"Incontrarsi, conoscersi, amarsi e poi separarsi è la storia triste di tanti cuori" affermava Samuel Taylor Coleridge, e il cinema, specchio che riflette i bagliori della nostra vita (vissuta, o solo sognata) ha da sempre cantato l'amore, tra nascite e rotture. Nei film su coppie che si lasciano, di cui parliamo di seguito, la macchina da presa del regista è lì pronta a registrare le dieci, cento e più sfumature di un amore che sfiorisce come una rosa senz'acqua. Da silenziose lacrime che rigano il volto di amanti traditi, al rumore acuto di piatti che si infrangono in mille pezzi.
L'ultima cinepresa che con sorprendente realismo ha scavato nei cassetti della propria memoria personale, facendo uscire dai loro nascondigli ricordi e dolori per un matrimonio fallito, è stata quella di Noah Baumbach per Storia di un matrimonio.
Come affermato nella nostra recensione di Storia di un matrimonio, il regista ha dato vita a un ritratto dell'amore che fu e che probabilmente non sarà più. L'amore è sbiadito come una fotografia, ricoperto da strascichi di insulti pensati o urlati, mani che coprono un viso stanco e provato, e occhi che a stento trattengono fiumi di lacrime. Ultimo capitolo di un manuale di educazione sentimentale in costante aggiornamento, Storia di un Matrimonio vanta numerosi e preziosi precedenti di storie finite e amanti disillusi. Ecco a voi i 10 migliori film su coppie che si lasciano.
1. Io e Annie (1977)
Amore e idiosincrasie in tutte le loro mirabolanti sfumature: è il cinema di Woody Allen che con Io e Annie raggiunge una delle sue vette più alte. Affiancato (tanto nella vita, quanto sul set) da un'irresistibile Diane Keaton, Allen dipinge con la propria cinepresa l'amore, o per dirla alla Stendhal, quell'amore-passione che nasce, tocca un apice e poi muore, così da rimanere eterno. Sarcastica commedia sulla fine di una relazione, Allen regala un'opera immortale e lo fa con la consueta arguzia dando forma all'irrazionalità dei rapporti tra uomo e donna e le infinite difficoltà nel trovare nella coppia un appagamento duraturo tra ragione e sentimento.
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2. Kramer contro Kramer (1979)
Un giorno sei con mamma e papà, sicuro nel tuo letto ricoperto d'amore e attenzioni. Poi ti svegli e mamma non c'è più. Ha lasciato papà. In un gesto così semplice come chiudere la porta dietro di sé, si nasconde tutta la potenza di una sofferenza celata e latente; una sofferenza che con la forza di uno tsunami colpisce nell'anima Joanna (Meryl Streep), l'ormai ex marito Ted (Dustin Hoffman) e il figlioletto Bill, vittima sacrificale sull'altare della crisi matrimoniale. Con lacerante semplicità, aderenza alle realtà umane e onestà di racconto, Kramer contro Kramer di Robert Benton è un vaso di pandora socio-psicologico contenente tutti gli ostacoli da superare durante il processo di separazione: rapporti tra padre e figlio; l'infanzia trascurata; la lotta tra vita privata e carriera lavorativa; la ricerca della realizzazione personale da parte della donna, stanca di sottomettersi alle manipolazioni del proprio uomo; le aporie e complicate rigidità del sistema giudiziario. La pellicola con la straordinaria coppia Meryl Streep-Dustin Hoffman è un film-manifesto delle sofferenze e relative rinascite dopo l'onda del divorzio.
3. La guerra dei Roses (1989)
Dieci anni dopo le lotte in tribunale di Kramer contro Kramer, il regista e attore Danny DeVito analizza gli effetti della separazione e del divorzio in una tipica famiglia borghese americana con La guerra dei Roses. Con un titolo che allude ludicamente alla storica "Guerra delle due rose", il film, tratto dall'omonimo romanzo di Warren Adler, porta alle estreme conseguenze i litigi e i dissapori del nucleo familiare. Michael Douglas e Kathleen Turner non si limitano a urlare e a vomitarsi addosso offese e critiche per anni tenute sottaciute, ma lasciano che sia la parte più istintivamente animale a prendere il sopravvento, lanciandosi contro piatti e oggetti, simboli ipertrofici del benessere americano. Black-comedy dal caustico umorismo, La guerra dei Roses porta con sé un carico di crudele amarezza condito da una punta di esilarante divertimento, mentre i due protagonisti, come leader di due nuove casate regali, portano in scena la loro sanguinolenta battaglia, questa volta senza vincitori.
4. Closer (2004)
"Ciao straniero". Il veicolo che colpisce Alice (Natalie Portman) all'inizio di Closer è una freccia di cupido nata dalla strada, dal rumore della città, da quel senso di aria inquinata che, come veleno, si insinuerà nella storia d'amore della giovane con Dan (Jude Law) sotto forma di tradimenti inflitti e subiti, complici la fotografa Anna (Julia Roberts) e il dermatologo Larry (Clive Owen). Trent'anni dopo Conoscenza carnale (amara indagine sulla sessualità nella società americana degli anni Settanta) Mike Nichols torna nel 2004 ad affrontare le stesse dinamiche sotto un'ottica contemporanea, quasi a suggerire che i tempi passano, ma le problematiche di coppia, le incomprensioni, i litigi e i tradimenti, quelli rimangono eternamente immutabili e universali.
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5. Se mi lasci ti cancello (2004)
A volte il dolore di una perdita è talmente forte, dilaniante, che l'unica cosa che desideriamo è poter rimuoverne il ricordo per ritornare felici. È ciò che sperimentano Clementine (Kate Winslet) e Joel (Jim Carrey) in Se mi lasci ti cancello, film di Michel Gondry del 2004 sceneggiato da Charlie Kaufman. Dopo due anni d'amore la ragazza decide di affidarsi alla clinica Lacuna inc. per eliminare ogni traccia nella sua mente del suo ex. Scoperto il fatto, anche Joel tenta di sottoporsi al processo di eliminazione di memoria selettiva, ma i fatti non andranno secondo i piani. La narrazione frammentata, dove fantasia e realtà si mescolano al passato e al presente, è una girandola caleidoscopica di emozioni, dove la rimozione dell'amato corrisponde per opposizione alla resistenza dell'inconscio di mantenere vivo, nascosto, il suo ricordo. Poesia composta di immagini in movimento e colorata di una fotografia accesa e onirica, Se mi lasci ti cancello è un labirinto della mente in cui perdersi per riassaporare il sapore dell'amore vero, quello che fa male al solo ricordo.
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6. 500 giorni insieme (2009)
Dimenticatevi la donna fragile, che piange sotto montagne di fazzoletti e confezioni di gelato divorate con voracità. A struggersi per un amore finito in 500 giorni insieme di Mark Webb è Tom (Joseph Gordon-Levitt), romanticone e sognatore messo al tappeto da Summer (Zooey Deschanel), donna forte, indipendente, difesa da barriere inespugnabili dagli attacchi delle inevitabili delusioni sentimentali. Barcolla ma non molla Summer; Tom, invece, crolla per poi rialzarsi a fatica dopo la fine di un amore nato dalla forza emozionale della musica degli Smiths. Eppure, anche alla fine di una tormentata tempesta, il sole tornerà a splendere e il contatore di giorni felici si riazzererà per ripartire.
7. Revolutionary Road (2008)
L'amore ti fa sognare e volare in alto con la fantasia, oppure ti getta sottoterra, lacerandoti. A Revolutionary Hill nel 1955 quello tra Frank e April Wheeler è un amore messo in pausa. Attori di un dramma dell'apparenza, i due si mostrano come una giovane coppia della middle class che coltiva noia e anticonformismo in un sobborgo benestante. All'interno della loro dimora Frank e April sono fazioni militari separate da trincee invisibili, accerchiate da silenzi infiniti e bicchieri sempre più pieni. Il progetto di fuga della donna concederà una pausa di passione prima che l'orchestra della separazione e del dramma torni a suonare.
Diretta da Sam Mendes, dopo Titanic la coppia Leonardo DiCaprio - Kate Winslet torna a far sognare e piangere in uno dei più struggenti film su coppie che si lasciano. Tratta dall'omonimo romanzo di Richard Yates, Revolutionary Road è un paradiso costruito ai bordi dell'inferno, pronto a cedere sotto il peso della solitudine e dell'incomunicabilità. Un viale di sogni infranti e di cuori spezzati, di occhi che si incrociano per poi evitarsi e mani che si stringono per poi colpirsi tanto nel fisico quanto nell'anima.
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8. Blue Valentine (2010)
"Fummo quello che non si racconta né si ammette, ma che mai si dimentica". Non c'è frase migliore che questa di Frida Kahlo per riassumere la bellezza tragica, veritiera e sublime di Blue Valentine. Montagna russa fatta di ricordi, flashback e dolorosi ritorni al presente, i passi di danza di Cindy e le note di Dean sono il canto del cigno di un amore vissuto appieno, ma pronto a spezzarsi. Con grazia e naturalezza il regista Derek Cianfrance dirige un Ryan Gosling magistrale e una Michelle Williams sorprendente narrando in sottrazione e senza retorica la nascita di un legame e il suo punctum dolens. Il tutto tenuto insieme da un sospiro che duole l'anima più di urla disperate.
9. La scomparsa di Eleonoir Rigby (2013)
La morte di un figlio, la fine di una storia, il tentativo di rinascere e di ritrovarsi come amanti o semplici amici. Sono le tappe di una stessa sfida affrontate in La scomparsa di Eleonoir Rigby con diverso ardore, coraggio, fragilità dalle due parti in campo: Conor (James McAvoy) ed Eleonoir (Jessica Chastain). Due universi polarizzanti, lontani eppure così vicini, pieni di timori e desideri che il regista Ned Benson decide di raccontare separatamente da due angolazioni diverse: quella di lui e di lei. La linea cronologica dei due protagonisti è sovrapposta, ma le vicende narrate sono autonome, intrecciandosi per poche, sporadiche, sequenze. Una differenza di visione così lontana nella rappresentazione, eppure così vicina per la sostanza dei sentimenti, esaltata dal direttore della fotografia da opposte soluzioni cromatiche: fredda per Conor, uomo incapace di accettare la fine del matrimonio, e calda per la controparte femminile, oramai decisa a riprendere in mano la propria vita e tornare a respirare.
10. Wildlife (2017)
Non è facile essere figli quando i tuoi genitori decidono di separarsi. Ti senti impotente, terra neutrale mentre tutt'attorno è guerra e distruzione. In Wildlife, film d'esordio del talentuoso attore Paul Dano (apprezzato in film come Il petroliere e Prisoners) il quattordicenne Joe assiste inerme alla fine dell'amore tra la madre Jeannette (Carey Mulligan) e l'adorato padre Jerry (Jake Gyllenhaal). Il film (come potete leggere nella nostra recensione di Wildlife) è un melodramma in cui i silenzi colpiscono al cuore più delle urla. Il pathos è trattenuto così da contorcere ancora più forte, ancora più dolorosamente, lo stomaco. La regia di Paul Dano gioca su inquadrature fisse e in asse, che imprigionano i personaggi tra i bordi delle loro cornici allo stesso modo in cui l'ambiente in cui si ritrovano a (soprav)vivere li lega a esso senza via di uscita. E intanto fuori l'incendio brucia intere foreste, lasciando il terreno secco e deserto, proprio come bruciato è il filo che legava insieme Jerry a Jeannette.
Bonus: La La Land e New York, New York
C'è un filo sottile che lega La La Land e New York, New York. Al di là dell'omaggio esplicito di Damien Chazelle al film di Martin Scorsese, entrambe le opere vanno oltre il confine del musical. Sia La La Land che New York, New York affidano alle canzoni e ai balli il compito di dar forma ai sentimenti, i dolori e le gioie di una storia d'amore in tutte le sue fasi, da quella idilliaca dell'inizio, a quella tormentata della fine. Poesie di una fine dolorosa, dove gli sguardi finali sono addii silenti senza recriminazione, ma pieni di speranza per il futuro.
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