Inizia come The Blair Witch Project, ricorda poi nelle ambientazioni Venerdì 13, non lesina altre citazioni di famosi film di genere, ma purtroppo alla fine è solamente Feed, ovvero un horror svedese che partito con buone promesse e temi stuzzicanti, si rivela alla resa dei conti piuttosto deludente, soprattutto nel suo finale.
Il film, presente sulla piattaforma Midnight Factory, segna anche l'esordio alla regia di Johannes Persson, membro della metal band svedese Cult of Luna. A fronte di alcune scene splatter che non lasceranno indifferenti gli amanti del genere, quello che manca invece è quasi tutto il resto. O meglio una storia anche ci sarebbe, ma come vedremo in questa recensione è stata sviluppata in maniera a dir poco discutibile.
La trama di Feed: giovani influencer, un'isola e una strega
In Feed un gruppo di giovani influencer viene ingaggiato da una coppia che vuole evitare il fallimento dell'azienda familiare e per questo ha deciso di puntare sui social media per attirare i turisti nel loro campeggio. Per sponsorizzare in modo adeguato la struttura sul mondo del web, i ragazzi vengono spediti su una piccola isola, con attorno un lago dove una leggenda vuole ci sia una strega. Ben presto però le cose si complicano. I ragazzi restano bloccati sull'isola e sembra davvero che una strega malvagia esista veramente e con la pioggia esca anche dal lago per pretendere il suo tributo di sangue.
Colpi di scena telefonati, comportamenti assurdi e insopportabili cliché
Il difetto più grave di Feed non sta nei limiti di budget o nell'abusare di cliché per descrivere il gruppo di ragazzi protagonisti, ma nella spiacevole sensazione di presa in giro che resta allo spettatore nel finale. E non è che prima le cose andassero molto bene, fin dalla premessa molto debole: due del gruppo sono gli influencer più famosi, anzi per il popolo dei social stanno insieme sentimentalmente, mentre loro in questa avventura si trovano assieme ai fidanzati reali che devono sopportare tutta una serie di moine e comportamenti ambigui.
Ma prima che gli eventi precipitino, anche sul piano cinematografico le cose si aggravano: ci sono colpi di scena telefonati, comportamenti incomprensibili e soprattutto la messa in scena dei soliti ragazzi idioti e insopportabili (a parte una fanciulla, guarda caso quella che con i social non centra nulla ma accompagna il suo ragazzo), che vivono senza la minima prudenza, dediti solamente ai social e palesemente in difficoltà con la vita reale. Ad esempio, una volta appurato che l'acqua nasconde delle insidie e qualcosa di invisibile vuole attirarli sotto, che senso ha sfidare allegramente la sorte? Da qui una serie di situazione assurde e imbarazzanti.
L'irritante inganno di un finale incoerente
Poi, quando il sangue inizia a scorrere e la strega esce come un'ombra dal lago per assediare i ragazzi, allora le cose si fanno serie e qua e là Feed tira fuori anche qualcosa di buono, soprattutto in alcune scene piuttosto forti. Solo che l'horror sovrannaturale prenderà poi una piega ben più fisica e terra terra, ed è qui che il colpo di scena riservato allo spettatore si rivela non una suggestiva trovata a sorpresa, bensì un irritante inganno per quanto mostrato fino a quel momento.
Alla fine di uno script zoppicante e di passaggi narrativi grotteschi, tirati avanti solamente per riempire qualche altro minuto, la deriva conclusiva è la palese incoerenza del tutto, nel senso che la ridicola soluzione finale rende impossibile quanto accaduto prima. Ed è un peccato perché questo annacqua anche il poco di buono che pure si era visto fin lì: qualche efficace effetto splatter durante la mattanza. la suggestiva ambientazione, la discreta fotografia e le tematiche legate all'abuso dei social media e all'importanza dell'apparire per gli influencer.
Conclusioni
Horror svedese dalle tante citazioni e dalle premesse stuzzicanti, Feed si rivela purtroppo alla resa dei conti sotto le attese. Come abbiamo visto in questa recensione, la scrittura incerta, l’abuso di cliché e un finale per certi versi inaccettabile, rendono meno efficaci anche alcune scene splatter, una buona fotografia e la scelta di trattare tematiche come influencer e social media.
Perché ci piace
- La condanna della banalità degli influencer e dell’importanza dei social media.
- Alcune scene splatter decisamente coinvolgenti.
Cosa non va
- La totale incoerenza del finale.
- L’abuso di cliché del genere come il gruppo di ragazzi idioti e insopportabili.
- Una sceneggiatura piena di passaggi assurdi.