È arrivato al cinema dopo l'8 marzo Missing, storia di una figlia e di una madre che devono ritrovarsi tra il crime e il thriller, raccontata solamente attraverso gli schermi della tecnologia, che oramai fanno parte della nostra quotidianità. Un genere, quello screenlife, che è partito da esempi più vicini al mockumentary come The Blair Witch project - Il mistero della strega di Blair, basato sul found footage, per arrivare a screentest veri e propri come Searching, di cui la pellicola ora in sala è un seguito ideale e stand alone: non serve aver visto il primo film per poter vedere il secondo, se non per apprezzare ancor di più la struttura ribaltata della trama e il conseguente approccio differente alle "indagini". Grazie all'uscita di Missing, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros., approfittiamo dell'occasione per proporvi 5 consigli di visione tra film e serie tv partendo proprio da quest'ultimo.
1. Missing (2023)
Scritto e diretto da Will Merrick e Nick Johnson e tratto da una storia di Sev Ohanian e Aneesh Chaganty (gli autori di Searching), la pellicola vede nel cast Storm Reid (la sorella di Zendaya in Euphoria) e Nia Long (Big Mama), insieme a Joaquim de Almeida, Ken Leung, Amy Landecker e Daniel Henney. Missing ancora una volta ci porta a riflettere su quanto conosciamo davvero le persone a noi più care. Durante una vacanza in Colombia una donna (Long) scompare insieme al suo nuovo fidanzato. La figlia adolescente June (Reid) inizia disperatamente a cercarla ma viene ostacolata dalla burocrazia internazionale. Bloccata a Los Angeles, a migliaia di chilometri dal luogo del misfatto, non le rimane che la sua propensione per la tecnologia ad aiutarla a ritrovare la madre, da vera nativa digitale. Un film pieno di colpi di scena inaspettati e da brividi sulla schiena.
Missing, la recensione: ehi Siri, ma dov'è finita mia madre?
2. Searching (2018)
Searching è scritto e diretto da Aneesh Chaganty e vede protagonisti John Cho e Debra Messing. Presentato al Sundance Film Festival 2018 nella sezione NEXT, arrivò a 75 milioni di incasso a livello mondiale partendo da meno di un milione, per la precisione 880.000 dollari, viste le risorse "esigue" messe in campo. Siamo a San Jose, California, e David Kim (Cho) è un padre vedovo deve ritrovare la figlia sedicenne Margot, scomparsa misteriosamente dopo aver mentito al genitore su dove si trovasse in realtà e dopo averlo chiamato misteriosamente di notte senza ricevere risposta. Ci sarà Rosemary Vick (Messing), la detective incaricata del caso, madre anche lei, ad aiutarlo nella ricerca, mentre l'uomo si affida alla tecnologia, uno strumento a cui la figlia faceva uso di continuo mentre per lui rimaneva un mondo meno conosciuto.
3. Unfriended (2014)
Lo screenlife funziona mescolandolo e ibridandolo ai generi e prima del true crime aveva contaminato l'horror. Unfriended è scritto da Nelson Greaves e diretto da Levan Gabriadze e venne presentato al Fantasia Film Festival per poi essere distribuito da Universal Pictures insieme alla Blumhouse Productions di Jason Blum, che come sappiamo ha l'occhio lungo quando si tratta di storie dell'orrore. Completamente girato attraverso lo schermo di un MacBook Air appartenente alla protagonista Blaire (Shelley Hennig), ha guadagnato 64 milioni di dollari a livello globale a fronte di un solo milione speso nella realizzazione. Siamo a Fresno, California, dove un gruppo di ragazzi, composto da Blaire e dal suo fidanzato Mitch insieme agli amici Jess, Adam, Ken e Val, crea una chat di gruppo su Skype in ricordo della loro coetanea Laura, morta suicida un anno prima dopo un brutto episodio di cyber bullismo. Quando l'account della defunta entra nel gruppo minacciandoli, inizia una pericolosa corsa contro il tempo. E lo schermo.
Unfriended: l'horror in salsa desktop
4. Unfriended: Dark Web (2018)
Presentato in anteprima al South by Southwest, e sequel di Unfriended sulla scia dei due So cosa hai fatto, Unfriended: Dark Web è scritto e diretto da Stephen Susco e prodotto e distribuito ovviamente sempre da Jason Blum e la sua Blumhouse: ancora una volta ha riscosso successo partendo da un solo milione di dollari in produzione. Questa volta il protagonista è Matias (Colin Woodell), un ragazzo che mentre è alla ricerca di un nuovo computer da acquistare per il proprio lavoro, trova una cartella di file di provenienza misteriosa che lo porterà nel dark web del titolo, con conseguenze inaspettate e pericolose. La pellicola contiene vari finali alternativi - quello principale intitolato "sepolto vivo" e quelli presenti nell'edizione home video - e ha la particolarità, continuando la tradizione di The Blair Witch Project, di essere stato girato in gran segreto nel 2017.
5. Modern Family (2015)
Anche la serialità si è gettata nel genere screenlife e non poteva che farlo una comedy mockymentary e all'avanguardia come Modern Family. L'episodio 6x16, intitolato "Connection Lost / Equivoci", è stato girato utilizzando solo dispositivi mobile di casa Apple: iPhone, iPad e MacBook Pro. Scritta (e diretta) dal co-creatore della serie Steven Levitan insieme a Megan Ganz, la puntata è stata ispirata dal corto Noah, realizzato dagli studenti canadesi Walter Woodman e Patrick Cederberg per il Toronto Film Festival del 2013. Tutta la puntata inquadra lo schermo del MacBook Pro di Claire (Julie Bowen) e i vari programmi di messaggistica (come FaceTime) sono stati riprodotti fedelmente in fase di post-produzione con la motion graphic. Dopo una conferenza di lavoro a Chicago, Claire attende in aeroporto il volo di ritorno a casa: nella sala d'attesa, usa il suo notebook per tenersi in contatto con la famiglia, in particolare per rintracciare Haley, che dallo status aggiornato di Facebook sembrerebbe sposata. Strano non abbiano utilizzato ancora questa tecnica in un episodio di Black Mirror.