Nel panorama internazionale dell'intrattenimento ormai polarizzato dai film prevalentemente commerciali e dalle serie tv evento, non è semplice creare attesa per un'opera originale che non sia già legata ad un franchise o comunque ad una serie già ben strutturata. Eppure, c'è un regista capace di attrarre nelle sale un pubblico trasversale e numeroso, realizzando film dal budget indubbiamente imponente ma, aspetto fondamentale, valorizzati dal proprio tocco d'autore: egli ne cura ogni aspetto, inclusa produzione e scrittura, e li caratterizza attraverso uno straordinario talento e una visione d'insieme affascinante. Attorno a ogni suo progetto inedito ruota un interesse tale da indirizzare su di sé un'intera annata cinematografica. Ci riferiamo, naturalmente, a Christopher Nolan.
Il cineasta britannico, che può vantare in carriera undici lungometraggi, un contributo importante sia per la conservazione della pellicola come patrimonio tecnico che per la difesa della centralità delle sale cinematografiche, e numerosi altri lavori (tra cui alcuni cortometraggi e il restauro di 2001: Odissea nello spazio) è stato, insieme alla Warner Bros. Pictures, l'unico che ha creduto nella possibilità di dare un significato all'annata del grande schermo che sta per concludersi, puntando sull'uscita internazionale di Tenet tra agosto e settembre scorsi. Un film che rappresenta una nuova, straordinaria esperienza cinematografica, incrociando ancora una volta il tempo, lo spazio e la realtà che in essi prende forma e sostanza.
Un'occasione per effettuare un passo indietro e ripercorrere l'intera filmografia dell'autore (tra gli altri) di Inception, Interstellar, Dunkirk e de Il Cavaliere Oscuro, proponendo una classifica delle sue pellicole. Ciascuna di esse, infatti, è entrata nell'immaginario collettivo creando uno stile unico e straordinariamente intrigante, e lo stesso sta accadendo anche per lo stesso Tenet, per quanto appena arrivato. Non è però semplice definire una scala di valori tra i suoi film, ma è indubbio come alcuni abbiano avuto sul pubblico un impatto maggiore rispetto ad altri e abbiano inoltre mantenuto, negli anni, una rilevanza cinematografica la cui grandezza resterà immutata anche in futuro. È chiaro, dunque, come l'ordine che segue non intenda esprimere un giudizio o determinare una competizione tra titoli, ma più semplicemente riflettere sulle varie opere guardando alla loro essenza.
Riscopriamo quindi tutti i film di Christopher Nolan dal peggiore al migliore (o, se preferite, dal meno rilevante al maggiormente rilevante nel percorso artistico dell'autore britannico) tra sogni, il fondamentale fattore tempo e una trilogia che ha fatto la storia dei cinefumetti d'azione.
11. Following (1998)
Nascondere... mostrare. Facce della stessa moneta.
Un giovane scrittore si muove tra le confusionarie strade di Londra osservando varie persone, apparentemente per cercare un'ispirazione per il suo primo romanzo. Dopo lunghe ricerche, si concentra su un uomo ben vestito e dall'aspetto interessante. Quest'ultimo, dopo aver capito di essere seguito, si presenta al ragazzo come "Cobb" e gli rivela di essere un ladro, proponendogli di collaborare con lui. Egli non è però interessato a reperire materiale di valore, quanto a rovistare nella vita delle persone, per mettere a disagio i derubati e costringerli a ripercorrere la propria esistenza, magari contraddistinta da quegli oggetti impunemente messi a soqquadro.
Un noir in bianco e nero attualmente introvabile in home video nel nostro Paese (il DVD italiano è fuori catalogo da tempo) ed anche per questo poco conosciuto. Eppure Following, primo lungometraggio di Christopher Nolan, è una fonte dalla quale attingere per conoscere molti degli elementi che hanno da sempre interessato il regista. Il principale è la narrazione non lineare: la trama, infatti, viene sviluppata non in ordine cronologico ma come tanti tasselli di un puzzle da (ri)costruire. Già nel successivo Memento, ma anche nel più recente Dunkirk, tale aspetto verrà ulteriormente approfondito da Nolan, affascinato dal tempo e dalle linee che all'interno di esso possono intersecarsi. Girato in pellicola 16 mm, Following è stato, oltre che diretto e scritto, anche fotografato e montato (insieme a Gareth Heal) dall'autore londinese. La lavorazione ha richiesto circa un anno, in quanto il cast artistico e quello tecnico erano già impegnati in altri lavori e potevano dedicarsi solo nel tempo libero del sabato alle riprese di quello che resta un film per molti versi sperimentale. Non mancano però i riferimenti: nell'arco della pellicola è possibile osservare alcuni poster di altri titoli ma, soprattutto, il logo del Batman di Tim Burton attaccato a una porta (quasi a preannunciare quello che sarà l'impegno di Nolan nel mondo del giustiziere di Gotham). Inoltre, il co-protagonista si fa chiamare Cobb. Un nome che non può che ricordare il futuro personaggio principale di Inception...
10. Insomnia (2002)
Per me questo è il momento peggiore della notte. Troppo tardi per ieri, troppo presto per domani.
Will Dormer è un abile ed esperto detective della squadra omicidi di Los Angeles. Inviato in missione in una cittadina dell'Alaska insieme al collega Hap Eckhart, dovrà far luce sul caso ancora irrisolto dell'uccisione dell'adolescente Kay Connell. Avranno inoltre la collaborazione della perspicace Ellie, una giovane agente della polizia locale che ammira profondamente Dormer e la sua carriera. Eppure, Will e Hap sono a loro volta sotto inchiesta disciplinare per aver fatto condannare, con prove false, un violentatore sulla cui colpevolezza non avevano comunque dubbi. Mentre Eckhart sembra indirizzato a voler patteggiare nonostante il parere contrario di Dormer, le indagini del caso Connell si concentrano su Randy, ambiguo fidanzato di Kay. Ma, dopo aver raccolto altri indizi, durante una trappola organizzata per attirare l'assassino la squadra avvista effettivamente un uomo, che fugge. Durante l'inseguimento, Dormer uccide accidentalmente proprio Eckhart, non avendolo scorto nella nebbia. Temendo di essere accusato di omicidio, Will precipita in un tunnel di menzogne che verrà sfruttato anche dall'assassino di Kay...
Remake dell'omonimo thriller norvegese diretto da Erik Skjoldbjærg nel 1997, Insomnia è l'unico film nel quale Christopher Nolan si occupa solo della regia. La pellicola è infatti basata sulla sceneggiatura di Hillary Seitz, che ha tratto scrittura da quella originale di Skjoldbjærg e di Nikolaj Frobenius. Eppure, quest'opera ha confermato il talento di Nolan dopo l'illuminante Memento dimostrando come il regista fosse a proprio agio nel dirigere un cast di enorme caratura. Insomnia può infatti vantare, tra i suoi interpreti, personalità di spicco quali Al Pacino (nel ruolo di Will Dormer), Hilary Swank (in quello di Ellie), Martin Donovan, Maura Tierney e Robin Williams, per la prima volta nella parte di un antagonista impersonato straordinariamente, grazie alla versatilità del compianto attore statunitense (il quale, ancora nel 2002, avrebbe preso parte a un altro thriller, One Hour Photo). È in particolare la contrapposizione tra i due mostri sacri ad aver reso indimenticabile, per Nolan, la lavorazione di Insomnia, che non ricevette candidature rilevanti ma un ottimo riscontro dalla critica. La regia mette in risalto, anche con alcune intuizioni visive, le ossessioni del protagonista, inseguito costantemente dal rimorso per le proprie azioni ma richiamato per un'ultima volta, nonostante tutto, al senso di responsabilità che la qualifica di detective presuppone, nonostante il peso degli anni e degli errori condizionino inevitabilmente le sue scelte. In un luogo dove non arriva mai il buio, non riuscire a dormire e accumulare stanchezza a causa dell'insonnia rappresentano il logorio psicologico di Will: la fuga dalla luce notturna dell'estate artica è la stessa che egli conduce dalla verità.
9. Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno (2012)
Chiunque può essere un eroe. Anche un uomo che fa una cosa semplice e rassicurante, come mettere un cappotto sulle spalle di un bambino per fargli capire che il mondo non è finito.
Dopo l'approvazione delle misure di contrasto alla criminalità che portano la firma del procuratore distrettuale Harvey Dent, Gotham è adesso una città sotto controllo. Batman aveva assunto su di sé il peso della morte di Dent, inevitabile dopo che quest'ultimo era stato spinto dal Joker a volgersi verso il male, lasciando dietro di sé una scia di omicidi. Bruce Wayne ha così riposto armi, costume e mezzi nella caverna del suo maniero, chiudendosi nel rimorso per aver perso Rachel e lasciando che fosse la giustizia civile e non più Batman ad estirpare la violenza dalle strade. Ma la bugia sulla quale si regge l'effimera tranquillità di Gotham non potrà proseguire a lungo. Una minaccia incombente avanza dai bassifondi della metropoli: quella di Bane, un folle terrorista che attacca i punti nevralgici del potere costituito puntando a far uscire Batman nuovamente allo scoperto. Nel frattempo, anche il detective John Blake è sulle tracce del Cavaliere Oscuro, preoccupato dalle condizioni nelle quali versa la parte povera di Gotham, sempre più in crisi. A sparigliare le carte potrebbe però essere la magnetica Selina Kyle, un'affascinante ladra in cerca di riscatto e redenzione.
Il terzo capitolo di una trilogia che ha fatto epoca. Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno ha avuto una lunga fase di sviluppo e di casting, anche perché Nolan ha dapprima voluto dedicarsi al progetto Inception per poi immergersi nuovamente nella sua Gotham. Preparato insieme a David S. Goyer ma di fatto scritto dal regista insieme al fratello Jonathan, The Dark Knight Rises (titolo originale) sconta la difficoltà di creare qualcosa di narrativamente coerente e appassionante dopo quanto mostrato ne Il Cavaliere Oscuro. Nolan ha così optato per l'ingresso di quattro nuovi personaggi da fare ruotare attorno al Batman di Christian Bale, sempre perfetto nel ruolo. Bruce Wayne, scavato dal dolore degli affetti perduti e dalla solitudine, rientra in azione (nel film accade dopo ben 45 minuti!) per compiere il proprio destino e quello della città per la quale ha sacrificato tutto.
Un sempre convincente Tom Hardy nel ruolo di Bane, Anne Hathaway in quello di Selina Kyle (estremamente sensuale e ironica, grazie alla meravigliosa prova dell'attrice), Marion Cotillard nella parte di Miranda Tate e Joseph Gordon-Levitt nel ruolo di John Blake completano un cast superbo del quale fanno parte anche Ben Mendelsohn, Matthew Modine e ancora una volta Gary Oldman, Morgan Freeman e Michael Caine. Rendere Batman un simbolo positivo dal quale trarre ispirazione per un futuro di pace e prosperità: è l'idea di Bruce, da realizzare non prima di uno scontro finale indimenticabile. I difetti de Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno si trovano probabilmente nella troppa voglia di non lasciare nulla di intentato, oltre che di sospeso dal punto di vista del racconto. La sensazione è che alcuni passaggi del film risultino frettolosi, soprattutto nella parte centrale. Ed è un peccato, poiché abbiamo assistito, anche di recente, a pellicole di durata decisamente maggiore rispetto ai 158 minuti di The Dark Knight Rises e con meno frecce al proprio arco.
Con un budget stimato di circa 250 milioni di dollari (inclusa la campagna promozionale, purtroppo funestata nella sua fase finale dalla strage di Aurora), il film ha incassato oltre 1,081 miliardi in tutto il mondo: ad oggi ancora il risultato maggiore di Nolan al botteghino.
Come il Batman di Christopher Nolan ha cambiato per sempre i cinecomic
8. TENET (2020)
Viviamo in un mondo crepuscolare. Nessun amico al tramonto.
Un agente della CIA prende parte a un'operazione russa sotto copertura per salvare un collega compromesso, e per ritrovare un oggetto non identificato durante un attacco terroristico al Teatro dell'Opera di Kiev. Poco dopo, raggiunti gli obiettivi, l'agente viene salvato da un uomo armato e mascherato, che apparentemente uccide un altro individuo con un proiettile sparato con una traiettoria invertita. Nuovamente con i russi, l'agente sarà però torturato e costretto a inghiottire una pillola al cianuro per non rivelare informazioni fondamentali. Ma egli non morirà: si risveglierà a bordo di una nave, sulla quale gli viene spiegato che quella missione non era che una prova di lealtà per accertare che fosse pronto a collaborare per un'organizzazione segreta chiamata "Tenet".
Condotto in un laboratorio, l'agente - che poco alla volta scoprirà di essere il vero Protagonista degli avvenimenti cui va incontro - viene introdotto da una scienziata allo studio su alcuni proiettili la cui entropia risulta "invertita", e che pertanto si muovono all'indietro nel tempo. La donna ritiene che nel futuro sia stata sviluppata una tecnologia che consente agli oggetti di spostarsi all'indietro per mezzo dell'inversione del flusso temporale. Altri ritrovamenti fanno inoltre supporre che possa essere stata creata un'arma in grado di distruggere il passato, e qualcuno potrebbe utilizzarla per raggiungere i propri oscuri obiettivi. Così, la nuova missione avrà come unico obiettivo il salvataggio dell'umanità stessa inseguendo un potente e ricco nemico e condividendo con altri collaboratori - tra cui il misterioso Neil - le informazioni necessarie per trovare quell'apocalittico strumento.
Non tentare di comprenderlo. Sentilo.
Una delle frasi più rappresentative di Tenet è la chiave di lettura migliore per avvicinarsi a un film che ha catalizzato l'opinione pubblica e restituito significato a un'intera annata cinematografica. A dieci anni da Inception, Christopher Nolan è tornato all'azione pura imprimendo il suo marchio di fabbrica inconfondibile nella regia, nella sceneggiatura e nella produzione, assolutamente imponente. Ha quindi creato un personaggio principale che si ritrova inizialmente spaesato, per poi divenire, un po' alla volta, consapevole della missione che deve compiere e infine si rende conto di esserne il fulcro. Così come accade per ogni singolo spettatore di Tenet, che a fine visione avrà compreso di aver vissuto un'esperienza straordinaria - accompagnato da un autore entusiasta di coinvolgere il pubblico incrociando ancora una volta il tempo, lo spazio e la realtà che in essi prende forma e sostanza - e si ritroverà dinanzi a una nuova e chiara visione del percorso visivo e sonoro cui ha assistito.
Il viaggio nel tempo, stavolta, viene affrontato attraverso la sua consistenza inafferrabile e utilizzato da Nolan attraverso periodi narrativi più brevi ma con una prospettiva ben al di là dell'immaginazione dei personaggi in scena. L'autore britannico è partito da elementi conosciuti e si è rinnovato proponendo nuove sfide tradotte in una realizzazione indimenticabile di molte delle sequenze d'azione, con indubbi omaggi alla saga di 007 e azzardando quando necessario grazie alle proprie enormi capacità registiche.
Per Tenet, Nolan ha messo insieme un cast artistico di prim'ordine, composto da John David Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Aaron Taylor-Johnson, Clémence Poésy, Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Himesh Patel e Martin Donovan; e un cast creativo assolutamente straordinario, dal quale spiccano il direttore della fotografia Hoyte van Hoytema, lo scenografo Nathan Crowley, la montatrice Jennifer Lame e il compositore Ludwig Goransson, autore di una colonna sonora raffinata.
Con un budget stimato di 205 milioni di dollari, Tenet ha finora incassato circa 350 milioni al botteghino. Un risultato incoraggiante considerando la limitata distribuzione statunitense, un'incompleta diffusione europea e soprattutto nel resto del Mondo. Certo lontano da un risultato che possa essere considerato soddisfacente da una major come Warner Bros. Pictures, ma del tutto in linea con un contesto planetario che è inevitabilmente cambiato. Con Tenet, Nolan ha riavvolto il tempo per poi dipanarlo: con questo film ha già dimostrato come portare il (proprio) cinema nel futuro.
Tenet: Christopher Nolan tra Hitchcock e James Bond
7. Memento (2000)
Come posso guarire se non riesco a sentire il tempo?
Leonard "Lenny" Shelby era un investigatore di una compagnia assicurativa, specializzato nel trovare i truffatori che aggirano le regole. Apparentemente benestante e di gran classe, ora Lenny convive con un problema insormontabile: a seguito di un'aggressione subita da due uomini, ha riscontrato un trauma che gli ha causato la perdita della memoria a breve termine, tanto da non riuscire a trattenere le informazioni che recepisce per più di quindici minuti. L'uomo è rimasto sconvolto soprattutto perché, nella colluttazione, quei due criminali hanno violentato e ucciso sua moglie Catherine. Lenny è adesso in cerca di vendetta, ma per non perdere le tracce e gli indizi che ha raccolto, appunta su foglietti (e persino sul suo corpo) tutti i dati che riesce ad acquisire un po' alla volta. Così, essendo facilmente raggirabile, Lenny non può fidarsi di nessuno per giungere al proprio obiettivo: nemmeno del suo amico poliziotto Teddy Gamell e dell'amante Nathalie. Nel frattempo, un caso di quando lavorava come investigatore gli fa adesso da monito: quello di Sammy Jankis il quale, affetto dalla stessa malattia della memoria, si era visto negare il risarcimento assicurativo poiché inizialmente Lenny riteneva fosse legata ad un problema mentale e non fisico.
Più che i dettagli della trama, è la tecnica di costruzione narrativa a rendere straordinariamente interessante il film. Sceneggiato da Christopher Nolan e basato su un soggetto del fratello Jonathan, Memento si sviluppa attraverso una narrazione non lineare: ogni quindici minuti, così come nella memoria del protagonista, il racconto riparte da un altro punto, e così sia Lenny che gli spettatori sono costretti a riprendere il filo per dipanare una matassa estremamente intricata. Grazie a inquadrature (nella fotografia ora a colori, ora in bianco e nero) che a più riprese girano attorno al personaggio principale (interpretato magnificamente da Guy Pearce) e mostrano l'incertezza che lo attanaglia (la quale, a sua volta, si riflette su chi lo osserva), Nolan descrive il senso di smarrimento di Leonard, determinato dal non saper mettere ordine agli eventi che si sono verificati, che stanno accadendo o che si susseguiranno. Così, egli non può ritrovare un aggancio alla propria esistenza. L'unica àncora sulla quale Lenny può appigliarsi è lo scopo per il quale cerca di andare avanti, nonostante tutto: è il fine ultimo a contare davvero.
Candidato a due Premi Oscar (per la sceneggiatura originale e per il montaggio di Dody Dorn), Memento ha rivelato il talento di Christopher Nolan nel panorama internazionale e ha conquistato di diritto un posto tra i cult dell'ultimo ventennio cinematografico.
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6. Batman Begins (2005)
Rachel, non è tanto chi sono, quanto quello che faccio, che mi qualifica.
Dopo aver assistito da piccolo all'uccisione dei propri genitori per mano di un criminale comune, Bruce Wayne cresce nel rimorso e nella rabbia per quanto accaduto. Nonostante sia l'uomo più ricco della metropoli Gotham, non si è mai occupato del proprio patrimonio, covando piuttosto un forte desiderio di vendetta nei confronti dell'assassino e non confidando nel valore della giustizia. Dopo alterne vicissitudini, Bruce comprende che è giunto il momento di andare via. Così, intraprende un viaggio in luoghi lontani per conoscere a fondo la natura del male oscuro che pervade gli esseri umani e poterlo così affrontare. Dopo essere stato liberato da una prigione asiatica da Ducard, il più stretto collaboratore di Ra's al Ghul (carismatico leader della Setta delle Ombre), Bruce viene addestrato nel fisico, nella mente e nelle arti marziali, cercando di superare i traumi del passato. Dopo aver debellato la Setta - il cui fine violento non coincideva con le proprie intenzioni - Bruce fa ritorno a Gotham, dove ritrova il fidato maggiordomo Alfred Pennyworth il quale, come un secondo padre, ha sempre avuto cura del giovane Wayne e delle sue proprietà. Ma, oltre ad Alfred, ad attendere Bruce vi è anche Rachel Dawes, amica d'infanzia della quale egli è innamorato ed è adesso assistente del procuratore distrettuale. Bruce, finalmente maturo, sfruttando le proprie risorse ed enormi abilità decide di trasformarsi in Batman, un giustiziere mascherato dotato di un arsenale eccezionale e capacità straordinarie, per mettere fine alla criminalità tra le strade di Gotham. Ad aiutarlo, oltre ad Alfred, saranno anche Lucius Fox, responsabile del settore ricerche della Wayne Enterprises, e il sergente James Gordon, l'uomo più onesto all'interno della corrotta polizia della metropoli.
Dopo i successi di critica ottenuti con i precedentemente citati Memento e Insomnia, la Warner Bros. Pictures decise di affidare a Christopher Nolan il rilancio di Batman sul grande schermo: occorreva restituire credibilità al supereroe più iconico dei fumetti e diamante del mondo DC Comics, la cui popolarità al cinema risultava in declino dopo i due controversi film diretti da Joel Schumacher a metà anni '90. Così, Nolan ha attinto informazioni dai fumetti classici e dalle graphic novel - avvalendosi della collaborazione di David S. Goyer, che ha co-sceneggiato il film insieme al regista - e si è ispirato al Superman di Richard Donner per costruire la genesi dell'Uomo Pipistrello all'interno della pellicola. Anche in questo caso con un andirivieni temporale nel racconto degli eventi, ma qui funzionale a inquadrare il percorso di Bruce Wayne che si immerge tra le proprie paure, rielabora il lutto per l'uccisione dei genitori e impara ad apprezzare la differenza tra vendetta e giustizia. Ne uscirà fuori più forte e determinato, fino a decidere di colmare il vuoto tra gli indifesi cittadini di Gotham e la criminalità organizzata in mano a Carmine Falcone. La regia e la scrittura di Nolan sottolineano la sofferenza di Bruce, ne descrivono la maturazione ed esaltano la trasformazione da semplice uomo a leggenda, prima di confrontarsi con il vecchio maestro e suggellare la propria figura definitivamente.
Batman Begins ha tracciato la strada per ogni cinecomic degli ultimi quindici anni: vi è un cinefumetto prima di esso, ve ne è stato un altro successivamente. Chi intende affrontare la genesi di un supereroe, raccontarla sul grande schermo e vuole rendere contemporanei i fumetti nel mondo attuale, non può non attingere a un modello perfetto come il primo capitolo della trilogia di Nolan. Per la produzione del film, il regista britannico scelse Christian Bale per il ruolo di Bruce Wayne, Michael Caine (qui alla prima collaborazione con l'autore londinese) per quello di Alfred, Gary Oldman per la parte di Gordon e Morgan Freeman come Lucius Fox. A completare il cast artistico anche Liam Neeson, Katie Holmes, Cillian Murphy e il compianto Rutger Hauer. Il cast creativo fu invece valorizzato dal montatore Lee Smith, dal fotografo Wally Pfister (qui candidato all'Oscar), dallo scenografo Nathan Crowley e dai compositori James Newton Howard e Hans Zimmer (quest'ultimo alla prima delle sei collaborazioni con Nolan). Batman Begins ha ottenuto un grande riscontro di critica e pubblico, incassando oltre 370 milioni di dollari al botteghino mondiale.
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5. The Prestige (2006)
Tornate a casa. Lasciate stare. So riconoscere un'ossessione: non porterà a niente di buono.
Robert Angier e Alfred Borden sono i migliori illusionisti della Londra vittoriana di fine '800. Nonostante gli insegnamenti che hanno ricevuto dall'esperto Cutter, i due esprimono uno stile profondamente differente: Robert è più spettacolare, vuole il gradimento del pubblico, e ha più presenza sul palco; Alfred è invece più riflessivo e concreto, e forse ha più talento puro. Un giorno, durante lo spettacolo dell'illusione della donna legata in una cassa piena d'acqua, la moglie di Robert, Julia, chiede di aumentare la difficoltà dell'esibizione. Ma un contrattempo provoca un incidente e la donna annega, tragicamente. Robert, fuori di sé per la collera, ritiene unico responsabile Alfred, giurandogli vendetta. La carriera di entrambi proseguirà separatamente: Angier si farà chiamare "Il Grande Dantòn" e le sue esibizioni avverranno solo nei migliori teatri, mentre Borden diverrà "Il Professore" ma, assieme all'inseparabile collaboratore Fellon, potrà esprimere il suo talento soltanto in angusti locali. Riuscirà comunque a stupire il proprio pubblico, fino a perfezionare l'illusione del "trasporto umano", ovvero sparire da un punto del palco attraverso una porta e riapparire da un'altra, immediatamente dopo, posta in un altro luogo della struttura. Angier, che sentirà parlare del numero, ne rimarrà ossessionato e farà di tutto per imitarlo, non riuscendo però a scoprirne subito la vera essenza...
Tratto dal romanzo di Christopher Priest e scritto da Christopher Nolan insieme al fratello Jonathan, The Prestige ha richiesto un complesso lavoro di adattamento del libro e di sviluppo della sceneggiatura, che aggiunge parecchi dettagli rispetto agli elementi iniziali ed è il punto di forza di una pellicola concepita come un meccanismo perfetto. E, così come ogni illusione, anche il film si divide in tre atti: la promessa è il momento nel quale l'illusionista presenta le sue abilità e i suoi trucchi più facili, lasciando immaginare quello che mostrerà più avanti; la svolta è il momento nel quale si passa ai trucchi difficili e al numero più importante, e attraverso essi il pubblico deve sentirsi catturato, parte dello spettacolo e pienamente illuso; il prestigio è il momento conclusivo, nel quale l'illusionista deve dimostrare di essere riuscito nel suo intento.
Nella stessa maniera si sviluppa il percorso di Angier e Borden: una sfida senza esclusione di colpi, imperniata sull'ossessione del raggiungimento della perfezione e sulla volontà di prevalere uno sull'altro per ambizione, vendetta e rivalsa, tanto da spingere entrambi i duellanti oltre ogni limite immaginabile. A tal proposito, è esemplificativo il personaggio di Nikola Tesla, lo scienziato che contribuì a rivoluzionare il campo dell'elettromagnetismo applicato: Angier si rivolgerà a lui per ottenere un'invenzione che possa essere capace di ricreare l'illusione più difficile, anche se il prezzo da pagare è altissimo. In realtà, Nolan ha giocato molto tra storia e leggenda: è vero che Tesla, giunto negli Stati Uniti nel 1884, conobbe lustro in America e ingaggiò una rivalità con Thomas Edison negli studi sulla corrente alternata, ma non risulta che avesse mai perfezionato una macchina capace di duplicare la materia (ancor meno adattarla per uno spettacolo di illusionismo). Se l'Angier di Hugh Jackman e il Borden di Christian Bale compongono una coppia formidabile di interpreti, è assolutamente iconico proprio il Tesla interpretato da David Bowie, che Nolan convinse personalmente dopo aver ideato su di lui il personaggio: certamente ispirato allo scienziato, ma impreziosito con il tocco inconfondibile dell'indimenticato artista britannico. Nel cast spiccano inoltre Michael Caine, Scarlett Johansson, Rebecca Hall, Piper Perabo e Andy Serkis. The Prestige ha ottenuto due candidature agli Oscar 2007: per la fotografia di Wally Pfister e la scenografia di Nathan Crowley.
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4. Dunkirk (2017)
Si riesce praticamente a vederla, da qui... La nostra terra.
Dunkerque, Francia. Il Corpo di Spedizione Britannico, insieme alle truppe francesi, belghe e canadesi (per un totale di circa 400mila uomini) è costretto a indietreggiare fino alla spiaggia. Sebbene la costa si trovi soltanto a 26 miglia di distanza da casa, l'attracco per le navi inglesi è proibitivo, e non c'è modo di raggiungere l'altra sponda; ma il nemico è in avvicinamento, sempre di più. Dopo giorni di attacchi aerei e accerchiamenti, c'è ancora una speranza: quando viene diramato un richiamo di aiuto ai civili oltre la Manica, che possiedano piccole imbarcazioni adatte a venire in soccorso, molti partono volontari, come il signor Dawson (Mark Rylance), il figlio Peter (Tom Glynn-Carney) ed il suo amico George (Barry Keoghan). Ed è così che una flotta di barche private salpa dal sud della costa inglese per raggiungere la Francia e riportare gli uomini a casa: tra essi troviamo il giovane Tommy (Fionn Whitehead) che ha, come unico pensiero, quello di mettersi in salvo. Mentre la RAF tenta di allontanare i nemici dalla spiaggia, con alcuni valorosi piloti tra cui Farrier (Tom Hardy) e Collins (Jack Lowden), il comandante della Marina britannica in capo (Kenneth Branagh) cerca di guidare il disperato salvataggio.
Una potenza visiva e sonora di rara intensità. Per contemplare la cifra tecnica di Dunkirk, è possibile immergersi nella prima sequenza: in essa, un gruppo di soldati inglesi si trova tra le strade di Dunkerque. Ad un tratto, inizia a cadere una pioggia di proiettili, delle stilettate che non lasciano scampo: solo uno degli uomini, forse il più giovane (e che sarà colui sul quale si poggerà il fulcro della narrazione) riesce a fuggire e a raggiungere la linea di difesa, ridotta soltanto alla spiaggia. Un prologo che è il manifesto del film e ne definisce lo stile, così come Christopher Nolan l'ha pensato, poi scritto e quindi realizzato attraverso la sua regia: un senso di angoscia e accerchiamento continuo, inevitabile, soffocante, seguendo passo dopo passo i soldati in scena, scandendo l'azione con il contributo determinante della colonna sonora di Hans Zimmer, che cresce d'intensità poco alla volta ma inesorabilmente.
Dunkirk (che nel titolo mantiene il nome inglese della città francese) ha alcune caratteristiche ben precise: pochi dialoghi, grande coinvolgimento dello spettatore attraverso il realismo delle immagini (in IMAX 70mm, e per questo Nolan ha cercato di far comprendere al pubblico come l'esperienza cinematografica fosse necessaria) e narrazione su tre piani temporali ciascuno di differente durata, intersecando gli avvenimenti sulla terra, in mare, in aria e convogliandoli verso un finale straordinario. Aspetti che ricordano molti dei film precedenti del regista britannico, ma Dunkirk non è una sintesi dei lavori già ammirati, quanto un ulteriore passo in avanti: rilanciando la sfida al tempo ancora una volta ma cambiando totalmente contesto narrativo, Nolan è sfuggito agevolmente alla ripetitività. L'approccio atipico (non un solo protagonista ma diversi), l'atmosfera drammatica ma epica (per la Gran Bretagna il salvataggio di Dunkirk ha rappresentato una spinta determinante per la seguente battaglia d'Inghilterra del 1940 e il resto del conflitto) e la scelta di non menzionare mai l'esercito tedesco (definito come "il nemico") hanno spinto parte dell'opinione pubblica ad accusare il film di eccessivo patriottismo, ma la prospettiva di Nolan si attiene alla verità storica: quella di una sconfitta che diverrà una vittoria, verso la riconquista della libertà dall'oppressione nazista.
Dunkirk ha ottenuto cinque nomination agli Oscar (fra cui la prima alla regia per Nolan) vincendo tre statuette: per il miglior montaggio di Lee Smith e (ovviamente) per il miglior mixaggio sonoro e montaggio sonoro.
3. Inception (2010)
I sogni sembrano reali finché ci siamo dentro, non ti pare? Solo quando ci svegliamo ci accorgiamo che c'era qualcosa di strano.
Dom Cobb (Leonardo DiCaprio) è un estrattore di sogni. Sfruttando le proprie conoscenze e abilità, Cobb è specializzato come nessun altro nel carpire i segreti delle persone mentre queste dormono, infiltrandosi nella loro mente attraverso un apparecchio che consente, in un determinato lasso di tempo (breve nella realtà, ma più dilatato mentre si dorme) e attraverso un "sogno condiviso" (più persone sognano simultaneamente) di estrarre informazioni estremamente preziose. Servendosi di vari espedienti, la vittima non riesce a distinguere il sogno dalla realtà, lasciando campo libero a Cobb e al suo collaboratore Arthur (Joseph Gordon Levitt), il manovratore delle azioni da compiere durante il lavoro. Messi entrambi alla prova dal magnate nipponico Saito (Ken Watanabe), Cobb e Arthur vengono ingaggiati per una missione ancora più complicata: un innesto. Non occorrerà procedere all'estrazione ma piuttosto a impiantare un'idea nella mente di Robert Fischer (Cillian Murphy), figlio del miliardario concorrente di Saito nel settore energetico. Egli, che avrà il controllo del patrimonio del padre, dovrà essere convinto a scorporare la propria compagnia per evitare che possa controllare il mercato internazionale. Cobb, che sa di poter riuscire nell'impresa nonostante le perplessità di Arthur, non ha scelta, poiché soltanto Saito gli potrà consentire di tornare negli Stati Uniti dai suoi figli, dopo essere stato ingiustamente accusato dell'omicidio della moglie Mal (Marion Cotillard). Così, Dom organizza un sogno strutturato in più livelli, per giungere fino alla profondità della mente di Fischer. Prima di arrivare a lui, Cobb dovrà completare la propria squadra, della quale faranno parte anche la giovane studentessa di architettura Ariadne (Ellen Page), il trasformista e falsario Eames (Tom Hardy) e l'esperto chimico Yusuf (Dileep Rao).
Inception era un progetto al quale Nolan intendeva dedicarsi da inizio carriera appena ne avesse avuto la possibilità, soprattutto produttiva. Già Memento e Insomnia avevano degli elementi che poi avremmo ritrovato nel personaggio straordinariamente interpretato da Leonardo DiCaprio: anche lì i due protagonisti erano tormentati, uno alle prese con il tempo che si riavvia continuamente e non va più avanti, l'altro inseguito dalle proprie colpe e per questo incapace di dormire, tanto da non riuscire a rifugiarsi nemmeno nei sogni. Dopo lo straordinario trittico di successi composto da Batman Begins, The Prestige e Il Cavaliere Oscuro, la Warner Bros. Pictures si convinse di finanziare la pellicola predisponendo un budget (stimato) di 160 milioni di dollari. Un investimento che avrebbe ripagato con gli interessi, e non soltanto per gli oltre 820 milioni di incassi che Inception otterrà al botteghino internazionale, ma anche perché esso riesce ancora a sorprendere e conquistare nuovo pubblico: per la complessità della costruzione narrativa e scenografica (in studio e negli esterni internazionali), per la straordinaria potenza visiva espressa dalla regia di Nolan (sublimata da effetti visivi formidabili), per la superlativa colonna sonora di Hans Zimmer, per un cast perfetto e perché, a ogni visione, riesce a regalare un dettaglio in più, come accade soltanto per i grandi film.
Inception esprime all'ennesima potenza lo stile dell'autore britannico e, anche per questo, spesso il dibattito attorno alla pellicola si divide nettamente: chi avrebbe voluto un maggiore sforzo di scrittura sulla storia d'amore drammatica tra Cobb e Mal, o un finale più esplicativo, o meno complessità della trama; chi invece adora il film nella sua maestosa essenza, incluso il tema del rapporto padre/figlio e le atmosfere assolutamente non ordinarie, che portano lo spettatore un livello onirico dietro l'altro, mentre il sogno collassa e la corsa contro il tempo diventa inesorabile. È vero che il cinema è anche confronto tra opinioni e le sensibilità di ciascun spettatore. Ma come non apprezzare totalmente un'opera che coinvolge così profondamente? Chi si avvicinasse al cinema di Nolan per la prima volta, dovrebbe forse iniziare proprio da Inception: resterebbe certamente affascinato.
Candidato a una miriade di premi (tra cui quattro Golden Globe e nove BAFTA), Inception ha ricevuto in particolare otto nomination agli Oscar, vincendo quattro statuette: per la fotografia di Wally Pfister, per il mixaggio e il montaggio sonoro e per gli effetti speciali.
Inception di Christopher Nolan: il successo del cinema delle idee
2. Il Cavaliere Oscuro (2008)
Vedi, io non sono un mostro. Sono in anticipo sul percorso.
Dopo un anno dall'apparizione di Batman sulle strade di Gotham, la metropoli può iniziare a guardare ad un futuro nel quale la criminalità organizzata non sarà più l'indiscussa padrona della città, tra corruzione e malaffare di ogni genere. Con la collaborazione del tenente James Gordon e del nuovo procuratore distrettuale Harvey Dent, Batman è pronto a sferrare l'attacco alle risorse finanziarie della mafia, riuscendo a catturarne il contabile fino a Hong Kong. Inizialmente scettici ma adesso con le spalle al muro, i boss di Gotham accettano la proposta del Joker, un folle criminale senza identità, vestito da pagliaccio e sfregiato da cicatrici nel volto nascoste dal trucco da clown. Egli ha garantito loro di uccidere Batman, ma per giungere all'obiettivo inizia ad attuare un piano eversivo e di inaudita violenza, puntando alle istituzioni cittadine e diffondendo la paura tra la popolazione. Nel frattempo, Bruce Wayne è sempre più dilaniato dal dubbio se sia giusto andare fino in fondo alla missione che si era prefissato insieme a Alfred e a Lucius Fox, ovvero ripristinare la giustizia e dare la speranza ai meno abbienti come sognava suo padre, o rinunciare a essere Batman per vivere la sua relazione con Rachel Dawes, a sua volta divisa tra i sentimenti verso Bruce e quelli verso Dent, il quale insieme a lei sta portando avanti la propria battaglia per varare un provvedimento legale che assicuri l'ordine a Gotham.
Se Batman Begins aveva rappresentato il reboot perfetto, Il Cavaliere Oscuro ha portato il cinecomic a un livello superiore, finora ineguagliato. Azione, dramma, elementi fantastici e una profonda riflessione socio-politica, tutti racchiusi in due ore e mezza di altissimo spettacolo cinematografico. Dal prologo girato in IMAX alle altre sequenze in Panavision tra riprese in studio ed esterni a Chicago, ogni scena del film racconta del lavoro certosino condotto da Nolan sia in fase di scrittura (che qui si è avvalso della collaborazione di David S. Goyer nel soggetto ma soprattutto di quella di Jonathan Nolan nella sceneggiatura) che di regia, tra inseguimenti, scontri fisici, esplosioni, inquadrature fortemente simboliche (alcune traggono ispirazione da Heat - La sfida di Michael Mann, un autore riferimento per Nolan), la scena storica dell'interrogatorio di Batman al Joker e una sequenza finale scolpita nell'immaginario collettivo. Il cavaliere senza macchia che cade, corrotto e spinto alla follia, che ha smarrito la capacità di distinguere il bene dal male; e il cavaliere oscuro, che è costretto ad assumere su di sé il peso di un'intera popolazione per salvarla dalla perdizione e dovrà infine nascondersi, sotterrando nella sua caverna le macerie che il Joker ha provocato, con il tema composto da Hans Zimmer e James Newton Howard (una colonna sonora ancora una volta magnifica) che scandisce il (momentaneo) congedo.
Se Christian Bale si conferma ancora una volta il miglior Batman possibile per l'universo immaginato da Nolan (che spesso ha diviso gli appassionati di fumetti ma certamente ha restituito una necessaria contemporaneità alla figura del Pipistrello di Gotham) e il cast è stato superbamente completato da Michael Caine, Morgan Freeman, Gary Oldman, Aaron Eckhart (nel ruolo di Harvey Dent) e Maggie Gyllenhaal (che sostituì Katie Holmes nella parte di Rachel), una menzione speciale va di diritto a un attore di incredibile talento e versatilità che ci ha lasciati troppo presto: Heath Ledger. Il suo Joker è entrato nella leggenda, ponendosi come riferimento per qualunque altro interprete che in futuro si sarebbe confrontato con questo iconico personaggio. È andato oltre, seguendo uno stile del tutto personale, a ciò che rappresentò il Joker di Jack Nicholson, e ha raccontato nel dettaglio la follia di un criminale senza passato, il cui unico scopo è vedere bruciare il mondo, lasciando più nulla sulla propria scia. Egli è la rappresentazione del male che dilaga all'interno della società, causato inevitabilmente dalla stessa corruzione innervata in ogni ambito: politico, economico, industriale. Venuto a mancare tragicamente nel gennaio 2008, a riprese concluse ma prima di avviare la campagna promozionale, Heath Ledger è stato sempre ricordato con affetto da Nolan, dal cast e dalla produzione. Ma soprattutto dal pubblico: quel ragazzo dallo sguardo malinconico e sincero manca a tutti noi. Un talento che merita di essere sempre ricordato. Già candidato all'Oscar, al Golden Globe e al BAFTA per il suo ruolo nel bellissimo I segreti di Brokeback Mountain, Ledger fu insignito di tali premi, in maniera postuma, nell'Awards Season 2009. Il Cavaliere Oscuro vinse anche un secondo Oscar, per il montaggio sonoro, su un totale di otto nomination.
Il Cavaliere Oscuro: dieci anni di inarrivabile perfezione
1. Interstellar (2014)
L'amore è l'unica cosa, che riusciamo a percepire, che trascenda dalle dimensioni di tempo e spazio. Forse di questo dovremmo fidarci, anche se non riusciamo a capirlo ancora.
In un prossimo futuro, l'umanità rischia inevitabilmente l'estinzione sulla Terra. Il pianeta ha ormai esaurito la propria capacità di offrire le risorse necessarie all'agricoltura per garantire le scorte alimentari alle generazioni future. Inoltre, il clima è irrimediabilmente rovinato, e renderà l'atmosfera invivibile. È la consapevolezza che ha anche Cooper, ex pilota spaziale oggi dedito alla coltivazione del mais. Quando, per una serie di eventi, la NASA riesce a rimettersi in contatto con lui attraverso il professor Brand, Cooper decide che è il momento di indossare nuovamente casco e tuta e affrontare, insieme ad una squadra di scienziati, un viaggio interstellare alla ricerca di nuovi mondi abitabili: essi dovranno essere la nuova casa per la popolazione terrestre. Ma per tentare l'impresa, Cooper dovrà lasciare i suoi figli sulla Terra, in particolare la piccola e intraprendente Murph - la quale ha preso da suo padre la curiosità sullo scoprire ciò che compone l'universo - e sacrificare la propria esistenza per una sfida spaziale senza precedenti, ma di esistenziale importanza. A bordo dell'Endurance, Cooper avrà accanto l'esperta Amelia Brand (figlia del professore che ha indirizzato la missione con i suoi studi), gli scienziati Romilly e Doyle e i robot TARS e CASE, dotati di straordinaria intelligenza artificiale.
Interstellar era un progetto che in origine avrebbe dovuto avere Steven Spielberg come vertice. Già nel 2007, a Jonathan Nolan era stato affidato il lavoro di sceneggiatura. Alla base vi era un trattato del fisico Kip Thorne (professore di fisica teorica al California Institute of Technology) sulla possibilità di viaggiare tra vari sistemi solari attraverso un wormhole, vale a dire una galleria spazio-temporale, ad una velocità maggiore rispetto a quella della luce. A inizio 2013, la Warner Bros. Pictures e la Paramount Pictures decisero di finanziare il progetto a Christopher Nolan il quale, insieme al fratello, riprese lo script per adattarlo maggiormente alla propria visione cinematografica.
Portare gli spettatori oltre lo spazio e il tempo da noi conosciuti. Un progetto ambizioso, estremamente difficile: una sfida che Nolan ha raccolto e affrontato con coraggio e determinazione. Esplorare il nostro Sistema Solare è già un'impresa destinata a poche persone, ma andare oltre esso (attraverso la Settima Arte) è qualcosa di davvero arduo da considerare. Dal punto di vista strettamente cinematografico Interstellar propone i migliori elementi dell'opera omnia nolaniana: effetti visivi sensazionali, utilizzo di miniature ed effetti speciali come nella tradizione kubrickiana (l'ispirazione a 2001: Odissea nello spazio è evidente e splendida, non a caso Stanley Kubrick resta il regista di riferimento per Nolan), perfetto utilizzo delle scenografie (realizzate magistralmente da Nathan Crowley): aspetti che hanno consentito al regista di esprimere il proprio talento attraverso sequenze che costituiscono delle vette altissime di cinema. Una menzione speciale va al grandissimo cast, composto da Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Michael Caine, John Lithgow, Casey Affleck, Ellen Burstyn, David Gyasi, Wes Bentley e gli (allora) quasi esordienti Mackenzie Foy e Timothée Chalamet. Il quadro d'insieme è completato infine dalla colonna sonora toccante e potente di Hans Zimmer: nel complesso progetto musicale, spiccano le vibrazioni del suono dell'organo, che scandiscono i momenti più emozionanti del film.
Ma se approfondiamo Interstellar sul piano fantascientifico, esso sembra aver anticipato i tempi rispetto alle ultime scoperte sui buchi neri. Recentemente, infatti, la NASA ha fotografato l'ombra e l'orizzonte di un buco nero supermassiccio (situato al centro della Galassia Messier 87), oltre al quale ogni elemento, compresa la luce, viene assorbito a causa dell'attrazione gravitazionale. È la prima prova visiva diretta di un fenomeno teorizzato da anni, e al cui approfondimento ha partecipato proprio il già menzionato Thorne. Il film si avvale inoltre delle teorie generali della relatività e focalizza l'attenzione su un aspetto in particolare: il trascorrere del tempo, ovvero il tema ricorrente nella cinematografia nolaniana. Sulla Terra noi abbiamo la percezione di come esso ci avvolga e ci accompagni, lo possiamo anche misurare: ma cosa accade all'interno di un buco nero, oltre di esso, magari in un'altra galassia? Interstellar considera come la relatività determini un differente scorrimento del tempo, più lento altrove (ma chissà, dove) rispetto a quanto progredisca nel nostro sistema solare. Oltre a tutto questo, l'autore britannico riflette sull'impatto che tale sconvolgimento avrebbe sui rapporti tra le persone: in questo caso, quello tra un padre e una figlia, talmente forte e indissolubile da resistere a qualunque fattore esterno, anche imprevedibile o inimmaginabile.
Con un budget stimato di 165 milioni di dollari, Interstellar ha incassato oltre 677 milioni al botteghino internazionale. Candidato a cinque Premi Oscar, è stato premiato per i migliori effetti visivi. Un'opera che ha diviso critica e pubblico e ancora adesso rappresenta un argomento di dibattito tra cinefili e appassionati di tutto il Mondo. E lo sarà anche nei prossimi anni, quando il film verrà ulteriormente rivalutato nella sua straordinaria importanza.