Valigie chiuse, taxi prenotato, check-in effettuato. Ora non resta che aspettare il decollo. Direzione? Roma. Dopo tredici giorni, si torna a casa. Felici? Sì. Perché nulla è come il letto di casa, ma anche perché qui a Cannes 2023 abbiamo avuto modo di vedere una quantità enorme di film, allargando il nostro sguardo verso il cinema contemporaneo. Ci siamo confrontati con una platea davvero internazionale, un viaggio che è stato, in qualche modo, il punto di partenza. Sì, anche per la redazione di Movieplayer. Insomma, un nuovo inizio. A 360°. Una Cannes che è servita per apportare il giusto sprint, gettando le basi per i mesi futuri, sempre valutando il cinema per ciò che è: una meravigliosa forma d'arte in grado di stupire, divertire, intrattenere, spaventare, commuovere.
Abbiamo messo da parte visioni su cui torneremo, abbiamo preso nota delle nuove influenze, ci siamo avvicinati ai nuovi autori e alle nuove autrici. Ci siamo emozionati per Martin Scorsese, ci siamo commossi per Indiana Jones, abbiamo sostenuto - senza campanilismi - le nostre produzioni: La chimera di Alice Rohrwacher, Rapito di Marco Bellocchio, Il sol dell'avvenire di Nanni Moretti. Tre film diversi, tre film che dimostrano la temperatura del nostro cinema. Un cinema (nonostante tutto) ancora vivo, originale, coeso. Dunque, mentre il pilota del nostro volo sta raccomandando di allacciare le cinture, e con la testa già proiettata a Venezia 80, vi lasciamo con le nostre suggestioni e le nostre preferenze. Au revoir, Cannes!
Le preferenze di Valentina Ariete
Top 5
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Killers of the Flower Moon. Martin Scorsese torna con un film-fiume, 3 ore e 30 che scorrono meravigliosamente, in cui si interroga ancora una volta su spiritualità e avidità. Stavolta però è lontanissimo dai suoi protagonisti criminali, mai così privi di fascino e ottusi.
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Perfect Days. Wim Wenders ci regala il miglior protagonista di questa edizione del Festival di Cannes: Kōji Yakusho nel ruolo di Hirayama è indimenticabile.
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La chimera. Alice Rohrwacher si conferma come una delle voci più originali non soltanto del cinema italiano, ma internazionale. Se l'Italia può vincere qualcosa a questa Cannes 76 ci sentiamo di puntare su di lei.
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The Goldman Case. Cédric Kahn non è solo un bravo attore, ma anche un ottimo regista. In questo film rigoroso, ambientato tutto in un'aula di tribunale, non si limita a raccontare un fatto storico, ma si interroga sul concetto di verità. Bravissimo il protagonista Arieh Worthalter.
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Strange Way of life. Il corto di Pedro Almodóvar con Ethan Hawke e Pedro Pascal è una gioia per gli occhi, con una coppia di protagonisti pieni di chimica. Sarebbe bello vedere il lungometraggio.
La sorpresa
Rapito. Marco Bellocchio non è una sorpresa, ovviamente, ma che sia riuscito a portare un nuovo mastodontico film a Cannes dopo solo un anno dalla presentazione di Esterno notte è una piacevolissima conferma.
La delusione
Asteroid City. A Wes Anderson vogliamo bene, ha creato uno stile inconfondibile, ma da qualche anno a questa parte è vittima del suo stesso "wesandersonismo". Questo nuovo film non fa eccezione, con l'aggravante di frammentare il racconto in tante piccole scene a causa del numero esagerato di protagonisti.
Scena shock
Anatomy of a Fall. Il terribile esperimento del figlio della protagonista sul suo cane. L'animale è stato talmente convincente da vincere la Palm Dog.
Scena cult
Fallen Leaves. Il primo appuntamento a casa di lei dei protagonisti del film di Aki Kaurismäki. Tutti i dialoghi tra loro sono memorabili, ma la preparazione alla cena è notevolissima.
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Le preferenze di Antonio Cuomo
Top 5
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Perfect Days. Per la delicatezza, l'eleganza, la misura. E l'emozione che Wim Wenders regala insieme al suo splendido protagonista.
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Monster. Perché anche il dolore può essere bellissimo e Hirokazu Kore-eda ce lo ricorda con grazia.
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The Zone of Interest. Jonathan Glazer ci prende a schiaffi con un'eleganza e una profondità uniche. Affascina e fa male.
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Rapito. Per la lucidità che un maestro del cinema come Marco Bellocchio riesce ancora a dimostrare dall'alto della sua esperienza.
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La chimera. La conferma di Alice Rohrwacher dopo Lazzaro Felice, un film che speriamo possa piacere alla giuria almeno quanto è piaciuto a noi.
Bonus: Killer of the Flower Moon, perché le tre ore e mezza firmate da Martin Scorsese gareggiano su un altro campo di gioco.
La sorpresa
Robot Dreams. Sorpresa perché è splendido, sorpresa perché ingannevolmente spacciato da Cannes come Kid Screening. L'animazione è per tutti, l'animazione emoziona tutti.
La delusione
Asteroid City. La sensazione è che sia la delusione di Cannes 76 quasi all'unanimità, perché è il solito Wes Anderson dal punto di vista visivo, ma stanco dal punto di vista narrativo.
Scena shock
Sleep e The Old Oak. Senza spoilerare, due film e due shock per chi ama gli animali.
Scena cult
La tentazione sarebbe di includere tutte le tre ore e mezza di Martin Scorsese, ma torna con forza alla mente la danza a distanza di Cane e Robot, i due meravigliosi protagonisti di Robot Dreams.
Le preferenze di Luca Ottocento
Top 5
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The Zone of Interest. Jonathan Glazer torna al cinema a dieci anni di distanza da Under the Skin con un film sull'Olocausto potente, originale e anticonvenzionale.
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Perfect Days. Wim Wenders ha fatto davvero un piccolo miracolo nel raccontare con notevoli tatto e umanità (e pochissime parole) la commovente quotidianità di un solitario, sensibile ed empatico addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo.
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Fallen Leaves. Deliziosa commedia romantica d'autore, l'ultimo lavoro di Aki Kaurismaki colpisce nel segno per ironia, delicatezza e misura.
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Monster. Con questa sua nuova, delicata e intima opera, l'autore giapponese Kore-eda conferma ancora una volta di essere in assoluto tra le più importanti figure del cinema asiatico contemporaneo.
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Anatomy of a Fall e Rapito. I film della regista francese Justine Triet e del nostro Marco Bellocchio, diversissimi fra loro, sono stati tra i più stimolanti dal punto di vista visivo e narrativo.
La sorpresa
Perfect Days. Il grande autore tedesco Wim Wenders torna finalmente agli altissimi livelli cui ci aveva abituato fino alla prima metà degli anni Novanta.
La delusione
Asteroid City e May December (ex-aequo). Wes Anderson e Todd Haynes, i due unici autori americani presenti in Concorso, hanno portato sulla Croisette due lavori fuori fuoco e poco ispirati, molto al di sotto delle loro possibilità.
Scena cult e scena shock
La scena finale di The Zone of Interest, con cui con una tanto geniale quanto semplice scelta di montaggio si collega il passato al presente. Così potente e sorprendente da meritare la menzione sia per la scena cult che per la scena shock.
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Le preferenze di Damiano Panattoni
Top 5
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La chimera. Alice Rohrwacher non sbaglia un film. Da Le meraviglie fino Lazzaro Felice, la regista con La chimera dimostra ancora una volta di essere tra le più sorprendenti autrici europee, realizzando un film palindromo di rarissima bellezza.
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Four Daughters. La storia vera di una mamma, e delle sue quattro figlie. Un film che è un documentario, ma anche una rappresentazione teatrale e organica, nonché un flusso di coscienza che si espande attraverso tre colori: l'azzurro, il nero, il rosso. Dirige la tunisina Kaouther Ben Hania.
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The Sweet East. Il cinema indipendente americano non è mai stato tanto in salute, nonché puntuale nel fotografare lo stato sociale degli Stati Uniti. E dunque ci siamo innamorati del film di Sean Price Williams (esordiente), un viaggio svagato di una ragazzina in cerca di qualcosa. Protagonista, la rivelazione Talia Ryder.
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The Settlers. In un mondo digitale, è meraviglioso scoprire che ci sono ancora registi legati ad un altro modo di raccontare e dirigere. Come nel caso di Felipe Gálvez, regista cileno dall'occhio interessante, che ha messo in scena un western maschile che ha per sfondo il genocidio dei nativi all'inizio del XX secolo in Patagonia.
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Rapito. Incredibile la lucidità narrativa di Marco Bellocchio, incredibile quanto ogni suo film abbia in sé una tale potenza da risultare spiazzante. Non è da meno Rapito, immaginato dal regista come se fosse un film horror. Spaziale la colonna sonora di Fabio Massimo Capogrosso. Raffinata la citazione a Il grande dittatore di Chaplin.
La sorpresa
Riddle of Fire di Weston Razooli. Un film girato in pellicola, che profuma d'estate vibrando come quei pomeriggi senza far nulla. La storia di tre bambini, un po' Goonies e un po' Stand by Me. Venti minuti di troppo, ma Razooli è un regista da tenere d'occhio.
La delusione
May December di Todd Hayness. Al netto del suo distacco e della sua freddezza, il film con Julianne Moore e Natalie Portman appare come un'opera fine a sé stessa, perdendo di vista una storia potenzialmente esplosiva.
Scena shock
L'uomo uccello che scappa dall'ambulanza, all'inizio di The Animal Kingdom di Thomas Cailley. Un film storto, strano, ingenuo. Ma interessante nella sua digressione bestiale. Sembra uscito da un romanzo di Stephen King.
Scena cult
Indiana Jones a cavallo, sulla 5th Avenue di New York, che incrocia lo sguardo di Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins durante la parata di ritorno dalla Luna. Forse, il momento più emozionante e significativo del film.
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Le preferenze di Erika Sciamanna
Top 5
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Monster. Un film poetico e imprevedibile che tiene incollato lo spettatore fino all'ultimo secondo.
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Robot Dreams. Un film che riesce ad esprimere pienamente le potenzialità dell'animazione con una storia delicata e disillusa.
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The Zone of Interest. Un film sull'olocausto originale e disturbante, che mostra la scioccante normalità del male.
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La chimera. Una storia delicata e malinconica su vita e morte.
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The Old Oak. Inclusione, perdita e speranza nel nuovo film del regista britannico.
La sorpresa
Àma Gloria. Film d'apertura della Semaine de la Critique, una vera scoperta che colpisce per l'eccellente scrittura ed una regia sapiente e mai invadente.
La delusione
Asteroid City.Un film marcatamente autocelebrativo che nell'esporre le varie tematiche finisce per girare a vuoto.
Scena shock
The Old Oak. La sorte del povero cagnolino Marra, triste e scioccante.
Scena cult
Goodby Julia. Mona poggia la testa sul grembo di Julia la sera prima della loro separazione.