Finch, la recensione: il migliore amico del robot

La recensione di Finch, dramma fantascientifico americano con un ottimo Tom Hanks, disponibile in esclusiva su Apple TV+.

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Finch: Tom Hanks in un momento del film

Con la recensione di Finch ci imbattiamo, per la seconda volta in due anni, in un progetto con protagonista Tom Hanks che arriva direttamente su Apple TV+ e ne arricchisce il catalogo di produzioni originali. Anche se sono necessarie le virgolette per il termine "originali", trattandosi in entrambi i casi di progetti nati sotto l'egida di studios tradizionali (Sony per il film dello scorso anno, Universal per questo), e poi venduti alla piattaforma di Apple in seguito ai rinvii legati all'emergenza sanitaria. Una scelta che la dice anche lunga su come Hanks sia percepito a livello di star power nel sistema hollywoodiano odierno: un tempo garanzia di successo al box office (negli anni Novanta quasi tutti i film di cui era protagonista incassavano almeno 100 milioni di dollari nei soli Stati Uniti), ora è considerato un attore come tanti, non abbastanza forte a livello mediatico per assicurare che gli spettatori accorrano numerosi se non si tratta di un titolo associato a un franchise o simili, ed ecco che ce lo ritroviamo a essere uno dei volti di Apple TV+, per cui sta anche producendo una miniserie sull'aviazione militare americana durante la Seconda Guerra Mondiale.

In viaggio con Jeff

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Finch: Jeff in una scena

Finch è la storia dell'omonimo personaggio, interpretato da Tom Hanks: è l'ultimo uomo rimasto sulla Terra, o almeno è ciò che lui pensa, dato che un cataclisma ha portato all'estinzione del genere umano. Ormai in fin di vita, Finch costruisce un robot, chiamato Jeff (Caleb Landry Jones, che interpreta l'essere sintetico tramite performance capture), programmato in base ai principi asimoviani, con l'aggiunta di una quarta regola: quando Finch non ci sarà più, toccherà al robot occuparsi di Goodyear, il cane del protagonista. Dopo un periodo iniziale di apprendimento, Jeff è finalmente pronto per partire insieme a Finch e Goodyear, per un viaggio che li dovrebbe portare in un luogo particolarmente significativo. Durante il viaggio emergono le frustrazioni del creatore del robot, che non ha più molto tempo a disposizione, e le incertezze di Jeff, non esattamente sicuro di essere all'altezza del compito affidatogli.

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Fantascienza on the road

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Finch: una scena del film

Il film è il secondo lungometraggio di Miguel Sapochnik, noto soprattutto per le sue regie televisive, in particolare diversi episodi de Il trono di spade (a lui dobbiamo La battaglia dei bastardi, per il quale ha vinto un Emmy e un DGA Award), e vanta la firma produttiva di Robert Zemeckis, storico collaboratore di Hanks. Ed è notevole l'elemento visivo del progetto, che mette in scena un mondo rovente privo di persone, dove la componente on the road diventa opprimente anziché liberatoria, pur aderendo a una struttura narrativa estremamente classica, priva di grandi sorprese. Questo appesantisce soprattutto la prima parte della pellicola, quando il regista e gli sceneggiatori pongono le basi per ciò che verrà, in particolare la caratterizzazione di Jeff che nelle prime fasi è piuttosto stucchevole, elencando le leggi di Asimov con un timbro vocale sintetico ricalcato su quello di Stephen Hawking.

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Finch: Tom Hanks in una sequenza

Poi però inizia il viaggio, e con esso il film acquista una vitalità che fa da contrappunto al mondo ostile e carbonizzato che circonda i protagonisti, e Hanks ha modo di dimostrare, ancora una volta, fino a che punto è in grado di spingersi con le sue performance basate su una grande bontà interiore, guidato dall'amore per un amico a quattro zampe che ruba facilmente la scena al suo coprotagonista umano. E poi c'è Jeff, la cui evoluzione in fin dei conti giustifica il fattore irritante di cui sopra, poiché il lavoro fisico e vocale di Landry Jones, giovane promessa sempre più in ascesa (qualche mese prima dell'uscita del film ha vinto il premio come miglior attore a Cannes per il forte dramma australiano Nitram) e qui alle prese con un ruolo che svela gradualmente strati di umanità sotto una scorza artificiale. Fino ad arrivare a un terzo atto che, come da tradizione nella maggior parte dei film con Hanks, è ben posizionato per arrivare dritto al cuore, con una sincerità emotiva che compensa agevolmente le banalità di scrittura che l'hanno preceduta. E in quel momento viene da chiedersi, al netto delle preferenze del pubblico odierno in termini di visione in sala o su piattaforma, se la Universal non avrebbe fatto meglio a pazientare, perché la catarsi su grande schermo fa ancora la sua porca figura. Anzi, robotica figura.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Finch, nuovo lungometraggio di Apple TV+ con protagonista Tom Hanks, evidenziando la sua ottima prova, questa volta alle prese con un mondo post-apocalittico e con il toccante duplice rapporto con un cane e un robot, compagni di viaggio in un'America devastata.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • Tom Hanks è bravissimo come sempre.
  • Caleb Landry Jones fa un lavoro notevole con la performance "sintetica" nei panni di Jeff.
  • La resa visiva dell'America post-apocalittica è impeccabile.

Cosa non va

  • La scrittura è priva di particolari guizzi creativi.
  • La prima parte del film arranca un po'.