Un paese di montagna, vette innevate, un bosco. Non può che partire dall'atmosfera di questi luoghi suggestivi la nostra recensione di Fiori sopra l'inferno, la nuova serie tv Rai diretta da Carlo Carlei, già noto per Il giudice meschino, I Bastardi di Pizzofalcone o La fuggitiva, una coproduzione Rai Fiction con Publispei in onda dal 13 Febbraio su Rai 1 per tre serate e sei episodi. L'ispirazione per questa nuova fiction Rai è il romanzo omonimo di Ilaria Tuti edito da Longanesi, successo editoriale degli ultimi anni, un'opera interessante sia per l'aspetto thriller molto ben costruito, sia per la forza della sua protagonista, il commissario di Polizia Teresa Battaglia che è reso su schermo da Elena Sofia Ricci. Nel cast accanto alla protagonista anche Giuseppe Spata e Gianluca Gobbi nei panni degli ispettori Massimo Marini e Giuseppe Parisi.
Un mostro a Travenì
Siamo a Travenì, piccolo centro delle Dolomiti Friulane, immerso nelle montagne e nella tranquillità. Una quiete spezzata da una serie di delitti che va a macchiare le vite della gente del luogo, mentre lo spettro del colpevole, il timore per le sue macabre imprese, si insinua nelle coscienze degli abitanti della cittadina. È Teresa Battaglia a indagare sul caso, una esperta profiler alla soglia dei sessant'anni che fa parte della polizia di Udine, che giunge in città accompagnata dalla sua squadra per far luce sulla inquietante serie di delitti, trovandosi anche a conformasti con i ragazzi del posto, un gruppo di bambini affiatato che trova nella forza dell'amicizia la spinta per affrontare quanto sta accadendo e superare il dolore che sta macchiando la tranquillità delle loro case. La Battaglia non è però sola nella sua indagine, perché la sua squadra è come una famiglia, costretta a trovare un nuovo equilibrio con l'arrivo del giovane ispettore Massimo Marini, che cerca in quel trasferimento l'occasione per ripartire dopo esser fuggito dal proprio passato.
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La forza di Teresa Battaglia
È Elena Sofia Ricci, appena dismessi i panni della suora di Che Dio ci aiuti, a dare il volto e il carattere spigoloso a Teresa Battaglia. L'attrice è chiamata a un compito non semplice, perché si tratta di un personaggio complesso, difficile, contraddittorio e originale: Ilaria Tuti nei suoi romanzi ne tratteggia un ritratto affasciante, rendendola una figura di estremo interesse, che oscilla tra forza e fragilità, pubblica determinazione e insicurezze private, tra drammi passati, insoddisfazioni attuali e paure che si affacciano nel suo futuro per una malattia subdola come l'Alzheimer che inizia a manifestarsi e la mette nella condizione di aver paura. È un segreto che la donna tiene nascosto anche ai suoi più fidi collaboratori, una famiglia a cui appoggiarsi e con cui scontrarsi.
Il ritratto che ne fa Elena Sofia Ricci è riuscito, pur con qualche spigolosità più smussata rispetto all'originale cartaceo, che non la rende però meno profonda e sfaccettata. Funziona lei così come funzionano i compagni d'avventura, da Gianluca Gobbi che mette in scena l'ispettore Capo Giuseppe Parisi, che la accompagna da oltre vent'anni e la conosce meglio di chiunque altro, a Giuseppe Spata, che condisce il suo Massimo Marini con la giusta miscela di intraprendenza, voglia di fare e mettersi in mostra, ma anche dubbi e indecisioni. Allo stesso modo è efficace il lavoro fatto da Carlo Carlei sul gruppo di protagonisti più giovani, guidato dal loro leader Mathias, attorno al quale costruisce dinamiche da storie d'avventura anni '80.
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Fiori sopra l'inferno, dalla carta allo schermo
Il lavoro d'adattamento svolto da Carlei con i suoi autori Donatella Diamanti, Valerio D'Annunzio e Mario Cristiani è compiuto, a giudicare dai primi episodi di Fiori sopra l'inferno che abbiamo avuto modo di vedere in anteprima, pur in alcuni inevitabili limiti produttivi e nelle libertà rispetto all'originale cartaceo, inevitabili nel passaggio da un media all'altro. Ne abbiamo sentore sin da subito, dopo il suggestivo prologo che ci mette faccia a faccia con l'atmosfera e il ritmo che ci verrà proposto nel corso della serie, a cui fa seguito una sequenza che ci presenta invece Teresa Battaglia nel privato della sua abitazione, prima di conoscerla ammantata nelle sue rigidità professionali: dalla tensione nel bosco alla tranquillità casalinga, per un contrasto interessante che incuriosisce e intriga.
La sensazione è di trovarsi al cospetto di una produzione che in caso di riscontro positivo da parte del pubblico, e ci sembra ci siano tutti i presupposti, potrà proseguire per ulteriori stagioni per adattare i successivi romanzi della Tuti sul personaggio. L'intenzione ci sembra esserci, anche a giudicare da quell'aggiunta abbinata al titolo Fiori sopra l'inferno, I casi di Teresa Battaglia, che tradisce la volontà di renderlo un personaggio ricorrente nella serialità nostrana. E considerando quanto di buono ci sia nella sua scrittura, non possiamo che sperare che ciò possa verificarsi.
Conclusioni
È un adattamento interessante quello di Fiori sopra l’inferno di cui vi abbiamo parlato nella nostra recensione, con Elena Sofia Ricci a suo agio nel rendere su schermo un personaggio spigoloso quanto interessante. Anche la regia si muove con disinvoltura da un registro all’altro, costruendo bene la tensione ma senza rinunciare a ritagliare uno spazio importante per il gruppo di coprotagonisti più giovani. Valorizzati anche gli ambienti e le location scelte per mettere in scena la storia, suggestive dal punto di vista paesaggistico e dal grande potenziale narrativo. Su carta, grazie alle parole di Ilaria Tuti, così come su schermo.
Perché ci piace
- Il lavoro di adattamento dalla carta allo schermo, pur con le necessarie libertà nel passaggio da un media all’altro.
- La costruzione della tensione e dell’intrigo a cui si aggiunge una interessante dimensione fiabesca.
- La Teresa Battaglia di Elena Sofia Ricci, un personaggio che speriamo di ritrovare anche in ulteriori stagioni.
Cosa non va
- Alcuni limiti produttivi che frenano il lavoro di costruzione della messa in scena.