I film basati su storie vere, quelli che raccontano eventi reali che sfidano la sospensione dell'incredulità, riescono sempre ad emozionare e commuovere. In fondo "Basato su una storia vera" è una scritta che accompagna spesso molto cinema "serio" o "impegnato", soprattutto le produzioni americane in odore di Oscar (l'Academy adora la drammatizzazione di eventi reali, soprattutto in campo recitativo). Vi sono poi casi in cui un regista si diverte con tale nozione (i fratelli Coen sovvertono lo stereotipo spacciando Fargo, il cui legame con la realtà è al di là del tenue, per "una storia vera"), o addirittura sfida l'incredulità dello spettatore dinanzi ad eventi in apparenza troppo assurdi per essere considerati verosimili (vedi Pain & Gain - Muscoli e Denaro di Michael Bay, il cui disclaimer sulla veridicità della storia inizia con la parola "sfortunatamente").
Ci è dunque sembrato giusto ripercorrere questa tendenza attraverso dieci titoli di vario interesse, tutti anglo-americani ed usciti negli ultimi vent'anni. La classifica dei migliori film tratti da storie vere è in ordine cronologico decrescente.
1. Benvenuti a Marwen (2018)
Dopo aver raccontato l'incredibile vicenda di Philippe Petit, il regista Robert Zemeckis si è poi dato a un'altra storia improbabile ma molto, dolorosamente, vera. Quella di Mark Hogancamp, fotografo la cui vicenda era già stata raccontata nel documentario Marwencolo: affetto da stress post-traumatico dopo essere stato picchiato da un gruppo di suprematisti bianchi, si è gradualmente ripreso creando una comunità in miniatura abitata da figurine, ciascuna delle quali rappresenta una persona importante nella vita di Mark. Benvenuti a Marwen racconta una vicenda bislacca ma toccante, con un grande Steve Carell al servizio di un'avventura che alterna scene in carne ed ossa a momenti di animazione digitale realizzati con la performance capture.
2. Copia originale (2018)
New York, 1991. Alcolizzata, in difficoltà finanziarie e affetta da blocco dello scrittore, Lee Israel (Melissa McCarthy) scopre di essere piuttosto brava a falsificare le lettere di autori famosi. Nasce così un'attività illecita decisamente fuori dal comune, dalla quale la stessa Israel ha poi tratto un'autobiografia di successo, a sua volta fonte d'ispirazione per questo film piccolo e delicato, un ritratto insolito ma sincero del mondo della scrittura e delle frustrazioni annesse. In Copia originale sorprendente la performance di Melissa McCarthy, affiancata da un carismatico e commovente Richard E. Grant.
3. BlacKkKlansman (2018)
"Based on some real shit", recita la scritta iniziale del film di Spike Lee che ha vinto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes nel 2018. Un incipit che mette le mani avanti per quanto riguarda l'aspetto incredibile della storia vera raccontata dal regista americano in BlacKkKlansman: quella di Ron Stallworth (John David Washington), poliziotto nero che riuscì a iscriversi sotto mentite spoglie al Ku Klux Klan, fingendosi bianco al telefono e poi mandando un collega (Adam Driver) alle riunioni in carne ed ossa. Un ritratto dell'America di ieri che si ricollega anche al momento in cui è stato realizzato il film (Lee ha iniziato a girarlo poco dopo la strage di Charlottesville), nonché un grande omaggio al cinema black in tutte le sue forme, dalla messa alla berlina di Nascita di una nazione alle sequenze che sembrano uscite dalla filmografia di Pam Grier.
4. American Animals (2018)
Come raccontare in modo inconsueto una storia trita e ritrita come quella di una rapina? La risposta la dà Bart Layton con American Animals, un lungometraggio divertente e irriverente, la cui storia vera (quella di un gruppo di studenti che decisero di rubare alcuni libri rari) è costantemente interrotta dai veri protagonisti che, a quasi vent'anni dall'accaduto, contestano a vicenda i ricordi degli altri e mettono quindi in evidenza i limiti dei film che sostengono di essere basati su eventi reali. Strepitoso Evan Peters nei panni di Warren Lipka.
5. La verità negata (2016)
Si può dover dimostrare che la Shoah ha veramente avuto luogo per vincere una causa legale? È quello che accadde a Deborah Lipstadt (Rachel Weisz) nel 1996, quando lo storico inglese David Irving (Timothy Spall) la querelò per diffamazione dopo che lei lo accusò di negazionismo. Siccome la causa fu intentata in Inghilterra, le cui leggi differiscono leggermente da quelle americane, spettò alla Lipstadt dimostrare di avere ragione, e nacque così una battaglia legale per dimostrare che una delle più grandi atrocità del Novecento non fu un'invenzione. Eticamente impeccabile, La verità negata è impreziosito dalle due interpretazioni centrali.
6. The Walk (2015)
Perfettamente calato in questo filone è The Walk, film di Robert Zemeckis arrivato nelle sale sette anni dopo l'acclamato documentario Man on Wire, anch'esso incentrato sulle gesta di Philippe Petit, funambolo francese che nel 1974 si recò a New York con il solo scopo di effettuare le sue acrobazie su una corda collocata tra le due Torri Gemelle del World Trade Center. Affidandosi al carisma di Joseph Gordon-Levitt e all'effetto vertiginoso del 3D, Zemeckis si concentra soprattutto sui preamboli dell'impresa, realizzando un heist movie alla Ocean's Eleven, prima di rendere omaggio ai grattacieli distrutti quattordici anni fa e al folle coraggio di un individuo fuori dal comune.
7. The Wolf of Wall Street (2013)
Non è la prima volta che Martin Scorsese racconta le storie di uomini larger than life, che si tratti di Henry Hill (Quei bravi ragazzi), Howard Hughes (The Aviator) o del Dalai Lama (Kundun). Ma in nessuno dei tre casi succitati ha pigiato sul tasto del grottesco e dell'eccesso come in The Wolf of Wall Street, tre ore di sesso, droga, corruzione, (tante) parolacce e scelte musicali squisitamente over the top per raccontare, in un film davvero da non perdere, la storia vera dell'ascesa e della caduta di Jordan Belfort (Leonardo DiCaprio), gigantesco truffatore del mercato finanziario americano la cui autobiografia, parzialmente romanzata per lo schermo (il diretto interessato sostiene di non aver mai partecipato al "lancio del nano" con cui si apre il film), dà a Scorsese l'opportunità di firmare il suo film più spassoso in assoluto. Vedere per (non) credere: la sequenza in cui Belfort, praticamente immobilizzato dall'ennesimo narcotico, tenta di raggiungere la propria automobile.
8. Bling Ring (2013)
Quattordici anni dopo Il giardino delle vergini suicide, Sofia Coppola torna a raccontare la gioventù ribelle americana. Questa volta, però, anziché trarre ispirazione da un romanzo, è partita da un fatto di cronaca vera, reso pubblico nel 2010 in un articolo di Vanity Fair: le malefatte del cosiddetto Bling Ring, gruppo di liceali viziati e annoiati che, tra le altre cose, si introducevano furtivamente nelle abitazioni di vari VIP di Los Angeles (nel film, Paris Hilton, Rachel Bilson e Orlando Bloom) per poi sottrarre denaro, gioielli e quant'altro. La Coppola mette in scena questo racconto improbabile con il giusto equilibrio fra verosimile e surreale, affidandosi principalmente alla prova d'attrice di Emma Watson, lontana anni luce dai fasti della saga di Harry Potter.
9. Argo (2012)
Il film che ha sancito definitivamente la rinascita professionale di Ben Affleck (almeno prima che la rete lo prendesse nuovamente di mira per via della sua partecipazione a Batman v Superman: Dawn of Justice), premiato con tre Oscar. Film basato su eventi reali che rimasero ignoti al pubblico fino al 1996, quando Bill Clinton ne abrogò la segretezza, Argo racconta di come la CIA, insieme all'ambasciatore canadese che per mesi ospitò una delegazione americana nella sua residenza a Teheran, mise in piedi un'operazione per far uscire tutti sani e salvi dall'Iran sotto le mentite spoglie di... una lavorazione cinematografica.
Il film Argo ha inevitabilmente suscitato controversie, anche in merito alla veridicità del contenuto: il ruolo dei canadesi è stato ridotto (e la scritta finale in cui viene data la giusta importanza al loro contributo fu aggiunta dopo la prima mondiale al Festival di Toronto), almeno un personaggio - il produttore hollywoodiano interpretato da Alan Arkin - è stato inventato di sana pianta, e il pre-finale all'aeroporto è un po' più "movimentato" rispetto al vero. Ma considerata la parte affidata al mezzo cinematografico all'interno della storia, simili licenze poetiche sono giustificate almeno in parte.
10. 127 ore (2010)
Dopo il successo di The Millionaire, che si è portato a casa gli Oscar per il miglior film e la migliore regia, Danny Boyle era nell'invidiabile posizione di poter girare qualunque progetto volesse. Il cineasta inglese ha scelto la storia vera, scioccante e coinvolgente, di Aron Ralston, scalatore di montagne che nel 2003 rimase bloccato in un canyon nello Utah quando un macigno gli frantumò la mano destra, lasciandolo incastrato tra la pietra stessa e la parete della montagna. Seguirono cinque giorni di disperazione, finché non riuscì a liberarsi nel modo più drastico e stomachevole possibile (e la trasposizione cinematografica non risparmia i dettagli). 127 ore è un racconto di coraggio e sopravvivenza improbabile la cui riuscita sullo schermo è dovuta soprattutto a James Franco, attore spesso sottovalutato che in questa occasione ostenta tutta la sua bravura, prestando corpo e voce ad un uomo solo ma determinato.
11. The Informant!(2009)
"Basato su un vero pettegolezzo", dice la frase promozionale usata per lanciare questo film commedia bislacca diretta da Steven Soderbergh, con un Matt Damon in stato di grazia - e con circa quindici chili di troppo - nei panni di Mark Whitacre, un dirigente aziendale che nel 1992 decise di svelare all'FBI alcune delle malefatte del suo posto di lavoro. Peccato che lo stesso Whitacre fosse tutt'altro che uno stinco di santo, e che le sue azioni siano diventate, col passare del tempo, sempre più folli nel tentativo di uscire da questa storia con il maggior numero possibile di vantaggi. Damon, la cui voce narrante inaffidabile accompagna tutta l'azione, regala un'ottima performance al centro di
The Informant!, interpretazione che gioca sull'ambiguità il più a lungo possibile, creando un'escalation graduale di menzogne ed impossibilità.
12. Colpo di fulmine - Il mago della truffa (2009)
Relegato al rango di fenomeno da festival per mesi prima che qualcuno si prendesse la briga di distribuirlo, il film Colpo di fulmine - Il mago della truffa di Glenn Ficarra e John Requa è una commedia romantica ipertrofica dominata dall'entusiasmo debordante di Jim Carrey nei panni di Steven Russell, poliziotto divenuto truffatore dopo essersi dichiarato omosessuale e disposto a tutto pur di avere una vita felice con Phillip Morris (Ewan McGregor), conosciuto in prigione. Ne deriva una lunga sequela di trovate che sfiorano l'inverosimile ma rimangono ancorate nella realtà grazie all'intesa tangibile fra i due interpreti, al servizio di una vera storia d'amore brillantemente folle.
13. Bronson (2008)
Ancora carcere, ma senza il romanticismo di Colpo di fulmine. Bronson è il secondo lungometraggio in lingua inglese del regista danese Nicolas Winding Refn, nonché il film che ha segnato una svolta nella carriera di Tom Hardy, assolutamente irriconoscibile nei panni di Michael Peterson, un criminale la cui condanna iniziale a sette anni per una rapina finì per trasformarsi in un ergastolo, di cui tre decenni vissuti in isolamento. Dominato dalla personalità del suo alter ego Charles Bronson, Peterson è considerato il prigioniero più violento nella storia del sistema giudiziario britannico, pur non avendo mai ucciso nessuno, e la sua follia - veicolata dalla performance carismatica ed inquietante di Hardy - attraversa quello che è sostanzialmente un incubo in forma di pellicola, dove il confine fra dramma, commedia e horror è indefinibile.
14. L'inventore di favole (2003)
Mentre in questi mesi il cinema americano celebra l'integrità morale del giornalismo investigativo attraverso film come Il caso Spotlight e Truth, nel 2003 il regista Billy Ray (successivamente sceneggiatore di State of Play) puntò i riflettori su una storia vera meno nota della stampa americana, che merita di essere riscoperta. Il titolo inglese de L'inventore di favole, Shattered Glass, è un magnifico doppio senso, poiché "il vetro rotto" delle menzogne si riferisce anche al cognome del protagonista Stephen Glass (Hayden Christensen), (tristemente) noto per aver pubblicato, dal 1995 al 1998, decine di articoli parzialmente o completamente inventati su diverse testate, tra cui Rolling Stone. Il film, dal taglio molto classico, è una bella lezione di etica professionale, la cui visione andrebbe resa obbligatoria per tutti gli aspiranti giornalisti.
15. Prova a prendermi (2002)
Undici anni prima di diventare Jordan Belfort, Leonardo DiCaprio ha interpretato un altro personaggio larger than life, questa volta al servizio di Steven Spielberg, che con Prova a prendermi firma una riflessione amara, sotto le mentite spoglie della commedia, sulla fine dell'innocenza americana negli anni Sessanta. I tratti ancora giovanili di DiCaprio, che durante le riprese aveva 27 anni, si prestano perfettamente alla caratterizzazione di Frank Abagnale Jr., celebre per essere riuscito ad intascare in maniera fraudolenta milioni di dollari prima della maggiore età. Il suo rapporto inizialmente antagonistico con l'agente dell'FBI Carl Hanratty (Tom Hanks) e quello più affettuoso con il padre Frank Sr. (Christopher Walken, il cui ruolo costituisce la deviazione maggiore dagli eventi reali) sono al centro di un lungo, piacevole inseguimento che diverte dall'inizio alla fine.