpretazioni e agli effetti speciali - è la colonna sonora, o meglio la soundtrack. Che colpisce sia nello score originale, di Alan Silvestri, entrato nella storia e riproposto per anni, ad esempio negli spot pubblicitari, sia nella scelta delle canzoni.
Per un film che attraversa la storia americana dagli anni Quaranta agli anni Ottanta, i grandi brani del rock e del pop sono un veicolo fondamentale per evocare immediatamente le varie epoche che hanno scandito la storia americana del recente passato. E molte delle grandi sequenze del film sono legate alle canzoni. E così, in occasione dei 30 anni di Forrest Gump, tornano attuali le parole di Francesco Pannofino, che ha doppiato il personaggio, che recentemente ha raccontato l'esperienza sul palco del Festival di Pesaro: "Non ho doppiato Tom Hanks, ho doppiato Forrest Gump" ha raccontato l'attore.
1. Hound Dog (1956, Elvis Presley)
Forrest Gump è la storia di una vita eccezionale, fatta di grandi incontri. Come quello con Elvis Presley. "Una volta stava da noi un giovanotto, che aveva con lui una chitarra". Elvis fa sentire a Forrest alcuni pezzi. "Mi piaceva la chitarra, aveva un bel suono. Cominciai a muovermi al tempo della musica" racconta. Il piccolo Forrest ha quegli strani aggeggi correttivi alle gambe e si muove a scatti, piegando le ginocchia. Qualche mese, dopo, in tv, Forrest e la madre vedono in tv Elvis esibirsi cantando Hound Dog, e facendo il suo celebre passo con le gambe. Hound Dog in origine era una canzone blues del 1953, scritta da Jerry Leiber e Mike Stoller, e incisa da Willie Mae "Big Mama" Thornton. Blues che diventa rock'n'roll, è l'esempio dell'arte di Elvis: prendere la musica nera e portarla ai bianchi.
2. Blowin' In The Wind (1967, Joan Baez)
"Voglio fare la cantante folk, come Joan Baez". Lo aveva detto a Forrest Jenny (Robin Wright), l'amore della sua vita. Così Forrest va a vederla in un locale. "Aveva realizzato il suo sogno, era una cantante folk" ci dice il nostro amico. E infatti sta cantando Blowin' In The Wind, inno di Bob Dylan che cantò anche la Baez, che di quel movimento faceva parte ed era grande amica di Dylan. Solo che Jenny la sta cantando nuda con addosso solo una chitarra. È in un night, dove fa un numero da spogliarellista. Ma Forrest questo non lo capisce... La canzone fu scritta e incisa da Bob Dylan per il suo album The Freewheelin' Bob Dylan nel 1963: con le sue domande retoriche è considerata la canzone di protesta per eccellenza.
3. Fortunate Son (1969, Creedence Clearwater Revival)
È un altro inno, un'altra canzone piena di significato. È Fortunate Son di John Fogerty e dei suoi Creedence Clearwater Revival. È la canzone che ci annuncia l'arrivo in Vietnam di Forrest, tra elicotteri, vento e la tipica vegetazione del posto. La ricostruzione d'epoca è perfetta: sembra di stare in Apocalypse Now. Poco dopo Forrest e il suo amico Bubba incontrano il tenente Dan di Gary Sinise. Fortunate Son è un inno pacifista, e parla, con ironia, dei "figli fortunati" delle famiglie ricche, che scampano sempre alla guerra.
4. All Along the Watchtower (1968, Jimi Hendrix)
Ecco un'altra canzone che ci fa capire subito che siamo in Vietnam alla fine degli anni Sessanta. È ancora una canzone di Bob Dylan, ancora nell'interpretazione di un grande artista come Jimi Hendrix. È una canzone che gli americani ascoltavano in Vietnam. Così viviamo quei giorni di guerra, ma visti attraverso gli occhi innocenti di Forrest. "Mi capitò di vedere molta campagna. Facevamo delle lunghissime camminate. E stavamo sempre a cercare un tizio di nome Charlie..." Bob Dylan scrisse la canzone nel 1967 per l'album John Wesley Harding, il primo dopo l'incidente in moto che lo aveva costretto a una pausa. È uno dei testi più criptici di Dylan, carico di riferimenti biblici. Hendrix la sentì subito come una canzone che avrebbe potuto scrivere lui, e ne fece una versione psichedelica e infuocata: tratta dall'album Electric Ladyland andò in vetta alle classifiche. Dylan apprezzò così tanto da riproporre, nei suoi concerti, la canzone con l'arrangiamento di Hendrix.
5. California Dreamin' (1966, The Mamas & The Papas)
Con California Dreamin', di The Mamas And The Papas, Zemeckis riesce a creare una scena eccezionale come sintesi. Unisce due mondi, Forrest (Tom Hanks) che dal Vietnam scrive una lettera a Jenny e lei che è in America, ed esce di casa con la chitarra nella custodia, in pieno look da figlia dei fiori. Con lei ci sono altri ragazzi e stanno partendo, probabilmente con destinazione California. California Dreamin' evoca tutto questo, un mondo di pace e di speranza, mentre in Vietnam la gente muore ogni giorno. E Forrest e Jenny ancora una volta sono in due mondi lontani. La canzone fu scritta da nel 1963 da John e Michelle Phillips, i principali componenti del gruppo, durante la loro permanenza a New York. Da noi è famosa la versione dei Dik Dik, con il testo di Mogol, Sognando la California.
6. For What It's Worth (1966, Buffalo Springfield)
For What It's Worth dei Buffalo Springfield, con il suo inconfondibile tintinnio di tastiere, inizia subito dopo, "Qualcuno ha chiuso il rubinetto della pioggia" ci racconta Forrest. Ma arriva subito una raffica di mitragliate. È l'orrore della guerra che deflagra in un film che fino allora era stato leggero. La grandezza di Zemeckis è proprio questa: in una commedia gira la scena come in un war movie. E torna uno dei temi del film, quel "corri Forrest". "E correvo, e correvo, proprio come Jenny mi aveva detto di fare. Fino a che mi ritrovai da solo. Che non era una cosa bella". Arriva la scena in cui correndo, per cercare Bubba, Forrest inizia a salvare tuti i suoi commilitoni. Diventando un eroe. Scritta da Stephen Stills con riferimento a dei disordini sul Sunset Strip di Los Angeles nel 1966, diventò presto una canzone di protesta legata al Vietnam. Con Neil Young alle chitarre, è famosa per i versi del ritornello "Stop, children, what's that sound?"
7. Break on Through (To the Other Side) (1967, The Doors)
I Doors sono un'altra colonna sonora degli americani in Vietnam. Pensate a The End utilizzata in Apocalypse Now, e a Oliver Stone che, dopo Platoon, ha voluto girare un film sui Doors per quell'amore nato in quei giorni in Vietnam. Break On Through arriva in una sequenza che comprende anche Hello, I Love You e People Are Strange. Nell'ospedale militare, inizia la passione per il ping pong. "Giocavo a ping pong anche quando non avevo nessuno con cui giocare". Inizia per gioco e diventa un campione. La canzone, tratta dal primo album, omonimo, dei Doors, fa riferimento alla possibilità di esplorare altre dimensioni abbattendo quelle_ "porte della percezione" di cui parla William Blake, da cui prende il nome la band. La ascoltiamo ovviamente nel film _The Doors, ma anche in Jarhead, altro film sulla guerra.
8. Mrs. Robinson (1968, Simon & Garfunkel)
Mrs. Robinson di Simon & Garfunkel arriva nel momento in cui Forrest incontra il presidente Johnson per ricevere la medaglia d'onore. E arriva il famoso scambio di battute "Mi hanno colpito nel posteriore". "Voglio vederlo", in una scena realizzata con un eccezionale lavoro per inserire Forrest nel materiale di repertorio. È curioso che Zemeckis utilizzi una canzone che è già legata al cinema, a un altro grande film come Il laureato di Mike Nichols: Simon & Garfunkel fa parte della colonna sonora del film. In realtà non era attinente al film, secondo Simon, era "solo una piccola cosa su Joe Di Maggio, la signora Roosevelt e i tempi andati". Ma quella canzone era irresistibile, Nichols lo capì subito e premette per averla nel suo film.
9. Volunteers (1969, Jefferson Airplane)
Volunteers, dei Jefferson Airplane, arriva proprio al momento giusto, quando Forrest viene cooptato, per caso, in una manifestazione pacifista a Washington, al Lincoln Memorial. È una grandissima scena. Forrest si trova a parlare davanti a una platea sterminata di manifestanti. "La guerra nel Vietnam... c'è solo una cosa che poso dire sulla guerra del Vietnam. Il Vietnam..." Un poliziotto gli toglie l'audio. Così non sapremo mai che cosa aveva da dire Forrest. Ma, dalla vasca lungo la piazza, arriva Jenny. Ed è uno dei momenti più belli del film, con il boato che esplode al loro abbraccio. Volunteers, che la band suonò a Woodstock, è la title-track dell'album dei Jefferson Airplane del 1969, carico di messaggi contro la guerra e di canzoni che riflettono le tensioni sociali e rivoluzionarie dell'epoca.
10. Hey Joe (1966, The Jimi Hendrix Experience)
Ancora Jimi Hendrix, simbolo di un'epoca e della controcultura di quegli anni (è stato un'icona di Woodstock, il festival pacifista per eccellenza) arriva con la sua musica per raccontarci una scena breve ma intensa. Forrest è alla riunione dei Black Panthers e dei pacifisti e vede il ragazzo di Jenny che la picchia. Non ci vede più e lo aggredisce. È un momento in cui anche Jenny comincia a capire le contraddizioni di un movimento che forse non era quello che si aspettava. Hey Joe è una cover di un brano di Jimmy Roberts del 1962, che Hendrix ancora una volta fa completamente suo. Il brano fu "scartato" dalla Decca, ma fu riscoperto da Kim Lambert, manager degli Who e pubblicato dalla Polydor.
11. Turn! Turn! Turn! (1965, The Byrds)
Turn! Turn! Turn! dei Byrds, con i suoi accordi di chitarra che risuonano come di rintocchi di campane, arriva in un momento commovente. È la scena in cui Jenny parte, e i mondi dei due si dividono ancora. "E tutto a un tratto se n'era andata, via dalla mia vita" dice il nostro eroe, in una di quelle scene struggenti in cui lei è su un bus e lo guarda, dal lunotto posteriore, mentre si allontana. Gran parte del testo della canzone, scritta da Pete Seeger nel 1959, riprende i versi del terzo capitolo del libro dell'Ecclesiaste, contenuto nella Bibbia.
12. Imagine (1971, John Lennon)
Imagine di John Lennon non fa parte della colonna sonora di Forrest Gump, e non la sentiamo nel film. Ma è al centro di una delle scene più belle, per cui va citata. Quando è diventato così famoso per i suoi viaggi in Cina con la squadra di ping pong, Forrest arriva in un talk show e conosce John Lennon. E così assistiamo alla nascita del testo di Imagine, una delle canzoni più famose di tutti i tempi. Lennon compose Imagine all'inizio del 1971 su un pianoforte Steinway nella sua camera da letto a Tittenhurst Park, la sua residenza ad Ascot, Inghilterra. All'epoca dichiarò che era un brano anti-religioso, anti-nazionalista, anti-convenzionale e anti-capitalista, e che veniva accettato solo perché coperto di zucchero.
13. Everybody's Talkin' (1968, Harry Nilsson)
Una passeggiata per New York di notte, tra la neve e le insegne al neon, con Forrest insieme al suo amico, il tenente Dan, è il momento per ascoltare Everybody's Talkin' di Harry Nilsson. Che permette a Zemeckis di fare un'altra citazione. La famosa canzone infatti apriva Un uomo da marciapiede, di John Schlesinger, con John Voight e Dustin Hoffman.
14. Sweet Home Alabama (1973, Lynyrd Skynyrd)
Canzone annunciata, visto che l'Alabama è la terra di nascita di Forrest Gump, ecco finalmente Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd, noto gruppo di Southern Rock nato proprio in quella terra. È il momento del ritorno alla casa dolce casa. È il momento in cui Forrest e Jenny sono insieme. "Ogni giorno raccoglievo dei fiori per lei. Mi insegnò anche come si balla. Eravamo come una famiglia Jenny e io. E fu il momento più felice della mia vita". Sweet Home Alabama nacque come risposta a Neil Young, che nella sua canzone Alabama aveva criticato lo stato, e gli altri stati del sud, per il loro razzismo.
15. Go Your Own Way (1977, Fleetwood Mac)
È il momento famosissimo del film in cui Forrest Gump correre. "Quel giorno non so proprio perché decisi di iniziare a correre un po'. Visto che sono arrivato fino a qui, decisi di girarmi e di ricominciare a correre". La lunga corsa di Forrest, piena di seguaci che ci trovavano un senso, e che ci racconta il nostro bisogno di avere dei modelli, è costellata di musica. Ascoltiamo, tra le altre, Running On Empty di Jackson Browne e poi Go Your Own Way dei Fleetwood Mac (entrambe le canzoni sono entrate nella versione della colonna sonora ripubblicata nel 2001). La canzone dei Fleetwood Mac è trascinante, è puro rock da fm e ha un respiro epico. È tratta da Rumours, lo storico disco della band, tra i più venduti di tutti i tempi, che rispecchia le forti tensioni all'interno della band per motivi sentimentali. Go Your Own Way è scritta da Lindsey Buckingham e racconta il periodo complicato che stava vivendo con Stevie Nicks, compagna di vita e di lavoro. La canzone è perfetta per raccontare la corsa di Forrest. "Non riuscivano a vedere che uno poteva correre senza una ragione. Avevo voglia di correre. Non so perché ma quello che facevo aveva un senso per le persone". E Forrest Gump ancora oggi ha un grande senso per tutti noi.