Non sempre i film sono peggio dei romanzi da cui sono tratti, come spesso si sente dire. Esistono casi - e lo conferma la classifica sui 20 migliori film tratti da libri che potete leggere di seguito - in cui l'estro creativo del regista e la sua autorialità riescono a dare nuova vita a un testo fin troppe volte abusato al cinema (si pensi ai classici di Jane Austen, o di Lev Tolsotj) lasciando un'impronta così profonda nell'immaginario collettivo da offuscare il romanzo da cui traggono origine.
Quando il regista accetta l'ardua sfida di tradurre per il grande schermo un qualche best-seller letterario. Impegnato a trovare un giusto equilibrio tra adesione al testo di partenza e interpretazione personale, posiziona la propria macchina da presa conscio che difficilmente riuscirà a eguagliare la versione della storia creata mentalmente dal lettore. Tra aspettative spettatoriali disilluse e divergenze creative, ecco dunque che arriva duro come un macigno il tanto temuto giudizio: "sì carino il film, ma alla fine era meglio il libro". Ma esistono delle eccezioni che mettono d'accordo quasi tutti: ecco dunque i migliori film tratti da libri, con una piccola precisazione: i film sono elencati per anno di uscita, dal più vecchio, al più recente.
1. La finestra sul cortile (1954)
Da Psyco a Il sospetto, Alfred Hitchcock ha mostrato più volte il suo talento naturale nell'infondere nuova vita ai romanzi da cui traeva ispirazione per i propri film. Un'abilità innata la sua di personalizzare - a volte migliorandolo addirittura - il testo di partenza, tanto da far dimenticare ai propri spettatori che quello che stanno guardando è in realtà un film tratto da un libro. Così accade con La finestra sul cortile, ispirato al racconto giallo scritto nel 1942 da Cornell Woolrich. Giocando su "doppi-schermi" e su continui sguardi rubati, il film di Alfred Hitchcock facilita l'immedesimazione spettatoriale molto più di quanto compiuto dall'autore nel suo racconto, enfatizzando così il senso di suspense e di terrore attraverso l'impiego di un semplice obiettivo fotografico.
2. Il buio oltre la siepe (1962)
Uscito nelle sale nel 1962, Il buio oltre la siepe di Robert Mulligan è una trasposizione fedele nell'animo e negli intenti del romanzo di esordio di Harper Lee (1960). Vincitore di tre premi Oscar, il film ricalca la tematica anti-razzista in un periodo storico in cui la questione era (e purtroppo tutt'ora rimane) sentita. Al centro dell'opera un magnetico Gregory Peck nei panni di Atticus Finch, avvocato progressista nel profondo sud degli Stati Uniti che difende e dimostra inutilmente l'innocenza di Tom Robinson (Brock Peters), giovane nero accusato di aver stuprato una ragazza bianca. Sia il film di Robert Mulligan che il romanzo della Lee si presentano più attuali che mai, accostando con sapiente sensibilità il tema dell'intolleranza razziale con gli incubi dell'infanzia. Un racconto coraggioso capace di combattere l'usura degli anni, come dimostra l'enorme successo della sua trasposizione teatrale a Broadway curata da Aaron Sorkin.
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3. Il Gattopardo (1963)
Per diletto, o per fini scolastici, il romanzo di Giuseppe Tomasi da Lampedusa è uno di quei testi da leggere almeno una volta nella vita. Pubblicato postumo da Feltrinelli nel 1958 e vincitore nel 1959 del Premio Strega, Il Gattopardo vanta un successo imperituro, favorito anche dall'uscita nel 1963 del suo adattamento cinematografico a opera di Luchino Visconti.
Per dar vita al suo capolavoro, il regista si ispirò anche alla visione di un documentario televisivo di Ugo Gregoretti, La Sicilia del Gattopardo (1960). Riportando la memoria storica nel contesto del presente, il regista traduce visivamente la raffinatezza di un ambiente aristocratico in decadenza posto all'interno di un discorso politico per vestirlo di attualità. Il risultato è un film senza tempo, maestoso eppure intriso di morte e decadenza; uno dei capolavori della cinematografia italiana e mondiale.
4. 2001: Odissea nello spazio (1968)
Il capolavoro assoluto di Stanley Kubrick tratto dal romanzo di fantascienza del 1948 La Sentinella di Arthur C. Clarke, il quale accettò di collaborare alla sceneggiatura del film. Dall'alba dell'uomo (quattro milioni di anni fa) al primo volo verso Giove, quello che Clarke destina a descrizioni narrative, Kubrick lo trasforma in un vortice di suggestioni lanciate in una giostra sinestesica. Giocato su un impianto visivo minimale, ma di enorme impatto emozionale, il regista carica i silenzi dei propri personaggi di stupore e inquietudine, generati soprattutto per la maniacale adesione alla vita degli astronauti nello spazio. 2001: Odissea nello spazio è un trattato dagli aspetti apocalittici tra l'uomo e la sempre più avanzata intelligenza artificiale (Hal 9000), dove la paura e i sentimenti danzano come astronauti in assenza di gravità sulle note del Danubio blu. Impressionanti anche agli occhi dello spettatore odierno gli effetti speciali, grazie ai quali il film vince il suo unico Premio Oscar su quattro nomination.
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5. Il Conformista (1970)
Tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia, il film di Bernardo Bertolucci contiene in sé tutti quei tratti essenziali che hanno fatto dello stile del regista di Parma un approccio al mezzo cinematografico unico e riconoscibile. Corpo e impegno politico, eros e thanatos, omosessualità e rimorsi; un gioco dicotomico quello de Il Conformista inglobato in una crisi esistenziale espressa tra le vie di Parigi dall'allegoria delle caverne di Platone. Con rimandi alla psicanalisi di Freud, il film - complice anche la maestosa interpretazione di Jean-Louis Trintignant - non ha nulla da invidiare al suo testo di origine, stabilendo il primo grande capolavoro nella carriera di Bernardo Bertolucci.
6. Il Padrino (1972)
Il film del 1972 di Francis Ford Coppola con Marlon Brando, Al Pacino e Diane Keaton si è talmente fossilizzato nella nostra cultura da farci dimenticare dell'esistenza del testo da cui trae le proprie origini: l'omonimo romanzo di Mario Puzo.
Acclamato in tutto il mondo, alla sua uscita negli Stati Uniti Il Padrino incassò 135 milioni di dollari, frantumando il record di Via col vento. Ne conseguì un fenomeno di massa capace di rendere talmente immortale il personaggio di Vito Corleone da farlo assurgere - ahinoi - a sinonimo di malavita in salsa italiana. Allo stesso tempo, però, il film si è fatto dispensatore di citazioni indimenticabili che lo hanno reso un capolavoro che "non si potrà rifiutare".
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7. Shining (1980)
"SK": Stanley Kubrick e Stephen King. La futura unione di due menti brillanti, capaci di addentrarsi in ogni genere per ribaltarlo e farlo proprio, ce l'avevano iscritta nelle loro iniziali. E così alla "S" di Stanley e Stephen, nel 1980 se ne aggiungerà un'altra: quella di Shining. Lontano dalla pedissequa traduzione cinematografica, con il suo film tratto da Stephen King Kubrick replica quanto compiuto con le sue pellicole precedenti: strappare il cuore del testo di origine, analizzarlo, dissezionarlo e infonderlo di uno spirito nuovo, nato in seno alla propria visione artistica.
Simili, eppure diversi, romanzo e film corrono sul binario dell'inquietudine per poi prendere deviazione divergenti. Il topos della casa infestata tra le mani del regista si dipana in un labirinto claustrofobico in cui lo spettatore ama perdersi guidato da un magnifico Jack Nicholson. Quello intrapreso da Stanley Kubrick con Shining è un viaggio sul treno del surrealismo misto a orrore che porta dritto a uno degli incubi in formato cinematografico più sublimemente attrattivi di sempre.
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8. Blade Runner (1982)
Sebbene alla sua uscita non ottenne giudizi postivi da parte della critica, Blade Runner è a oggi IL film di fantascienza per antonomasia. Uscito nel 1982, il film diretto da Ridley Scott con Harrison Ford è liberamente ispirato al romanzo di fantascienza del 1968 Il cacciatore di androidi di Philip K. Dick. Ambientato in una Los Angeles del 2019, del film sono state distribuite sette versioni, ognuna differente in base alle scelte dei vari distributori. Solo nel 2007, in occasione del 25º anniversario dell'uscita della pellicola, è stata rilasciata la versione "Final Cut", l'unica su cui Scott ha avuto totale libertà artistica. La bellezza del film è tutta da ritrovarsi in quella narrazione dai tratti filosofico-esistenzialisti, capace di mettere in discussione l'imbattibilità di un eroe tutt'altro che perfetto. Nel 2018 Denis Villeneuve firma un sequel all'altezza del suo precedente (come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione di Blade Runner 2049).
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9. Quel che resta del giorno (1993)
Quel che resta del giorno è l'esempio lampante di come una storia semplice e a prima vista banale, come quella di un maggiordomo al servizio per trent'anni di una famiglia inglese implicata in un giro di affari con i nazisti, se nata da una penna finissima come quella di Kazuo Ishiguro può dar vita a un capolavoro della filmografia mondiale.
Diretto da James Ivory, il film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson è una macchina del tempo capace di trasportarci in un ambiente elegante, sofisticato, seducente. Istantanea storica di una società inglese snob, distaccata e ingenua, Quel che resta del giorno è sostenuta da una struttura dialogica solida in cui l'onestà delle emozioni e il senso del dovere danzano a tempo sulle note di un passato pronto a svanire, ma impresso per sempre sulla pellicola dei ricordi.
10. Le ali della libertà (1994)
Un altro film tratto da un romanzo di Stephen King fa capolino nella nostra classifica. E che film! Frank Darabont (ri)scrive e dirige per lo schermo la storia del dirigente bancario Andy Dufresne, condannato ingiustamente all'ergastolo nella prigione di Shawshank per l'assassinio della moglie e del suo amante.
Una lotta per la sopravvivenza e di calore umano, in cui si impara ad assaporare la bellezza di un diritto naturale come la libertà solo dopo aver vissuto l'oppressione delle sbarre, la polvere delle celle, la violenza della prigionia. Le ali della libertà è un trattato commovente sull'essere umano e sull'importanza dell'amicizia assolutamente da non perdere.
11. Ragione e Sentimento (1995)
Jane Austen è forse una delle autrici più cinematografiche del suo tempo. Acuta, divertente, sarcastica, la sua scrittura gode di un impatto visivo senza pari. Non sorprende, dunque, se quasi tutte le sue opere sono state trasposte sul grande e piccolo schermo. Tra queste una delle più riuscite è sicuramente Ragione e Sentimento.
Tratto dal romanzo di Jane Austen del 1811, il film diretto da Ang Lee nel 1995 e sceneggiato da Emma Thompson coglie ogni singolo aspetto che ha reso unica la produzione della scrittrice inglese. Tra la campagna bagnata dalla pioggia, le sale di ballo a Londra e le convenzioni sociali, la pellicola trasporta lo spettatore direttamente in quegli anni, traducendo in immagini in movimento lo spirito del tempo. Vero fiore all'occhiello è il cast, capitanato da Emma Thompson e Kate Winslet nei panni delle due sorelle Elinor e Mariam.
12. Il signore degli anelli (2001)
Quello compiuto da Peter Jackson è uno dei progetti più ambiziosi nella storia del cinema. Una trilogia colossale quella de Il signore degli anelli, una sfida vinta su tutti i fronti, come dimostrato dai 17 premi Oscar portati a casa e l'attaccamento affettivo, quasi devoto, del pubblico nei suoi confronti.
Saga inaugurata con La compagnia dell'anello, il film tratto dal romanzo fantasy di J.R.R. Tolkien, ambientato nella terra di mezzo durante la terza era, ha consegnato alla storia del cinema personaggi come gli hobbit Frodo, Pipino, Sam e Merry, l'elfo Legolas, l'uomo Aragorn, il nano Gimli, Gollum e il mago Gandalf. Accurata trasposizione e maestosa operazione visiva, la trilogia mette in scena battaglie epiche e avventure di una vita. "I amar prestar aen, il mondo è cambiato", ma l'amore per questa trilogia è rimasto immutato.
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13. I segreti di Brokeback Mountain (2005)
L'amore represso, che dilania, distrugge per poi esplodere in tutta la sua violenta passionalità è quello narrato con struggente trasporto da Annie Proulx nel suo racconto del 1997 Gente del Wyoming e portato sullo schermo nel 2005 da And Lee con I segreti di Brokeback Mountain.
Nomination agli Oscar per Jake Gyllenhaal e Heath Ledger e una statuetta alla miglior regia per Ang Lee, il film sulla passione tra i due cowboy Ennis Del Mar e Jack Twist sullo sfondo del Wyoming degli anni '60 è uno dei racconti d'amore tra i più commoventi mai portati sullo schermo. Svestiti della maschera di cowboy virili alla John Wayne, Ennis e Jack si fanno simboli di una lotta ai pregiudizi in nome di quel vero amore troppe volte celato agli occhi di una società dominata da ideali anacronistici e ingiusti.
14. I figli degli uomini (2006)
Talmente grande e talmente angosciante, il film distopico di Alfonso Cuarón con protagonisti Clive Owen e Michael Caine poggia in realtà le proprie solide fondamenta narrative sull'omonimo romanzo di P.D. James. Facendo buon uso dei richiami utopistici e futuristici del romanzo da cui è tratto, in I figli degli uomini Cuarón trae dalle pagine di James soprattutto il mondo grigio, oppressivo, incolore, privo dei sogni colorati e le urla piene di vita dei bambini per dar vita a un universo spettrale, quasi post-atomico, memento cinematografico di un futuro sempre più possibile e che nel 2006 (e ancor prima nel 1993) sembrava improbabile e lontano, mentre ora troppo vicino.
15. Espiazione (2007)
Ardua l'impresa di coloro che decidono di trasporre sul grande schermo i romanzi di Ian McEwan. Dal 1975 (data del suo esordio letterario con Primo amore, ultimi riti) l'autore ha dato vita a un micro-universo fatto di piani temporali che si intrecciano in una matassa difficile da districare. Con Espiazione Joe Wright è, a oggi, l'unico ad aver saputo ricreare le atmosfere e le complesse psicologie dei personaggi che abitano tra le pagine dell'autore inglese.
Opera sulla forza dell'immaginazione e sulla potenza creatrice, ma anche distruttrice, delle parole, Espiazione è forse il romanzo più complesso di McEwan, tradotto brillantemente da Joe Wright, complice una sceneggiatura alacre e coinvolgente firmata da Christopher Hampton e una colonna sonora da Oscar a opera del pisano Dario Marianelli.
16. Il petroliere (2007)
Lo sapete che uno dei film più acclamati di Paul Thomas Anderson, Il petroliere, è ispirato in realtà al romanzo Petrolio! di Upton Sinclair? Pubblicato tra il 1926-27 il libro è una satira sociale sugli anni appena susseguenti allo scandalo del Teapot Dome. Anderson prende le prime 150 pagine di questo libro e ne trae un saggio sull'accecante avidità umana. Il suo film è una galleria di corpi unitisi alla terra e pronti a sporcarsi di quell'oro nero che cercano con fare ossessivo e per il quale sono disposti a tutto, anche a spezzarsi, rompersi e corrodersi. Accecati dal desiderio di ricchezza, o timorati di Dio, i personaggi di Anderson portano in scena uno dei migliori film della decade scorsa, sostenuto da una performance magistrale a opera di Daniel Day-Lewis.
17. Non lasciarmi (2010)
Ispirata all'omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro, la sceneggiatura di Alex Garland per il film diretto da Mark Romanek segue fedelmente quanto narrato dalla sua fonte letteraria. La verosimiglianza e la distanza dalla realtà narrata rispetto a quella che conosciamo illudono il lettore che quello raccontato sia un futuro possibile; un futuro in cui il destino dei suoi protagonisti è già segnato dalla mutilazione dei loro cognomi. Per cognome Kathy, Ruth e Tommy hanno una solo lettera, tanto basta per dei ragazzi la cui nascita asservisce alla depravazione fisica di organi destinati a chi un cognome ce l'ha. I tre (magistralmente interpretati da Carey Mulligan, Keira Knightley e Andrew Garfield) sono cloni, semplice merce di scambio.
Appropriandosi del significato intrinseco del romanzo di Ishiguro, con Non Lasciarmi Garland e Romanek mostrano quanto l'uomo, pur di sconfiggere la morte, arrivi a perdere la propria umanità mostrandosi nella sua indicibile mostruosità. Ed è così che il clone diventa più umano dell'umano stesso.
18. Noi siamo infinito (2012)
C'è un po' di John Hughes nella storia di Charlie Kelmeckis, quattordicenne taciturno dallo sguardo triste, gli occhi colmi di dolori e un sorriso che nasconde una volontà di aprirsi al mondo non sempre realizzabile. Con Noi siamo infinito Stephen Chbosky traduce il proprio romanzo cult del 1999 in una sincera lettera d'amore all'essere adolescente, tra ricordi repressi, il non sentirsi mai all'altezza e una colonna sonora sparata nelle casse per liberarsi di ansie e timori. Con sommessa delicatezza, Chbosky descrive le crisi di Charlie mantenendo intatti i vuoti di una memoria traumatizzata. Fragili e coraggiosi, i protagonisti sono portati sullo schermo da tre dei più carismatici attori della propria generazione (Emma Watson, Logan Lerman ed Ezra Miller) abili nell'incarnare idiosincrasie, debolezze e punti di forza dei loro personaggi rendendoli ancora più reali.
19. L'amore bugiardo - Gone Girl (2014)
Tra i grandi registi capaci di manovrare con cura un gioiello prezioso come un'opera letteraria senza per questo snaturarlo ma anzi infondendo in esso una propria visione autoriale, vi è sicuramente David Fincher. Dopo il cult Fight Club e il remake di Millenium: Uomini che odiano le donne, nel 2014 il regista trasforma un ottimo thriller come L'amore bugiardo - Gone Girl in uno dei suoi film più iconici e riusciti, forte della performance di una gelida Rosamund Pike nei panni di Amy e di un ottimo Ben Affleck in quelli di Nick. Il gioco dell'apparenza, dei sospetti e delle convenzioni famigliari che ci strangolano, ci uccidono per poi farci resuscitare, ingabbiate in segni di inchiostro dalla Flynn, trovano in Fincher il loro nuovo, perfetto, cantastorie.
20. Chiamami con il tuo nome (2017)
Concludiamo la nostra classifica dei migliori film tratti da libri e romanzi con Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino: un gioco di sguardi. Prima ancora di sfociare in un rapporto passionale, il legame che stringe Elio (Timothée Chalamet) a Oliver (Armie Hammer) è fatto di occhi che scrutano e ammirano una bellezza idealizzata, bellezza che si può ritrovare ovunque, dai paesaggi campestri alla piazza del paesino italiano, fino ai resti di statue antiche o di un ospite americano che dorme in casa tua.
Il film di Luca Guadagnino (qui la nostra recensione di Chiamami col tuo nome) segue a modello e con delicata eleganza il romanzo omonimo di André Aciman, mentre trova la sua matrice cinematografica nell'opera di Bernardo Bertolucci.