Non sempre avere i favori del pronostico è sinonimo di vittoria, in una competizione. Vale per lo sport come per il cinema. E, in particolare, nella storia degli Oscar, andando a leggere l'elenco di nominati e premiati in 91 anni di Academy Awards, troveremo tantissimi film che non hanno vinto l'Oscar pur avendo ricevuto più nomination. E parliamo di film molto popolari, tra i quali spiccano alcuni capolavori. Le polemiche degli ultimi anni, sulle scelte dei membri dell'Academy nell'assegnazione dei premi, sono state vibranti e fondate, ma se volgiamo lo sguardo al passato potremo renderci conto di come siano state consumate altre "ingiustizie".
Partiamo dal presupposto che i premi Oscar non sono in realtà sempre indice della qualità di un'opera e non ne determinano in assoluto il valore. Spesso le assegnazioni vengono dirette su un determinato film anche per ragioni estrinseche al discorso prettamente cinematografico, e il recente passato ne è una dimostrazione. Però non c'è dubbio che un Oscar può cambiare la percezione di un film da parte del pubblico (il quale, magari, si interessa a un'opera perché candidata o vincente), oltre a regalare un successo maggiore a chi ottiene il riconoscimento (un'attrice o un attore con l'Oscar in bacheca può ambire a produzioni ancora più importanti e a contratti decisamente più pesanti). Ma c'è anche la soddisfazione, dai produttori alle maestranze, passando per il cast, nel potersi fregiare di una o più statuette.
Privilegio non per tutti: pensiamo a quanti interpreti non abbiano mai vinto l'Oscar nonostante le candidature, e lo stesso vale per film pluricandidati rimasti a mani (e bacheche) vuote. La lista sarebbe lunghissima: abbiamo quindi cercato di indicare, in ordine cronologico, i 25 film più candidati di sempre che non sono mai riusciti a vincere un Oscar.
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1. Il Grande Dittatore (1940)
Il capolavoro anti-nazista (e anti-fascista) per antonomasia, una parodia satirica geniale e uno dei migliori film di sempre, scritto e diretto da Charlie Chaplin il quale, nel doppio ruolo del barbiere ebreo e del dittatore Adenoid Hynkel, consegnò alla storia Il Grande Dittatore, un film che ha raccontato, come nessuno in quegli anni, il delirio criminale della Germania di Hitler. Negli Stati Uniti di inizio anni '40 la popolazione era molto lontana dal dramma che si consumava in Europa e nemmeno il cinema sembrava esserne interessato, questo almeno fino all'attacco a Pearl Harbor, che cambiò tutto. Chaplin ebbe il coraggio, attraverso il suo stile inconfondibile, di porre la questione e ribaltarla idealmente, soprattutto con quel discorso finale che gridava alla libertà e all'uguaglianza tra gli esseri umani. Agli Oscar 1941, Il grande dittatore ottenne cinque candidature: Miglior Film, Attore protagonista (Chaplin), Attore non protagonista (Jack Oakie), Sceneggiatura originale e Colonna sonora. E dovette vedersela con altri titoli molto importanti, quali Furore e Viaggio senza fine di John Ford, Ombre malesi di William Wyler, Scandalo a Filadelfia di George Cukor e soprattutto Il prigioniero di Amsterdam e Rebecca - La prima moglie di Alfred Hitchcock. E proprio quest'ultimo ottenne la statuetta come Miglior Film.
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2. La fiamma del peccato (1944)
Billy Wilder aveva già conquistato tre nomination per le sceneggiature di Ninotchka, La porta d'oro e Colpo di fulmine, ma La fiamma del peccato - noir molto complesso con protagonista Fred MacMurray - gli portò la candidatura sia per la scrittura (insieme a Raymond Chandler) che per la regia. Il film ne ottenne altre cinque, ovvero Miglior Film, Attrice protagonista (Barbara Stanwyck), Fotografia in bianco e nero (John Seitz), Colonna sonora (il grande Miklós Rózsa) e Sonoro. Il preferito dell'Academy agli Oscar 1945 fu però La mia via di Leo McCarey, che conquistò sette statuette.
3. La vita è meravigliosa (1946)
George Bailey è un uomo semplice e generoso, sempre pronto ad aiutare gli altri. Ma la sera della vigilia di Natale, preso dalla disperazione dopo un grave contrattempo, tenta di gettarsi nel fiume. A impedirglielo sarà un angelo custode mandato da Dio, il quale gli mostrerà perché la sua presenza sia fondamentale per familiari e amici... Una favola straordinaria - per la regia di Frank Capra e con James Stewart magnifico interprete - che ricevette cinque nomination all'Oscar: Miglior Film, Regia, Attore protagonista, Sonoro e Montaggio. Eppure, nonostante La vita è meravigliosa sia oggi considerato un cult e sia presente in tantissime classifiche (a partire dalle più prestigiose, ovvero quelle dell'American Film Institute), agli Academy Awards 1947 venne battuto da I migliori anni della nostra vita di William Wyler, che vinse otto statuette (su nove candidature).
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4. Quo Vadis (1951)
Il prototipo del cinema storico, in particolare peplum, che racconta la magnificenza dell'epoca romana e le origini drammatiche ed emozionanti del Cristianesimo. Tra il 64 e il 68 d.C, l'Imperatore Nerone, all'apice della sua follia, decide di bruciare Roma, facendo accusare dell'atto la comunità cristiana, che viveva nella paura delle persecuzioni. Il console Marco Vinicio, diviso tra il dovere e l'amore per la bella (e a sua volta cristiana) Licia, rischierà tutto per salvare sé stesso e il popolo intero dal tiranno. Quo Vadis poteva vantare un cast formato da Robert Taylor, Peter Ustinov, Deborah Kerr, Leo Genn, Finlay Currie e l'italiana Marina Berti: venne diretto da Mervyn LeRoy e girato quasi interamente a Cinecittà (la Metro-Goldwyn-Mayer vi ritornerà per Ben-Hur). Agli Oscar 1952 furono addirittura otto le nomination: Miglior Film, due per gli Attori non protagonisti (Ustinov, nel ruolo di Nerone, e Genn, in quello di Petronio), quindi Fotografia, Scenografia, Costumi, Montaggio e Colonna sonora (Miklós Rósza). Ma nella cerimonia di consegna venne sconfitto da Un tram che si chiama desiderio, Un posto al sole e Un Americano a Parigi.
5. La finestra sul cortile (1954)
Uno dei capolavori di Alfred Hitchcock, con James Stewart e Grace Kelly protagonisti. Un thriller straordinario che è soprattutto un saggio di regia di Hitchcock, con movimenti di macchina perfetti e inquadrature calibrate, lo sguardo di Jeff e Lisa che è quello dello spettatore sulle finestre di fronte, e la tensione che si percepisce poco alla volta. Agli Oscar 1955 La finestra sul cortile prese soltanto quattro candidature, ma di peso: Miglior Regia, Sceneggiatura non originale (John Michael Hayes), Fotografia e Sonoro. Venne battuto principalmente da Fronte del Porto, che vinse otto statuette su dodici candidature. Curiosamente, Grace Kelly ottenne comunque l'Oscar per La ragazza di campagna, e vi fu un altro grande sconfitto: L'ammutinamento del Caine, a secco nonostante sette nomination.
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6. Testimone d'accusa (1957)
Billy Wilder, che si era già rifatto agli Oscar con Giorni perduti, nell'infinita lista di candidature ne aggiunse altre con l'intenso e drammatico giallo che vede protagonisti Tyrone Power, Marlene Dietrich e Charles Laughton, ed è tratto dal racconto di Agatha Christie. Agli Oscar 1958 la pellicola ottenne sei candidature: Miglior Film, Regia, Attore protagonista (Laughton), Attrice non protagonista (Elsa Lanchester), Montaggio e Sonoro. Per Testimone d'accusa e per La parola ai giurati, altro capolavoro (diretto da Sidney Lumet) di quella stagione, la corsa all'Oscar fu però ostacolata da un altro caposaldo del cinema come Il ponte sul fiume Kwai, che vinse sette statuette.
7. Intrigo Internazionale (1959)
Tra i film che non hanno vinto l'Oscar, questo è il film perfetto. Intrigante, divertente e con sequenze da enciclopedia cinematografica (vedi il finale su Mount Rashmore o l'assalto aereo a Roger in una piantagione di mais), Intrigo Internazionale è la storia del pubblicitario Roger Thornhill (interpretato da Cary Grant), il quale si trova impelagato nella caccia dell'FBI al ricco criminale Philip Vandamm (James Mason). Sul percorso che porta all'uomo, Roger troverà anche l'affascinante Eva Kendall (Eva Marie Saint)... Agli Oscar 1960 il film ottenne tre candidature: Miglior Sceneggiatura, Scenografia e Montaggio. Ma quell'edizione era una scalata impossibile per qualunque opera: Ben-Hur fece incetta con undici statuette (record eguagliato soltanto da Titanic e Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re). Basti pensare che anche La storia di una monaca e Anatomia di un omicidio rimasero a mani vuote, rispettivamente con otto e sette nomination.
8. Psycho (1960)
Il thriller più efferato di Alfred Hitchcock ottenne quattro nomination agli Oscar 1961: Miglior Regia, Attrice non protagonista (Janet Leigh), Fotografia e Scenografia. Ma venne battuto da L'appartamento (il nuovo trionfo di Billy Wilder), e dovette scontrarsi anche con Spartacus, Il figlio di Giuda, La battaglia di Alamo e Figli e amanti. Ma, come spesso accade, Psyco è divenuto un cult negli anni, affermandosi come uno dei migliori thriller di sempre, con sequenze indimenticabili come la doccia di Marion/Leigh e quelle con l'espressione della follia di Bates/Perkins.
9. Il Dottor Stranamore (1964)
Ogni opera di Stanley Kubrick è un ritratto di grande cinema, e ciascuna di esse ha delle peculiarità definite. A metà tra la commedia e il grottesco, Il Dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba racconta l'assurdo paradosso di cosa avrebbe potuto accadere se Stati Uniti e Unione Sovietica avessero dato inizio, quasi per caso, alla guerra atomica. Agli Oscar 1965 la pellicola ottenne quattro nomination: Miglior Film, Regia, Attore protagonista (un Peter Sellers in formato triplo: il Presidente USA, il colonnello britannico Mandrake e il dottor Stranamore, ex scienziato nazista ora al lavoro per lo sviluppo atomico americano) e Sceneggiatura non originale. Ma l'Academy gli preferì My Fair Lady, Mary Poppins, Zorba il greco e Becket e il suo Re.
10. Arancia Meccanica (1971)
In un futuro distopico, dove la violenza domina incontrastata, Alexander "Alex" DeLarge e i suoi Drughi seminano terrore ovunque decidano di scaricare il loro compiaciuto sadismo. Quando proprio Alex, però, viene tradito e finisce in carcere a scontare la pena per i suoi crimini, verrà utilizzato dal governo per testare un nuovo "metodo scientifico" di correzione, che lo possa reintrodurre nella società. La "cura Ludovico", la colonna sonora che passa da Rossini a Beethoven (il "Ludovico Van") fino a Singin' in the rain, il trionfo dei colori e una scenografia più unica che rara, nella sempre straordinaria regia di Stanley Kubrick: Arancia Meccanica analizza tanti argomenti che riguardano la società, la politica e la possibile manipolazione mentale da parte di chi governa, diretta soprattutto verso i giovani. Agli Oscar 1972 ottenne quattro candidature: Miglior Film, Regia, Sceneggiatura non originale e Montaggio. Venne però superato da Il braccio violento della legge di Friedkin, che vinse cinque statuette.
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11. American Graffiti (1973)
Prodotto da Francis Ford Coppola e diretto da George Lucas, American Graffiti è il racconto di un'epoca - scandita dalla scelta dei brani della colonna sonora - e un omaggio agli anni '60 vissuti dal regista. Un cult per un'intera generazione che ottenne cinque nomination agli Oscar 1974: Miglior Film, Regia, Attrice non protagonista (Candy Clark), Sceneggiatura originale e Montaggio. Venne battuto nelle principali categorie da La Stangata.
12. La conversazione (1974)
Nei ruggenti anni '70 di Francis Ford Coppola (Il Padrino, Il Padrino - Parte II e Apocalypse Now) vi fu tempo e modo, per il regista, di realizzare un vero gioiello, che vinse la Palma d'oro a Cannes nel 1974. La conversazione ha come protagonista Harry Caul (interpretato da Gene Hackman), un investigatore privato che spia e intercetta le persone per lavoro e che ha, al contrario, un'ossessione per la sua vita privata. Quando riceve un incarico molto particolare e delicato, per Harry la situazione potrebbe complicarsi. Nel cast troviamo anche John Cazale e un giovane Harrison Ford, per un film che meriterebbe una rivalutazione importante. Agli Oscar 1975 ottenne tre nomination: Miglior Film, Sceneggiatura originale e Sonoro. Coppola si "scontrò" curiosamente con sé stesso (proprio il secondo capitolo de Il Padrino, che ricevette undici candidature e vinse sei statuette) e con Chinatown.
13. Taxi Driver (1976)
New York, anni '70. Travis Bickle è un tassista notturno ed ex marine reduce del Vietnam. Incapace di reinserirsi nella società, verso la quale prova rancore e rabbia, e soffocato dalla sua solitudine, che si consuma scrivendo appunti e con qualche visione cinematografica a luci rosse, si invaghisce di Betsy (un'impiegata dello staff elettorale del senatore Charles Palantine) e si impegna per liberare la giovanissima prostituta Iris dalle angherie del suo "protettore". Taxi Driver è senza dubbio uno dei capolavori di Martin Scorsese: film dalle tematiche forti (frutto della sceneggiatura di Paul Schrader), con un protagonista straordinario quale Robert De Niro e l'appena 14enne Jodie Foster. Un cult assoluto che agli Oscar 1977 ricevette quattro nomination: Miglior Film, Attore protagonista e Attrice non protagonista (i su citati De Niro e Foster) e Colonna Sonora (Bernard Herrmann). Venne però battuto da altri tre colossi: Rocky (3 Oscar), Quinto Potere e Tutti gli uomini del Presidente (4 Oscar ciascuno).
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14. The Elephant Man (1980)
La storia di Joseph Merrick, affetto da una rarissima malattia che gli deformò il corpo e soprattutto il viso, tanto da essere soprannominato "l'uomo elefante". L'incontro e l'amicizia con il dottor Frederick Treves gli regalerà una speranza e l'affetto che disperatamente cercava. L'opera seconda di David Lynch, dalla quale venne tratto anche un lavoro teatrale, confermò il talento del regista statunitense e regalò otto nomination a The Elephant Man: Miglior Film Regia, Attore protagonista (William Hurt, nel ruolo di Merrick), Sceneggiatura non originale, Costumi, Scenografia, Montaggio e Colonna sonora. A batterlo nella varie categorie, però, furono Gente comune, Toro Scatenato e Tess.
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15. Il verdetto (1982)
Lo sfortunato rapporto tra Sidney Lumet e l'Academy si riaffermò anche nel 1983. Frank Galvin (interpretato da Paul Newman), è ex avvocato di successo ridotto all'alcol, ma quando viene incaricato di una causa molto particolare, nella quale si contestano le malefatte di un celebre ospedale, troverà l'orgoglio per andare contro tutti gli ostacoli che dovrà superare. Il verdetto venne candidato a cinque Oscar: Miglior Film, Regia, Attore Protagonista (Newman), Attore non protagonista (James Mason) e Sceneggiatura non originale. Venne sconfitto da Gandhi di Attenborough e da Scomparso - Missing di Costa-Gravas. In quella edizione venne premiato anche E.T. - L'extraterrestre. Tuttavia, l'Academy consegnerà l'Oscar alla carriera a Lumet nel 2005. Finalmente!
16. Il colore viola (1985)
Protagoniste femminili per un film importante - liberamente tratto dal romanzo di Alice Walker - che affronta argomenti come gli abusi sessuali e le varie forme di violenza subite dalle donne, ed il tema del razzismo contro i neri negli Stati Uniti del Sud di inizio '900. Agli Oscar 1986 Il colore viola ricevette undici nomination: Miglior Film, Attrice protagonista (Whoopi Goldberg), due Attrici non protagoniste (Margaret Avery e Oprah Winfrey), Sceneggiatura non originale (Menno Meyjes), Fotografia, Costumi, Scenografia, Trucco, Colonna sonora e Canzone originale (Ms. Celie's Blues (Sister)). Il principale contendente fu La mia Africa, che invece portò a casa sette statuette. Le undici candidature senza alcuna vittoria rappresentano, fino ad oggi, il record negativo della storia degli Oscar, che Il colore viola condivide con Due vite, una svolta di Herbert Ross, il quale subì lo stesso "destino" nell'edizione del 1978.
17. Dentro la notizia (1987)
Tre giovani giornalisti che condividono la stessa passione: Tom, Aaron e Jane (interpretati da William Hurt, Albert Brooks e Holly Hunter) e gli intrecci delle loro vite e percorsi professionali. Agli Oscar 1988, Dentro la notizia di James L. Brooks ottenne sette candidature: Miglior Film, Attore e Attrice protagonisti (Hurt e Hunter), Attore non protagonista (Brooks), Sceneggiatura originale, Fotografia e Montaggio. Dentro la notizia venne battuto da L'ultimo Imperatore (il film di Bernardo Bertolucci che ottenne nove statuette), da Wall Street e Stregata dalla luna.
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18 e 19. Quel che resta del giorno, Nel nome del padre (1993)
Un capitolo unico meritano due film che non hanno vinto l'Oscar e che concorrevano alla stessa edizione del premio, quella del 1994. Quel che resta del giorno di James Ivory, ambientata tra gli anni '20 e '30 del Novecento, la Seconda Guerra Mondiale e fino al dopoguerra britannico, si regge su una sceneggiatura eccellente e un cast straordinario, dal quale si evidenziano Anthony Hopkins ed Emma Thompson. Il film diJim Sheridan, Nel nome del padre, è un drammatico racconto degli anni '70 irlandesi e del terrorismo dell'IRA, che incide negativamente e in maniera del tutto fortuita sulla vita dei protagonisti (fra cui Gerry Conlon, interpretato da Daniel Day-Lewis, e la sua famiglia), i quali dovranno combattere per trovare un riscatto.
Quel che resta del giorno ottenne otto nomination: Miglior Film, Regia, Attore protagonista (Hopkins), Attrice protagonista (Thompson), Sceneggiatura non originale, Scenografia, Costumi, Colonna sonora. Nel nome del padre ne ricevette sette: anch'esso Miglior Film, Regia, Attore protagonista (Day-Lewis), Attore non protagonista (Pete Postlethwaite), Attrice non protagonista (doppietta, dunque, per la Thompson), Sceneggiatura non originale e Montaggio. I contendenti furono però di prim'ordine: Schindler's List vinse sette statuette (su ben dodici candidature), Lezioni di piano tre, Philadelphia due.
20. Le ali della libertà (1994)
L'anno successivo arriverà una delusione anche per un altro film significativo. Le ali della libertà è un racconto di detenzione carceraria e di desiderio di vivere al di fuori delle sbarre, proclamando la propria innocenza. Con due protagonisti eccezionali quali Tim Robbins e Morgan Freeman, regia e scrittura di Frank Darabont, agli Oscar 1995 la pellicola ricevette sette nomination: Miglior Film, Attore protagonista (Freeman), Sceneggiatura non originale, Fotografia, Montaggio, Sonoro e Colonna sonora. Venne superato da Forrest Gump, che vinse sei statuette (su tredici candidature).
21. La sottile linea rossa (1998)
Guadalcanal, Sud del Pacifico: tra l'agosto del 1942 e il febbraio 1943 si tenne una delle battaglie più lunghe e cruente della Seconda Guerra Mondiale, e nello specifico tra statunitensi e giapponesi. Terrence Malick racconta quella immane tragedia con la sua magnifica regia e un cast di stelle, dai protagonisti ai personaggi secondari. Agli Oscar 1999 La sottile linea rossa ricevette sette nomination: Miglior Film, Regia, Sceneggiatura non originale, Fotografia, Montaggio, Sonoro e Colonna sonora. Vi fu uno scontro fratricida con un altro capolavoro bellico, ovvero Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg (che conquistò cinque statuette su undici nomination); era anche l'anno de La vita è bella di Roberto Benigni (tre statuette con il "Roberto!" di Sofia Loren); ma il trionfatore fu Shakespeare in Love di John Madden, che vinse sette premi (su tredici candidature). Una scelta che rappresenta uno dei più grandi interrogativi irrisolti (ma forse non troppo) della storia degli Oscar e che contribuì a lasciare il film di Malick a quota zero successi.
22. Il sesto senso (The Sixth Sense, 1999)
Il dottor Malcom Crowe, dopo un grave episodio che l'ha riguardato, deve affrontare il caso di Cole, un bambino di 9 anni tormentato da visioni di spiriti che entrano in contatto con lui. Ma nulla è come appare. Un geniale thriller/horror psicologico, scritto e diretto da M. Night Shyamalan, e probabilmente ancora la miglior opera dell'autore dei più recenti Split e Glass. Agli Oscar 2000, Il sesto senso ottenne sei candidature: Miglior Film, Regia, Attore non protagonista (Haley Joel Osment), Attrice non protagonista (Toni Collette), Sceneggiatura originale e Montaggio. Venne superato da American Beauty e Le regole della casa del sidro.
23. Gangs Of New York (2002)
Martin Scorsese ci riporta nella sua New York ma questa volta, a differenza della metropoli contemporanea vista in Mean Streets, Taxi Driver e Fuori Orario, lo farà con quella dell'800, per l'occasione ricostruita a Cinecittà. La vendetta di Amsterdam Vallon contro William Cutting "il macellaio" e la sfida tra fazioni, ovvero protestanti e nazionalisti "nativi". Leonardo DiCaprio e Daniel Day-Lewis in un cast che comprende anche John C. Reilly, Jim Broadbent, Cameron Diaz, Liam Neeson e Brendan Gleeson. Un'opera epica che agli Oscar 2003 ottenne dieci nomination: Miglior Film, Regia, Attore protagonista (Day-Lewis), Sceneggiatura originale, Fotografia, Scenografia, Costumi, Montaggio, Sonoro e Canzone originale ("The Hands That Build America"). L'Academy, però, divise equamente le statuette: principalmente a Chicago e Il pianista, ma anche a Il Signore degli Anelli - Le Due Torri e The Hours. Gangs of New York, così, condivide oggi il numero di nomination ottenute, e senza vittorie, con American Hustle (edizione 2014) e Il Grinta (edizione 2011).
24. Munich (2005)
5 Settembre 1972. L'organizzazione palestinese "Settembre Nero" irrompe nel ritiro degli atleti israeliani in gara alle Olimpiadi di Monaco. Faranno due morti e nove ostaggi, che verranno uccisi successivamente. Il Mossad decide di vendicare la strage e lancia la missione "Operazione Ira di Dio", per eliminare a loro volta undici esponenti del terrorismo palestinese, sparsi in tutta Europa. L'ufficiale Avner Kauffman, nonostante le perplessità, accetta l'incarico assieme alla sua squadra. Un film durissimo e magnificamente diretto da Spielberg, con un cast straordinario (Eric Bana, Geoffrey Rush, Daniel Craig, Ayelet Zurer e molti altri) e una cifra tecnica elevatissima. Agli Oscar 2006 Munich venne candidato in cinque categorie: Miglior Film, Regia, Sceneggiatura non originale, Montaggio e Colonna sonora. Venne battuto da Crash - Contatto fisico e I segreti di Brokeback Mountain.
25. The Wolf Of Wall Street (2013)
Frenetico, eccessivo, colorato, sfavillante, incontrollabile: sono aggettivi che ben descrivono il racconto della scalata e del conseguente crollo di Jordan Belfort, il broker statunitense che costruì una fortuna illimitata, fondata sulla frode, finché gli agenti dell'FBI non lo fermarono. La prova più energica di Leonardo DiCaprio, una rivelazione splendida come Margot Robbie, il cameo straordinario di Matthew McConaughey e la regia fenomenale di Martin Scorsese. Un concentrato di follia troppo eccessivo per l'Academy, che spesso si rivela più conservatrice di quanto si potrebbe pensare. The Wolf Of Wall Street ottenne cinque candidature agli Oscar 2014: Miglior Film, Regia, Attore protagonista (DiCaprio), Attore non protagonista (Jonah Hill) e Sceneggiatura non originale. Nella stessa edizione in cui era plurinominato anche il precedentemente citato American Hustle, a trionfare furono 12 Anni schiavo, Dallas Buyers Club e Gravity.