Dopo il concorso alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2023, Finalmente l'alba di Saverio Costanzo esce in sala il 14 febbraio. Ambientato negli anni '50, la notte prima dell'omicidio di Wilma Montesi, è la storia di Mimosa (Rebecca Antonaci), che accompagna la sorella a fare un provino a Cinecittà, dove si sta girando un kolossal con star internazionali, e finisce per essere scelta.
Non solo un film sul cinema, come ci dice il regista: "Il cinema è la mia vita, il mio linguaggio. È il modo in cui, anche come persona, cerco di crescere e capire. È il mio obbiettivo. Questo è un film certamente sul cinema, ma soprattutto sugli attori. Sulla difficoltà di essere un attore. Che per me è il primo eroe di un film, molto più del regista. Volevo raccontare la fatica di rappresentarsi sempre: sono come degli esseri fragilissimi costretti a entrare, per il proprio lavoro, dentro dei sentimenti a volte belli e a volte anche orrendi, per il nostro divertimento e piacere."
Nel cast di Finalmente l'alba anche attori internazionali dicevamo: Willem DaFoe, Lily James e Joe Keery, Steve della serie Stranger Things. Gli ultimi due interpretano rispettivamente i divi di Hollywood (di finzione) Josephine Esperanto e Sean Lockwood, che diventano come dei traghettatori infernali per la giovane e inesperta Mimosa.
Finalmente l'alba: intervista a Rebecca Antonaci
Rebecca Antonaci è giovanissima, ma al primo ruolo da protagonista già offre un'ottima prova. Per lei il cinema è, parole sue, una magia: "È potentissimo. Fare un film è anche una responsabilità: racconta una storia che è anche in grado di influenzare, di dare un messaggio. È un'arte secondo me necessaria."
Finalmente l'alba, la recensione: il compimento autoriale di Saverio Costanzo
Nel film Mimosa parla pochissimo: prima di tutto perché non conosce l'inglese e poi perché a Costanzo piaceva l'idea di fare della sua protagonista una specie di mimo. Non a caso la scelta del nome Mimosa. Antonaci ha dovuto quindi recitare soprattutto con gli occhi più che con la voce. Nella nostra intervista ci spiega come ha trovato questo linguaggio universale: "Ho annullato completamente ogni micro espressione. Ho cercato di essere essenziale, di dire tutto attraverso gli occhi. Con Saverio abbiamo lavorato principalmente su una pulizia."
Finalmente l'alba: intervista a Saverio Costanzo
Visto che Costanzo ragiona molto sugli attori, gli abbiamo chiesto se secondo lui oggi sia più facile o più difficile questo mestiere, visto che, grazie ai social, ormai tutti possono diventare attori della propria vita quotidiana: "Allora possono essere anche tutti registi" ci ha detto, spiegando: "Rispetto a dieci anni fa oggi tutti si chiedono dove mettere la camera da presa. Ogni giorno. E tanti si chiedono come rappresentare loro stessi. La chiave è qui: loro stessi. Quindi parliamo del quotidiano. Il cinema invece è extra ordinario. E gli attori non rappresentano loro stessi, ma dei personaggi. Possono essere testimonianza di qualche verità solo nel momento in cui, dentro la rappresentazione di un personaggio, c'è anche la testimonianza dell'attore che lo rappresenta. Quindi è molto più difficile."
Costanzo dice di scegliere gli attori non soltanto per il loro talento, ma anche quando sente che hanno una forza. In che senso? Ce lo dice lui: "È una cosa che hai o non hai. È una questione di autenticità secondo me. Di presenza. La noto dai bambini ai vecchietti. Qualcuno che magari non è neanche attore, ma ha un modo dignitoso di porsi di fronte alla macchina da presa. Autentico. Non sembra che reciti nonostante reciti perché è evidentemente fortemente radicato in sé. E perciò non si perde, non compiace. È presente. È in quel momento e ti sa guardare negli occhi. Ti sa ascoltare. Sa pensare. Senti che c'è una sensualità dell'essere."