Feria – La luce più oscura, la recensione: su Netflix la serie che mescola thriller, orrore e misticismo

La recensione di Feria - la luce più oscura, la serie Netflix di Carlos Montero e Agustín Martínez che racconta una storia ricca di mistero, orrore e misticismo ambientata in un pittoresco paesino dell'Andalusia.

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Feria - La luce più oscura: Carla Campra in una scena

Tra i prodotti più di successo del catalogo Netflix ci sono quelli con protagonisti degli adolescenti o dei giovani adulti che devono affrontare problemi di tenore sovrannaturale molto più grandi di loro (un esempio fra tutti potrebbe essere il cult Stranger Things). Alcuni di questi possono essere adatti anche al pubblico dei più giovani (come appunto la serie dei fratelli Duffer) altre invece puntano leggermente l'acceleratore sul proprio lato horror e quindi fanno riferimento ad un target di pubblico più adulto: come vedremo in questa recensione di Feria - La luce più oscura, questo show spagnolo che ha tra i co-autori Carlos Montero (lo stesso di Elite), mette in scena un orrore volutamente esplicitato e tocca tematiche difficili come la violenza sessuale e la manipolazione mentale che avviene all'interno di una setta. Risulta quindi più adatto, rispetto ad una serie come Elite, ad un pubblico più maturo.

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Feria - La luce più oscura: una foto di scena

La storia creata da Montero e Agustín Martínez, prende il via da premesse particolarmente intriganti - un suicidio di massa dei membri di una setta in una piccola cittadina dell'Andalusia - e si mantiene per gran parte del suo svolgimento anche piuttosto avvincente, peccato che non sempre il ritmo sia quello giusto per un racconto di questo tipo e, per quanto riguarda il lato horror che inizialmente sembra così preponderante, non si calca mai abbastanza la mano per rendere quel che accade su schermo realmente inquietante e spaventoso.

La storia oscura di Feria

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Feria - La luce più oscura: le protagoniste in una scena

La storia si apre a metà degli anni Novanta, in uno sperduto ma pittoresco paesino dell'Andalusia, Feria. In occasione di una festa di paese, le due sorelle Eva (Ana Tomeno) e Sofia (Carla Campra), passano la nottata con gli amici nella campagna circostante: nessuna di loro si accorge, però, che nei loro genitori che le salutano mentre escono di casa c'è qualcosa di strano. Il giorno dopo - tornate a casa e constatata la mancanza dei genitori, Elena (Marta Nieto) e Pablo (Ernest Villegas) - le due adolescenti vengono sorprese dall'ingresso in casa di un gruppo di poliziotti armati fino ai denti: secondo un commissario di Madrid arrivato per l'occasione i loro genitori sarebbero i responsabili di un suicidio di massa avvenuto in una miniera li vicino, chiusa dai tempi della morte di Franco. Poche ore prima, infatti, 23 cadaveri sono stati trovati all'ingresso della miniera: persone che - a parte una donna, la madre di un caro amico di Sofia - non vivevano nel villaggio e la cui identità è ancora sconosciuta. Secondo il video di sorveglianza, i genitori di Eva e Sofia avrebbero accompagnato le vittime nella miniera, Pablo se ne sarebbe andato prima di entrare ed Elena li avrebbe seguiti all'interno, scomparendo poi senza lasciare traccia.

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Feria - La luce più oscura: un'immagine della serie

Come è logico immaginare la vita delle due ragazze cambia subito radicalmente: in paese sono guardate con sospetto e la polizia ritiene impossibile che non sapessero nulla della setta religiosa a cui appartengono i genitori, come hanno scoperto. Da un carteggio più che decennale trovato tra gli oggetti di Elena viene infatti alla luce una realtà estremamente complessa ed inquietante: numerosi seguaci del culto della Luce ritenevano che la donna fosse la "chiave" per aprire un portale tra il nostro mondo, considerato una realtà fallace creata da un Dio minore, ed il Regno, la vera realtà, dove non esiste dolore, senso di colpa, paura ma nemmeno amore e passione. Con la scomparsa di Elena, però, per i seguaci della Luce le cose si fanno più complicate, devono infatti trovare chi sia in grado di sostituirla e, sbloccando cinque magici sigilli, aprire il portale verso il Regno e verso la loro nuova vita. Ma al di là di quella porta, nascosta nelle profondità della miniera, si nasconde davvero un paradiso o è solo un inferno mascherato con un altro nome? Toccherà ad Eva e Sofia scoprirlo, soprattutto perché quest'ultima potrebbe essere la nuova chiave per sbloccare i sigilli, la nuova Elena di cui i membri della setta hanno bisogno.

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Tematiche da approfondire

Come dicevamo Feria - La luce più oscura si apre in maniera particolarmente accattivante, catturando subito lo spettatore in una storia ricchissima di misteri e di segreti, con alle spalle una buona dose di misticismo e folklore che contribuiscono a rendere l'atmosfera generale piuttosto intrigante. Peccato, però, che il lato horror della vicenda non diventi mai così esplicito da rendere quello di Montero e Martínez un prodotto più spiccatamente di questo genere: i momenti dark ci sono, ma sono disseminati nel corso degli episodi in maniera discontinua. Il ritmo e la tensione, poi, non risultano come un crescendo - come è necessario nelle storie di questo tipo - e si prosegue più per scoprire cosa si nasconda dietro i diversi misteri presentati nel corso della visione che perché catturati in un turbinio di emozioni. È come se Feria non fosse riuscito a trovare un'identità ben precisa, non riuscendo nell'obbiettivo di inquietare realmente il suo pubblico.

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Feria - La luce più oscura: una scena della serie

Le tematiche toccate nel corso della narrazione sono tante e, in certi casi, resta un po' la delusione che non siano state maggiormente approfondite: il discorso della violenza sessuale - e dell'impatto psicologico sulla persona che la subisce - resta piuttosto abbozzato, non ci si sofferma poi nemmeno su quello della manipolazione mentale che avviene all'interno di una setta (come è possibile che Sofia si faccia convincere e traviare così facilmente?) e su tutte le problematiche derivanti dal crescere in un piccolo e bigotto paesino, anche in relazione alla scoperta della propria sessualità. Una cosa che ci ha colpito, e ci sarebbe piaciuto venisse maggiormente trattata, è il ruolo del franchismo nel dare il via alla vicenda (da certi flashback si deduce quanto abbia influito sulla psicologia dei personaggi): soffermarsi sul tema avrebbe reso questa storia ancor più spiccatamente "spagnola", conferendole quella particolarità ed originalità in più.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Feria - La luce più oscura sottolineando come si tratti di una serie dalla premesse estremamente intriganti, che inizialmente cattura lo spettatore, ma che con il tempo si perde in alcuni problemi di ritmo e di gestione della tensione e dell'orrore.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.7/5

Perché ci piace

  • Le premesse intrigati.
  • Le attrici protagoniste, adatte alla parte.

Cosa non va

  • Il ritmo non sempre è quello adatto ad una storia di questo tipo.
  • La tensione non è in crescendo come ci si aspetterebbe da un racconto come questo.
  • Alcuni temi andavano maggiormente approfonditi.