Per come inizia e si conclude l'episodio finale della seconda stagione di Fondazione, il drama sci-fi di punta di Apple Tv+ ispirato dai romanzi di Isaac Asimov nel Ciclo della Fondazione, si potrebbe pensare che le parole di Gaal Dornick siano tanto quelle di una fiaba che le raccontava la madre - ed è interessante pensando che ora sappiamo come lei sia in realtà la genitrice di Salvor Hardin - quanto quelle di una storia prettamente scientifica, la creazione dell'universo. Si crea l'universo come si crea un nuovo mondo in cui vivere e prosperare, che sia migliore del precedente, e per farlo bisogna debellare ciò che c'era prima. Distruggere per ricostruire, morire per rinascere: su questo si baserà la recensione del finale di Fondazione 2, disponibile dal 15 settembre su Apple Tv+. Ovviamente, neanche a dirlo, occhio agli spoiler.
(Ri)creare l'universo
Si intitola infatti Miti della creazione l'episodio finale di Fondazione 2, vista la tematica affrontata. La puntata fa ricongiungere Hari Seldon (Jared Harris) a madre e figlia Gaal e Salvor (Lou Llobell e Leah Harvey), mentre la sua mente è oramai chiaramente connessa a quella di Gaal. Grazie a questo riescono a ritrovarsi e a salvarsi per raggiungere un pianeta lontano abitato da bambini e da cui essere di nuovo sottoposti al criosonno verso 150 anni nel futuro. Hari Seldon aveva ancora una volta visto, anzi studiato, il futuro attraverso i calcoli della psicostoria. Come aveva anticipato a Gaal fin dall'inizio di questa storia che attraversa costellazioni e millenni, ci sarebbero state molte Crisi per la Fondazione e questa è solamente la Seconda. Distruggere e sacrificare un pianeta per ricostruire la società, la comunità da un'altra parte. Questa è la missione e questo è il messaggio, un po' come si diceva in Thor Ragnarok: "Asgard non è un luogo, ma non un popolo". È la stessa Salvor a morire per salvare la vita di Gaal dimostrando allo stesso tempo che il futuro può essere cambiato. Nonostante la minaccia incombente di The Mule (Mikael Persbrand).
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(Ri)costruire la Fondazione
La distruzione avviene davvero per tutti i nuclei di personaggi in questo finale di stagione, aprendo così nuovi importanti scenari di (ri)costruzione per la prossima e un decisivo turning point per questo episodio all'interno della macro-storia del serial. Da un lato i tre Fratelli Imperatori, Alba (Cassian Bilton), Giorno (Lee Pace) e Tramonto (Terrence Mann), eliminati man mano per cancellare definitivamente l'Impero verso un nuovo mondo più democratico. Tramonto viene fatto sparire dalla stessa madre-androide Eto Demerzel. Infatti Laura Birn dà una grande prova interpretativa in questo epilogo, mostrando la propria doppia natura contemporaneamente, con la voce apparentemente calma e controllata e le lacrime che riempiono il viso tra qualche singhiozzo. "Sono stata programmata così": un incrocio tra umanità e macchina che ricorda molto le dinamiche di Westworld. È proprio Alba a fuggire e salvarsi temporaneamente insieme alla promessa sposa Sareth (Ella-Rae Smith), pronti a formare un mondo migliore a partire dalle fondamenta, per quanto siano fuggitivi al momento e destinati ad essere scovati da Demerzel.
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(Ri)cominciare da capo
C'è la sensazione davvero di un turning point importante in questo finale di Fondazione 2, per le gravi perdite che al tempo stesso in parte sapremo che rivedremo, dato che la serie ha fatto già tornare molti personaggi dal "regno dei morti". Sopravvive Fratello Constant (Isabella Laughland), monaco nomade che porta in giro la parola di Hari Seldon e che lascia Bel Riose (Ben Daniels) a sacrificarsi insieme alla navicella, dopo che quest'ultimo è riuscito ad eliminare Giorno lanciandolo nell'outer space. Dall'altro lato, Demerzel risveglia per la prima volta contemporaneamente l'ultima versione dei tre Fratelli della dinastia genetica, perché la minaccia contro la salvaguardia dell'Impero è senza precedenti e quindi bisogna unire le forze per fermarla. Il sacrificio è quindi sicuramente l'elemento centrale di questa puntata, per gli autori David S. Goyer e Josh Friedman. Perché dalle ceneri si può solamente ripartire da zero, ricominciare da capo, rimettere insieme il mondo in cui vorremo vivere.
Conclusioni
Alla fine della recensione del finale di Fondazione 2 ci possiamo ritenere soddisfatti per come sia stato scritto un importante turning point per gli eventi che verranno, chiudendo gli archi narrativi (e vitali) di alcuni personaggi pronti a ricominciare nella prossima stagione. La chiave è nel sacrificio e nella distruzione che può portare solamente ad una ricostruzione. Più forti e preparati di prima. Ogni crisi porta ad una fondazione, e siamo solamente alla seconda.
Perché ci piace
- Il sacrificio come punto focale e comune a tutti i personaggi.
- L'idea, molto attuale, di ricostruire il mondo da capo.
- Regia e ambientazioni epiche e suggestive.
- L’interpretazione ambivalente e coinvolgente di Laura Birn.
Cosa non va
- Ci sono state molte morti, ma già sappiamo che in un modo o nell’altro alcuni di loro torneranno.
- Forse un finale un po’ troppo "sentimentale" in alcuni punti, nonostante sia l’umanità che tiene in vita la fantascienza.