Da Flash a The Brave and the Bold: Andy Muschietti è la scelta giusta per il nuovo Batman?

Il regista di It e del nuovo cinecomic dedicato alla Saetta Scarlatta con Ezra Miller conquista la fiducia di James Gunn e si accaparra uno dei posti più ambiti nel nuovo corso DC Universe con molto merito e coraggio. Ne parliamo nel nostro approfondimento.

Da Flash a The Brave and the Bold: Andy Muschietti è la scelta giusta per il nuovo Batman?

Sono state l'amicizia e il mecenatismo di Guillermo del Toro a portare Andy Muschietti a Hollywood. Di origini argentine e semi-naturalizzato spagnolo, avendo vissuto per più di un decennio a Barcellona, dove ha mosso i primi passi nel settore, Muschietti è stato velocemente notato dal brillante autore di Pinocchio e Il labirinto del Fauno, che decise di produrre esecutivamente il suo primo lungometraggio, La madre. Uno dei primi "presented by" di Del Toro - insieme a The Orphanage - che venne accolto calorosamente da buona parte della critica e dal pubblico, forte della stessa estrazione concettuale e culturale del maestro messicano, un horror psicologico in grado di miscelare sapientemente atmosfera e jump scare per ricalcare - pure se superficialmente - il tratto deltoriano de La Spina del Diavolo.

The Brave And The Bold Andy Muschietti Batman Robin Copertina

Appassionato, stacanovista e molto apprezzato dalla cerchia degli autori latino-americani, il nome di Muschietti comincia a raggiungere i corridoi degli studios, soprattutto di Warner Bros, quando l'adattamento di IT perde il suo regista originale e si mette alla ricerca di un filmmaker di genere competente e stimato che non abbia ancora una firma così riconoscibile o uno star power importante da poter pretendere un controllo artistico superiore alla media dei film studio (che era ciò che pretendeva Cary Fukunaga). Come ben sappiamo, la scelta ricade proprio su Muschietti, che dal 2017 ad oggi continua a tirare le redini di alcuni dei più ambiziosi e insieme arditi blockbuster cinematografici americani, compreso il prossimo e attesissimo The Brave and the Bold del nuovo DC Universe di James Gunn.

La fiducia prima di tutto

Andy Muschietti 1

Il nome di Muschietti, sempre accompagnato a quello della sorella e produttrice Barbara, era già vociferato da mesi per The Brave and the Bold, tant'è che lo stesso regista si è trovato costretto a glissare recentemente sulla questione durante una scomoda domanda diretta sul progetto. Tanto è stato il diffondersi della notizia, con rincorrersi impressionanti e migliaia di condivisioni via social, che alla fine James Gunn e Muschietti sono dovuti uscire allo scoperto, essendo venuto meno il fattore sorpresa. È comunque parte della nuova strategia promozionale dello studio, quella di eliminare a monte rumor scomodi e non veritieri e annunciare con dovuto anticipo registi e sceneggiatori legati ai vari titoli - solo se ovviamente sono già stati decisi.

Andy Muschietti

Possiamo citare ad esempio la shortlist condivisa da Hollywood Reporter sul nome del prossimo Superman, promossa allo scopo di far cessare i fantacasting sui possibili interpreti ed evitare il diffondersi di fake news e sciocchezze varie. È una tattica fortemente voluta da Gunn, insofferente a questa tipologia d'informazione vuota e d'assalto, così da eliminare mediazioni indesiderate e aumentare invece le collaborazioni di fiducia e qualità con testate del calibro di Deadline, Collider o Variety. È proprio attraverso quest'ultimo outlet che il chairman DC Studios e il regista hanno annunciato l'ingaggio di quest'ultimo per il nuovo Batman ufficiale dell'universo cinematografico condiviso dell'etichetta, dove Gunn ha avuto modo di spiegare le ragioni della scelta, che vogliamo adesso riprendere, analizzare e approfondire nel successivo paragrafo per avere una prima idea del potenziale di The Brave and the Bold.

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Summa e conoscenza

Innanzitutto, The Brave and the Bold non si riferisce originariamente ai soli personaggi di Batman e Robin ma a una collana DC pubblicata per quasi 30 anni e incentrata su alcuni dei team up più noti della storia dell'editoria fumettistica. Ci sono sempre un supereroe e la sua spalla a rappresentare "il coraggio e l'audacia" dei ruoli che interpretano, e soprattutto nel vivo della Silver Age e nei primi anni della Bronze Age la pubblicazione è riuscita a trovare una chiave di lettura più intima e umana con cui raccontare queste relazioni. Una delle storie più efficaci, in questo senso, è quella che vede Batman addestrare alla via del Pettirosso il figlio Damian Wayne, forse ancora oggi il Robin più sfrontato e violento mai apparso sulle tavole di un fumetto del Cavaliere Oscuro, non a caso creato da Grant Morrison. In buona sostanza, il prossimo film del DC Universe sarà caratterizzato da un racconto di famiglia tormentato tra padre e figlio (Gunn ha parlato di "una strana storia di legami"), tematica genitoriale già ampiamente affrontata da Muschietti sia in Mama che nel suo ultimo The Flash (qui la nostra recensione), dove pur mancando lo scontro generazionale sono vivi ed energici contrasti tra dramma e commedia, la paura del confronto o l'orrore trasformativo della perdita.

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Da sottolineare è anche la capacità con cui il filmmaker ha saputo catturare la vera essenza dei Batman cinematografici, restituendo carattere e unicità tanto a Bat-Affleck quanto a Bat-Keaton, migliorando e valorizzando i loro aspetti fondamentali sia psicologici che d'azione, spettacolarizzando a dovere il tutto. Approdando a The Brave and the Bold Muschietti può allora ambire a una summa del suo cinema, ibridando e nobilitando i generi da lui conosciuti per confezionare un prodotto dalle atmosfere cupe e fascinose dove sfumature adeguatamente commediate possono incontrare una caratura drammaturgica notevole, specie per una storia come questa tra Bruce e Damian, sorretto da una giusta libertà creativa vantata da Gunn e guidato dalla centralità degli sceneggiatori più volte menzionata dal chairman. Aiuta anche la lealtà che il regista sta dimostrando da ormai 7 anni alla Warner Bros nonché i risultati ottenuti lato critico proprio da The Flash, considerato insieme a Spider-Man: Un nuovo universo e Across the Spider-Verse uno dei migliori film sul Multiverso al netto dei suoi evidenti difetti (non per forza correlati a Muschietti). Il regista è anche un appassionato lettore di fumetti e conoscitore del materiale originale, il che lo rende spirito affine alla visione di Gunn per il futuro del DC Universe: votato alla qualità della storia e dell'estetica cinematografica, il tutto partendo dai racconti che hanno cambiato il modo di interpretare e fruire il mondo dei comics. E conoscerlo, quel mondo, rappresenta in modo tacito una precisa condizione per avere un posto in prima fila nella costruzione di questo nuovo e imponente universo cinematografico.