Come i nostri lettori più affezionati e attenti avranno notato, all'inizio di ogni mese ci avventuriamo in un'agile e comoda guida all'interno del catalogo di Infinity. Un modo per orientarvi in un panorama home video sempre più ricco, frastagliato e di conseguenza dispersivo. Per questa volta abbiamo deciso di dedicarci al lato più ricercato e sofisticato della nostra passione cinefila, parlandovi dei 10 film d'autore da vedere su Infinity. Quando si scomoda la parola "autoriale" si sfodera sempre un'arma a doppio taglio.
Da una parte il cinema d'autore affascina, intriga, è garanzia di qualità, dall'altra allontana molti spettatori, vittime di un pregiudizio non sempre fondato, che vede nell'autorialità uno spauracchio da cui stare alla larga. Bene, oggi siamo qui per esorcizzare quel preconcetto e raccontarvi dieci film che affrontano il thriller, la commedia, il giallo, il pulp e il romanticismo attraverso lo sguardo mai banale di grandi registi. Da Stanley Kubrick a Woody Allen, passando per Christopher Nolan e Quentin Tarantino, ecco che il cinema d'autore adotta prospettive ben precise, in cui il pubblico riconosce un tatto familiare, un'impronta ben precisa.
Perché la bellezza del cinema d'autore è soprattutto nel distinguere quel tocco personale, quel tratto distintivo che rende unica e riconoscibile una storia e soprattutto il modo di raccontare quella storia. Insomma, ecco a voi dieci motivi per abbracciare senza remore l'aggettivo "autoriale".
10 film d'azione da vedere su Infinity
1. Inception
Viaggi interstellari per l'amore di una bambina, maggiordomi amorevoli nei confronti dei loro rampolli, prestigiatori che riappaiono davanti agli occhi dei loro figli. A pensarci bene, il cinema di Christopher Nolan ha dedicato tanto spazio al tema della paternità. Non fa eccezione Inception che costruisce un avvincente thriller labirintico al cui centro c'è semplicemente un padre che vuole rivedere i suoi bambini. Attraverso una struttura "a matrioska", Nolan riesce a dare forma solida a una dimensione astratta come il sogno, mette in scena sia il conscio che l'inconscio, e ribadisce che non esiste potenza più inarrestabile e virale di quella delle idee. Grazie a un Leonardo DiCaprio intenso e misurato, Nolan costruisce un film stratificato, che si presta a più livelli di lettura per poi sfoderare uno dei migliori finali visti negli ultimi dieci anni. Con quella trottola che gira ancora nelle nostre teste.
2. Midnight in Paris
Cartolina da Parigi. Bella come una donna irraggiungibile, romantica come poche sanno essere, intrigante e sensuale come una giarrettiera da can-can. Una città che sa essere tutto. Variegata e assoluta, terrena e astratta, come l'arte stessa. O come la migliore delle donne possibili. È così che Woody Allen dipinge Parigi Midnight in Paris. La delicata musica delle boulevard parigine segue i passi curiosi e incerti di Gil (un impacciato Owen Wilson), sceneggiatore americano stanco dei suoi script televisivi "in serie" e in cerca di ispirazione per il suo primo romanzo. Accompagnato da una fidanzata con la quale non c'è un briciolo di complicità e condivisione, Gil evade dagli schemi della sua vita e si avventura in un mondo che può essere solo suo. La ricerca di vena artistica nelle notturne notti parigine sarà occasione per perdersi e poi forse ritrovarsi.
3. Gosford Park
Una lussuosa magione inglese, un folto gruppo di illustri ospiti invitati a vivere un lungo weekend di sospetti, un cadavere ritrovato nel cuore della notte. Sembra di sfogliare un classico romanzo di Agatha Christie e invece siamo dentro l'ennesima opera sopraffina del maestro Robert Altman. Con Gosford Park, sua trentunesima fatica, il grande regista americano si cala alla perfezione nelle alte sfere dell'Inghilterra degli anni Trenta, sfoderando un giallo avvincente in cui la ricerca del colpevole intriga, ma si rivela solo un pretesto per raccontare altro. Graffiante, ironico, brillante e arguto, Gosford Park mette al centro del mirino le convenzioni sociali, il perbenismo e la rigidità dei rapporti di classe. Un film raffinato, impreziosito da dialoghi taglienti e da un cast che incarna tanti apici del cinema inglese.
4. Somewhere
Una macchina che gira in tondo. Ancora, ancora e ancora. La sequenza che apre Somewhere è la perfetta metafora dell'esistenza senza meta, ripetitiva e alienante di un attore senza motivazioni. Il film di Sofia Coppola, che nel 2010 si è aggiudicato il Leone d'Oro a Venezia, è un impietoso ritratto di un uomo pieno di fama ma immerso dentro un alienante vuoto d'amore, almeno sino a quando dovrà prendersi cura di sua figlia. Pieno di tempi dilatati e di momenti quotidiani, Somewhere guarda allo star system hollywoodiano senza farsi accecare dal suo lato luccicante, preferendo raccontarci la vita vagabonda e vuota di chi ha tutto ma non sa che farsene.
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5. Carnage
Una futile lite tra ragazzini. Uno colpisce l'altro con un bastone. I loro genitori si incontrano per chiarire la questione. L'intero film si svolge lì, nell'incontro tra quattro persone. Basato sull'opera teatrale Il dio del massacro, Carnage è teatro prestato al cinema, un gioco al massacro diretto con sottile cinismo da Roman Polanski. Un dramma da camera che sembra correre lungo un piano inclinato. Dopo un incipit pieno di cortesia e convenevoli, Polanski distrugge poco per volta ogni ipocrisia, scoperchiando il marcio nascosto dietro la famiglia americana. Pochi innocenti, tanti colpevoli. Non a caso il titolo significa carneficina.
6. La grande bellezza
Bellezza e degrado. Amore e odio. Fascino e repulsione. È questa la pena "capitale" di Roma, dove il passato è mitico e il presente è miserabile. Un ispirato Paolo Sorrentino segue i passi di un Toni Servillo perfettamente calato nel male di vivere di uno scrittore stanco ma ancora sensibile al bello che lo circonda. Vincitore del Premio Oscar come Miglior Film Straniero, La grande bellezza è un'opera ambiziosa, dedicata alla doppia faccia dell'arte: presuntuosa e fondamentale, vuota e ricca. Un film senza mezze misure, che o si odia o si ama. Noi apparteniamo alla seconda scuola di pensiero.
7. The Dreamers
Una scultorea Eva Green ritratta come la Venere di Milo. È il primo pensiero che viene in mente pensando a The Dreamers, un fotogramma rimasto impresso nell'immaginario collettivo senza sbiadire mai. Quando un film partorisce immagini così iconiche è facile che dietro ci sia un maestro come Bernardo Bertolucci. Nel 2003 il compianto regista italiano dava sfogo al furore sessantottino, dedicandosi con meticolosità a ogni forma di desiderio. Un racconto giovanile che ha la forma di un triangolo amoroso, dentro cui si muovono voglie, scoperte, la voracità di un'età che tutto vuole e tutto brucia. Pieno zeppo di citazioni, The Dreamers è un inno alla vita che non può fare almeno di passare dal cinema.
8. Eyes Wide Shut
Torbido, conturbante, ipnotico. L'immenso Stanley Kubrick ci ha detto addio con un film ambiguo sin dal titolo, perché gli occhi del titolo possono essere sia "chiusi" che "spalancati". Ispirato al romanzo "Doppio sogno" di Arthur Schnitzler, Eyes Wide Shut si insinua nelle falle di una coppia alle prese con taciute insoddisfazioni. Tom Cruise e Nicole Kidman, rimasti sul set 15 mesi grazie a un contratto "a tempo indeterminato", danno vita a una relazione in cui gli amanti non si bastano mai, alla perenne ricerca di un altrove in cui trovare soddisfazioni altrimenti impossibili. L'opera postuma di kubrick, ennesima conferma della perenne voglia di sperimentare, azzardare e cambiare genere del regista, è un viaggio negli inferi sentimentali, sospeso tra sogni e realtà. Tra incomprensioni, frustrazioni e istinti, Eyes Wide Shut fa dell'uomo e della donna due universi lontani: uno troppo razionale e materico, l'altro cerebrale e complesso. Il risultato è un film criptico che per essere compreso davvero ha bisogno di essere visto e rivisto.
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9. Grindhouse
Metà di un dittico completato da Planet Terror di Robert Rodriguez, Grindhouse è un concentrato di sangue e asfalto. Dopo Kill Bill e prima di Bastardi senza Gloria, il genio irrequieto di Quentin Tarantino omaggia i B-movie anni Settanta, e lo fa dando libero sfogo al suo cinema cinefilo, stracolmo di citazioni, ammiccamenti e autoreferenzialità. La storia di tre ragazze braccate da un minaccioso stuntman è soltanto la miccia prima dell'esplosione, la prima tessera che cade prima di un violento effetto domino. Violento, spinto e divertito, Grindhouse è forse il film più ludico di Quentin Tarantino, quasi una bocca di ossigeno prima di tuffarsi in quella che, purtroppo, dovrebbe essere l'ultima parte di una carriera folgorante.
10. A Serious Man
Se l'intero cinema dei fratelli Coen potesse essere racchiuso in una sola parola, quella parola sarebbe "inettitudine". Come all'interno di un grande romanzo di inizio Novecento, anche A Serious Man esplora le derive beffarde di un'esistenza infelice. I fratelli registi si dedicano ai guai di Larry Gopnik, professore di fisica alle prese con una disastrosa situazione familiare e lavorativa: una moglie che pretende il divorzio, figli irrequieti, studenti che lo minacciano. Allontanando ogni forma di serenità, i Coen rendono il Sogno Americano un miraggio irraggiungibile, mentre descrivono con amaro disincanto quanto la vita sappia essere assurda. Nota di merito per un finale sorprendente, che lascia un sapore acre in bocca.