Un volo di linea partito da Los Angeles con destinazione New York è oggetto di una serie di inquietanti turbolenze e strani fenomeni cominciano ben presto a colpire i passeggeri: da chi è vittima di attacchi di panico a chi sente delle voci negli auricolari, fino a chi ancora crede di aver visto al di fuori del finestrino figure femminili sospese nel vuoto.
Come vi raccontiamo nella recensione di Flight of Fear - Terrore ad alta quota, con il procedere del viaggio gli eventi si moltiplicano e ben presto anche lo stesso equipaggio e i piloti si accorgono che qualcosa non va; inoltre il mezzo ha perso ogni contatto radio ed è impossibile comunicare con il più vicino aeroporto. Ben presto i malcapitati protagonisti scopriranno con orrore che il volo è preso d'assalto da un'orda di spiriti inquieti, anime senza pace di giovani donne, brutalmente uccise da un serial killer che si trova proprio lì a bordo tra loro.
Di tutto e di più
Ormai le abbiamo visto tutte anche a bordo degli aerei: dai serpenti di Snakes on a Plane (2006) ai morti viventi di World War Z (2013), anche il mezzo statisticamente più sicuro al mondo non è scevro da fenomeni, sovrannaturali o meno, riconducibili all'universo horror. Non potevano mancare certo i fantasmi e Flight of Fear - Terrore ad alta quota si inserisce proprio in questo particolare sottofilone, seguendo le orme di altri titoli come il Volo 7500 (2014) di Takashi Shimizu. Questa volta non troviamo però uno dei maestri del j-horror dietro la macchina da presa, bensì un modesto mestierante - nato montatore - quale Rob Pallatina, che in cantiere può vantare z-movie a dir poco improbabili come Alien Convergence (2017) e Nazi Overlord (2018). Non è un caso che a produrre sia la sempre attivissima The Asylum, nota casa di produzione dietro la saga di Sharknado e dei tanti mockbuster a basso costo che scimmiottano i kolossal a tema. In questo caso ci troviamo davanti ad una storia in teoria originale che però non fa altro che prendere spunti qua e là, ambientando il tutto in uno spazio limitato e ipoteticamente claustrofobico, che sulla carta avrebbe dovuto vivere su un crescendo tensivo.
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Volare, oh oh
Peccato che già dai primi minuti si comprenda la pochezza narrativa di un'operazione che introduce meccanicamente il background dei numerosi personaggi principali, dei quali veniamo a sapere di più tramite dialoghi tra coppie o tra vicini di posto: ecco così i giovani fidanzati, lo sky marshall (ovvero i poliziotti che operano sotto copertura sui voli commerciali), l'individuo problematico, la hostess coraggiosa e così via, in un crescendo di luoghi comuni che si ripercuote poi anche nella gestione dei rapporti tra i suddetti. La sceneggiatura è infatti destinata a innescare dinamiche via via sempre più forzate e inverosimili, tra chi è pronto a prendere la situazione in pugno con il classico piglio da macho man a chi non riesce a gestire la tensione e cede a momenti di panico, diventando un potenziale pericolo per sé e per gli altri. Il gruppo di protagonisti non funziona e come nel più tipico degli slasher del loro destino finisce ben presto per importare poco o nulla allo spettatore.
La paura vien volando
Le dinamiche horror seguono fedelmente la via degli jump-scare più scontati, tra improvvise apparizioni e soluzioni stilistiche viste e riviste, più alcune sortite che rischiano di scadere nel ridicolo involontario: gli spiriti che sostano sospesi ai lati dell'aereo sono un qualcosa di beffardamente grottesco. Che le presenze sovrannaturali siano alla ricerca di chi ha fatto loro del male è già intuibile tramite il prologo durante i titoli di testa, che ci mostra una serie di delitti compiuti dall'effettivo villain, la cui identità sarà svelata nelle fasi finali e metterà ulteriormente a rischio la sicurezza del volo, fino a quell'atterraggio d'emergenza conclusivo - realizzato come il resto delle riprese "aeree" con effetti speciali più che mediocri - che chiude di colpo la pellicola.
Conclusioni
Un volo di linea è teatro di fenomeni sempre più spaventosi e inquietanti e ben presto i malcapitati passeggeri scoprono di essere perseguitati dagli spiriti senza pace di alcune giovani donne, uccise da un serial killer insospettabile che si trova a bordo. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Flight of Fear - Terrore ad alta quota, ci troviamo davanti ad un horror di serie z prodotto dalla sempre attivissima Asylum, specializzata in produzioni a basso budgtet e zero inventiva che - tranne rarissime eccezioni più riuscite - scimmiottano grottescamente classici del genere. In questo caso un aereo infestato da fantasmi lascia spazio al ridicolo involontario in novanta minuti dove paura e tensione si affidano a soluzioni abusate e stereotipate, guardanti al cinema horror post-2000 senza un minimo di inventiva.
Perché ci piace
- Alcune risate involontarie.
Cosa non va
- Il film è una produzione Asylum e come spesso accade questo è sinonimo di scarsa qualità.
- Una messa in scena improbabile che cita maldestramente soluzioni ormai archetipiche nella gestione di jump-scare e sortite tensive.
- La sceneggiatura scade in più occasioni nel ridicolo e la caratterizzazione monodimensionale dei personaggi non aiuta.