Fino a dove ci si può spingere per salvare la vita al proprio figlio? In questa recensione di Fino all'ultimo battito cercheremo di analizzare al meglio una serie che non fa altro che porsi questa domanda cercando di mettere in luce la sottile linea di demarcazione che intercorre tra bene e male. Con un cast d'eccezione (Marco Bocci, Violante Placido, Bianca Guaccero, Loretta Goggi, Fortunato Cerlino) e in onda dal 23 settembre 2021 per sei serate su Rai 1 per la regia di Cinzia Th Torrini, Fino all'ultimo battito è la nuova fiction coprodotta da Rai Fiction e Eliseo Multimedia che tenta di portare sulla rete ammiraglia una storia che possa essere coinvolgente per un vasto pubblico, perché è proprio al loro cuore che questa produzione punta, mira all'affezione dello spettatore per un protagonista diviso tra etica e sentimenti, dilaniato dai sensi di colpa ma felice per essere riuscito a garantire un futuro alla sua famiglia.
I dilemmi etici della trama
Diego Mancini (Marco Bocci) è uno stimato cardiochirurgo, un giovane medico di talento che comunque si sente impotente davanti alla malattia di suo figlio Paolo, un bambino di sette anni cardiopatico che necessita urgentemente di un cuore nuovo. Quando finalmente sembra esserci un cuore disponibile, la prima in lista è una ragazza di quattordici anni in attesa da molto tempo dell'operazione. Il cuore spetta a lei, anche Diego lo capisce, eppure spinto dalla necessità di salvare suo figlio infrange il codice deontologico e compie un gesto che mai avrebbe pensato di fare. Nell'ospedale, però, i muri sembrano avere gli occhi e qualcuno scopre il segreto di Mancini: Cosimo Patruno (Fortunato Cerlino), un boss della mafia a cui il protagonista ha appena rifiutato una perizia favorevole all'uscita dal 41bis, ha in mano le prove della cattiva condotta di Diego e decide di ricattarlo per ottenere migliori condizioni di pena. L'uomo è ora diviso tra quello che è giusto fare come medico e la sua reputazione, preso in una spirale di ricatti e minacce da cui è difficile uscire.
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L'importanza delle scelte
Se c'è un comune denominatore tra i personaggi di Fino all'ultimo battito è costituito di sicuro dall'elemento della scelta. Ognuno ha la necessità di fare delle scelte che influenzeranno la vita di altre persone, dei bivi che porteranno ad esiti diversi e inaspettati, spesso drammatici. Diego nel momento in cui sceglie di pilotare il trapianto a favore di suo figlio compirà una scelta che avrà forti ripercussioni su di lui, sulla sua famiglia e su chi più ha a cuore. Dal momento in cui diviene un soggetto ricattabile si troverà davanti ad altre scelte difficili e non sempre riuscirà a fare la cosa giusta, perché la malavita ormai conosce il suo punto debile e non esita a ricattarlo con ogni mezzo per agevolare i desideri del boss. Non è solo lui, però, a dover prendere delle decisioni importanti: la sua compagna Elena dovrà capire se riallacciare i rapporti con il suo ex marito per permetterle di vedere la figlia, perché l'uomo, un ex tossicodipendente, sta cercando infatti di rientrare nella vita delle due donne.
Una fiction classica
Una caratteristica che contraddistingue Fino all'ultimo battito è proprio quella di rientrare in pieno nei canoni della fiction italiana. Fin da subito è chiaro allo spettatore come generi ed elementi narrativi si fondano per compiacere un po' tutti i palati: abbiamo la componente thriller, quella drammatica e quella di stampo romantico, tutte pensate per amalgamarsi e compiacere il più possibile il pubblico della tv generalista. Nel tentativo di fare questo, però, è quasi normale che qualcuno di questi elementi risulti più debole e meno riuscito, ed è purtroppo il caso del dramma che spinto all'estremo dalle situazioni risulta a tratti fin troppo presente e ridondante. Meglio bilanciata la componente crime che funge da filo conduttore della serie: le vicende di Diego Mancini sono in grado di catturare lo spettatore causando un apprensione genuina e funzionale alla buona fruizione della storia e inspirando quell'empatia che tanto viene cercata.
Conclusioni
Per concludere la nostra recensione di Fino all’ultimo battito possiamo affermare che questa nuova fiction di Rai1 tenta di rivolgersi ad un pubblico più vasto possibile, sfruttando molti degli elementi classici della fiction Italiana per costruire una vicenda controversa che parli della sottile linea di confine tra il bene e il male, tra l’etica e la morale. Nel cercare di mantenere un equilibrio tra dramma, crime e romanticismo tralascia purtroppo qualcuno di questi aspetti puntando maggiormente il focus sulle vicende criminali in cui sarà coinvolto il protagonista.
Perché ci piace
- La sottotrama crime in grado di catturare lo spettatore.
- Il tema della scelta che caratterizza i personaggi.
Cosa non va
- La componente drammatica ha spesso troppa enfasi.