L'elemento grottesco ha, da sempre, affascinato l'uomo perché capace di metterlo di fronte a una versione alterata di se stesso; è come uno specchio che deforma e amplifica le caretteristiche e i sentimenti dell'essere umano e della società in cui esso vive. Il cinema ha, ovviamente, fatto suo questo spropositato squilibrio tra ciò che viene rappresentato e come viene rappresentato, sfiorando a tratti la comicità, a tratti l'orrore.
Ma la verità, pur se ingigantita, sempre verità rimane: così, quello a cui si assiste quando ci si trova di fronte al cinema grottesco, non è altro che una critica, verso la società, verso un personaggio o verso un sistema politico, che indossa la maschera della follia, per confondere e destabilizzare. Se avete voglia di intreprendere con noi un viaggio attraverso questo universo surreale e trasognato, non vi resta che leggere i nostri consigli sui migliori film grotteschi, i più belli di sempre da vedere.
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1. Il grande dittatore (1940)
Iniziamo la nostra lista dei migliori film grotteschi con un capolavoro assoluto della storia del cinema: Il grande dittatore di Charles Chaplin. Una pellicola indimenticabile con protagonista un barbiere ebreo che, dopo aver combattuto nella Prima Guerra Mondiale ed essere rimasto per diversi anni in ospedale, scopre dell'ascesa del dittatore Adenoid Hynkel. Il barbiere ne passa di tutti i colori ma, grazie alla sua straordinaria somiglianza con il folle nazista, potrà togliersi qualche soddisfazione, come fare un discorso al popolo tedesco parlando di uguaglianza e libertà.
2. 8½ (1963)
8½ di Federico Fellini è, da molti, considerata la pellicola che maggiormente esprime lo spirito del regista, capace di regalarci un suo potentissimo autoritratto. La trama del film si concentra su Guido Anselmi (Marcello Mastroianni), un regista quarantenne stanco sia del proprio lavoro sia dei suoi rapporti interpersonali. Nonostante la totale mancanza di ispirazione, l'uomo fa costruire una gigantesca impalcatura, attorno alla quale vorticano, come impazzite, svariate figure stereotipate del mondo del cinema: anziane attrici in cerca di una parte, tecnici urlanti e improvvisati sceneggiatori. Intanto, nella mente del regista, si accavallano fantasiose idee e ricordi della sua vita passata.
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3. Il dottor Stranamore (1964)
Titolo completo Il dottor Stranamore - Ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba. Divertente film grottesco per la regia di Stanley Kubrick, Il dottor Stanamore esplora il tema del conflitto nucleare utilizzando i toni della commedia e della satira, ridicolizzando la dissennatezza dei cosiddetti strateghi. Il generale americano Jack. D. Ripper (Sterling Hayden), ossessionato dal complotto comunista, ordina un attacco aereo con ordigni nucleari in territorio sovietico; nel frattempo, il Presidente degli Stati Uniti Merkin Muffley (Peter Sellers), cerca in tutti i modi di fermare questa assurda iniziativa.
4. L'armata Brancaleone (1966)
Pellicola del 1966 diretta da Mario Monicelli e con Vittorio Gassman e Catherine Spaak, L'armata Brancaleone narra le vicissitudini di Brancaleone da Norcia, un soldato di ventura alla guida di una compagnia di miserabili; l'obiettivo: la presa del feudo di Aurocastro nelle Puglie. Ma i risvolti saranno tragicomici in questo esilarante ritratto di un'Italia medievale disgraziata ma dalle citazioni auliche.
5. Arancia Meccanica (1971)
Indiscutibile capolavoro della storia del cinema nonché fonte di grande scalpore alla sua uscita nelle sale nel 1971, Arancia Meccanica di Stanley Kubrick ci offre l'agghiacciante immagine di una società votata all'uso spropositato della violenza, soprattutto tra i giovani. Protagonista del film è, infatti, Alex DeLarge (Malcolm McDowell), un ragazzo eccentrico e antisociale che, insieme alla sua banda dei Drughi, trascorre le proprie giornate compiendo furti, stupri e qualsivoglia atto criminale caratterizzato dall'ultraviolenza.
6 Il fascino discreto della borghesia (1972)
Ciò che il regista Luis Buñuel ci propone in questa pellicola che tanto rappresenta il suo stile, è una sprezzante critica del mondo borghese. Il fascino discreto della borghesia è suddiviso in svariati tipi di scene, differenti per contenuto ma simili per tematica: vengono narrati, infatti, cinque incontri tra un gruppetto di amici di estrazione borghese e quattro sogni di diversi personaggi. Questi siparietti prendono vita e si intrecciano all'interno di un mondo totalmente irrazionale, nel quale accadono eventi impossibili che, tuttavia, vengono tranquillamente accettati dai protagonisti.
7. La montagna sacra (1973)
La montagna sacra, da cui prende il nome questo film diretto da Alejandro Jodorowsky, è una misteriosa montagna dell'inesistente isola di Loto, sulla cima della quale, a detta dell'Alchimista, si trovano i nove saggi che conoscono il segreto della vita eterna. L'Alchimista, interpretato dallo stesso Jodorowsky, e altri otto personaggi, vogliono raggiungere il cocuzzolo della montagna per uccidere i custodi e prendere il loro posto ma, ad aspettarli, ci sarà una verità sconcertante.
8. La grande abbuffata (1973)
La grande abbuffata, pellicola franco-italiana per la regia di Marco Ferreri, si concentra su quattro personaggi principali, quattro uomini (Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Philippe Noiret e Michel Piccoli) frustrati dalle loro vite noiose. Per mettere fine a questo tedio logorante, i protagonisti decidono di suicidarsi in un modo del tutto inisuale: abbuffandosi fino alla morte, chiusi in una casa nei pressi di Parigi.
9. Fantozzi (1975)
Personificazione della mediocrità nonché emblema dell'impiegato sopraffatto dal sistema, il Ragionier Ugo Fantozzi è un personaggio letterario inventato e interpretato, nella fortunata serie di film, da Paolo Villaggio. Con la sua proverbiale inerzia davanti agli eventi della vita, il solerte Fantozzi affronta una miriade di disavventure (Fantozzi, Il secondo tragico Fantozzi, Fantozzi contro tutti, Fantozzi subisce ancora e molti altri) uscendone sempre perdente ma mai scoraggiato. La sua mimica, ricca di volgarità e caratterizzata da un linguaggio fondato sull'iperbole, lo rende il perfetto archetipo dell'italiano medio degli anni Settanta.
10. Invito a cena con delitto (1976)
In questa pellicola parodia del genere giallo e diretta da Robert Moore, un misterioso ed eccentrico milionario di nome Lionel Twain (Truman Capote) sfida i cinque migliori detective del mondo a risolvere un complicato delitto all'interno della sua villa. I cinque investigatori, ai quali viene promessa una cospicua ricompensa per la soluzione del caso, rappresentano le caricature di famosi detective cinematografici e letterari, dei quali portano il nome storpiato: Sidney Wang (Peter Sellers), Dick Charleston (David Niven), Milo Perrier (James Coco), Sam Diamante (Peter Falk) e Jessica Marbles (Elsa Lanchester).
11. Eraserhead - La mente che cancella (1977)
Brillante esordio di David Lynch alla regia, Eraserhead - La mente che cancella è una pellicola altamente sperimentale, un surrelae horror in bianco e nero ricco tanto di macabre suggestioni quanto di riflessioni socio-psicologiche. Protagonista del film è Harry Spencer (Jack Nance), un tipografo solitario e dalla stramba acconciatura che si ritrova costretto a sposare la fidanzata Mary X (Charlotte Stewart), rimasta incinta. I problemi sorgono quando si scopre che, il nascituro, è, in realtà, un mostro.
12. Possession (1981)
Film grottesco del 1981 per la regia di Andrzej Zulawski, Possession potrebbe sembrare, all'apparenza, la storia di un triangolo amoroso. In realtà, Anna (per il cui ruolo Isabelle Adjani ha vinto il premio come migliore attrice al Festival di Cannes), moglie di un ricco uomo d'affari berlinese, tradisce il marito unendosi carnalmente a un essere mostruoso, simile a un polipo gelatinoso, forse da lei stessa generato.
13. Fuori orario (1986)
Diretto da Martin Scorsese e uscito nel 1986, Fuori orario incarna il perfetto incubo metropolitano, newyorkese per l'esattezza, nel quale il protagonista compie un'arrestabile discesa verso gli inferi. Arricchito da un irresistibile humor nero che delizia e disagia allo stesso tempo, la trama segue le disavventure di Paul Hackett (Griffin Dunne), un programmatore informatico, durante una serata apparentemente normale a New York.
14. Le avventure del Barone di Munchausen (1988)
Terry Gilliam si è ispirato all'omonimo raccolta di racconti e ne ha fatto meraviglie, dando vita a una produzione tanto surreale quanto divertente, arricchita da effetti speciali sorprendenti. Ne Le avventure del Barone di Munchausen, il regista porta sullo schermo le iperboliche avventure del leggendario barone (John Neville), diretto verso una fantomatica città costiera per liberarla dai Turchi. Il suo arrivo, però, si farà attendere, tra salti sulla Luna e cadute nel cratere dell'Etna.
15. Gatto nero, gatto bianco (1998)
Gatto nero, gatto bianco di Emir Kusturica offre un ritratto grottesco della cultura gitana e della sua inclinazione alla festosità e all'allegria. La trama è un continuo intrecciarsi di personaggi caratteristici e di simbolismi, con un filo conduttore comune: sfuggire dal proprio matrimonio combinato per inseguire il vero amore.
16. The Truman Show (1998)
Come reagireste se un giorno scopriste che tutta la vostra vita non è altro che una gigantesca montatura? È quello che succede a Truman Burbank (Jim Carrey) in The Truman Show, film del 1998 diretto da Peter Weir. Trentenne pieno di vita e sempre sorridente, Truman trascorre un'esistenza pacifica sull'isolotto di Seahaven; ciò che non sa è che quella che chiama casa è in realtà un gigantesco studio televisivo di uno show diretto dal regista Christof (Ed Harris).
17. Denti (2000)
Pellicola del 2000 per la regia di Gabriele Salvatores, Denti racconta la storia di Antonio (Sergio Rubini), un uomo tormentato dai complessi a causa dei suoi incisivi troppo ingombranti. Le cose cambiano quando la sua compagna, Mara, la donna per la quale Antonio ha lasciato la moglie, gli frantuma i denti con un posacenere durante una lite. Inizia, così, per Antonio, un incessante peregrinare da un dentista all'altro, fino a quando farà un'incredibile scoperta.
18. La vita è un miracolo (2004)
Ambientato nella Bosnia del 1992, La vita è un miracolo racconta la possibilità di una storia d'amore tra persone completamente diverse, nel bel mezzo del caos più totale. L'ingegnere serbo Luka (Slavko Stimac) e la moglie Jadranka, cantante lirica e donna lunatica, si innamorano rispettivamente di altre due persone, nel pieno del conflitto jugoslavo e con il figlio Milos fatto prigioniero dallo schieramento nemico.
19 Ballata dell'odio e dell'amore (2010)
Scritto e diretto da Álex de la Iglesia, Ballata dell'odio e dell'amore è una favola dark ambientata ai tempi della dittatura di Franco, in Spagna. Javier (Carlos Areces) inizia a lavorare in un circo come pagliaccio triste, al fianco del rozzo e violento Sergio (Antonio de la Torre), il pagliaccio scemo. A rubare il cuore di Javier sarà Natalia (Carolina Bang), già impegnata con Sergio, che però ricambia le attenzioni del clown. L'amore cieco per la ragazza rappresenterà, per Javier, l'inizio di un vortice di follia ed estrema violenza.
20. Il cigno nero (2010)
Diretto da Darren Aronofsky e interpretato da Natalie Portman e Mila Kunis, Il cigno nero è una pellicola che estremizza alcuni temi del balletto classico, proiettandoli nel mondo ipercompetitivo della danza. Nina, scelta per la parte di Odette ne Il Lago dei Cigni, si ritrova allo stesso tempo alle prese con l'ambiguo doppio ruolo del Cigno Bianco e del Cigno Nero e con le insidie di una nuova ballerina, Lily, considerata più seducente di lei.
21. Dio esiste e vive a Bruxelles (2015)
In un piccolo e disordinato appartamento di Bruxelles vive Dio (Benoît Poelvoorde), un personaggio rozzo e trasandato che sembra aver creato l'umanità solamente per dare sfogo alle proprie frustrazioni. Questi vive insieme ala moglie e alla ribelle figlia Ea (Pili Groyne) che maltratta esattamente come fa con i poveri esseri umani. Un giorno, stanca dei soprusi di Dio, Ea decide di seguire l'esempio del fratello maggiore Gesù: scappare attraverso l'oblo della lavatrice e andare per il mondo.
22. The Lobster (2015)
In un futuro distopico, le persone single vengono condotte all'interno di un hotel nel quale, secondo le regole vigenti, devono trovare un partner dalle caratteristiche affini entro quarantacinque giorni. Chi fallisce nell'intento, viene trasformato in un animale a propria scelta. All'esterno dell'albergo, però, in mezzo ai boschi, abita un gruppo di dissidenti, i solitari, ai quali si unirà il protagonista David (Colin Farrell), dopo essere stato lasciato dalla moglie. The Lobster è un film scritto e diretto da Yorgos Lanthimos.
23. Swiss Army Man - Un amico multiuso (2016)
Pellicola del 2016 per la regia di Daniel Kwan e Daniel Scheinert e con protagonisti Daniel Radcliffe e Paul Dano, Swiss Army Man - Un amico multiuso racconta una storia d'amicizia decisamente inusuale: quella tra un naufragò bloccato su un'isola deserta e un cadavere dedito alle flatulenze rinvenuto sulla spiaggia. I due improbabili compagni si imbarcheranno in un epico viaggio per far ritorno alla civiltà.
24. Sono tornato (2018)
Trasposizione italiana della pellicola tedesca Lui è tornato, Sono tornato vede protagonista Benito Mussolini (Massimo Popolizio), ripiombato dal cielo nella Roma del 2017, credendo di trovarsi ancora nel 1945. Inizialmente disorientato, quando incontra l'aspirante regista Andrea Canaletti (Frank Matano), Mussolini vede in lui la possibilità di riconquistare il potere, sfruttando il mezzo televisivo e facendo facile populismo.
25. La mafia non è più quella di una volta (2019)
Concludiamo la nostra lista dei più bei film grotteschi con un documentario satirico firmato Franco Maresco: La mafia non è più quella di una volta. Il regista si interroga sul rapporto odierno tra la popolazione italiana, in particolare siciliana, e la mafia. E lo fa partendo dalla strage di Capaci e di Via D'Amelio, discutendo con la fotografa Letizia Battaglia sulla strumentalizzazione politica delle figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il documentario è il seguito di Belluscone. Una storia siciliana.
La mafia non è più quella di una volta, la recensione: odissea nell'omertà neomelodica