Fargo, stagione 2: Aspettando Reagan

La serie tratta dal film dei fratelli Coen torna con una nuova storia e un nuovo cast, questa volta sullo sfondo dei cambiamenti politici in America alla fine degli anni Settanta.

Sioux Falls, South Dakota, 1979. Otto Gerhadt, patriarca della più grande famiglia criminale della regione, viene colpito da un ictus e i suoi tre figli si contendono la leadership. Il più giovane, Rye, cerca di corrompere un giudice, e la situazione si risolve nel sangue. Mentre fugge dalla scena del crimine, Rye viene investito da una macchina, quella di Peggy Blomquist, che decide di tenerlo nascosto credendolo morto. Il poliziotto Lou Solverson, affiancato dallo sceriffo Hank Larsson, indaga sulla sparatoria nella quale era coinvolto Rye, mentre un'altra organizzazione criminale decide di prendere il controllo di Sioux Falls...

Fargo: una foto promozionale del cast della stagione 2
Fargo: una foto promozionale del cast della stagione 2

I tempi cambiano, la zona no

Un anno fa, la prima stagione di Fargo riuscì a smentire i timori di chi fosse convinto, e non del tutto a torto, che la surreale e violenta poetica dei fratelli Coen e del loro capolavoro del 1996 non fosse traducibile sul piccolo schermo, nonostante la presenza dei due autori-registi fra i produttori esecutivi. La visione dello sceneggiatore Noah Hawley, aumentata da un cast eccelso che includeva Billy Bob Thornton e Martin Freeman, era perfettamente compatibile con quella dei fratelli, al punto che nessuno urlò allo scandalo quando venne svelato che la serie - un'altra carta vincente nel filone antologico promosso dal canale FX, dopo il successo di American Horror Story - è ambientata nello stesso universo del film e non un semplice omaggio nominale e stilistico.

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Fargo: Patrick Wilson ha il ruolo di Lou Solverson
Fargo: Patrick Wilson ha il ruolo di Lou Solverson

Ed è lì che torniamo, ventisette anni prima degli eventi del primo ciclo (e otto anni prima di quelli del film), per una nuova storia, inedita ma al contempo familiare. Non solo perché tra i personaggi c'è la versione più giovane di un veterano della prima stagione, ossia Lou Solverson (che ora ha le fattezze di Patrick Wilson anziché quelle di Keith Carradine), ma anche perché è rimasta intatta quell'atmosfera macabra, surreale, fredda (in senso climatico) ed amichevole, con sprazzi di violenza ed esistenzialismo nel bel mezzo di questa comunità così dannatamente educata, con quella parlata particolare dal sapore scandinavo. Inoltre, grazie alla presenza annunciata della faida fra famiglie criminali, impossibile non pensare ad un altro tassello imprescindibile della filmografia dei Coen, Crocevia della morte. E come in quel film, lo scontro si annuncia spettacolare e brutale.

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Volti nuovi

Fargo: Patrick Wilson e Ted Danson in una foto della stagione 2
Fargo: Patrick Wilson e Ted Danson in una foto della stagione 2

Di Patrick Wilson abbiamo già detto, ed insieme a lui altri quattro attori completano il cast principale della stagione: Jesse Plemons e Kirsten Dunst sono i coniugi Blomquist, mentre Jean Smart interpreta Floyd, la matriarca della famiglia Gerhadt (i malcapitati Otto e Rye hanno invece i volti di Michael Hogan e Kieran Culkin). A fare coppia con Wilson ci pensa Ted Danson, il cui carisma naturale accresce l'atmosfera bislacca della serie. Tra gli ospiti vale la pena menzionare Nick Offerman nei panni di Karl Weathers, un uomo fissato con i complotti, e Cristin Milioti nel ruolo della moglie di Lou, malata di cancro. Senza dimenticare Brad Garrett in versione gangster, e una presenza notevole, almeno nel primo episodio, per la sua assenza...

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Parliamo di politica

Fargo: Bruce Campbell nei panni di Ronald Reagan in un'immagine promozionale
Fargo: Bruce Campbell nei panni di Ronald Reagan in un'immagine promozionale

Non si può non applaudire la scelta di iniziare la seconda stagione in modo alquanto sorprendente, eppure perfettamente in linea con la poetica dell'universo creato dai Coen. Prima del classico disclaimer che accompagna sia il film che la serie ("Questa è una storia vera"), abbiamo infatti diritto alla sigla arcaica della MGM, seguita dal dietro le quinte di un (finto) film interpretato da nientemeno che Ronald Reagan, la cui campagna elettorale funge da sfondo storico, sociale e politico nella storyline principale. Nello spezzone, rigorosamente in bianco e nero, si sta aspettando l'arrivo di Reagan, il quale, come Godot, rimane una presenza annunciata ma mai mostrata nel primo episodio (ma sappiamo che apparirà nel 1979, con le fattezze di Bruce Campbell). Un inizio magnificamente assurdo che, concentrandosi su un film inesistente e alludendo alle scorrettezze storiche che caratterizzano molti western, mette alla berlina proprio quella nozione di verosimiglianza millantata all'inizio di ogni puntata. Perché è vero che in questa occasione la presenza di Reagan dà alla serie un minimo di aderenza alla realtà a cui aggrapparsi, ma rimane pur sempre un Reagan riscritto ed adattato al mondo di Fargo, un inferno dantesco nel cuore dell'America che ha ancora tante storie da raccontare. Un luogo nel quale ci addentriamo di nuovo, con vero piacere. Aspettando l'arrivo di Ronald.

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Movieplayer.it

5.0/5