La Luna ha sempre suscitato sull'essere umano una certa fascinazione: che sia un espediente romantico o uno dei traguardi scientifici più importanti dell'umanità, questo satellite ha incarnato per secoli il ruolo di compagna silenziosa delle notte più limpide. Ed è propio sfruttando questo tipo di suggestioni che Greg Berlanti confeziona una commedia romantica interessante e piacevole con protagonisti Scarlett Johansson e Channing Tatum. Stiamo parlando di Fly Me to the Moon - Le due facce della Luna, un racconto di finzione liberamente ispirato alla storia del primo allunaggio avvenuto nel 1969.
Kelly Jones è una misteriosa pubblicitaria nota per riuscire a portare avanti qualsiasi campagna, Cole Davis il responsabile della missione Apollo 11 che porterà per la prima volta nella storia un gruppo di astronauti a toccare il suolo lunare. La donna viene ingaggiata dal governo per riportare l'attenzione dell'opinione pubblica sul progetto, ma i suoi stratagemmi di marketing e i suoi sotterfugi infastidiranno a più riprese il rigido Cole. Nel pieno della corsa allo spazio due individui tanto diversi dovranno quindi trovare un modo per avvicinarsi e collaborare.
E di Luna, scienza e cinema ne abbiamo parlato con qualcuno che ha sperimentato in prima persona l'esperienza dell'assenza di gravità: stiamo parlando dell'astronauta italiano Umberto Guidoni che ha preso parte a ben due missioni spaziali.
La Luna e lo spazio tra finzione e realtà: parla Umberto Guidoni
La prima domanda che gli abbiamo rivolto ha quindi riguardato l'allunaggio e il suo significato per noi in quanto umanità: "Abbiamo superato un limite, ci siamo allontanati dal nostro pianeta e per la prima volta abbiamo messo piede su un altro corpo celeste" ha detto Guidoni per poi continuare sottolineando i limiti e i rischi di tale impresa: "Il '69 e quei tre anni che siamo andati sulla Luna sono stati un periodo che si è chiuso perché troppo rischioso per le tecnologie dell'epoca e costoso. Oggi ci torniamo con uno spirito diverso, di mezzo secolo più evoluto per quanto riguarda la tecnologia e anche con aspettative diverse: noi torneremo sulla Luna per utilizzare il materiale lunare, le sue risorse e poi compiere il balzo successivo che è quello di andare verso Marte."
E da tutto questo il cinema ha sempre attinto a piene mani, quindi abbiamo chiesto all'astronauta e astrofisico fino a che punto i film e la narrazione fantascientifica può concedersi licenze che si discostino dalla realtà scientifica, un po' come accade in Interstellar, dove il protagonista sopravvive ad un viaggio in un buco nero: "Tutto sommato quello lo posso anche accettare, noi non abbiamo una scienza che ci permetta di capire cosa c'è in un buco nero: ci sono tante ipotesi e nessuna ancora provata, e non so se la proveremo mai. Ci sono casi più terra terra, penso a Gravity. È un film che dal punto di vista della realizzazione è stato fatto molto bene, quello in cui l'assenza di peso e il fatto di veder galleggiare gli astronauti è più realistico. La storia però non sta in piedi, si violano le leggi più elementari. Credo quindi che in un racconto di fantascienza si debba mantenere un equilibrio: deve essere accattivante, ci deve essere il colpo di scena, ma almeno le leggi basilari della fisica bisognerebbe rispettarle."
Complottismo e fake news
Sul film che invece risulta più accurato dal punto di vista scientifico Guidoni non ha dubbi: "2001: Odissea nello spazio sicuramente, anche se ovviamente anche lì c'è un'elaborazione. Però la parte che riguarda la Luna e la missione verso Giove era basata su studi della NASA, quindi molto rigorosa."
E per quanto riguarda le fake news, piaga del nostro tempo? Come convincere un complottista dell'avvenuto allunaggio? "Proprio oggi leggevo che i russi hanno confermato ufficialmente che hanno le prove che la polvere lunare e le rocce riportate dalla Luna sono veramente lunari. Lo dico perché si fanno tante ipotesi: la bandiera che si muove, le ombre che non quadrano... tutte cose che si possono spiegare con la fisica, sopratutto se teniamo conto delle condizioni nello spazio. La cosa che non viene spesso considerata, però, è che c'era una guerra fredda tra America e Russia e gli americani sono riusciti all'ultimo momento a superare i russi. Se i russi avessero avuto anche un solo dubbio, qualcosa che non quadrava, avrebbero trovato il modo di farlo sapere al grande pubblico e sarebbe stata una vittoria politica incredibile, ma non l'hanno fatto perché era vero. Con buona pace dei complottisti credo si debba accettare questo fatto".